IL RITORNO (PREVISTO) DELLA STAGFLAZIONE E LA FINE DELL’EURO. Qualche settimana fa, in una delle pillole di economia (QUI), dissi che presto sarebbe suonato l’allarme stagflazione e così è stato.
Nessuna profezia. La stagflazione era semplicemente nell’aria, nonostante le smentite della Lagarde, che invece, continua a lanciare l’ennesimo allarme sulle criptovalute (QUI). L’inflazione c’era ma non si vedeva (o perlomeno molti facevano finta di non vederla). Ora l’inflazione c’è e la vedono anche i ciechi (o dovrebbero)!
Le politiche deflazioniste più l’impennata di prezzi delle materie prime, innescata dai soliti gruppi di pressione sulla scacchiera internazionale, avrebbero prima o poi fatto deflagrare la temuta stagflazione, cioè, la compresenza di decrescita economica e inflazione, mostro apparso già negli anni Settanta.
La dichiarazione (ovvia) è stata rilasciata da Jürgen Michels della Bayern LB (Bayerische Landesbank), la banca pubblica con sede a Monaco di Baviera, di proprietà del 75% dello Stato Libero di Baviera e del 25% di proprietà della Sparkassenverband Bayern (l’Associazione delle Casse di Risparmio Bavaresi).
Handelsblatt (QUI) tuona: WDH/BayernLB: Stagflation ist da – steigende Preise bei geringem Wachstum, cioè:
WDH/BayernLB: la stagflazione è arrivata: prezzi in aumento e crescita ridotta
31.05.2022 – 16:21 MONACO La BayernLB afferma che l’economia dell’eurozona è entrata nella fase di stagflazione temuta da economisti e politici: aumento dei prezzi e stagnazione della produzione economica. I tassi di inflazione sono elevati, ma l’economia non cresce più, ha dichiarato martedì a Monaco il capo economista della BayernLB Jürgen Michels. L’ultima crescita significativa è stata registrata nel terzo trimestre del 2021.
“Da allora abbiamo oscillato intorno allo zero e probabilmente continueremo a farlo per gran parte di quest’anno”. Il termine “stagflazione” risale agli anni ’70 e si riferisce alla combinazione di alta inflazione e debolezza dell’attività economica innescata dagli shock dei prezzi del petrolio dell’epoca. Il presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Christine Lagarde, aveva smentito i timori di stagflazione all’inizio di maggio.
Michels, tuttavia, era più pessimista al riguardo. Dopo la pandemia di Corona, la guerra in Ucraina e i conflitti dell’Occidente con la Cina, il capo economista della BayernLB vede un punto di svolta in cui sarà molto più difficile per l’Europa e la Germania mantenere la prosperità o crearne di nuova.
La BCE sembra aver fallito, ormai, su ogni piano. Non ha mai sostenuto la crescita economica e ora non riesce nemmeno più a contenere l’inflazione e a stabilizzare il sistema finanziario.
Non ci sorprenderemmo più di tanto, se a distanza di poco tempo, qualche altro istituto bancario (tedesco) facesse “coming out”, dichiarando il proprio stato di insolvenza e innescando, così, un inarrestabile (e atteso) effetto domino, in grado di sgretolare ineluttabilmente la moneta unica e la stessa UE.
Il nuovo sistema finanziario internazionale, caratterizzato da un ritorno alle valute nazionali, potrebbe essere già realtà.