In copertina a sinistra la ricercatrice del Wuhan Institute of Virology (WIV), Shi Zhengli, a destra, in alto, l’ex presidente cinese Jiang Zemin, definito il boia della Tienanmen, in basso (da sinistra) la direttrice del WIV, il figlio di Zemin, e il biologo molecolare Chen Zhu, ex ministro cinese della Salute, promotore del piano genomico nazionale
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Fonte originale: inchiesta WuhanGates-38 di Gospa News
«Il 1 ° febbraio 2020, il sito Web militare cinese più influente www.xilu.com ha pubblicato un articolo in cui si riconosce che il CoronaVirus di Wuhan è stato creato dall’uomo accusando gli Stati Uniti di aver creato tale arma biologica contro la Cina». Tale affermazione, da noi citata nel reportage 2 della prima seria sulla pandemia denominato Coronavirus BioArma, è stata poi corroborata dalle autorevoli delucidazioni di una ricerca scientifica condotta in Cina tra tre ricercatori tra cui uno dell’Accademia delle Scienze Militari (Wu Zhong).
«I ricercatori sono rimasti scioccati quando hanno confrontato la proteina “S” SARS con la proteina “S” di Wuhan CoV e hanno scoperto che non altera la composizione strutturale del virus anche se sono stati sostituiti quattro aminoacidi. Questa ricerca indica un’importante scoperta che la proteina S Cohan di Wuhan supporta una forte interazione con le molecole umane di ACE2, che può portare a infettare le cellule epiteliali nel tratto respiratorio superiore. Questa scoperta ci ha anche detto che Wuhan CoV è altamente contagioso in termini di progettazione. Il punto chiave di tutte queste scoperte è che “quattro importanti proteine “S” sono state sostituite nel coronavirus di Wuhan”». Furono le conclusioni di un commento del Partito Comunista Cinese che poi affondò il colpo contro gli americani.
«Lo scopo è quello di mascherare Wuhan CoV come SARS per rendere più difficile per i ricercatori medici e i medici distinguerlo dalla SARS. Ciò li induce a prendere misure di prevenzione simili alla SARS, che possono comportare un ritardo del trattamento e una maggiore diffusione del virus. In secondo luogo, è così contagioso che si diffonde rapidamente in base al design – dichiarò ancora il PCC – Questo tipo di crimine attraverso la biotecnologia contro l’umanità può essere commesso da pipistrelli o ratti di bambù? Diecimila anni di evoluzione non possono produrre questo tipo di alterazione precisa di quattro importanti proteine S! Il fatto che il virus Wuhan sia stato creato in un laboratorio sotto l’influenza umana è indiscutibile. Questo è disumano all’estremo».
VIRUS DA LABORATORIO: UN AFFARE TRA CINA E USA
Piano piano, però, la tesi dell’arma batteriologica diventò secondaria nella narrazione di Pechino che fece di tutto, in virtù delle ottime relazioni con il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel condizionare il lavoro della Task-force inviata a Wuhan per fare luce sull’origine del virus composta anche dallo zoologo anglo-americano Peter Daszak, presidente dell’ong EHA di New York, tra i partner finanziatori dei pericolosi esperimenti condotti al Wuhan Institute of Virology (WIV). L’esito dell’inchiesta, contestato da tutti i giornalisti investigativi, dalla rivista del MIT (Massachussets Institute of Technology) di Cambridge e persino dallo stesso Ghebreyesus, fu l’improbabile origine del virus da laboratorio. Una tesi diametralmente opposta a quella diffusa un anno prima dal Partito Comunista Cinese.
Passarono i mesi e si giunse alla scheda informativa del Dipartimento di Stato USA sul WIV pubblicata il 15 gennaio 2021, alla scadenza dell’amministrazione Trump, in cui si rilevava che “diversi ricercatori” dell’Istituto si sono ammalati nell’autunno 2019, “prima del primo caso identificato dell’epidemia, con sintomi coerenti sia con il COVID-19 che con le comuni malattie stagionali”, sollevando interrogativi sulla credibilità delle affermazioni di Zhengli secondo cui “zero infezione” tra il personale e gli studenti della WIV prima della pandemia. La scheda informativa affermava anche che “gli scienziati in Cina hanno svolto ricerche sui coronavirus di origine animale in condizioni che aumentavano il rischio di esposizione accidentale e potenzialmente involontaria” e “progetti militari cinesi segreti” potrebbero essere stati condotti presso l’Istituto almeno dal 2017.
L’ex presidente americano Donald Trump divenne famoso nel mondo proprio per aver puntato il dito contro la Cina senza peraltro mostrare altra prova che la testimonianza di una giovane scienziata di Hong Kong, Li-Meng Yan, fuggita negli USA e divenuta whistleblower sotto la protezione della FBI. Ma ha sempre taciuto sui pericolosi esperimenti condotti durante l’amministrazione di Barack Obama, sotto la guida del dottor Anthony Fauci, nel laboratorio di Chapel Hill della North Carolina University in collaborazione con gli scienziati di Wuhan e con l’utilizzo del Guadagno di Funzione, un potenziamento di carica virale per finalità “dual-use” di bioarma e vaccino.
Dove sta quindi la verità? Da entrambe le parti. Proprio per questo, secondo una nostra personalissima opinione, né Trump, né il presidente cinese Xi Jimping avrebbero avuto il coraggio di svelare ai loro popoli le occulte trame dietro la pandemia.
Il virologo francese Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina nel 2008, nella sua prima dirompente intervista a una TV francese dell’aprile 2020 sostenne infatti che il SARS-Cov-2 è stato costruito in laboratorio “in un affare tra Cina e USA”. Confermò anche la presenza nel virus di alcune tracce dell’HIV/AIDS come scoperto da alcuni biologi indiani in “quattro sequenze”: ovvero proprio in quelle proteine “S” modificate…
Com’è possibile che una così macroscopica verità sulla pandemia sia stata artatamente occultata e abilmente insabbiata? I motivi “tecnici” li evidenziò bene il dottor Dany Shoham, microbiologo ed esperto di guerra chimica e biologica in Medio Oriente, in qualità di tenente colonnello in congedo del ministero della Difesa israeliano ed ex analista senior dell’intelligence militare Aman dell’IDF (Israel Defense Forces).
«Questo dibattito è molto complicato e contiene il potenziale per rivelazioni esplosive a molti livelli, ma le comunità di intelligence di tutto il mondo sono rimaste in gran parte in silenzio sulla questione. Questo è intrigante e non sorprende. Diversi paesi occidentali, così come Russia, India, Giappone e Australia, avevano formulato stime dell’intelligence già nel gennaio 2020, ma hanno tenuto nascoste le loro conclusioni».
Finora, nel ciclo d’inchieste Wuhan-Gates, abbiamo esaminato gli aspetti scientifici (i pericolosi esperimenti sui virus SARS del 2003 e MERS del 2012 infettati davvero con HIV nel Wuhan Institute of Virology fin dal 2004) e le tremende ed interminabili coincidenze in ambito geopolitico sul filo rosso che lega i profeti della pandemia al Democratic Party di Barack Obama e Joseph Biden ed all’intelligence CIA e del Pentagono, in sinergia con il PD in Italia e con i donors Dem Bill Gates e George Soros, anello di congiunzione tra Big Pharma, Deep State Usa e… Deep State cinese!
Esse sono alcune delle più potenti radici del Nuovo Ordine Mondiale, orchestrato dalla massoneria anglo-americana fin dal 1800 e finanziato dalle Lobby Sioniste che controllano le multinazionali farmaceutiche come la Lobby delle Armi. In un prossimo reportage vedremo le occulte interconnessioni geopolitiche tra Cina e Usa. Oggi cominciamo dai virus da laboratorio creati degli eredi del Boia della Tienanmen e dalla Gang di Shangai…
JIANG ZEMIN, L BOIA DELLA TIENANMEN
«La CIA può infiltrarsi in Cina attraverso la guerra di propaganda e provocare una “rivoluzione del colore” a Hong Kong, perché non può iniziare un attacco biochimico in Cina attraverso la manipolazione?» si chiesero gli analisti con gli occhi a mandorla sul già citato sito web militare www.xilu.com. Purtroppo, secondo quanto emerso dalle nostre inchieste basate su ricerche scientifiche pubblicate con tanto di foto al microscopio di una cellula del virus SARS infettata con HIV, le manipolazioni ci sono state davvero ma anche per l’intervento politico, militare e bio-ingegneristico del Deep State cinese e della cosiddetta Gang di Shangai in particolare.
«Jiang Zemin, alla pari del suo padrino politico Deng Xiaoping, passerà alla storia come un personaggio dalle contraddizioni estreme. Se per dodici anni è stato il massimo leader della Cina in uno dei periodi più fortunati per questa nazione, lo deve al peccato originale di un golpe istituzionale. Di fronte al movimento studentesco dell’89 Deng esautorò di fatto gli organi del partito e del parlamento, fece imprigionare il leader riformista Zhao Ziyang (tuttora agli arresti domiciliari), promosse Jiang alla guida del partito e gli diede carta bianca per soffocare nel sangue le aspirazioni democratiche».
A descrivere così l’ex presidente della Repubblica Popolare Cinese Jiang Zemin (in carica dal 1989 al 2002 e noto anche con il soprannome di Alvin) fu il quotidiano Repubblica definendolo «uno dei “boia di Tienanmen”, responsabile del massacro di centinaia di studenti nel giugno 1989 a Pechino». Ne parlò nel 2004 quando il vegliardo comunista fu costretto a cedere «anche l’ultimo incarico di potere, cioè la guida delle forze armate che gli consentiva di condizionare il nuovo presidente Hu Jintao».
«Si può definire, a ragione, il capo politico più brutale, malvagio e crudele che la Storia moderna abbia mai visto. Nato il 17 agosto 1929, l’ex dittatore cinese Jiang Zemin è famoso anche per essere arrivato al potere tramite corruzioni e crimini, rivelandosi il tiranno più astuto e dissennato dei nostri tempi. Il primo maggio 2015, l’adozione di una nuova legge ha dato la possibilità ai cinesi di denunciare un dirigente del PCC, ancora in carica o dimesso. Da allora, un’ondata di azioni penali contro Jiang Zemin ha iniziato ad arrivare da tutta la Cina e da tutto il mondo: al 15 luglio 2016, oltre 209 mila cittadini cinesi avevano denunciato l’ex dittatore per crimini contro l’Umanità» scrive di lui Epoch Times, un quotidiano multilingue fondato da un gruppo di cinesi americani.
«Non solo: Jiang è stato incriminato per genocidio, torture e crimini contro l’Umanità in 30 Paesi, tra cui Stati Uniti, Svizzera, Australia, Belgio, Spagna, Taiwan, Hong Kong, Germania e Canada. La valanga di procedimenti penali contro l’ex dittatore comunista, è la più rilevante azione giudiziaria internazionale in materia di diritti umani del 21esimo secolo. Durante il suo mandato come capo del Partito Comunista Cinese dal 1989 al 2002, ha causato danni incommensurabili alla Cina, toccando il fondo il 20 luglio 1999, quando ha personalmente ordinato un vero e proprio genocidio al fine di “annientare” il Falun Gong, antica pratica di meditazione fondata sui principi di verità, compassione e tolleranza» aggiunge il media che è stato creato a Manhattan proprio dai seguaci di tale credenza.
IL WUHAN INSTITUTE E IL PRINCIPINO COMUNISTA
Negli ultimi anni del suo potere nel Wuhan Institute of Virology, prestigioso centro di ricerca microbiologica dell’Accademia Cinese delle Scienze (CAS) fondato nel 1956, lo studio patogeno delle malattie infettive emergenti diventò uno dei principali campi di ricerca. Il merito – o demerito alla luce delle pericolose ricerche evdienziate nei reportages WuhanGates – va al “pincipino” del Partito Comunista Cinese. Con tale epiteto veniva indicato Jiang Mianheng, il figlio maggiore dell’ex presidente Zemin, leader del PCC, ma per estensione anche gli altri della sua discendenza. (continua a leggere)