L’ultima commedia di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, ci racconta lo spaccato di una vita che pian piano ci consuma sotto i nostri occhi, ma, al tempo stesso, la nostra incapacità di fermare questo processo. Arturo, interpretato da Fabio De Luigi, ha da poco perso tutto. Fidanzata, lavoro, aspettative, sogni. Finché non gli si apre “l’innovativa” opportunità di diventare rider per Fuuber, in una realtà più attuale che mai in cui lo scenario distopico transumano si mischia in modo elegante con una realta fanta-green di prossima attuazione.
In un mondo che vive nel continuo paradosso di battersi per avere maggiore libertà, lasciamo che a decidere della nostra vita siano le App. Questo riguarda sia la nostra sfera sentimentale che quella professionale, come automi nella ruota del criceto cercando di sopravvivere. Almeno un poco. Se siamo fortunati.
Come un pacco che serve ad imballare un prodotto o uno scontrino che permette la transazione, il nostro lavoro, le nostre richieste, i nostri desideri, sono tutti soggiogati dal sistema economico che abbiamo, colpevolmente, contribuito a creare, privandoci della nostra identità e dei nostri desideri più intimi.
C’è anche spazio per delle parodie dai riferimenti evidenti che mirano ad Amazon, Uber, Just Eat e alla Apple, soprattutto nella figura di Steve Jobs, uno dei progenitori del futuro iper tecnologico che ci sta cannibalizzando.
Da menzionare il dialogo tra Arturo e Gianpiero un ex geometra anziano vittima del sistema, il cui lavoro è stato soppiantato da un software, costretto a prestare la sua dignità e la sua vita per sostenere un mondo virtuale privo di riferimenti reali.
Gianpiero in poche parole riassume l’essenza delle dinamiche che stiamo già vivendo oggi, ma che saranno ancora più evidenti nel nostro prossimo futuro :
“Però Arturo, tutto questo non è giusto. Un domani magari le cose potrebbero essere peggiori di questo. E poi ancora peggio e peggio e peggio. Quando questo avverrà, perchè avverrà, caro Arturo, noi che tutto questo peggio lo abbiamo visto crescere, ci domanderemo, che cosa abbiamo fatto per arginarlo ? E lo sai cosa ci risponderemo ? Che noi come STRONZI rimanemmo a guardare !!”
Una volta che il protagonista realizza l’ingiustizia della vita che sta vivendo, scappa con il suo vero amore non più virtuale, mettendo in allerta il “sistema” distopico che stava alimentando. Pieno di significato, il dialogo finale del giovane Miliardario ( John ) e CEO della fantomatica Big Tech, Fuuber, allertato sulla fuga dei due negazionisti, dalla sua segretaria.
SEGRETARIA: John due dei nostri collaboratori hanno violato i nostri protocolli.
JOHN: Mi fanno quasi tenerezza, pensano di essersi liberati di noi. Ma sappiamo già quale compagnia aerea sceglieranno per tornare a casa, quale tariffa, quale posto. Sappiamo già chi contatteranno una volta tornati nel loro Paese, se lo faranno con un messaggio o con una chiamata.
Sappiamo di cosa hanno bisogno per essere felici e per essere tristi. Sappiamo per chi voteranno, perché conosciamo tutte le loro paure. E se non le hanno, sappiamo come procurargliele. Sappiamo anche che lavoro cercheranno. Noi sappiamo e sapremo tutto di loro. Il passato, il presente e il futuro.
E lo sai chi ci ha dato il permesso di accedere a questi dati ?
Voi lo avete fatto.
Non siamo dei ladri. Abbiamo bussato prima di entrare nella vostra vita. Vi abbiamo chiesto se volevate condividerla con noi e avete scelto di metterla nelle nostre mani. Noi, grazie a voi, abbiamo costruito un impero. Siamo diventati miliardari.
E secondo voi abbiamo voglia di fermarci ?
In onda ora su Sky e “Coming soon” in the real life…
P.S. Consiglio a tutti la visione di questo film e di trarre le giuste conclusioni e negare così il nostro consenso all’instaurazione di questa orripilante realtà. Per non trovarci nella condizione un giorno di dire, che noi come stronzi rimanemmo a guardare..