NEW YORK – Ghislaine Maxwell, collaboratrice di lunga data del defunto finanziere Jeffrey Epstein, ha negato oggi con forza l’ accusa aver attirato ragazze minorenni per abusarne sessualmente e ha chiesto la scarcerazione su cauzione, citando il rischio di contrarre il coronavirus in prigione.
Maxwell, 58 anni, ha presentato la sua richiesta alla Corte distrettuale degli Stati Uniti a Manhattan, otto giorni dopo essere stata arrestata nel New Hampshire.
Un portavoce del procuratore generale americano Audrey Strauss a Manhattan ha rifiutato di commentare.
Maxwell è stata alloggiata da lunedì nel Metropolitan Detention Center, una prigione di Brooklyn.
E’ preoccupata perchè la sua detenzione lì l’ha messa a “rischio significativo” di contrarre il coronavirus, dopo che 55 detenuti e il personale erano risultati positivi per COVID-19 fino al 30 giugno. Senza vergogna.
Maxwell affronta sei accuse penali, di cui quattro relative al trasporto di minori per contrarre atti sessuali illegali e due per falso nelle deposizioni sul suo ruolo negli abusi di Epstein.
Nella presentazione di venerdì, Maxwell ha dichiarato di “negare con forza le accuse”.
L’interrogatorio è previsto per il 14 luglio e i pubblici ministeri la vogliono in carcere fino al processo. Maxwell è la figlia del defunto magnate dell’editoria britannica Robert Maxwell.
Epstein è stato trovato impiccato lo scorso 10 agosto in prigione all’età di 66 anni, morto per suicidio.
Prima del suo arresto aveva stretto amicizie nel corso degli anni con molte persone di spicco tra cui il principe Andrew e l’ex presidente Bill Clinton.
Il pacchetto di cauzioni proposto da Maxwell include un vincolo di $ 5 milioni, la consegna dei suoi passaporti, restrizioni di viaggio “rigorose” e la detenzione domiciliare con monitoraggio elettronico.
Ha detto che continuerà ad aver bisogno di guardie di sicurezza per garantire la sua sicurezza.
Maxwell ha anche sostenuto che non c’è il rischio che lei scappi, sostenendo di essere rimasta negli Stati Uniti dall’arresto di Epstein.
“Non è fuggita, ma piuttosto ha lasciato il pubblico, per lo scopo del tutto comprensibile di proteggere se stessa e coloro che le sono vicini dalla morsa dei media.
I pubblici ministeri hanno definito la Maxwell come pericolosa e pronta alla fuga a causa della possibile lunga pena detentiva, della sua ricchezza, dei suoi molteplici passaporti e cittadinanze e del fatto che lei “non ha assolutamente motivo di restare”.
Il caso è USA contro Maxwell, Corte distrettuale degli Stati Uniti, distretto meridionale di New York, n. 20-cr-00330.