Articolo scritto da Davide Donateo
Dall’inizio della “Pandemia” di Coronavirus abbiamo assistito inermi alla progressiva privazione delle nostre libertà fondamentali.
Per il bene della collettività abbiamo acconsentito a restare chiusi nelle nostre case, a non vedere i nostri affetti, a restare a distanza da chi amiamo; molti di noi hanno perso addirittura il lavoro, in silenzio, con dignità.
Abbiamo permesso che il governo ci lasciasse senza fonti di reddito mentre prometteva a reti unificate “potenze di fuoco” economiche, che puntualmente non si sono viste.
Abbiamo messo in pratica quella che per noi italiani è un’arte che è intrinseca al nostro essere, intrappolata nel nostro DNA: “l’arte di arrangiarsi”.
Abbiamo permesso, spaventati e impauriti ad arte, che calpestassero tutti i nostri diritti. Sono riusciti a fare in modo che fossimo noi a chiedere, a implorare, la privazione delle più fondamentali libertà umane.
Abbiamo assistito alla caccia alle streghe, ai vicini spia, ai vigili sceriffo che non perdevano occasione per mostrare all’intero paese i loro nuovi super poteri. Se Spiderman ha acquisito i suoi poteri dopo il morso di un ragno, i vigli urbani hanno acquisito un enorme potere grazie a un microscopico virus, un mondo firmato Marvell.
Come non accennare poi ai super comitati scientifici, più di 400 sconosciuti, nominati dal governo per dire tutto e il contrario di tutto. Un’accozzaglia di consulenti messi lì in alcuni casi per avere un filo diretto con le lobbies sulle scelte da fare.
Un Colao che da Londra ci dettava la visione futura dell’Italia. Ma a noi, interessa veramente cosa ne pensa l’Ad di Vodafone del futuro dei nostri figli?
Perchè poi, alla fine, il risultato del piano Colao è stato esattamente quello che ci aspettavamo un po’ tutti: “5G, reti, 5G, qualche bella favoletta utopistica, 5G e un pizzico di ulteriori privazioni delle libertà… sul 5G.
Da qualche giorno, man mano che si avvicina settembre e con esso la data per il nuovo vaccino, i nostri amati amministratori, aiutati dal megafono dei mass media, hanno iniziato con un nuovo mantra: Il “TSO” ovvero “Trattamento Sanitario Obbligatorio”.
La coercizione per chiunque non voglia curarsi come e quando dicono loro. Da Zaia al ministro Speranza si leva un grido di dolore contro questi sciagurati individui che si credono liberi di scegliere come e quando curarsi.
La verità è che stanno cercando di correre ai ripari dopo aver capito che quasi la metà degli italiani è contro un vaccino per il coronavirus, un vaccino prodotto talmente in fretta da aver saltato tutti i passaggi che lo rendano un vaccino “sicuro”.
Ma chi lo dice ad Astrazeneca che noi quel vaccino non lo vogliamo? Non così almeno!
Chi lo dice a Bill Gates che in Italia non ci fidiamo della sua filantropia?
E tutti questi soldi spesi e le promesse fatte, come potrebbero disattenderle?!
Però ora Basta! Da qualche parte deve esserci un rigurgito di dignità. Basta con il terrore, sento di parlare a nome di molti se ripeto: “ORA BASTA!”
La corda è tesa!
TSO significa Trattamento Sanitario Obbligatorio , ovvero quando una persona viene sottoposta a cure mediche contro la sua volontà (legge del 23 dicembre 1978, articolo 34).
In pratica, tranne alcune rarissime eccezioni, si verifica solo in abito psichiatrico, attraverso il ricovero (forzato) presso i reparti di psichiatria degli ospedali pubblici (SPDC – Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura).
Le leggi sul ricovero forzato sono state utilizzate in tutto il mondo per giustificare vari tipi di soprusi: finanziario, sessuale, politico, per profitto commerciale, eredità e addirittura per la sicurezza del governo. Sono una privazione dei Diritti Umani e Costituzionali.
Con questo articolo vorrei portare un’istanza al presidente della Regione Veneto Zaia e al ministro della salute Speranza e a tutti coloro che avendo il privilegio di essere personaggi pubblici lo sprecano giocando con la paura del popolo:
Quella del Tso è stata una trovata simpatica e carina e per qualche giorno ci ha fatto sorridere. Ora come se non fosse successo nulla, cambiate argomento e non tornate più sulla questione. Ci sono mille altre cose più urgenti di cui parlare.