Nelle ultime due settimane alcuni miei articoli d’inchiesta e di denuncia sui retroscena di quella che chiamo “Operazione Corona”, usciti sul sito Databaseitalia (e, in particolare, quello in cui riportavo le prove delle cospicue proposte di finanziamento offerte dal Fondo Monetario Internazionale alla Bielorussia affinché applicasse il lockdown “come in Italia”), hanno riscosso un notevole interesse all’estero, venendo ripresi e commentati da una cinquantina di siti internet in tutto il mondo e tradotti in diverse lingue. Sono inoltre molti i giornalisti esteri che mi stanno contattando, proponendomi interviste e collaborazioni. Come osservavo nel mio precedente articolo (https://www.databaseitalia.it/lukashenko-e-i-940-milioni-di-dollari-per-il-lockdown-ecco-le-prove-in-esclusiva/), si tratta di un risultato a dir poco sorprendente, tenendo conto del fatto che gli articoli scritti in lingua Italiana difficilmente vengono compresi, recepiti e veicolati oltre i nostri confini.
Vero è che in questo periodo è in atto una grandissima mobilitazione internazionale, sia contro i media mainstream, che hanno notevolmente perso autorevolezza e credibilità e che vengono accusati di sostenere oltre ogni logica le bugie dei vari governi sulla “pandemia” e di alimentare il clima di paura e di repressione, sia contro gli stessi governi, la cui svolta autoritaria non suffragata da alcuna evidenza di reale criticità sanitaria, trova sempre più l’opposizione di eminenti giuristi, costituzionalisti, docenti universitari, medici e intellettuali. Ma la molla che ha scatenato tanto interesse all’estero è stata sicuramente la mia denuncia sui finanziamenti occulti ricevuti da molti governi europei e mondiali affinché accettassero di applicare un’agenda prefissata e imposta dall’alto con scopi e finalità la cui portata e le cui implicazioni soltanto adesso cominciano a venire compresi dalle stesse classi dirigenti e politiche che inizialmente obbedivano senza neanche porsi troppo domande. Emblematiche a riguardo sono le recenti dichiarazioni di un personaggio come il Governatore del Veneto Luca Zaia, che negli ultimi mesi – a costo di collezionare un’interminabile serie di figure di merda – si è particolarmente distinto nello scatenare il panico mediatico e nell’agitare lo spauracchio del “virus”, minacciando addirittura trattamenti sanitari obbligatori ai dissidenti, criminalizzando i giovani e sostenendo a più riprese la necessità di una anticostituzionale obbligatorietà vaccinale. Ebbene, in una conferenza stampa del 27 Agosto ha candidamente ammesso la falsificazione sistematica dei dati sui “pazienti Covid”, dichiarando testualmente «purtroppo è sbagliato, ma è così». Il che, tradotto dal politichese, equivale a dire: vi abbiamo ingannati, e continuiamo a farlo, perché ce lo hanno imposto.
In quel mio articolo che tanto interesse ha suscitato all’estero (https://www.databaseitalia.it/aboliamo-la-protezione-civile-ricettacolo-di-ogni-corruzione-e-cavallo-di-troia-del-nuovo-ordine-mondiale/), oltre a invocare una motivata chiusura della Protezione Civile, denunciavo il fatto che la maggior parte dei governi mondiali all’inizio di questa grande psy-op ha ricevuto molto denaro, una vera e propria pioggia di denaro, non certo per finanziare e potenziare la sanità e gli ospedali, ma esclusivamente per dichiarare il lockdown e per garantirne la tenuta attraverso il massiccio potenziamento delle Forze dell’Ordine. Infatti, l’unica reale preoccupazione del Governo italiano e di quelli di altri paesi europei non è stata la salute dei cittadini, ma assicurarsi che il lockdown funzionasse, potenziando fino all’inverosimile le Forze dell’Ordine, che fino allo scorso Novembre vertevano in cronica carenza di organico e di mezzi, con massicce nuove assunzioni e con l’acquisto di migliaia di nuovi automezzi superaccessoriati, elicotteri e droni. Tutto questo mentre neanche un centesimo è stato seriamente erogato alle attività produttive e alle piccole e medie imprese, decime di migliaia delle quali stanno inesorabilmente chiudendo.
Proprio sulle spalle delle Forze dell’Ordine è stata gravata in Italia, da parte del Governo Conte, la responsabilità della tenuta e gestione del lockdown e la relativa messa agli arresti domiciliari di sessanta milioni di cittadini, e questo sulla base di provvedimenti privi di alcuna validità e legittimità legale. Ovverosia, sulla base di DPCM (Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri) mai convertiti in legge o in decreto legge. Per non parlare del fatto che tutti i fondamentali diritti dei Cittadini sanciti dalla Costituzione sono stati per mesi sistematicamente calpestati e cancellati con un tratto di penna, determinando una scia interminabile di abusi che hanno ovviamente generato un fiume in piena di decine di migliaia di ricorsi e denunce penali che sono andati a intasare una macchina della “giustizia” già paralizzata dal lockdown e dallo smartworking.
Ma le Forze dell’Ordine come hanno reagito di fronte a questa situazione, quelle stesse Forze dell’Ordine che hanno giurato di proteggere i cittadini e di difendere la Costituzione? Hanno eseguito gli ordini ricevuti, questo è stato sotto gli occhi di tutti, ma non senza forti spaccature interne e inevitabili esami di coscienza.
Già lo scorso 2 Maggio, un mio articolo intitolato Prove tecniche di dittatura: Italiani svegliatevi! (https://www.libreidee.org/2020/05/nicola-bizzi-prove-tecniche-di-dittatura-italiani-svegliatevi/), uscito sul sito Libreidee, aveva generato un forte dibattito all’interno delle forze dell’ordine italiane, determinando anche un’interessante presa di posizione da parte di uno dei principali sindacati di Polizia. E, da Maggio ad oggi, le prese di posizione si sono moltiplicate, anche alla luce di un’amara constatazione: i cittadini italiani, alla luce di quanto è successo e degli abusi subiti, hanno ormai perso ogni fiducia nei confronti della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. Si è ormai aperto un fossato, un vuoto incolmabile, fra i cittadini e chi ha giurato, indossando una divisa, di difenderli e proteggerli.
Un fenomeno simile si è verificato anche in altri paesi europei, in particolare in Spagna, in Germania e in Francia, nazioni nelle quali già da tempo si sono accesi intensi dibattiti, proprio all’interno delle Forze di Polizia, sulla legittimità di quanto è accaduto e sull’opportunità di continuare o meno a perseguire certe politiche repressive, soprattutto adesso che non vi è più alcuna reale emergenza sanitaria e che cominciano a emergere le falsificazioni sul numero reale dei decessi e dei “contagi”.
Pochi giorni fa, non un sito qualsiasi, ma addirittura il sito della Gendarmerie francese (www.profession-gendarme.com) ha pubblicato un interessante articolo intitolato La Banque mondiale et le FMI offrent des pots-de-vin et des conditions aux gouvernements pour imposer un verrouillage extrême (http://www.profession-gendarme.com/la-banque-mondiale-et-le-fmi-offrent-des-pots-de-vin-et-des-conditions-aux-gouvernements-pour-imposer-un-verrouillage-extreme/), in cui vengono citate le mie denunce e le mie riflessioni sulla vicenda delle offerte in denaro ricevute (e respinte al mittente) dal Presidente della Bielorussia Aljaksandr Lukašėnko affinché applicasse un lockdown sul modello italiano. In tale articolo, non solo viene data piena conferma delle dichiarazioni di Lukašėnko, con citazione dell’agenzia stampa bielorussa Belta, ma vengono posti dei legittimi interrogativi di natura etica e politica su tutta la vicenda della “pandemia” e sulle misure adottate dai governi europei.
Non ritengo che l’uscita di un simile articolo su un sito come Profession Gendarme sia stata casuale, ed è probabile che rappresenti una sorta di messaggio, neanche poi tanto criptico, rivolto al Governo francese e allo stesso Presidente Emmanuel Macron. Un messaggio che – potrei anche sbagliarmi – io interpreto in questo modo: la Gendarmerie potrebbe non appoggiare un eventuale nuovo lockdown in Francia e, nel caso in cui dovesse venire introdotto, potrebbe anche decidere di schierarsi dalla parte dei cittadini.