In data 2 Agosto 2020 è stato costituito, su iniziativa mia, dell’avvocato Marco Della Luna e di un gruppo di attivisti, intellettuali, giuristi e docenti universitari, il Comitato Costituzione e Libertà, per la difesa della nostra Carta Costituzionale e dei diritti fondamentali e inalienabili del Popolo Italiano. Il Comitato porterà avanti una serie di iniziative giuridiche tese al ripristino e alla salvaguardia della Democrazia, facendosi in primis promotore di un importante referendum abrogativo.
Vi riporto qui di seguito la nostra proposta referendaria, come elaborata dall’avvocato Marco Della Luna. Partirà a breve la raccolta delle firme.
Il Comitato non risponde ad alcun partito politico ed è aperto all’adesione di tutti i sinceri difensori della Libertà e della Democrazia.
Nicola Bizzi
Presidente del Comitato Costituzione e Libertà.
Gli ultimi nove anni hanno mostrato che la Costituzione, i diritti fondamentali, e quelli politici, l’indipendenza dell’Italia, sono costantemente in pericolo. Occorre prevenire il ripetersi di colpi di Stato come quelli attuati dal Quirinale nel 2011 su richiesta della BCE e di Angela Merkel, e successivamente dal premier Conte nel 2020 attraverso la dichiarazione ingiustificata e l’uso improprio dello stato di emergenza.
Occorre prevenirli anche considerato che tali colpi di Stato danneggiano gravemente l’assetto costituzionale materiale e formale, lo stato di diritto, la certezza del diritto, i principi fondamentali della Costituzione, i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo, l’indipendenza del Paese, l’economia nazionale.
Per spianare la strada a questi colpi di Stato, intesi soprattutto in senso ‘europeista’, rendendoli legittimi e non penalmente punibili, nel 2006 il 3° Governo Berlusconi riformò l’art. 283 del Codice Penale, che li puniva anche se compiuti in modo non violento, e stabiliva una pena di 12 anni di reclusione. Quella riforma li rese non punibili se eseguiti senza violenza, e ridusse la pena a 5 anni. Una vera porcata! Infatti dopo la riforma l’assetto costituzionale, nei suoi valori fondanti soprattutto in quanto a sovranità popolare e a dignità del lavoro, è stato presto aggredito e stravolto.
Oggi perciò è necessario:
a) ripristinare il testo originale dell’art. 283 del Codice Penale, che punisce con 12 anni di reclusione (e non con soli 5, come nel testo attuale) ogni tentativo di eversione della Costituzione, anche attuato con mezzi non materialmente violenti, ossia con decreti, atti amministrativi del governo, atti legislativi; in tal modo i potenziali autori di futuri colpi di Stato del tipo di quelli recenti sarebbero perseguibili, e ci penserebbero bene prima di riprovarci;
b) abrogare la possibilità per il governo di dichiarare lo stato di emergenza nazionale, potendo il governo provvedere alle esigenze di urgenza sanitaria mediante lo strumento predisposto dalla Costituzione all’art. 77, ossia mediante il decreto legge, il quale, a differenza del decreto del Consiglio dei Ministri, offre la garanzia del passaggio per il Parlamento: quell’art. 24 è solo un pretesto per consentire il golpe, la sospensione della Costituzione e dei diritti fondamentali, anche politici, come oggi ben vediamo, tanto più che l’Italia è l’unico paese europeo in stato di emergenza, mentre non lo sono altri paesi che versano in condizioni epidemiologiche ben più gravi.
Ecco i seguenti referendari:
QUESITI
Quesito n. 1, in materia di attentato alla Costituzione:
«Volete voi che sia abrogato l’art. 3 della legge 24 febbraio 2006, n.85, che ha sostituito
il testo precedente dell’art. 283 del Codice Penale (Chiunque commette un fatto diretto a mutare la Costituzione dello Stato o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.) con il seguente: «Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di Governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni»?
Quesito n.2, in materia Deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale:
«Volete voi che sia abrogato l’art.24 del decreto legislativo n. 1 del 02.01.2018?».