Come tutti sappiamo oramai da quasi un anno stiamo combattendo contro uno spaventoso nemico invisibile. Un virus invisibile, per la precisione. Talmente invisibile da richiedere, per essere rilevato, di aumentare a dismisura i cicli di PCR (si partì con il già alto Cq di 35, per poi arrivare a 40 a giugno [^1], quando la crisi era già finita, per averli ora infine superati, perdendo ogni significato biologico); così invisibile da risultare invisibile persino al microscopio elettronico (le uniche micrografie elettroniche disponibili sono rimaste quelle del lavoro iniziale di Zhu e colleghi, a febbraio 2020, fotografie peraltro non prive di dubbi); talmente invisibile da non essere mai stato isolato neppure nei referti polmonari delle autopsie [^2]. Un virus molto letale nell’imaginario collettivo, perché – secondo la leggenda – sarebbe stato potenziato in laboratorio dai super-agenti segreti cinesi, ma la cui letalità risulta oggi coincidente, dati di prevalenza alla mano, con quella dell’influenza stagionale [^3]. Così letale che in effetti l’età media dei decessi (82,5 anni) coincide l’aspettativa di vita per quella fascia della popolazione (tenendo conto che di essi il 60% circa aveva tre patologie croniche gravi, e il 20% due patologie), lasciando non pochi dubbi sulla stessa correlazione di causa-effetto fra malattia e morte. Così letale da uccidere anche giovani, purché annegati, o vittima di incidenti e sparatorie. Così letale che in fondo, sin da subito, ha generato fra gli stessi “esperti” il dubbio comunicativo se le morti fossero per o con il patogeno e la malattia. Una delle pagine più buie e infami della scienza moderna, svilita a prostituta di un progetto politico di flase flag internazionale. Un patogeno così convincente, sin dall’inizio, da essere stato ribattezzato dal filosofo francese Alain Soral “coglionavirus” (in fr. Couillonavirus).
Tutti abbiamo visto che l’epidemia è stata un copione politico, a partire dai lockdown tutti preparati con cura e meticolosità a livello mediatico per invogliare la popolazione, imbonendola con frasi uguali in tutto il mondo (andrà tutto bene. Arcobaleni alle finestre, miti comuni, come quello della carta igienica e del lievito per il pane), secondo un format, come quello dei giochi a premi o dei quiz o dei reality show, comune in tutto il mondo.
Seguiamo l’andamento e focalizziamoci sul momento attuale che stiamo vivendo
La fase di autunno 2020 della fake pandemic. Siamo in presenza della seconda ondata di niente, costruita a tavolino e in modo ovviamente prevedibile e previsto, come aveva già annunciato il giornalista di controinformazione W. Engdahl [^4] e come ha di recente ammesso l’ex direttore scientifico della Pfizer Mike Yeadon [^5], non certo un autore della galassia complottista ma un insider del complesso farmaceutico. Una seconda ondata costruita sull’aumento dei test (in Italia sono stati più che decuplicati passando dai 20 mila circa di marzo ai 120 mila al giorno di ottobre, con un dispendio economico spaventoso). Con un a tasso di positività dell’1-1,5% circa è sufficiente fare 100mila test al giorno per creare dal cappello 1000 positivi in più al giorno per spaventare i gonzi e avere una notizia per alimentare l’infodemia giornalistica. È quella che tecnicamente possiamo chiamare epidemia di test. Fra poco ridurranno il numero dei tamponi, possiamo preannunciarvelo, e vedremo lo stesso aumentare il numero dei positivi. E potranno dire che non è vero che i positivi aumentano per l’aumento dei test. Come potranno fare ciò? Ma è semplice: con l’aumento dei virus stagionali, fra cui i coronavirus del raffreddore, il tasso di positività (data la mancanza di selettività del test RT-PCR attualmente in uso, non standardizzato) potrà salire naturalmente anche fino al 4% o oltre. Del resto allo stato attuale, come ha riportato anche Stefano Scoglio[^6], prendendo uno studio accettato anche dall’Istituto Superiore di Sanità, il numero di falsi positivi è nell’ordine del 90%. Di tutti questi positivi ben pochi manifestano sintomi, per lo più banali, e tuttavia non è mancato il caso che siano stati ospedalizzati persino gli asintomatici per tenere in piedi la falsa epidemia. Tale fenomeno ha raggiunto livelli degni di nota in particolare in Campania[^7].
Osserviamo comunque che in tutta Europa, o meglio in tutti gli Stati i cui governi non si sono voluti smarcare dall’operazione internazionale “pandemic”, i fenomeni pseudo-epidemiologici e le proposte politiche si muovono sempre all’unisono e in parallelo. Questo evidenzia una comune regia. Durante i mesi di febbraio-marzo i governi hanno sperimentato i “lockdown” (sebbene ad eccezione dei pasdaran del Covid, Italia e Spagna, ben pochi Paesi abbiano attuato veri lockdown severi, ma abbiano adottato misure generalmente più moderate e meno prolungate nel tempo). Poi in estate si è allentato decisamente, ma si è usata la carta “emozionale” dei viaggi e delle vacanze come vettori di casi, dove i Paesi esotici e meta di vacanze, da punire perché, come la Croazia non si sono piegati all’operazione covidiana, erano improvvisamente diventati focolai di contagio. Così in estate secondo i media, Croazia e Malta, note mete turistiche, sono diventate sede di “focolai”. Sorte non migliore è toccata alla Spagna, che sembra essere uscita finalmente dalla fase lockdown: guarda caso furono le Baleari (che avevano aperto un corridoio di voli per i turisti tedeschi a fine giugno[^8]) a scoprire di avere un focolaio quasi subito e dai primi di luglio le autorità locali decretarono l’obbligo di mascherina all’aperto, la misura migliore per distruggere turismo ed economia[^9]. Anche il tempismo è stato sorprendente. Ugualmente Malta e Croazia sono state bersagliate dai media come centri pericolosi di contagio. La fase dei rientri dei vacanzieri, imponendo l’obbligo dei tamponi per i rientri, anche da Paesi di area Schengen, e quindi virtualmente impropri, ha dato il pretesto per far aumentare i numeri dei test, e ha fornito uno spunto importante per le mosse successive alla regia dell’operazione pandemica: arrivare a giustificare un sempre più alto numero di test per costruire “nuove ondate”.
Ora si entra in una nuova fase di politiche restrittive, mentre il terrorismo sulla scuola è stato fatto solo in Italia (in quasi tutti gli altri Paesi si sono risparmiati l’isteria delle maestre, le demenziali “sanificazioni” dei compiti, e le mascherine in classe), si entra nella fase dei mini lockdown, o lockdown locali, o dei lockdown mascherati: chiusure anticipate dei locali serali[^10], delle chiusure parziali o totali dei ristornati[^11], delle mascherine anche all’aperto (Belgio, Italia, Spagna, parzialmente Francia). Anche qui i Paesi coinvolti nell’operazione si muovono sempre all’unisono, non si muovono mai da soli, ma attuano in parallelo e in contemporanea le stesse strategie. Mentre gli altri, che non fanno campagne di test massicce, si sono allegramente smarcati e stanno tornando alla normalità, nel silenzio dei media dei Paesi che invece sono alle prese con la farsa.
C’è un elemento che accomuna i Paesi, almeno nell’area europea che si tengono alle direttive della regia pandemica. Dopo le denunce dello storico e giornalista d’inchiesta Nicola Bizzi, che ha avuto il merito di far conoscere al grande pubblico le dichiarazioni del presidente Lukashenko, che avrebbe avuto offerte per centinaia di milioni dalla Banca Mondiale e dal FMI purché attuasse un lockdown “all’italiana”, è non più negabile la questione dei finanziamenti occulti ai governi filo-covidiani. Al momento non crediamo che ci siano ancora finanziamenti diretti, tuttavia l’acquisto di titoli del debito pubblico dei singoli Stati può essere un buon incentivo, ugualmente efficace e meno imbarazzante. Le aste del debito pubblico italiano, malgrado l’estrema incertezza del momento, stanno andando molto bene[^12]. Al momento osserviamo nei Paesi di area Euro una stretta correlazione fra mancanza di sovranità monetaria e adesione al programma Covid-19. Per ora, in questi mesi, i governi che tengono in piedi l’operazione (finti test, finti positivi, epidemia di test, ricoveri di persone sane e inasprimento ingiustificato delle restrizioni) sono gli stessi che devono accedere al Recovery Fund (con l’unica eccezione dell’UK che ha altre dinamiche).
Infatti gli unici Stati coinvolti sono: Spagna, Italia e Francia, e la Germania – che si è sempre mostrata restia e molto meno coinvolta – si sta decisamente smarcando. I Paesi del blocco di Visegrad non stanno facendo campagne di test sistematiche e hanno restrizioni minime e solo sulla carta (come hanno avuto sin dall’inizio). Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, non hanno nessun allarme per casi di Covid al momento. Di questi tre Paesi uno solo ha l’Euro, e nessuno ha dovuto chiedere il Recovery Fund. La Croazia ha la sua moneta e si è tirata fuori. Idem l’Olanda, che è nell’Euro ma non ha fatto nessuna politica covidiana ed è stata anche contraria al Recovery Fund addirittura. La Svezia il Covid ormai non sa neanche cosa sia, ma per ovviare a un rallentamento globale delle esportazioni ha immesso liquidità: la Svezia ha la propria moneta sovrana, e così anche la Danimarca, Paese non covidiota che la praticamente adottato la linea svedese e che ha la propria moneta anch’essa. È rimarchevole osservare, per conferma di quanto detto, che invece la vicina Finlandia, al contrario della Svezia sta adottando misure da Europa occidentale. La differenza anche qui è una sola: la Svezia ha la corona svedese, la Finlandia ha l’euro. Potremmo dire altrettanto della Svizzera, solo che non fa parte dell’Unione Europea. Da questo si evince che al momento nell’Europa continentale è la UE, o meglio la Commissione Europea e la BCE, facendo da cinghia di trasmissione fra i Padroni del Vapore e lo strumento di ricatto in questo è l’emissione di moneta.
Un’ultima dolente nota per fare il punto della situazione
Di recente il governo italiano, nella più infame delle sue uscite, ha deciso un nuovo illegittimo e illegale provvedimento per poter violare il domicilio dei cittadini, per “combattere” i contagi in casa. Poiché questo non fu fatto nemmeno quando si poteva sbandierare un’emergenza credibile e il consenso era alto, è un ulteriore segnale di ingerenza indebita e di pressioni esterne. Sembra che il governo italiano, dopo vari altri fallimenti dei compiti assegnati (digitalizzazione, app di tracciamento, vaccinazioni, tutti miseramente falliti malgrado l’alta adesione psicologica degli italiani alla narrazione pandemica), sembra sia stato forzato ad accelerare su un altro punto entro il 2020, un probabile punto di controllo o scadenza di tutta l’operazione. La violazione di domicilio, un abuso così forte contro la libertà individuale, un altro punto dell’agenda del Nuovo Ordine Mondiale per lo scenario di crisi: la violazione del domicilio. Era il punto che enunciava Mark Ryan[^13] dell’OMS. Solo l’Australia e la Nuova Zelanda finora lo ha fatto, il premier inglese Johnson sembra muoversi in tal senso[^14]. Dunque l’Italia è l’unico Paese continentale a tentare un abuso del genere. È anche interessante osservare che questa forma estrema di avanzamento nei programmi del NWO sta riguardando i dominions della Corona inglese e la stessa Inghilterra, stanno trasformandosi gradualmente nella orwelliana Oceania, il superstato o “grande spazio” narrato in 1984 e sede della dittatura distopica narrata nel romanzo. Un’altra “profezia” complottista che si sta realizzando? Ci auguriamo di no.
Il Canada, in particolare il territorio del Quebec, ha sviluppato campi in località segrete in cui deportare (potremmo usare verbi più politicamente corretti, ma preferiamo chiamare le cose con il loro nome) i positivi non collaborativi, secondo quanto annunciato dal ministro della salute dello Stato[^15]. Quanto all’Australia ormai abbiamo visto che in direzione sta andando. Tuttavia segnaliamo che il Tema del “Nuovo Ordine” comincia ad essere dibattuto apertamente, e anche attaccato, da cluni giornalisti. La recente posizione di Sky News Australia[^16], lascia ben sperare in una presa di coscienza. Sembra che il blocco Canada-Australia-UK stia abbracciando il progetto ben oltre quanto la stessa Europa continentale sia disposta a fare.
Ci rammarica vedere il destino l’Italia, con il suo governo così zelamentemente incamminato su questa strada.
[^1]: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.06.25.20137398v1.full.pdf
[^2]: Autopsie che peraltro, in Germania, hanno confermato che ben pochi dei decessi Codi19 potevano avere come causa di decesso una polmonite. Molte di queste non confermavano segni compatibili con una polmonite virale. Cfr. Klaus Püschel et al.: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7271134/
[^3]: Sono i risultati a cui è arrivata la Stanford University, e con l’epidemiologo prof. J. Ioannidis. Ma a cui indirettamente si arriva anche per ammissione dell’OMS che recentemente ha rivisto le stime della popolazione umana infettata, facendo crollare le stime dell’indice di letalità. Cfr:
https://rapidreviewscovid19.mitpress.mit.edu/pub/p6tto8hl/release/1
[^4]: http://www.renovatio21.com/la-seconda-ondata-del-covid-usa-e-una-bufala-politica/
Il sito Oltre.tv ha anche riportato una interessante video-testimonianza di “pazienti” sani ricoverati per “positività” in un ospedale campano: https://www.oltre.tv/asintomatici-ricoverati-video-campani-bene-ospedale/
[^9]: https://www.fanpage.it/esteri/vacanze-covid-alle-baleari-mascherina-ovunque-tranne-che-in-spiaggia/
[^12]: https://www.ilgiornale.it/news/economia/cosa-accade-ai-titoli-stato-italiani-referendum-1891814.html