Nei telefoni con sistema operativo Android sta apparendo tra le impostazioni una funzione dedicata al tracciamento rapido dei casi di Covid-19. Online si stanno moltiplicando i messaggi allarmistici che trattano il fenomeno come un’invasione della privacy operata senza consenso, ma le cose stanno diversamente.
Tranquilli! Si tratta molto semplicemente di API che si attiveranno solo nel momento in cui installeremo sul nostro smartphone le tanto anticipate applicazioni governative per il distanziamento sociale e per il tracciamento come “Immuni” ad esempio.
Sono poche righe di codice che tra l’altro non hanno funzione di tracciamento ma di raccolta dati.
Google come Apple sono GDPR compliance e seguono ogni regolamentazione coerente ad essa ed è legittimo e legale ciò che è stato fatto con questo aggiornamento.
Come disabilitare il servizio?
Su Android:
Per quanto riguarda i dispositivi Android saremo costretti ad effettuare il downgrade dell’app “Google Play Service” e disabilitando gli aggiornamenti automatici di Google Play potrete rimuovere l’aggiornamento che include la funzionalità indicata.
Ovviamente tornado a versioni precedenti potreste non giovare più di bug fix, security fix e nuove feature future ma rimuoverete finché non aggiornate Google play service la funzionalità indicata.
Sistemi iOS:
Aprite l’app Impostazioni.
Scorrete verso il basso e toccate la voce Privacy.
Cliccate su Salute.
Toccate Notifiche esposizione COVID-19.
Toccate l’interruttore per disattivare la funzione.
Ovviamente non ci riteniamo responsabili di quello che farete seguendo la procedura descritta e decliniamo ogni responsabilità relativamente alla procedura.
Non c’è bisogno di disattivare nulla.
Innanzitutto dunque se l’app Immuni non viene scaricata queste funzionalità rimangono spente e inattive — anche lasciando bluetooth, WiFi e geolocalizzazione accesi; in secondo luogo, le istruzioni caricate dagli sviluppatori Google e Apple sui telefoni Android e iOS non si basano comunque sulla geolocalizzazione, e trattano solo dati anonimi. L’app Immuni, appoggiandosi a queste funzioni, non avrà dunque il potere di violare la riservatezza degli utenti né di stoccare a lungo o diffondere dati sensibili che li riguardino. Diciamo che i nostri dati resteranno nelle mani dell’onnipotente Google.