Coronavirus, Contri(Iulm) ad affaritaliani: “Errori non casuali. L’ombra del deep state”

In un’intervista apparsa oggi su affaritaliani Alberto Contri, docente di comunicazione sociale all’università Iulm, apporta un contributo sostanziale alla visione “complottista” di un Deep State nascosto Dietro alle vicende legate al Covid-19.

Ne riportiamo un estratto.

Professor Contri, come ha fatto ad anticipare con anticipo e tempestività un giudizio di carattere tipicamente medico?

Per venti anni, su cinquanta di quelli impegnati in comunicazione, ho lavorato nella più grande agenzia multinazionale specializzata nell’informazione alla classe medica. Con tutto quello che ho dovuto studiare, penso che mi potrei presentare a sostenere gli esami di diverse specialità.

Per parlare della mia esperienza di virus, mi piace ricordare che il primo documentario scientifico sull’HIV in cui si richiamava l’attenzione su una rara polmonite interstiziale che si stava diffondendo nelle comunità gay della California, fu realizzato dall’immunologo Aiuti e da me. Ma a parte questo, sono rimasto e sono in contatto con molti illustri medici e clinici che si sono trovati ad affrontare il coronavirus sul campo, e da loro, in tempo reale, ho appreso cosa stava accadendo e come si stava modificando la  malattia.

Confrontando le loro analisi e il loro vissuto con le azioni del Governo, mi sono ben presto reso conto di due cose: innanzitutto che virologi ed epidemiologi vedono le persone e i pazienti come numeri su un grafico, e seguono poco gli aggiornamenti della pratica clinica. Poi. che la troppo prudente lentezza delle istituzioni della Sanità non ha saputo far tesoro delle acquisizioni dei medici sul campo che si succedevano in tempo reale. Concentrandosi su un’unica, granitica certezza, il vaccino, che invece è tuttora una speranza assai labile.

Ma non è paradossale, visto che il vaccino è per l’appunto di là da venire? Gli approcci terapeutici individuati dai medici di Napoli, Pavia e Mantova hanno fanno in pochi giorni il giro del mondo salvando molte vite.

Certo che lo è. Il Dr. Vincenzo Cennamno, direttore dell’Unità operativa complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia dell’Ausl di Bologna, ha affermato: “Penso che sia molto importante investire nella condivisione e comunicazione dei dati clinici. Nel caso del coronavirus l’allarme dato sui social dall’esperienza di medici sul campo (il primo fu un oculista) è stato ignorato dall’apparato ufficiale e invece ascoltato ad esempio da Taiwan….con i risultati che tutti sappiamo. Avremmo potuto battere il virus con una comunicazione virale sanitaria e creare una PandeMedia che avrebbe evitato la Pandemia. E’ stato anche sorprendente notare come istituzioni che dovrebbero tutelare la salute pubblica hanno nicchiato o cercato di dichiarare poco utili approcci terapeutici che in tutto il mondo ora stanno facendo la vera differenza tra la vita e la morte. L’ultima gaffe, ma è un eufemismo, riguardo la circolare dell’OMS che vietava l’impiego dell’Idrossiclorochina sulla base di uno studio pubblicato su Lancet  costruito con dati inverificabili. In base a una protesta di 120 medici e ricercatori, Lancet ha chiesto scusa, l’OMS ha ritirato la circolare e così alcuni baluardi della Scienza Ufficiale hanno perso molta credibilità.

Già Report aveva segnalato che dopo il ritiro dei fondi americani, l’OMS è di fatto un ente finanziato da privati, tra cui Bill Gates è il primo, oltre che da imprese del Big Pharma.

Ciononostante i grandi mezzi di comunicazione ne sono di fatto il portavoce, accreditando l’ipotesi del vaccino come unica via d’uscita. Ma sono stati battuti dai social media, grazie ai quali la comunità scientifica di tutto il mondo si è tenuta in contatto passandosi le informazioni chiave sulle autopsie che poi sono state addirittura vietate. Cose da non credere. Perché è proprio grazie alle autopsie che alcuni medici intelligenti hanno capito che la polmonite era l’ultimo effetto della trombosi dei microvasi polmonari. Intervenendo per tempo, gli usuali anticoagulanti (insieme ad altri farmaci antiinfiammatori) si sono rivelati in grado di rallentare il flusso dei ricoveri ospedalieri annullando quello verso ke Terapie Intensive, riportando l’infezione da Covid 19 al livello di una grave influenza. E’ sempre grazie ai social che si sono diffuse assai rapidamente le intuizioni del Prof. Luciano Gattinoni (ex presidente della Società Mondiale di Terapia Intensiva) sui vantaggi della posizione prona dei pazienti con gravi difficoltà respiratorie, oltre che la raccomandazione di ridurre la pressione dell’ossigeno nei respiratori, che stava facendo danni letali a polmoni troppo ammalorati .

Sembra quindi ci sia stato uno scollamento tra i Comitati Scientifici, il Governo e la classe medica operante sul campo.

Temo proprio di sì. Un ulteriore paradosso è costituito dal fatto che proprio le Istituzioni parlano continuamente di medicina del territorio, mentre i medici di base sono stati lasciati senza kit di protezione e informazioni adeguate. A sentire i più impegnati, un vero punto di svolta è stata proprio la comunicazione circolare che si è stabilita volontariamente tra loro e i medici ospedalieri. Eppure il Governo ha deciso di investire somme cospicue in molte nuove Terapie Intensive, quando le attuali sono vuote o quasi. Denaro che potrebbe servire a moltiplicare i medici di base, con adeguata formazione, così da farli agire come vera sentinella contro il virus (e non solo) mettendoli anche in grado di visitare i pazienti a domicilio. Qualcuno ricorda per caso un medico di base uscito per una visita domiciliare? Forse c’è stato qualche eroe volontario. Invece di affrontare sul serio questo problema, ci spaventano con la seconda ondata, investendo in trincee nel posto sbagliato (le Terapie Intensive) invece che nel potenziamento vero della cosiddetta medicina del territorio, che rimane una vuota espressione sempre più abusata.

C’è chi pensa che gli errori commessi non siano casuali, ma dettati dalla pressione delle imprese interessate al vaccino.

Su questo tema si rischia di entrare in un campo minato, perché a chi pensa così viene subito lanciata un’accusa di complottismo. Ma se guardiamo alle notizie che emergono un poco alla volta, si scopre una realtà ben diversa dalla versione cosiddetta ufficiale. Innanzitutto trovo sorprendente la velocità con cui è stato maltrattato un Premio Nobel come Montagnier, che si era permesso di ritenere il virus frutto di una manipolazione in laboratorio. Il giorno dopo la sua intervista, tutti i media del mondo si sono scatenati all’unisono a delegittimare lui e la sua versione, incluso i virologi nostrani che straparlano da tv, radio e giornali, in alcuni casi senza nemmeno avere un curriculum adeguato.

Bene, da un paio di giorni è uscito uno studio molto autorevole anglo-australiano che sostiene la tesi di Montagnier. Mentre un altro studio israeliano dimostra che a dicembre tutte le infezioni arrivate da loro erano di origine americana. Gli esperti mi hanno spiegato che i virus hanno in realtà una carta di identità che permette di risalire alla vera origine, oltre ad una sorta di biglietto di viaggio che indica tutte le tappe che ha fatto…Motivo per cui, è solo questione di tempo, ma tra non molto tutta la verità potrebbe venire fuori. E molti scienziati si troverebbero in forte imbarazzo.

Nei suoi post e nelle sue interviste, lei ha sempre anticipato i tempi con verità che poi sono state dimostrate incontrovertibili. Nell’attuale momento, è in grado di anticiparci qualcosa?

Posso ringraziare qualche amico che sta nei posti giusti condividendo con me analisi basate su fatti in genere ignorati o poco conosciuti. Però vorrei ugualmente usare il condizionale, finché non verranno fuori le carte di identità e i biglietti di viaggio che qualcuno avrebbe già trovato, ma che aspetta ad esibire, perché siamo ancora troppo lontani dalle elezioni americane. E già questo è un bell’indizio.

Ci sono insistenti voci che indicherebbero il virus sintetizzato nello stesso laboratorio americano in cui era stato sintetizzato l’antrace, e sotto l’amministrazione Obama. Laboratorio poi chiuso per l’eccessiva pericolosità dei suoi esperimenti, che sono stati trasferiti quindi a Wuhan. Da lì potrebbe essere uscito intenzionalmente o per errore (data la forza della censura cinese, non è certo semplice scoprirlo). C’è un indizio che potrebbe avallare l’operato intenzionale: a ottobre ci sono state le Olimpiadi militari a Wuhan. Larga parte degli atleti ha raccontato di essersi ammalata, con tipici sintomi da Covid 19. In quelle olimpiadi prevalgono le discipline guerresche (scherma, equitazione, pentathlon, lotta, ecc.) in cui gli atleti militari americani sono da sempre ai primi posti nel mondo. Ebbene, dalle informazioni in mio possesso, questa volta il medagliere ha visto gli americani posizionarsi al 33° posto. Segno che l’esercito ha mandato a Wuhan gli atleti più scarsi. Come sapeva che ci sarebbe stata una pericolosa epidemia? E’ uno dei tanti puntini da unire, per cercare di vedere emergere il disegno reale.

Un’ultima cosa: Chi potrebbe essere interessato a creare una pandemia che ha messo in ginocchio l’economia mondiale? Cui prodest?

Man mano che le verità ufficiali si sgretolano una alla volta, sembra consolidarsi l’ipotesi della manina di un agglomerato di interessi militari, finanziari, industriali che da tempo ha preso il nome di Deep State. Che sarebbe disposto a qualsiasi accelerazione pur di evitare la rielezione di Trump e di scardinare gli attuali equilibri mondiali. Continuando con le ipotesi, potrebbe anche essere che l’attuale diffusione della pandemia sia stata preterintenzionale: proprio per la pericolosità degli esperimenti sul coronavirus in questione fu chiuso il laboratorio americano, che per l’esattezza era situato nella North Carolina.

E se riflettiamo sul fatto che la pandemia da Covid 19 ha provocato finora nel mondo 252.000 morti, mentre quelli annui per gli incidenti stradali sono 1,35 milioni, e 8 milioni quelli per il fumo, senza che nessuno abbia chiuso le strade o le tabaccherie, ma tutto il resto si, qualche ulteriore domanda ce la dovremmo porre. 

Intervista completa su Affaritaliani.it