Massoneria e “pandemia”: la Libera Muratoria italiana è moralmente morta con il lockdown?

Questo mio articolo a molti non piacerà, ma sinceramente non me ne curo.
Non piacerà, in primis, a molti “complottari” della domenica, abituati – per pregiudizio, per ignoranza o per condizionamenti ideologici – a vedere ovunque lo zampino del famigerato “complotto giudaico-massonico” e a considerare la Libera Muratoria l’origine e la causa di ogni male. Certi soggetti, al pari di molti “covidioti” dei nostri giorni, difficilmente sono recuperabili alla ragione, a meno che non si facciano un corso accelerato di Storia (la Storia quella vera, con la “S” maiuscola).
Non piacerà, in secondo luogo, anche a molti Liberi Muratori, o presunti tali, soprattutto a quelli che boriosamente si autodefiniscono “Costruttori di Cattedrali”, ma che in realtà sono “visitatori di Cattedrali” la cui cattedrale interiore, quella dello Spirito, è assai meno solida di due mattoncini lego assemblati al contrario.
Più che ai primi, quindi, mi rivolgerò proprio ai secondi.
Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere, su Facebook e su altre piattaforme, delle animate discussioni aperte da alcuni Fratelli i quali, mentre l’Italia sta sprofondando sempre di più in una dittatura orwelliana in salsa tecnocratico-cinese, invece di allarmarsi e di indignarsi per il fatto che la nostra Costituzione venga ignobilmente e impunemente ogni giorno calpestata dal peggiore governo che il nostro Paese abbia mai subito, indovinate un po’ di cosa si preoccupavano? Della fantomatica presenza di “fascisti” all’interno delle Logge! Terribili “fascisti” che, a loro dire, si sarebbero insinuati ovunque, mettendo a repentaglio la libertà di pensiero e l’etica stessa dell’Istituzione. Pericolosi “fascisti” che, a loro dire, non meriterebbero di trovare posto fra le Colonne e che dovrebbero essere individuati e stanati (neanche fossero degli “asintomatici”!) e – perché no? – magari anche bruciati sul rogo come Jacques De Molay o Giordano Bruno.
E a chi danno la colpa di questa temibile e tentacolare presenza strisciante? Naturalmente la danno a Licio Gelli e alla Loggia Propaganda 2, da anni il bersaglio e lo spauracchio preferito da parte di certi “visitatori di cattedrali” della domenica (e frequentatori delle Feste dell’Unità di lunedì) per scaricare le loro ansie e le loro frustrazioni.
In tempi “normali” avrei sinceramente ignorato la cosa, passandoci sopra con una risata, ma questa volta non lo farò. Innanzitutto perché da alcuni di questi Fratelli ultimamente sono stato direttamente e più volte chiamato in causa. E la mia impressione è che certi attacchi di “fuoco amico”, peraltro del tutto ingiustificati, si inseriscano nel quadro di una estesa campagna denigratoria volta a bollare come “complottista”, “negazionista” e, infine, come “fascista” chi, nell’Istituzione, sollevi motivati dubbi o critiche sulla vulgata “pandemica”. Un’impressione, la mia, del tutto supportata dal fatto che, sui profili social di certi “fratelli” campeggino troppo spesso mielosi elogi al Governo Conte e alla sua meschina corte dei miracoli, composta da una squallida armata brancaleone di golpisti da operetta, stalinisti arcobaleno, pseudo-virologi con specializzazioni in Veterinaria, kapò del lockdown, distruttori seriali dell’economia, “esperti” delle ruberie di Stato e criminalizzatori dei giovani.
In Massoneria, ma solo nell’ambito dei lavori di Loggia, esiste una precisa regola: è fatto divieto di parlare di politica e di religione. Una buona regola settecentesca che ha il suo perché e che è ancora ai nostri tempi validissima. Serve infatti ancora oggi, come serviva ai tempi del reverendo James Anderson, proprio per evitare che i lavori di una Loggia possano essere turbati o compromessi da argomenti e questioni che notoriamente nell’umano consorzio sono da sempre oggetto di divisione, se non di vere e proprie liti. Argomenti e questioni che, al pari dei metalli, devono restare fuori dal Tempio, dove invece devono prevalere la Virtù e la Tolleranza e tutte quelle questioni che invece possano essere fonte di unione e di condivisione.
Al di fuori dei lavori di Loggia questa regola non è applicata, né prevista, e tutti i Fratelli sono liberi di professare i propri ideali politici e la propria fede religiosa, mantenendosi però sempre “uomini liberi e di buoni costumi”, vale a dire comportandosi nel mondo profano in maniera retta e onesta, e soprattutto rispettando (anche se a volte non le si condividono) le idee altrui.
Sono personalmente fiero e orgoglioso del mio passato politico, anche se non faccio più da alcuni anni politica attiva, in quanto da tempo mi sto dedicando quasi esclusivamente a scrivere i miei libri. Militavo a vent’anni nel Partito Socialista Italiano, nel quale e con il quale ho vissuto da testimone la stagione di Tangentopoli. Prima ancora, già dall’età di quindici anni, militavo nella sinistra extraparlamentare. Sono poi stato nella Lega, con la quale sono orgoglioso di aver difeso, nel 1999, i ponti di Belgrado dai criminali bombardamenti della NATO. Sono stato candidato alla Camera dei Deputati per Alternativa Sociale e sono stato poi tra i fondatori di Nuova Destra Sociale, contribuendo a scrivere un programma politico rivoluzionario per certi versi molto simile a quello adottato oggi dal Partito Comunista di Marco Rizzo. Ho poi collaborato attivamente con Domenico Scilipoti, quando ancora conduceva battaglie per la sovranità monetaria e contro le lobby del farmaco, e con Magdi Allam, al fianco del quale ho condotto battaglie sovraniste nel Parlamento Europeo. Non rinnego alcuna di queste mie scelte, perché tutte, nessuna esclusa, hanno contribuito a fare di me la persona che sono oggi: una persona che ragiona con la propria testa, che non è comprabile o corruttibile, e che conosce molto bene la politica e le dinamiche, sia occulte che palesi, che la muovono.
Chi mi conosce da vicino sa bene che ho sempre rispettato, e sempre rispetterò, le idee e gli ideali del mio prossimo. La Massoneria – e prima ancora di essa altri percorsi iniziatici assai più antichi ed importanti – a me ha insegnato un valore fondamentale, proprio quello della tolleranza e del rispetto delle altrui idee e opinioni. Ritengo fermamente che con la logica degli “anti” non si vada da nessuna parte. Tutti sono sempre pronti a dichiararsi “antifascisti”, “anticomunisti”, anti questo, anti quello, etc. Occorre superare sterili divisioni ideologiche create ad arte solo per dividere e per impedire che i popoli perseguano le legittime aspirazioni alla Libertà. Del resto, l’Istituzione stessa ha storicamente dimostrato molte volte di essere un ottimo strumento di sintesi e di unione e deve a mio avviso continuare a perseguire questa via. Non dimentichiamoci che in Massoneria hanno trovato posto personaggi storici ideologicamente agli antipodi: illuministi, giacobini, socialisti, conservatori reazionari, monarchici, repubblicani, e perfino anarchici come Pierre-Joseph Proudhon e Mikhail Bakunin. Non accetto, quindi, che certi “fratelli” che la tolleranza e il rispetto neanche sanno dove stanno di casa si permettano di affibbiarmi etichette di alcun genere.
Chiusa questa parentesi, arrivo al punto focale di questo mio intervento.
Si presume che i Fratelli e le Sorelle che ornano le colonne di una Loggia abbiano acquisito un minimo di consapevolezza in più rispetto alle moltitudini che affollano il mondo “profano”. Si presume (anche se, purtroppo, non è sempre così) che, oltre a conoscere meglio sé stessi, abbiano sviluppato una certa consapevolezza delle cose del mondo, come ad esempio chi tira realmente i fili della politica, dell’economia, della finanza, della cultura e dell’informazione. Si presume – dico sempre si presume – che sappiano riconoscere una notizia falsa da una vera o che comprendano un minimo cosa si cela dietro un certo accadimento o una certa decisione politica. Si presume – e dico ancora si presume – che conoscano il linguaggio dei simboli, che sappiano correttamente interpretare il discorso di un leader politico o un semplice articolo di giornale. Altrimenti potrebbero benissimo iscriversi a un corso di cucina, a una società polisportiva, a un circolo di caccia e pesca, di bocce o a un club di fan di Gigi D’Alessio o di Albano Carrisi (con tutto il rispetto per questi artisti). Nessuno ha ordinato loro di stare in Massoneria, non glielo ha certo prescritto il medico! Nessuno ha ordinato loro di ricevere un’Iniziazione e di intraprendere un lungo cammino di elevazione e di ricerca interiore in un contesto di fratellanza. Un lungo cammino di lotta contro sé stessi (quello che, del resto, rappresenta il vero e autentico Jihad islamico), contro i propri difetti, contro i propri limiti, contro le proprie paure e insicurezza, per smussare sempre più quell’informe pietra grezza che ognuno di noi ha dentro di sé e per renderla squadrata e levigata, contribuendo così all’edificazione del Vero Tempio. Ma, purtroppo, per pochi è veramente così.
Platone, nel Simposio, scriveva: «Sarebbe davvero bello, Agatone, se la sapienza fosse in grado di scorrere dal più pieno al più vuoto di noi, quando ci mettiamo in contatto l’uno con l’altro, come l’acqua che scorre nelle coppe attraverso un filo di lana da quella più piena a quella più vuota».
Sarebbe bello, sì, ma sappiamo che non è così. Come ha osservato in un suo articolo il Fratello Moreno Neri, la Sapienza non si trasmette come un fluido. È un’esperienza personale che si può solo vivere e non è possibile travasarla bella e pronta, meccanicamente. Occorre una grande motivazione interiore, lo sforzo individuale unito a un’inesauribile passione per il dialogo tra persona e persona, l’avvio della comunicazione filosofico-maieutica attraverso il serrato metodo dialettico. Ma se uno non è “gravido”, vale a dire se è spiritualmente vuoto, non c’è maieutica che tenga: la sua mente e il suo spirito non partoriranno mai niente di buono.
In un mio articolo uscito su Database Italia alcune settimane fa, intitolato Il Conte Cromwell e i nemici della democrazia, mi ero rivolto a tutti quegli Italiani (a quanto pare non sono pochi) che, incredibilmente, continuano a sostenere l’operato del Governo Conte. Ho precisato che sinceramente non mi interessa se lo facciano per masochistico asservimento, per appartenenza politica o logica di partito, per cronica ipocondria o perché – cosa ancor più grave – sono veramente convinti nella loro ingenuità che questo esecutivo stia operando per il loro bene e per il loro interesse. E ho rivolto a questi Italiani alcune precise domande che in questa sede rinnovo (repetita iuvant dicevano a ragion veduta gli antichi Romani): vi site accorti che questo Governo ha precipitato, giorno dopo giorno, l’Italia in una dittatura orwelliana dominata da un pensiero unico tecnocratico-scientista? Vi siete accorti che la nostra Costituzione è stata ignobilmente calpestata, infangata e cancellata con un tratto di penna proprio da quelle massime cariche dello Stato che avevano giurato di difenderla? Vi siete accorti che nessun membro del Governo, nessun governatore di regione, nessun politico o parlamentare, sia della maggioranza che dell’opposizione (a parte le voci nel deserto di Vittorio Sgarbi e Sara Cunial), da Febbraio ad oggi ha più menzionato la parola “democrazia”, ha più parlato dei fondamentali e sacrosanti diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione? Vi siete accorti che chiunque oggi scenda in piazza per difendere tali diritti e la stessa Costituzione che li garantisce viene puntualmente accusato dai nostri governanti e dai media compiacenti di essere un “irresponsabile” o addirittura un “complottista” o un “fascista”?
Se vi siete accorti di tutto questo e continuate a tacere, se vi siete accorti di tutto questo e vi sta ancora bene l’operato di questo Governo, mi dispiace per voi, ma siete indegni di essere Italiani e non meritate quei diritti e quelle libertà che vi hanno tolto mentre voi li applaudivate, gridando dai vostri balconi “Andrà tutto bene!”. E se siete Liberi Muratori, siete doppiamente colpevoli.
Come uomo libero e di buoni costumi sono stato tra i primi a denunciare con forza fin dall’inizio non solo la pessima gestione, da parte dell’esecutivo, di una “emergenza” pianificata e creata ad arte da quei poteri e lobby che come ben sappiamo tirano da sempre le fila della politica, ma anche le inaudite restrizioni delle nostre libertà fondamentali e dei nostri più basilari diritti costituzionali. Già a Marzo avevo con forza denunciato l’illegittimità e l’anticostituzionalità del lockdown e dei decreti della Presidenza del Consiglio, paragonando senza mezze misure Giuseppe Conte ad una figura nefasta come Oliver Cromwell.
Oggi, da parte di troppi soggetti, in ambito massonico, prevale la tendenza a “tirare per la giacca” la Libera Muratoria, al fine di “adattarla” alle proprie personali convinzioni o a particolari filoni dottrinari o ideologici; filoni dottrinari ed ideologici che possono, sì, riflettere nella sostanza una o più di una delle storiche “componenti” dell’Istituzione, ma che troppo spesso vengono impugnati e sbandierati con la malcelata intenzione di escludere o di occultare altre componenti che, a seconda proprio dei punti di vista, della particolare formazione esoterico-iniziatica e dell’orientamento ad excludendum di certi Fratelli, vengono ritenute o considerate “scomode” o “ingombranti”. Ma certi Fratelli, “rei” di adottare simili atteggiamenti, non si rendono spesso conto di quanto il loro modo di fare possa rivelarsi dannoso e controproducente per l’Istituzione stessa, che è (e deve necessariamente restare) per sua natura e vocazione a carattere “universale”: con i loro atteggiamenti settari e talvolta dogmatici, tesi alla negazione o all’esclusione di quelle “componenti” storiche dell’Istituzione che non si confanno con la loro forma mentis o con il loro orientamento ideologico e all’esaltazione di quelle “componenti” che invece più sentono a loro vicine o confacenti, essi non altro fanno che calpestare i grandi, basilari e imprescindibili valori di fondo dell’Istituzione stessa, a cominciare dalla tolleranza e dall’universalità! E, come se tutto ciò non bastasse, serpeggia in ambito libero-muratorio anche una palese e accomodante volontà di adagiarsi su un non sempre condividibile modello di Massoneria post-illuministico, una Massoneria non più avente come fine il perfezionamento dell’uomo, del singolo uomo (sulla base di un reale processo iniziatico individuale ed interiore), ma quello più generico dell’umanità nel suo insieme, della “collettività” umana. Una Massoneria trasformatasi in un conciliabolo a metà strada fra uno sgangherato “esercito della salvezza” o un’associazione caritatevole-beneficente, e un mero circolo affaristico più interessato a questioni politiche e sociali che all’elevazione iniziatica. Una Massoneria in cui, come giustamente denunciava settant’anni fa il Fratello Arturo Reghini, «il perfezionamento dell’individuo viene posto inesorabilmente in secondo piano, se non addirittura trascurato, dimenticato e ignorato».
Un grande uomo e Libero Muratore chiamato Benjamin Franklin pronunciò queste sacrosante parole: «Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di momentanea sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza». Come non condividerle?
La Libertà deve essere un valore imprescindibile per un Libero Muratore e la difesa di tale valore dovrebbe essere per un Massone un dovere morale oltre che un imperativo categorico. Migliaia di Fratelli in passato non hanno esitato a sacrificare la propria vita per difendere la libertà e l’autodeterminazione dei popoli e oggi si permette con estrema leggerezza che un Libero Muratore venga attaccato e criticato da altri “fratelli” proprio perché difende tale valore. Ci rendiamo conto dell’assurdo?
Mai, nella storia, l’Istituzione si è piegata ai diktat politici come è avvenuto in Italia lo scorso Marzo, neanche nel 1925, quando la famigerata legge contro le società segrete portò al formale scioglimento delle Logge, molte delle quali continuarono a operare e a lavorare in clandestinità, esattamente come fecero molte Logge di eredità napoleonica dopo la Restaurazione, sfidando il patibolo degli Asburgo o dei Borbone.
Ho trovato semplicemente inaudito e sconcertante che tutte le principali obbedienze massoniche italiane con il pretesto della “pandemia” abbiano supinamente accettato di interrompere i lavori delle Logge e, soprattutto, che non abbiano fatto sentire la propria voce. Mi sarei quantomeno aspettato almeno alcune dichiarazioni formali e ufficiali, se non di continuazione dei lavori quantomeno in difesa della libertà e della democrazia, ma ho udito solo silenzio, un silenzio assordante.
Un autentico Iniziato non dovrebbe temere la morte, né soprattutto deve temere il potere, soprattutto quando questo si dimostra tirannico e illiberale. Eppure, la scorsa privamera ho visto numerosi Fratelli realmente spaventati e totalmente succubi della vulgata governativa. Ma, in un certo qual modo, posso comprendere che ciò avvenisse a Marzo o ad Aprile, quando le informazioni sul “virus” potevano essere ancora contraddittorie e la campagna mediatica del terrore si sosteneva con i quotidiani bollettini di guerra televisivi della Protezione Civile. Ma oggi che questo governo ha tolto ogni maschera sulle proprie reali intenzioni liberticide eterodirette, prorogando oltre ogni logica un illegittimo “stato d’emergenza” per ragioni meramente politiche e per perseguire ad ogni costo un’agenda imposta dall’alto, il silenzio e la paura non sono più tollerabili. Chi continua a tacere e non prende posizione è complice o è in malafede.
Timide prese di posizione si sono solo recentemente levate, soprattutto da parte di esponenti del Grande Oriente d’Italia, ma la Storia potrebbe un giorno giudicarle ipocrite e tardive. La Storia potrebbe un giorno non lontano anche affermare, senza tema di smentita, che in Italia la Massoneria in Italia è moralmente morta con lo stato d’emergenza e con il lockdown per non aver difeso la Libertà dei cittadini e per non aver preteso il ripristino dei diritti costituzionali da questo governo così ignobilmente calpestati.