di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Fonte originale: inchiesta pubblicata da Gospa News
Alti ufficiali dell’esercito, funzionari di intelligence nazionale, analisti CIA e persino Cyber esperti israeliani. Sono questi i docenti che formano gli studenti nella Link Campus University di Roma. Soprattutto nell’esclusivo Master in Intelligence and Security destinato sulla carta a futuri manager di authorities e agenzie nazionali, addetti all’industria degli armamenti, studiosi di geopolitica e affari strategici ma nei fatti una vera fucina di 007 pronti ad essere reclutati dai servizi segreti italiani, da quelli militari della Nato o dal controspionaggio americano Central Intelligence Agency per un inserimento nel suo famigerato National Clandestine Service, l’autorità di coordinamento dell’HUMINT (human intelligence).
Chi ha sentito parlare del libro “Spy Schools: How the CIA, FBI and Foreign Intelligence Secretly Exploit America’s Universities (Henry Holt and Company)” del giornalista investigativo Daniel Golden su come CIA & co. sfruttano gli atenei USA in particolare nella Kennedy School della prestigiosa Harward University non si meraviglierà di sapere che anche in Italia è nato un centro di formazione per spie sotto il paravento di un ateneo.
Peccato che la Link Campus University, con la sede principale romana in via del Casale di San Pio V e circa 1800 studenti iscritti (dato 2017), frequentata pure dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle (link a fondo pagina), negli ultimi mesi è finita sotto inchiesta per molteplici presunti malaffari che confermano il vecchio adagio per cui il lupo perde il pelo ma non il vizio e vanno ben oltre la nota vicenda del professore maltese Joseph Mifsud.
Questo docente della Link è svanito nel nulla dopo essere stato indicato come una pedina del RussiaGate contro il presidente americano Donald Trump (il cui comitato fu sospettato di legami col Cremlino nella diffusione delle email compromettenti contro la rivale Hillary Clinton) ed essere finito al centro della successiva contro-inchiesta condotta dal procuratore generale William Barr e del magistrato incaricato John Durham, venuti anche in Italia per fare chiarezza sullo SpyGate (maggiori dettagli nel finale dell’articolo).
Negli ultimi mesi è stato ribattezzato ObamaGate per la presunta cospirazione ordita dai Democratici americani all’origine degli scandali grazie a informatori CIA, come nel caso dell’UkraineGate per il quale un ex direttore dell’intelligence ha pubblicamente lodato l’azione occulta del “Deep State” contro l’inquilino Repubblicano della Casa Bianca.
Questo reportage, però, vuole scavare più a fondo. E’ il preambolo di un intrigo internazionale che si aggroviglia intorno ai recente scandali nella magistratura italiana culminati col PalamaraGate e al ruolo della nostra penisola mediterranea nell’ambito della lobby delle armi Italo-Britannica, legata a doppio filo coi Fratelli Musulmani di Qatar e Turchia come già evidenziato in un precedente reportage, ma anche ai servizi segreti e alla massoneria come vedremo prossimamente (se non ci faranno sparire prima…).
Questioni che implicano anche le operazioni militari imbarazzanti come quella che ha visto la NATO legittimare implicitamente e occultamente l’invio di jihadisti tagliagole ISIS in Libia quali mercenari della Turchia a sostegno del Governo di Accordo Nazionale di Tripoli del presidente Fayez Al-Serraj (supportato diplomaticamente anche dalla società americana di lobbying Mercury) nella guerra civile contro l’Esercito Nazionale Libico del generale Khalifa Haftar, ora sospesa in una fragile tregua.
In virtù della beata impunità garantita ai potenti del Deep International State – l’apparato finanziario, massonico, militare e spionistico che controlla o influenza politici e governi in quasi tutti i paesi occidentali – un ex ministro graziato dalla prescrizione per lo scandalo dei fondi neri SISDE (i servizi segreti interni oggi divenuti AISI) può vantarsi in pubbliche interviste del fatto che la «Link è stata la prima università ad includere nei suoi programmi graduate e post graduate gli studi di intelligence e sicurezza destinati anche agli appartenenti all’esercito, alle forze dell’ordine». Infatti lì ha insegnato pure l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, voluto dal M5S nel primo governo Conte (2018-2019).
Il Master di intelligence & Security, fiore all’occhiello dell’ateneo, è riservato ad un élite altamente selezionata o a figli di nababbi visto che nell’anno accademico 2019-2020 la retta ammontava a 10mila euro, scontata al 50 % per gli operatori del Comparto Difesa e Sicurezza ma gratis per 18 fortunati vincitori di borse di studio, di cui 8 riservate a personale civile e militare impegnato in missioni internazionali.
Ciò basterebbe già a farci sussultare avendo scoperto, come spiegheremo, che l’università è divenuta famosa proprio grazie ad una conferenza organizzata dalla CIA: perché significa che questi funzionari di missioni estere potrebbero essere selezionati durante le lezioni e “reclutati” dalla più potente intelligence del mondo all’insaputa di coloro per cui stanno operando in contesti magari assai delicati, come quello libico o siriano dove i jihadisti hanno ricevuto i potenti missili anticarro TOW proprio da Langley, quartier generale del controspionaggio USA (dossier SETA pubblicato da Gospa News).
Ma è il profilo giudiziario del fondatore e presidente della Link Campus University di Roma ad accentuare i sospetti che i presunti loschi affari scoperti dalla magistratura siano soltanto la punta dell’iceberg di un’attività intelligence spregiudicata e senza regole perché inserita in un piano strategico e funzionale a quei servizi segreti che la fanno quasi sempre franca anche dopo scellerate azioni criminali.
L’EX MINISTRO DEI FONDI NERI SISDE FONDA LINK
Vincenzo Scotti, classe 1933, ministro Dc in diversi governi dal 1978 al 1992, è stato sottosegretario agli Esteri nel governo Berlusconi, prima di avviare questo progetto universitario come raccontato in un’intervista di alcuni mesi fa a StartMag.
«L’idea è nata alla fine degli anni Novanta del secolo trascorso, quando svolgevo un corso nella Università di Malta. Con il sostegno di due grandi amici e statisti di grande livello italiano e maltese, come Francesco Cossiga e Guido De Marco, pensammo di avvalerci di una legge italiana, scaturita dalla Convenzione di Lisbona, per chiedere al governo italiano di autorizzare la nascita di una filiazione dell’Università di Malta. Era il 1999 il Rettore era Roger Ellul Micallef. Nel 2007 fummo riconosciuti come sede italiana della Università di Malta e infine nel 2011 fummo trasformati e riconosciuti come università italiana non statale legalmente riconosciuta».
Scotti è noto alle cronache anche per essere il Ministro dell’Interno sostituito prima dell’estate delle stragi di mafia in cui furono assassinati con attentati dinamitardi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, entrambi impegnati sulla cosiddetta Informativa Caronte dei Carabinieri ROS di Palermo in relazione alle connessioni tra mafia, politica e massoneria ma anche sul fronte del traffico di droga Sicilia-Usa svelato dall’inchiesta Pizza Connection della FBI (Federal Bureau of Investigations).
Ebbene l’ex ministro è divenuto presidente dell’ateneo che addestra potenziali 007 nonostante fosse stato travolto da uno scandalo che portò sotto processo anche uno dei massimi funzionari dei servizi segreti. Essenziale ma eloquente la ricostruzione di Wikipedia.
«Rinviato a giudizio per peculato e abuso d’ufficio per lo scandalo dei fondi neri del SISDE nel 1993, le accuse penali sono poi decadute per sopravvenuta prescrizione. La Corte dei Conti gli ha imposto di risarcire allo Stato 2.995.450 euro, giudicandolo colpevole insieme all’ex direttore del Sisde, Alessandro Voci, di aver fatto acquistare un palazzo a Roma con fondi riservati del Sisde a un prezzo maggiorato di 10 miliardi di lire per la creazione di fondi neri. È stato assolto dall’accusa di corruzione nella gestione della nettezza urbana e in quello dei Mondiali di Italia 90».
Ma a cosa possono servire i fondi neri ai servizi segreti che già dispongono di un loro budget ufficiale? Forse per pagare misteriosi informatori o finanziare operazioni occulte (come avvenne per i depositi di armi e i militari dell’operazione Gladio anche nota come Stay Behind perché maturata in seno all’intelligence britannica e americana) o magari ungere agenti della CIA che ovviamente non possono essere messi a libro paga da un altro stato?
DECINE DI POLIZIOTTI NEI GUAI PER LAUREE FACILI
Buon sangue non mente ed i latebrosi risultati pian piano sono venuti alla luce nel maggio 2020. Le inchieste che hanno svelato il lato oscuro dell’ateneo sono state riportate da tutti i quotidiani d’Italia e pertanto a noi spetta solo il facile compito di sistemare le tessere di un inquietante mosaico.
«Dopo oltre due anni di accertamenti è stata chiusa dalla procura di Firenze l’indagine sui presunti “esami facili” alla facoltà di Scienze politiche e relazioni internazionali all’ateneo privato Link Campus University di Roma, ente presieduto dall’ex ministro Vincenzo Scotti. I pm toscani hanno iscritto nel registro degli indagati 71 persone che rispondo, a vario titolo, di falsità materiale e ideologica riguardo numerosi episodi di verbali di esame alterati e di associazione a delinquere» ha scritto il Fatto Quotidiano lo scorso 13 maggio 2020.
Ci risiamo mister Scotti! «Tra gli indagati c’è lo stesso presidente della scuola, che rilasciava lauree riconosciute dallo Stato, ma anche vertici amministrativi dell’ente, docenti, ricercatori, dipendenti e molti studenti. Scotti è indagato per associazione a delinquere in concorso finalizzata ai falsi esami e ritenuto dai pm “promotore, costitutore e organizzatore dell’associazione” insieme, tra gli altri, a Pasquale Russo direttore generale della Link, Claudio Roveda membro del consiglio di amministrazione e rettore, Pierluigi Matera componente del Senato accademico,Maurizio Claudio Zandri coordinatore del corso di laurea, oltre a docenti, ricercatori, amministrativi».
I pm titolari dell’inchiesta (sostituto Christine von Borries, procuratore aggiunto Luca Turco e del procuratore capo Giuseppe Creazzo), hanno contestato per gli anni accademici 2016-2017 e 2017-2018«la mancata frequenza alle lezioni» e gli esami sostenuti a Firenze (ma anche a Bologna) anziché nella sede di Roma della Link Campus, come ritenuto d’obbligo.
Ma ciò che è ancor più grave «risulterebbe che i docenti consegnassero prima delle prove d’esame le domande o i temi agli esaminandi, e, sempre le accuse, gli stessi docenti avrebbero permesso di consultare liberamente Internet e, in buona sostanza, di copiare dal web le risposte». Tra le anomalie rilevate dagli inquirenti anche quella per cui gli studenti non dovessero assistere a nessuna lezione, tenute a Roma, nonostante il regolamento didattico.
Non solo. «Tra gli studenti ci sono numerosi poliziotti in servizio alla questura di Firenze. Secondo i pm si sarebbero iscritti alla Link Campus tramite il Siulp. Il segretario generale del sindacato di polizia, Felice Romano risulta indagato con l’accusa di associazione a delinquere in concorso con i vertici della link Campus per l’effettuazione di ‘esami agevolati’ per i poliziotti iscritti che lo stesso Siulp avrebbe indirizzato alla Link Campus».
Per gli avvocati difensori i poliziotti erano in buona fede. “I miei assistiti, nel perseguimento dei propri studi – dice l’avvocato Federico Bagattini, che difende numerosi agenti della questura di Firenze -, si sono scrupolosamente attenuti alle indicazioni dei funzionari della Link Campus University” riguardo ai corsi e allo svolgimento degli esami. Mentre l’ateneo ha dichiarato la “sua assoluta estraneità alle accuse formulate dalla procura di Firenze e conferma la piena trasparenza di tutto il suo operato”. Sarà l’udienza davanti al GUP a sciogliere ogni dubbio.
SUPER-CORSO CON GLI ESPERTI USA DI INTELLIGENCE
E’ pacifico che qualsiasi poliziotto sia interessato a entrare nei servizi segreti può avere grandi opportunità solo se ha la laurea e riesce quindi ad iniziare una carriera da funzionario. Mentre è Gospa News a svelare gli intrecci proprio tra poliziotti, intelligence e contractor del Pentagono all’interno dell’università come risulta da un documento inequivocabile OSINT riferito al settembre 2014.
«La Link Campus University di Roma per la prima volta organizza in Italia il primo corso di ’Tecniche di Elicitation’’ con la docenza straordinaria del personale di Phoenix Training Center , società di proprietà del colosso americano Dyncorp International LLC, da 50 anni il maggiore fornitore di servizi in supporto allo US.Department of Defense e alle Agenzie Federali dello US.Government. Oggi Phoenix Training Center vanta all’interno del suo corpo docenti , specialisti provenienti dallo US.DoD ( Department of Defense ), DIA ( Defense Intelligence Agency ), CIA ( Central Intelligence Agency ), FBI ( Federal Boureau Investigation ) e dalle Law Enforcement Agency»
Nella descrizione del corso la lettura diventa facile solo per gli addetti ai lavori: «L’Elicitation è una delle branche dell’Humint ( Human Intelligence ) rappresenta il processo strategico di individuazione di un target ai fini di ricevere informazioni. Le tecniche di ’Elicitation’’ si basano su strategie mirate di comunicazione e conversazione progettate con la finalità di acquisire informazioni , analizzando e studiando i profili di personalità secondo il ‘’Myer’s Briggs Type Indicator’’. Il corso è particolarmente indicato al personale, appartenente al mondo dell’intelligence Governativa e delle grandi Corporate».
Al costo di 900 euro erano proprosti tre giorni di corso con gli esperti americani Clifford Ruggles, con oltre 25 anni d’esperienza all’interno dell’intelligence militare americana DIA (Defense Intelligence Agency ) & DHS ( Defense Humint Service ) e Troy Shane Brown: Oltre 25 anni d’esperienza all’interno delle US.Law Enforcement Communit e Istruttore di ‘’Surveillance, Counter Surveillance & Hostage Negotiations presso l’FBI Academy di Quantico. Ma per gli iscritti del sindacato di polizia SIULP è stato applicato il 50 % di sconto.
CONFERENZA DEI “DISSIDENTI’ DELLA CIA A ROMA
“I dissidenti della CIA” è un bellissimo reportage da leggere integralmente per capire gli scenari vissuti dal mondo del controspionaggio dopo l’11 settembre, sul quale sempre più gravano i sospetti di una cospirazione maledetta di portata internazionale, attraverso esplosioni pilotate al World Trade Center, come sostengono il Comitato degli Avvocati e l’associazione Architects & Engineers for 911Truth e come riportato da Gospa News in occasione del recente anniversario.
«La Central Intelligence Agency (CIA) e il Federal Bureau of Investigation (FBI) hanno inviato i loro ufficiali a tenere una conferenza al Link. Nel 2004, la CIA e Link hanno organizzato una conferenza a Roma alla quale hanno partecipato funzionari dell’intelligence e della polizia di quasi 30 paesi, tra cui l’allora vice direttore dell’intelligence della CIA Jami Miscik. L’allora analista della CIA Stephen Marrin era un docente ospite al Link» la sintesi è di Wikipedia mentre i dettagli vengono riportati da David Ignatius il 6 aprile 2014 sul Washington Post in un articolo obiettivo e anche pungente.
«Se la comunità dell’intelligence continua a fare quello che stava facendo prima dell’11 settembre 2001, rischia di fare più errori che potrebbero avere effetti disastrosi. Il pericolo dello status quo è stato sottolineato dal fallimento dell’intelligence nella valutazione delle armi di distruzione di massa irachene; gli analisti hanno firmato stime che fornivano una motivazione per la guerra ma che, col senno di poi, sembrano essere state sbagliate».
Scrisse il giornalista lanciando una frecciata all’amministrazione di George W. Bush jr che eliminò Saddam Hussein con la scusa delle armi chimiche ma, a nostro giudizio, servì solo a rubare petrolio dopo lo scandalo della corruzione dilagata fino all’ONU, con il mandato di cattura al direttore esecutivo Benon Vahe Sevan rifugiatosi a Cipro dove non c’è estradizione, intorno al progetto Oil for Food (petrolio per cibo) ben descritto nel recente film Giochi di Potere (Backstabbing for Beginners) del 2018 diretto da Per Fly.
«Allora cosa sta facendo la CIA per scuotere la sua gente e le sue procedure? Può abbattere i muri di segretezza e burocrazia che impediscono agli analisti di comunicare in modo più efficace con i colleghi di altre agenzie di intelligence statunitensi, figuriamoci con i servizi di sicurezza e di intelligence stranieri?» si chiede Ignatius sul Washington Post prima di svelare come la Link University entrò nell’orbita della Central Intelligence Agency.
«La scorsa settimana ho partecipato a una conferenza qui sponsorizzata dalla CIA che è stata descritta come un “esperimento” con queste idee dirompenti. La conferenza “New Frontiers of Intelligence Analysis” ha riunito funzionari dell’intelligence e delle agenzie di polizia di quasi 30 paesi. Le sessioni non erano tutte classificate e io ero uno dei tanti giornalisti e una dozzina circa di accademici invitati» ha riferito il giornalista.
«”Siamo in un mondo in cui le minacce terroristiche transnazionali superano la capacità di qualsiasi nazione di affrontarle”, ha spiegato Carol Dumaine, l’organizzatore della conferenza, in apertura della riunione. Dumaine, a 45 anni già veterana dell’agenzia da 24 anni, è a capo di un piccolo gruppo chiamato Global Futures Partnership che ha trascorso due anni a organizzare la conferenza con il Link Campus dell’Università di Malta a Roma. Il suo team sta anche organizzando seminari simili ad Harvard, Stanford e in altre importanti università americane».
Alla fine dei tre giorni intervenne pure il vicedirettore della CIA, Jami Miscik, che parlò «di alcune delle critiche che aveva sentito sulla “rigidità cognitiva degli analisti” e “sugli effetti campanilistici degli esperti”. Ha detto che avverte i suoi analisti che “il pericolo più grande sono i presupposti ereditari che vengono tramandati di generazione in generazione”».
CONTRO-SPIONAGGIO USA DA HARWARD ALLA LINK
Ecco la prova regina di un ateneo cresciuto sotto l’egida della CIA che lo scelse per una delle più strategiche conferenze anti-terrorismo. Non va inoltre dimenticato che la più importante base del controspionaggio di Langley nel Mar Mediterraneo è proprio in Italia, al NAS di Sigonella, in Sicilia, dove i precursori degli 007 americani con licenza di uccidere, attravero il servizio allora chiamato OSS (Office of Strategic Services), si insediarono grazie al patto con la mafia favorendo lo sbarco degli Alleati nel 1943.
«Forse l’istituzione più prestigiosa esaminata da Golden è l’Università di Harvard, che sta indagando sui suoi rapporti amichevoli con la CIA» scrive Nick Roll sul sito Insidehighered in un’intervista al giornalista autore del libro “Spy Schools” che abbiamo citato all’inizio.
«L’università, che ha avuto diversi gradi di vicinanza e freddezza con la CIA nel corso degli anni, attualmente consente all’agenzia di inviare ufficiali al programma di metà carriera presso la Kennedy School of Government pur continuando ad agire sotto copertura, con le conoscenze della scuola. Quando gli ufficiali fanno domanda – spesso con credenziali falsificate che fanno parte della loro copertura della CIA – l’università non sa che siano agenti della CIA, ma una volta entrati, scrive Golden, Harvard permette loro di dire all’università che sei sotto copertura. I loro compagni di studio, tuttavia, spesso attori di alto profilo o che presto diventeranno attori di alto profilo nel mondo della diplomazia internazionale, sono tenuti all’oscuro».
«Kenneth Moskow fa parte di una lunga serie di ufficiali della CIA che si sono iscritti sotto copertura alla Kennedy School, generalmente con la conoscenza e l’approvazione di Harvard, ottenendo l’accesso a promettenti in tutto il mondo – scrive Golden – Per quattro decenni la CIA e Harvard hanno nascosto questa pratica, che solleva questioni più ampie sui confini accademici, l’integrità delle discussioni di classe e le interazioni degli studenti e se un’università americana ha la responsabilità di accogliere l’intelligence americana».
Questioni che dall’Atlantico rimbalzano fino al Mediterraneo e alla capitale d’Italia dove le frequentazioni di responsabili dei servizi segreti alla Link Campus University avvengono alla luce del sole e vengono menzionate con vanto nell’organico dei docenti dove si fa fitto l’intreccio tra 007 in pensione e in attività, responsabili della sicurezza della multinazionale italiana delle armi Leonardo e alti ufficiali militari.
Ecco qualche esempio. Nel Comitato Scientifico del Master di Intelligence (2019-2020), oltre alla indagata Vanna Fadini (vedi sotto), presidente di GEM srl, che detiene le quote di maggioranza dell’ateneo, ci sono ad esempio Umberto Saccone, già Vicepresidente ENI e Direttore presso Presidenza del Consiglio dei Ministri e il generale Massimiliano Del Casale, ex Presidente CASD, il Centro Alti Studi per la Difesa che è il massimo organo di formazione degli ufficiali delle Forze armate italiane.
Tra i docenti del Master di Intelligence & Security figurano un EU Senior Expert on Terrorism and Organised Crime, vari dirigenti della Cybersecurity Leonardo Company, un Consigliere Militare del Presidente della Repubblica, uno del Ministro della Difesa, un ex Direttore della Divisione Analisi SISDE, già Direttore presso Presidenza del Consiglio dei Ministri, un ex ufficiale della Finanza, un Capo Ufficio NATO, un ex Direttore Relazioni Istituzionali del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) e un altro dirigente del DIS presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’elenco completo sul sito ufficiale (https://master.unilink.it/master-in-intelligence-sicurezza/).
Tra i docenti “in visita” nomi di fama internazionale quali Isaac Ben Israel – Tel Aviv University, Presidente dell’Agenzia Aerospaziale israeliana, Stephen Marrin – James Madison University, già analista CIA, Presidente IIS, ISA, Lior Tabansky – Direttore Ricerche Cyber Tel Aviv University.
Non va inoltre dimenticato che un ulteriore correlazione tra l’Italia e la CIA è emersa proprio in relazione alla pandemia da Covid-19 (SARS-2) in quanto al vertice della task-force di emergenza è stato scelto un uomo dell’azienda americana di management McKinsey divenuta famosa ma anche invisa per aver ristrutturato l’intelligence USA prima con consulenze, poi con l’inserimento di suoi manager chiave negli apparati, tra cui quello della Central Intelligence Agency.
AFFARI LOSCHI SUI PROGETTI DI RICERCA
Come già detto all’inizio, queste connessioni non avrebbero alcuna valenza di per sé negativa ma potrebbero rappresentare solo una questione di opportunità di competenze del Parlamento e del pressochè inesistente e impotente COPASIR, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, se non ci fossero state le inchieste per affari loschi che riportano alla mente i fondi neri dei servizi segreti per cui finì nei guai l’ex ministro Scotti ora presidente Link.
«La Guardia di Finanza sta eseguendo una serie di perquisizioni e acquisizioni di atti nella sede dell’ateneo nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura di Roma in cui sono indagati a vario titolo 14 persone in rapporti diretti e indiretti con l’istituto. Dall’inchiesta, secondo quanto si apprende, emergerebbe che la Link e il ‘Consortium for research on intelligence and security services‘ avrebbero simulato l’esecuzione di progetti di ricerca e sviluppo che avrebbero loro consentito di godere di crediti fiscali» ha riportato Il Fatto Quotidiano lo scorso 15 luglio. (continua a leggere…)