Il Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri ha indetto la gara pubblica europea per l’acquisto di un massimo di tre milioni di banchi monoposto anti-Covid ritenuti indispensabili per mantenere il distanziamento fisico e consentire così la riapertura delle scuole in presenza a settembre. La gara prevede la fornitura fino a 1,5 milioni di banchi monouso tradizionali e fino a 1,5 milioni di banchi di tipo più innovativo.
Il bando contiene i criteri sulla base dei quali le offerte saranno valutate secondo una procedura “concorrenziale, trasparente e accelerata”.
Ricordiamo che il costo di un banco monoposto potrebbe arrivare anche a 300-400 euro.
Il bando di gara indetto dal commissario Arcuri per i nuovi banchi scolastici è “una missione impossibile”, perché si pretende “in 23 giorni la produzione di 5 anni”. Lo dichiarano in una nota congiunta Assufficio di FederlegnoArredo e Assodidattica, a cui aderiscono i produttori e i distributori italiani dell’arredo scolastico ed educativo, coprendo oltre il 95% del fatturato nazionale. “Leggendo il bando di gara indetto dal commissario Arcuri per l’acquisto di banchi monoposto destinati alle scuole italiane – affermano le associazioni imprenditoriali – viene da chiedersi se, prima di stenderlo, qualcuno si sia posto il problema se sarebbe andato deserto. Purtroppo, sembra di no. Un acquisto centralizzato di 3,7 milioni di pezzi tra banchi monoposto e sedute, è pari ad oltre la produzione di 5 anni di tutte le aziende nazionali certificate per fornire arredamento alla pubblica amministrazione”.
Le associazioni sottolineano inoltre che “il bando prevede la sottoscrizione del contratto entro il 7 agosto e la consegna nelle scuole (ovunque sul territorio nazionale) entro il 31 agosto. “Nella migliore delle ipotesi – spiegano Assufficio e Assodidattica – la capacità produttiva attuale potrebbe arrivare a 120mila pezzi consegnati entro fine settembre, a patto che siano disponibili pannelli, tubolari, insomma tutti i componenti che concorrono alla realizzazione dei prodotti oggetto del bando. A tutto ciò si aggiunga che anche la consegna e la messa in loco degli arredi è in capo ai fornitori”.
Esiste inoltre un altro problema relativo al rischio concreto – fanno notare le imprese – che un comparto industriale venga spazzato via da un bando di gara che potrebbe avere un solo fornitore non italiano, che produce nel Sud Est asiatico, con un prodotto che non risponde alle leggi e alle normative di sicurezza e a favore della corretta postura di bambini e ragazzi.
il Codacons ha presentato un esposto alla magistratura contabile e all’Autorità Anticorruzione affinché avviino indagini sull’appalto di produzione, volte a garantire la correttezza della spesa a carico dello Stato.
Il Codacons teme che diventi “un gioco” degli studenti
I dubbi dell’associazione dei consumatori riguardano la spesa per le nuove postazioni: la tipologia, in particolare dei banchi “innovativi” dotati di rotelle che potrebbero facilmente trasformare le aule in “autoscontri” ed essere utilizzati come un gioco dagli studenti.
Forti dubbi sul banco monoposto innovativo, con non meno di cinque rotelle sottostanti, sono stati posti anche dalle aziende del settore, rappresentate da Assufficio di FederlegnoArredo e Assodidattica, a cui aderiscono i produttori e i distributori italiani dell’arredo scolastico ed educativo, coprendo oltre il 95% del fatturato nazionale.
I produttori: contrastano il distanziamento
Ai produttori non piace poi l’idea del banco innovativo-tecnologico, perchè “la seduta su ruote va in direzione opposta alla scelta del distanziamento sociale, che ha portato alla scelta del banco monoposto”.
Gli alunni, sostengono i produttori, con le sedie “mobili” avrebbero maggiori possibilità di spostamento, infrangendo in questo modo più facilmente la regola imposta dal Comitato tecnico scientifico del distanziamento minimo di un metro statico di distanza, così da prevenire i contagi da Covid-19.
Le scuole cadono a pezzi
Intanto le scuole cadono a pezzi, servono 200 miliardi in 20 anni per ammodernarle, ma anche per rendere le strutture più efficienti. L’allarme è stato lanciato nel 2019 dalla Fondazione Agnelli che ha recensito i 40mila plessi scolastici italiani. Il quadro di insieme è inquietante.
Dei 40mila edifici su tutto il territorio nazionale l’età media è di ben 52 anni, ma due terzi delle scuole sono state costruite tra la fine del 1800 e il 1970. Insomma l’Italia sconta un gap nell’edilizia scolastica che è diventato ormai patologico. In molti casi invece di intervenire con costosi interventi di manutenzione e ristrutturazione sarebbe persino più economico costruire nuovi plessi scolastici, magari all’avanguardia.
Non si tratta infatti solo di mettere in sicurezza controsoffitti, cantine, solai, o caldaie per andare a scuola senza rischi, ma si dovrebbe – secondo la Fondazione Agnelli – rendere gli edifici ecosostenibili, con risparmi sulla gestione ordinaria anche del 40 per cento.
Insomma un vero e proprio spreco, un’idiozia pensata da chi nella scuola non ci mette piede da tempo. Sarebbe opportuno fermare questo spreco prima che qualcuno vinca la gara d’appalto e ripensare le priorità che non possono e non devono essere i banchi di design con le rotelle. La scuola attende da tempo interventi molto più urgenti.