CENSURA AI MEDIA RUSSI COME AI NO VAX SUI VACCINI. Dittatura UE-NWO & Armi al Regime filo-Nazista

AGGIORNAMENTO – 1  MARZO 2022

Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità un decreto legge che introduce ulteriori misure urgenti in relazione agli sviluppi della crisi in Ucraina. Tra queste, la dichiarazione dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022 «in relazione all’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto», si legge in una nota pubblicata dal governo al termine della riunione a Palazzo Chigi.

«Al fine di organizzare ed attuare gli interventi più urgenti – viene spiegato – sono stati stanziati 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali».

Il provvedimento che ha ottenuto il via libera del Cdm si sviluppa in più direzioni. La prima, militare, prevede un intervento per garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina. L’invio “in deroga” di “mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari al governo ucraino potrà avvenire fino al 31 dicembre 2022 ma previa risoluzione delle Camere. Con uno o più decreti del ministro della Difesa, di concerto con i responsabili degli Affari esteri e dell’Economia, saranno definiti l’elenco di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari che saranno ceduti.

I nuovi aiuti a Kiev, che l’Italia ha garantito nei vertici che si sono tenuti nelle ultime ore sia in ambito Ue sia in ambito Nato, andranno ad integrare quelli contenuti nel decreto approvato il 25 febbraio. E, insieme alle sanzioni in ambito Swift per la Russia e alla chiusura dello spazio aereo a Mosca, costituiranno l’ossatura del patto di ferro con l’Ue per fermare l’operazione di Putin. (fonte IL Sole 24 Ore)


ARTICOLO DEL 28 FEBBRAIO 2022

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

«Si attendono rivolte dei campioni della libertà di stampa. Posizioni ufficiali dei colleghi giornalisti. Magari anche del vetusto Ordine professionale. Perché la decisione della Commissione Europea di mettere al bando le emittenti televisive russe è una decisione senza precedenti, errata, ipocrita. Perché se Mosca avesse applicato nei confronti di un giornale “dissidente” o della nostra “Rai” statale una simile censura, oggi vedremmo orde di cronisti strapparsi le vesti in nome della libertà di espressione».

Lo ha scritto stamattina Giuseppe De Lorenzo sul blog di Nicola Porro in riferimento al clamoroso annuncio della presidente Ursula Von der Leyen che domani potrebbe colpire anche chi, come Gospa News, cerca di riportare un’analisi della guerra in Ucraina non assoggettata al servilismo di mainstream verso le ragioni della NATO, una delle organizzazioni internazionali più responsabili di massacri internazionali negli ultimi vent’anni che continua a legittimare infami crimini di guerra nelle aree geopolitiche funzionali ai suoi obiettivi strategici di espansione.

“Mentre la guerra in Ucraina infuria e gli ucraini combattono coraggiosamente per il loro Paese, l’Unione europea rafforza ancora una volta il suo sostegno all’Ucraina e le sanzioni contro l’aggressore, la Russia di Putin. Per la prima volta in assoluto, l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi e altre attrezzature a un paese sotto attacco. Questo è un momento di svolta”.

Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una dichiarazione assieme all’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell.

“Con una mossa senza precedenti vieteremo la presenza in Ue della macchina mediatica del Cremlino. Russia Today e Sputnik, che sono controllate dal governo, e le testate a loro legate non potranno più diffondere le loro bugie per giustificare la guerra di Putin e creare divisioni nell’Unione. Stiamo sviluppando gli strumenti per vietare questa disinformazione tossica e dannosa in Europa. Introdurremo misure restrittive” contro “i più importanti settori” dell’economia della Bielorussia.

“Stop all’export di prodotti come carburanti minerali, tabacco, legname, cemento, ferro e acciaio. E sarà esteso il divieto di scambi commerciali” per quei settori sui quali “è stata sanzionata la Russia”, ha aggiunto Von der Leyen.

I PRECEDENTI ATTACCHI UE AI MEDIA 

In realtà non c’è niente di nuovo sotto il sole. Basta leggere quanto riportò nel 2016 Sputnik News, il network internazionale del governo russo che nel nostro paese fa riferimento a Sputnik Italia (dove hanno scritto giornalisti vicini a Forza Italia ed ai media di Silvio Berlusconi).

«Mercoledì 23 novembre l’Europarlamento ha adottato la risoluzione intitolata “Comunicazioni strategiche della UE come contrasto della propaganda di terze parti”, in cui si traccia un parallelo tra le attività dei media russi e quelle dei terroristi del Daesh. A sostegno del documento hanno votato 304 deputati, i no sono stati 179, mentre si sono astenuti in 208. Il documento sostiene che la Russia conduce presumibilmente “attività di propaganda ostile” contro l’Unione Europea tramite mezzi di comunicazione, tra cui l’agenzia di notizie Sputnik».

In qualità di direttore di Gospa News ha vissuto sulla mia pelle un’esperienza simile durante le Elezioni Europee del maggio 2019 quando ero amministratore del gruppo di Facebook Amici della Russia di Putin (circa 45mila iscritti) e fui accusato insieme agli altri gestori di voler pilotare la consultazione elettorale solo perché pubblicavo post delle notizie diffuse da quanto giornale online.

I miei due profili furono cancellati due mesi dopo e l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e della Valle d’Aosta cui sono iscritto dal 1991 disse di non poter fare niente e si guardò bene dallo scrivere una lettera di censura a FB. Il gruppo fu chiuso nello stesso mese dal clan di Mark Zuckerberg che già si stava preparando a finanziare i centri elettorali negli USA per pilotare a favore del democratico Joseph Biden le elezioni presidenziali americane del 2020. Un mese fa è stata oscurata anche la pagina ufficiale Gospa News aperta ne 2016 di cui era stata ridotta la visibilità.

LA DITTATURA DEL PENSIERO UNICO SU VACCINI E PANDEMIA

Ma la dittatura nel campo dell’informazione del pensiero unico di mainstream è già stata ampiamente utilizzata durante la pandemia per censurare sui social o tacitare/deridere sui network televisivi tutti coloro che avessero una visione differente.

Allo scoppio dell’emergenza Covid-19, per una delle milioni di anomale coincidenze connesse al SARS-Cov-2 costruito in laboratorio in un affare CINA-USA, come ho ribadito anche durante la trasmissione La Zanzara e spiegato nel dettaglio nelle ultime inchieste del ciclo WuhanGates (riassunto nell’omonimo libro), era già pronta un’armata di fact-checker di dubbia attendibilità.

Si comincia dall’Ansa che avviò una campagna di monitoraggio dell’informazione dopo le prime proteste contro i lockdown criminali che hanno arricchito solo la ‘Ndrangheta (dossier della Direzione Investigativa Antimafia) insieme al Sottosegretario all’Editoria e ad Ernst & Young, la società di revisione cui era appena sfuggito il buco miliardario Wirecard

Si è proseguito con l’entrate in guerra contro la presunta “disinformazione” delle corazzate social di Facebook e YouTube, che insieme a Google erano state arruolate dal Ministro della Salute, Roberto Speranza per diffondere soltanto la sua verità sulla pandemia basata su cure proceoci domiciliari ignorate e su sieri genici sperimentali imposti con l’obbligo prima solo agli operatori sanitari, poi alle forze dell’ordine ed infine anche agli over 50 (in modo da colpire in modo non sospetto magistrati ed avvocati che non volevano vaccinarsi).

Infine sono emersi i profili di alcuni Fact-Checker  tra cui quelli di un ex attivista del Movimento 5 Stelle, sostenitore dei governi PRO-VAX di Giuseppe Conte e Mario Draghi, utilizzato dal giornale online Open di Enrico Mentana, divenuto devotissimo di George Soros fin dal nome del suo media, per confutare notizie vere persino quando erano basate su fonti autorevoli, autentiche e attendibili. 

La massiccia censura sui social ha raggiunto il culmine quando YouTube ha rimosso la testimonianza di un medico chirurgo milanese che spiegava come aveva curato migliaia di pazienti senza alcun decesso e successivamente il mio articolo sul vergognoso oscuramente della morte del virologo francese Luc Montagnier. 

ARMI UE AL REGIME DI KIEV DIFESO DA FILO-NAZISTI E JIHADISTI

“E’ caduto un altro tabù, che l’Europa non fornisce armi durante una guerra. Lo facciamo, perché viviamo in tempi senza precedenti: fronteggiamo la peste della guerra, come nei tempi biblici. E non finirà qui”, dice l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, in conferenza stampa a Bruxelles.

Mentre i ministro degli Esteri Lugi Di Maio fa sapere via social network che il governo italiano manderà aiuti ingenti al governo ucraino, pari alla somma di 110 milioni di euro. Che serviranno per acquistare beni di prima necessità ma soprattutto armi.

“Ho comunicato al collega Dmytro Kuleba di aver appena firmato la delibera che dispone l’erogazione immediata di 110 milioni di euro al governo di Kiev, come espressione concreta della solidarietà e del sostegno dell’Italia a un popolo con cui coltiviamo un rapporto fraterno”.

Poco importa se, per sostenere il golpe del 2014 e la successiva guerra civile portata avanti dal regime di Kiev contro le repubbliche separatiste del Donbass, UE e NATO hanno dato legittimità alla Guardia Nazionale Ucraina all’intero della quale opera il famigerato Battaglio Azov composto da molti neoNazisti e accanto alla quale combattono guerriglieri addestrati dall’ISIS.

Pur di andare contro al progetto di “demilitarizzazione e de-nazificazione” di Putin. Bruxelles e Roma sono pronte ad allearsi con il governo che protegge i cultori del mito delle SS mentre nel Vecchio Continente sciorinano alluvioni di parole per condannarlo e giustificano persecuzioni giudiziarie contro gruppi nostalgici composti, a volte, soltanto di innocui e folli fanatici.

Nessuno si ricorda dei circa 10mila morti causati dalla guerra civile nel Donbass ricco di gas per la reazione dei filo-russi al golpe sanguinario di piazza Maidan.

Mentre si rivelano perfettamente azzeccate le previsioni dell’ex parlamentare democratica Tulsi Gabbard, candidata alle ultime presidenziale USA, sul fatto che lo scoppio del conflitto in Ucraina è stato fomentato dalla NATO (rigettando ogni istanza della Russia) solo per giustificare un enorme business delle corporation delle armi, come già evidenziato nel piano di attacco del think-tank CEPA, pubblicato da Gospa News nel novembre 2021, e finanziato proprio dalle industrie belliche.

“L’Ue e tutti gli alleati devono far fronte comune e continuare a dare grande prova di compattezza”, ha detto Di Maio.

FOLLE BLOCCO DEL NORD STREAM 2: PER LA III GUERRA MONDIALE?

Tra le più tragicomiche sanzioni c’è il blocco delle transazioni SWIFT alle banche russe (poi annunciato come parziale per non compromettere milioni di scambi commerciali tra UE e Russia) ma soprattutto il congelamento del Nord Stream in piena crisi energetica europea (come ben evidenziato da un articolo sulla sezione di Gospa News in inglese).

L’attivazione del gasdotto Nord Stream 2, che dovrebbe collegare la Russia e la Germania passando per il Mar Baltico, è stata interrotta. La notizia è stata resa nota dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’infrastruttura è pronta già da tempo, nelle ultime settimane da Mosca si attendeva il via libera dell’autorità di rete tedesca, che aveva temporaneamente sospeso l’attivazione.

La mossa è stata comunicata da Berlino il 22 febbraio come risposta del suo governo dopo l’annuncio del presidente russo Vladimir Putin sulle e azioni di Mosca in Ucraina. Ma rischia di tramutarsi in un boomerang economico devastante per tutti i paesi dell’Unione Europea.

Il sospetto è che anche questa strategia sia stata studiata ad arte per incrementare la crisi, già annunciata dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella nella sua veste di ambasciatore del Nuovo Ordine Mondiale, ed incolpare Putin per l’intervento in Ucraina e giustificare così davanti alla popolazione l’inizio di una Terza Guerra Mondiale, a cui il presidente americano Joseph Biden ha già fatto esplicito riferimento quale alternativa alle sanzioni inasprite dagli USA contro vari bersagli di Mosca.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI

GOSPA NEWS – DOSSIER LOBBY ARMI

GOSPA NEWS – REPORTAGES ZONE DI GUERRA

GOSPA NEWS – DOSSIER UCRAINA