Il mondo che verrà, non avrà niente a che fare con quello che abbiamo conosciuto sino ad ora.
Lo hanno capito in tanti chi prima chi dopo.
La maggior parte delle persone, ha accettato senza battere ciglio una “nuova” normalità, che agli occhi dei tanti che hanno intuito come andrà a finire, non è accettabile. Questa maggioranza si aggira sicura tra le strade e le piazze delle città, trovando normale il vedere gli amici bardati di tutto punto con mascherine e guanti (alcuni) e, salutandosi dandosi il gomito o il pugno.
Questa maggioranza poi si siede ai tavolini dei bar e dei ristoranti, ordina da bere o da mangiare, mostra con sicurezza il proprio lasciapassare come si mostra con noncuranza, il biglietto del tram al controllore. Nel loro mood quotidiano vivere così, rinchiusi da un modus vivendi che ha imposto regole sostenute da una campagna di terrore senza precedenti, per loro è diventato normale. È diventata: la vita.
Klaus Schwab, ha dichiarato che tra una decina di anni al massimo, tutti avremo un “impianto” nel nostro cervello che governerà ogni nostro pensiero, ogni nostra emozione, ogni nostra mossa. Inquietante, ma nessuno se ne cura. Proprio come quando alcuni di noi raccontavano solo due anni fa, che per lavorare sarebbe servito un “lasciapassare” basato sul nostro stato di salute e tutti o moltissimi, hanno pensato che fosse una bufala clamorosa.
Elon Musk l’inventore di Pay Pal e della Tesla, ha ormai indirizzato tutte le sue energie sull’intelligenza artificiale. Cosa vuol dire? Che tra non molto saremo sostituiti da umanoidi, che vivranno una loro vita propria e che, se sarà necessario, si occuperanno di “ordine pubblico”, di “sicurezza” etc etc. Impossibile? Esattamente come era impossibile, che obbligassero i bambini a vaccinarsi e ad andare a scuola con le mascherine. Lo stesso Musk, si è comperato (unico proprietario…) Twitter. Chissenefrega? Direi di no. Comperare un social del livello di Twitter ed esserne l’unico proprietario, vuol dire avere accesso a milioni e milioni di dati sensibili e non spartirli con nessuno. Vuol dire avere nelle mani, milioni di informazioni su gusti, aspirazioni, modi di vita, progetti e insomma… sapere tutto sulla nostra vita. Quindi, milioni di informazioni che verranno usate per progettare, costruire ed impiantare microchip nel corpo umano, costruire umanoidi e sviluppare l’intelligenza artificiale.
Roba da fantascienza impossibile? Esattamente come era fantascienza, pensare di chiudere in casa milioni di persone, per una normale “influenza”, che se fosse stata curata come si doveva, avrebbe fatto qualche centinaio di vittime. Su questo ormai, ci sono studi con dati sicuri che provengono dalle più svariate e autorevoli università del mondo. Ma alla maggioranza di noi, tutto questo non importa.
Un tempo, le città che vedevamo nei film di fantascienza, il mondo del futuro disegnato nei fumetti, era per tutti noi un divertimento, un modo per passare le giornate. Uno dei tanti modi che avevamo per discutere poi con gli amici, fantasticare e inventare.
La realtà era ed è, che qualcuno invece questo mondo futuro e immaginario, lo ha pensato veramente ed ha cominciato a lavorare per renderlo reale e a suo uso e consumo.
Quando ero molto giovane, Gigi lo ripeteva spesso: “Il mondo che verrà non avrà niente a che fare con il mondo di adesso”. Così fantasticava di colori, di gente di culture e storie diverse che si ritrovavano, si scambiavano le proprie idee e conoscenze. Un mondo colorato, con i propri ritmi e le stagioni e una vita, che sarebbe stata migliore. Più umana, più felice, più vicina ai nostri desideri reali. Un mondo dove gli scambi, la conoscenza e il sapere, sarebbero stati a disposizione di tutti, e tutti avrebbero beneficiato delle migliorie e dei cambiamenti. Eravamo ragazzi e gli slogan come “Peace Love & Music”, riempivano le nostre giornate nelle piazze, nelle scuole e nelle strade. I ragazzi vestivano con diversi colori, tutti uguali si ma anche tutti diversi. Gigi, mi ricordo che raccontava a tutti noi di “monorotaie” che avrebbero attraversato le città da un capo all’altro, in un battibaleno. Di velieri a energia solare che avrebbero unito i continenti, trasportando uomini e sapere da una parte all’altra del pianeta. Gigi mi ha insegnato la “fantasia”, mi ha insegnato a sognare, mi ha insegnato che il futuro non è mai quello che ti fanno vedere, ma va immaginato giorno per giorno minuto per minuto.
Oggi siamo un mondo a “capo chino”, che si scosta se incontra un proprio simile per le strade, che si impaurisce per lo starnuto di un vicino. Siamo un popolo che domani, quando arriverà la “nuova pandemia”, è perfettamente preparato a rispettare gli ordini, come un esercito che per anni ha fatto le stesse mosse, gli stessi movimenti. Siamo un popolo “addomesticato” e “loro” lo sanno perfettamente. Hanno lavorato per anni e per lungo tempo hanno tramato, messo in successione eventi, storie e situazioni, per costruire un nuovo mondo. Il loro nuovo mondo.
Gigi non c’è più da tempo e il mondo che verrà, non assomiglia per niente a quello che avevamo immaginato. Ma non tutti di noi, si sono addormentati nel sonno che li porterà alla “nuova normalità”. In giro ho visto, conosciuto e incontrato molte, moltissime persone, che stanno “tramando”. Cercano nuove soluzioni, vie di fuga, nuovi mondi. Moltissime persone che non hanno paura e non hanno mai creduto a niente di tutto questo e oggi, hanno avuto ragione. Perché oggi il disegno è chiaro e limpido davanti agli occhi di tutti. Questo passaggio traumatico, ha risvegliato coscienze sopite da tempo, ha rianimato battiti che si erano rallentati e ha ridestato respiri che per molto, troppo tempo si erano affievoliti. Vero, siamo tutti stanchi e tutti molto provati da questa terribile nebbia che è stata calata sulle nostre città, sulla nostra terra. Una nebbia che non ci fa più intravedere nessun futuro. Ma come dico sempre, “se siamo arrivati sino qua, possiamo anche arrivare un po’ più in la”. Se siamo ancora in piedi oggi, dopo tutto quello che è successo e se non siamo stati piegati da questa nebbia maleodorante, se non ci siamo addormentati, vuol dire che siamo pronti ad affrontare l’attacco finale, perché per ora abbiamo vinto soltanto una battaglia. La guerra in atto, si è solo fermata un attimo, per ricompattare gli eserciti, per perfezionare le strategie, per preparare bene l’attacco finale. Dovremo purtroppo perdere molte delle cose che avevamo. Dovremo lasciare per strada molto della nostra storia e molti amici che sono già diventati o diventeranno, ex. Come nel film “L’invasione degli ultracorpi” (Invasion of the body snatchers) del 1956, chi si addormenta è perduto. E non possiamo farci niente e non dobbiamo rammaricarci per queste perdite. Ogni scelta sappiamo che comporta delle privazioni. Per ogni nuova mossa, sappiamo che imboccheremo strade diverse, forse rischiose ma sicuramente nuove. Come diceva James Joyce: “Domani sarò ciò che oggi ho scelto di essere”.
Le scelte di coloro che non si sono addormentati, le scelte che faremo oggi, ci porteranno al “mondo che verrà”. Dovremo combattere e non poco per costruirlo, ma sicuramente, non sarà il “loro” mondo ma sarà il “nostro mondo”. Dovremo abbandonare convenzioni, abitudini, gesti prestabiliti e costruire tutto da capo. Ma sarà entusiasmante, farà brillare gli occhi e, diraderà la nebbia al di la della quale ci sarà l’inizio di una nuova era. Molti, moltissimi hanno ormai capito che la strada da intraprendere è quella della “ricostruzione”. Molti, moltissimi di noi sparsi in tutto il pianeta. Siamo davvero tanti ed è ora, che ci si riunisca per combattere per il “nostro” mondo che verrà.
Il mondo che verrà dipenderà dalle scelte di quei molti che hanno già scelto all’inizio, di stare dalla parte sbagliata, di camminare sul marciapiede opposto, di non respirare la stessa aria della maggioranza.
Il mondo che verrà sarà di pochi, ma non sarà sicuramente il mondo che “loro” stanno costruendo per noi.
Bruno Marro
https://brunomarro.blogspot.com/