Sudditi, prendete la carta e datemi il vostro oro!
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Un antico modo di dire così recita: l’oro è la moneta dei re.
Questa affermazione, la si trova su tutti i libri che parlano di storia monetaria. L’oro è sempre stato una prerogativa del sovrano, e da questo principio nasce la famosa “regola d’oro” ovvero, chi ha l’oro fa la regola, e, di conseguenza, chi non ha l’oro, la regola la subisce. Chi non è sovrano è suddito.
Il fatto che l’oro sia una caratteristica del sovrano è ampiamente dimostrato. Il bifolco, il rozzo, non sente che l’oro possa appartenergli. Lo rifiuta. Sa per natura di non esserne degno. Nel suo semplice istinto avviene come una repulsione.
Mio padre mi raccontò una storia che è realmente successa nelle campagne intorno a Firenze:
Un giorno, un bracciante contadino che lavorava per il Signore proprietario delle terre, mentre zappava il campo, trovò una pentola piena di monete d’oro antiche. Corse subito dal padrone e gliela consegnò. Il Signore, grato della lealtà del servo, disse a costui: “bravo! Tu hai fatto bene! Vedrai che a te il lavoro non lo farò mai mancare”! Lo zotico, che non capiva l’oro, fu tutto contento di aver ben servito il padrone ed essersi aggiudicato l’onore di poter sgobbare a vita. Con quella pentola piena d’oro, sarebbe potuto diventare egli stesso padrone, ma la mentalità del rozzo bifolco che era, gli impediva di capire e di essere degno dell’oro.
Questa storia descrive molto bene la natura umana. Chi dentro di sé ha un’indole di servo, rifiuterà l’oro, perché sa che non gli appartiene. Chi invece apprezza l’oro, ha una mentalità diversa e una componente regale. Oro e regalità si attraggono. Per apprezzare e capire che l’oro è valore, bisogna non avere la mentalità del servo, ma preferire la libertà.
Nell’ottimo libro The War On Gold (La Guerra all’Oro) scritto dal professor Anthony C. Sutton, si capisce bene come i sovrani e i governi, nel corso della storia, abbiano mantenuto sempre saldo il loro potere perché detentori dell’oro fisico. Il metallo prezioso rimane sempre nelle disponibilità dei regnanti e al popolo servitore viene concesso di scambiarsi carta a corso legale, in regimi più o meno brutali imposti con la forza di milizie e polizia. Sistemi cartacei che durano pochi anni, e che poi collassano sotto il peso dell’insostenibilità. Il libro parte dai racconti di Marco Polo sul Grand Khan per arrivare fino ai disastri della fine della parità aurea negli Stati Uniti e l’inizio della follia di espansione infinita del debito che, come ormai appare chiaro, sembra essere arrivata oggi alle ultime battute, quelle più violente.
Ogni fase antecedente al collasso, in qualsiasi era si guardi, è sempre quella più drammatica dal punto di vista della cattiveria con cui i governanti impongono restrizioni ai popoli. Durante queste fasi terminali, in cui i governi sono incapaci di trovare soluzioni, si assiste sempre alle misure più assurde e impopolari. Il potere cerca sempre di mantenersi saldo andando a caccia della ricchezza dei propri cittadini. Non c’è niente di più pericoloso per la propria prosperità, della fase terminale di un ciclo economico portata avanti da un governo fallito.
È drammatico osservare come il protrarsi della crisi abbia spinto molta gente a sbarazzarsi del proprio oro, vendendolo nei negozio “Compro Oro” nati come i funghi. Il fenomeno è stato globale. L’Italia vende ogni anno circa 100 tonnellate d’oro. E non viene dalle miniere.
http://www.bbc.com/news/business-17726837
Creando la depressione economica prolungata, la gente corre a vendere l’oro di famiglia. A forza di catenine e ciondoli questo oro viene fuso in lingotti, mandato in Svizzera e da lì se ne va definitivamente. Lo compra tutto la Cina. E’ una ricchezza che in Italia non tornerà mai più. Non è più quindi il caso di un invasore cattivo, che strappa i denti d’oro al poveretto sotto minaccia della baionetta, ma è il cittadino stesso, di sua volontà, che dà via il suo oro per racimolare qualche centinaia di euro e pagarci le tasse sulla casa, con la paura di perdere anche quella. Questa dell’oro è veramente una cosa che fa venire da piangere. Non solo la nostra nazione perde ogni anno più di cento tonnellate d’oro come ci dice la fonte che ho sopra menzionato (l’articolo è vecchio, ma le quantità che escono sono sempre alte), ma lo fa soprattutto per pagare qualcosa di totalmente inutile, come le tasse, che se ne vanno via in buona parte sotto forma di interessi passivi sul debito pubblico e la finanza sfruttatrice. Altri soldi così racimolati vanno anche essi in Cina, visto che tutti importano tutto da là. Quindi la Cina se ne esce con tutto l’oro e tutti i soldi. Da nessuna parte si sente qualche organo ufficiale che consiglia di comprare oro. Il messaggio è sempre il contrario. C’è da fidarsi? Mi dicono di vendere il mio oro per il mio bene? Non credo. Io non mi fido.
Per questo penso che sia importante prendere coscienza del ruolo che l’oro riveste nella scala dei valori. Chi non ne ha si ritrova prima con la carta e poi con niente.
La depressione economica ha privato i cittadini di tutto l’oro che avevano. Queste persone hanno perso il loro oro per sempre. La crisi ha quindi ottenuto lo scopo di spogliare del proprio oro, delle proprie riserve auree familiari, un’enorme fascia di popolazione che è ormai impoverita a vita.
Il progetto deve continuare finché ci sarà oro privato. Oro che lascia l’Italia e se ne va nelle casse dei padroni.
Un altro modo con cui gli stati falliti si impossessano della ricchezza e del risparmio dei cittadini è tramite l’inflazione dell’unità monetaria circolante a corso forzoso, nel nostro caso l’Euro.
Riflettiamo un attimo su come sia stata gestita la comunicazione fino ad ora riguardo l’emergenza sanitaria. Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle come i media, monopolisti del pensiero unico legalizzato, usino le più raffinate tecniche della neuroscienza per convogliare le masse in un’unica direzione a scopo di omologazione e controllo.
Il controllo è stato attuato con la diffusione della paura. Con la tecnica militare detta shock and awe così definita da Wikipedia
: Shock and Awe (trad. “colpisci e terrorizza”), conosciuta anche come “dominio rapido”, è una tattica militare basata sull’uso di una potenza travolgente, la cognizione della superiorità sul campo di battaglia, manovre dominanti, ostentazioni spettacolari di forza per paralizzare la percezione del campo di battaglia da parte dei nemici e distruggerne la voglia di combattere. La tattica è stata illustrata nell’omonimo libro, scritto da Harlan K. Ullman e James P. Wade nel 1996, un prodotto della Università di Difesa Nazionale degli Stati Uniti (National Defense University of the United States).
Una volta spaventata la popolazione, con la mente e la spina dorsale ridotte in pappetta, si è passati alla manipolazione. Un corpo duttile è più malleabile. Così si è fatto credere alla gente che i colpevoli del disastro sanitario fossero le persone stesse in quanto indisciplinate. Ogni azione di libertà viene ormai associata ad un momento di contagio e quindi condannata severamente. Il senso di colpa diventa epidemico, insieme alla paura. In un anno di questo regime, l’economia di certi settori è stata azzerata. Dopo aver distrutto il reddito da lavoro privato, distruggendo il tessuto economico, si passerà adesso alla seconda fase. La confisca del risparmio privato con il subdolo strumento dell’inflazione. Pelo e contropelo!
Il segnale sarà il “ritorno alla normalità”. Quando saranno pronti a lanciare questa fase, le restrizioni pazzesche vissute fino ad ora verranno tolte di colpo. Verranno decantati i successi delle campagne vaccinali e della scienza. L’annuncio sarà per la gente come quando suona la campanella della ricreazione a scuola. Tutti si precipiteranno a fare quello che facevano prima. Allora, si potrà lentamente rilasciare inflazione, rincarando il costo di tutto. Trovare scuse credibili non sarà difficile, specie in Italia con un ex banchiere centrale al governo. Ciò che causerà inflazione sarà la moneta che torna a circolare. L’aumento della velocità di circolazione della moneta farà avvertire da subito l’impennata dei prezzi. Se i prezzi aumentano, il potere di acquisto delle unità monetarie in cui sono espressi i nostri risparmi, diminuirà proporzionalmente comprese le giacenze sui conti correnti. Andremo avanti per un po’ con questo meccanismo di aperture e chiusure, con progressivi rilasci inflattivi che eroderanno i capitali dei nostri risparmi e finiranno di sbriciolare ciò che resta del tessuto economico che rimane. La tecnica è sempre la solita: indebolire progressivamente e poi sferrare la mazzata finale.
È qui, adesso che bisogna costruire una difesa solida a questi attacchi viscidi alla nostra sudata prosperità.
Gli economisti amano sempre dire “questa volta è diverso”! Inventano tutte le scuse possibili per dire alla gente che non serve l’oro”.
Nell’era tecnologica di adesso sono stati inventati sistemi virtuali cripto che hanno chiamato “oro digitale” . Ma non si tratta di oro. L’oro è sulla tavola periodica degli elementi. È tangibile!
Anche nel libro di Sutton, sulla guerra all’oro, lo dicevano sempre. “Cittadini, abbiate fiducia, il governo vi vuole bene, questa volta è diverso, la nostra carta moneta, stavolta è sicura”. Poi tutto crolla all’improvviso e chi non ha fatto in tempo a convertire in oro si ritrova con le proverbiali pezze al sedere. Quando un sistema economico crolla , c’è una fase intermedia che non è semplice. Il mondo deve riorganizzarsi per ripartire. Questo ovviamente sperando in un futuro roseo dove effettivamente ciò sarà possibile. Gli scenari sono tanti e bisogna vedere quello che prevarrà.
Le ere di cambiamento erano sottolineate da cantori dell’apocalisse che dicevano che il mondo sarebbe finito il giorno dopo. Se pensiamo che ciò accada, allora è inutile fare qualsiasi cosa, ma per il bene nostro e dei nostri figli, bisogna avere speranza e prepararsi a combattere al meglio. Stiamo già combattendo.
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