Pietro Bracco, autore dell’articolo, è Ingegnere dei sistemi si occupa di business-intelligence e data-analytics per un’azienda internazionale.
E’ appena stato pubblicato il consueto bollettino settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Nel precedente articolo abbiamo esaminato i dati sui contagi e abbiamo visto come siano del tutto inattendibili, spiegando due degli errori introdotti appositamente.
Questa volta esamineremo i dati riguardanti i ricoveri ospedalieri un tema particolarmente rilevante perché, assodato che i trattamenti favoriscono il contagio, l’argomento del cosiddetto intasamento degli ospedali è stato e viene tutt’ora usato come una clava contro coloro che rifiutano il trattamento genico spacciato per vaccino.
Vediamo al dunque e esaminiamo cose dice il bollettino ISS pubblicato il 12/Marzo/2022. Il dato di base è riportato nella tabella 4B, che riportiamo integralmente.
Calcolando le percentuali si può vedere che la percentuale dei trattati è del 71% per i ricoveri ordinati e del 68% per le TI. Quindi l’ampia maggioranza dei ricoverati sono trattati, o, per dirla col mainstram, “vaccinati”. Inoltre queste percentuali sono in decrescita costante, a causa del ridursi progressivo dell’efficacia dei trattamenti nel proteggere dalla malattia Covid.
Confrontiamo ora questo dato prodotto da ISS con il dato analogo prodotto dalla UK Security Agency, cioè l’analogo istituto britannico, nella tabella 11 nell’ultimo report pubblicato il 15/3/2022.
Il report presenta semplicemente i ricoveri tra il 13/2/2022 e il 6/3/2022, quindi relativi a 3 settimane, di pazienti che hanno avuto un tampone positivo nei 28 giorni precedenti. I dato è sostanzialmente lo stesso di quello della tabella 4B dell’ISS. Abbiamo calcolato la percentuale dei trattati (3dosi).
Come si vede la percentuale è mediamente intorno all’80%, ben al di sopra del dato fornito dall’ISS quando la percentuale trattata della popolazione è molto simile.
Chi rappresenta un dato veritiero?
E’ il dato UK ad essere il più credibile per diverse ragioni.
La prima è che ISS adotta un artificio contabile che potremmo definire il trucco dei 14 giorni.
Per scovarlo occorre leggere attentamente quanto riportato da ISS nel Glossario, nella parte finale del report, di cui riproduciamo integralmente la parte rilevante.
In sostanza quando un evento (diagnosi, ricovero o decesso) si verifica entro 14 dalla somministrazione della N-esima-dose quell’evento classificato come se quella dose non fosse stata somministrata. Per fare un esempio, se un decesso avviene entro 2 settimane dalla 3° dose questo viene attribuito alla classe 2-dosi. E così all’indietro. Se avviene entro 2 settimane dalla 1° dose viene attribuito alla classe “non-vaccinati”.
Questo equivale a falsare completamente i dati e a nulla vale la spiegazione addotta da ISS. Per assurdo un decesso che avvenga entro 14 giorni dalla somministrazione della prima dose viene conteggiato, secondo il metodo descritto nel glossario, nella classe non-vaccinati. E così via per le classi successive.
Il fenomeno è ben descritto un questo video dal minuto 2:31 in avanti (categorization error).
Un secondo artificio lo abbiamo descritto nell’articolo precedente e condiste nell’utilizzare una immagine dalla popolazione fotografata troppo di recente con il solo scopo di falsare il calcolo del rischio standardizzato sulla relativa popolazione-
I dati sul rischio relativo.
Utilizzando in modo combinato i diversi artifici l’ISS calcola dati assolutamente inattendibili sul rischio relativo, nella tabella 5, di cui riproduciamo la parte essenziale. ISS calcola un vantaggio in termini di ricovero e TI che va da 5 volte a fino a 17 volte a seconda della classe di età e del tipo di ricovero.
Va notato che questi indicatori, sbandierati acriticamente dai media per convincere della convenienza dei trattamenti, sono comunque in costante discesa, cosa che invece i media tacciono.
Possiamo confrontare questi dati con dati analoghi calcolati dalla UK Health Agency, nella tabella 13.
Esaminando il dato relativo ai ricoveri e calcolando lo stesso dato di rischio relativo (ultima colonna) si vede come il vantaggio delle somministrazioni sia praticamente inesistente. Tra 18 e 29 anni è uno svantaggio e lo diventerà nel tempo visto il trend.
Un vero abisso rispetto ai dati calcolati dall’ISS.
La totale discrepanza fra i dati ISS e i dati inglesi spiegano molto bene anche l’insofferenza dell’attuale direttore dell’ISS, Walter Ricciardi, verso Boris Johnson che fa oggetto di continui attacchi denigratori costantemente ospitati dai media del mainstream.
Purtroppo per Ricciardi, Abrignani e altri (ma per nostra fortuna) i dati inglesi raccontano la realtà molto meglio dei dati sapientemente distorti dell’ISS.
Nel prossimo articolo esamineremo i dati sui decessi.