di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Fonte originale: inchiesta NWO (New World Order) contro l’Italia 2 pubblicata da Gospa News. Il reportage risale ad alcune settimane fa e potrebbe contenere alcuni marginali riferimenti non aggiornati ma trattandosi di un dossier in gran parte basato su fatti storicizzati è sempre di strettissima attualità
In un precedente profetico articolo avevamo definito la Task Force voluta dall’ex premier Giuseppe Conte e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella un “governo ombra” che di fatto rapresentava un doppione dell’esecutivo nazionale, proprio per questo fu successivamente congelata dallo stesso Presidente del Consiglio, forse timoroso di perdere quel potere che ora gli è stato strappato dalle mani.
«La questione è drammaticamente semplice: se 21 ministri e 42 sottosegretari del Governo ufficiale non sono sufficienti per gestire il rilancio del paese ben venga il super-commissario con poteri straordinari insieme a 16 “ministrelli” per differenti ambiti di competenza, ma solo con la contestuale convocazione di immediate elezioni per il rinnovo democratico del Parlamento ed un nuovo esecutivo».
Lo scrivemmo il 17 aprile 2020 mettendo in rilievo proprio il profilo qualificato quanto spumeggiante di mondialismo del professor Vittorio Colao che ora è stato chiamato ad essere una delle punte di diamanti del nuovo Governo dell’ex presidente BCE Mario Draghi (confermato dalla fiducia del Senato con 262 voti favorevoli, 40 contrari e 2 astenuti), per un palese “complotto del Nuovo Ordine Mondiale contro l’Italia” fomentato dal Deep International State quale occulata espressione dei potentati finanziari, massonici, politici e militari.
Colao (Brescia, 3 ottobre 1961) è un dirigente d’azienda italiano, dal 2008 al 2018 amministratore delegato di Vodafone e dal 13 febbraio 2021 ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione digitale nel Governo Draghi.
«Il ministero della transizione digitale sembra cucito su misura addosso a Colao, grande sostenitore della rivoluzione digitale, quando in Italia la maggioranza delle persone cercava di resistere al cambiamento. Colao invece ha sempre predicato “digital first», per formazione e convinzione. Il manager, nato a Brescia 59 anni fa, ex carabiniere (orgoglioso), ha costruita gran parte della sua carriera in Vodafone, che ha guidato prima in Italia e poi a livello globale fino al maggio 2018. In mezzo una breve esperienza alla guida di Rcs MediaGroup, editore del “Corriere della Sera”. Prima l’Università Bocconi, un Mba a Harvard e il debutto in lavorativo alla McKinsey» ha scritto proprio il quotidiano Corriere che ovviamente lo conosce bene.
Quel che ovviamente i colleghi del Mainstream Media italiano si sono scordati di ricordare è che Colao è anche uno dei manager di riferimento del noto gruppo lobbista sovra-massnico Bilderberg. Ma hanno anche omesso di riferire che tra i principali finanziatori della McKinsey, di recente messa alla berlina negli USA da una condanna per consulenze alle Big Pharma sullo scandalo letale sugli oppioidi, c’è il solito Bill Gates, guru dell’IT e grande promotore dell’intelligenza artificiale che in Nord America è già proiettata in due settori strategici quanto estremamente delicati: quello sanitario e quello militare.
«Il super-commissario Colao ed i suoi collaboratori sono stati presi da quel mondo spietato degli affari come accadde nel 2012 per il Governo tecnico dei banchieri Mario Monti (ex premier e membro dell’Advisor Council di Goldman Sachs), Alessandro Profumo e Corrado Passera che portarono il debito pubblico da 1.900 a 2.000 miliardi di euro nonostante i sacrifici di “lacrime e sangue” degli italiani tra i quali si distinse però la manovra straordinaria di 30 miliardi regalati alle banche per evitarne il tracollo» avevamo notato la scorsa primavera in relazione alla scelta dei componenti della Task Force.
Dal 2012 al 2018, grazie ai differenti governi del Partito Democratico isttuiti dai presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella, di quello stesso partito, il debito italiano è arrivato a 2.400 miliardi. Nel primo reportage della serie “Complotto Nwo contro l’Italia” abbiamo rammentato come le sorti finanziarie dell’Italia furono segnate dal cambio estremamente sfavorevole lira-euro stabilito nel 1996 con la consulenza dello stesso Draghi (allora direttore del Ministero del Tesoro) che ora dovrebbe salvare il paese e che attraverso il bazooka Quantitative Easing permise agli sciagurati governi targati PD di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni di portare l’indebitamento di stato fino a quelle cifre colossali, spostando gra parte di esso nella pancia della Banca Centrale Europea (una spa partecipata dalle banche nazionali, privatizzate, e dagli istituti di credito privati).
Proprio questo, insieme all’ulteriore indebitamento con BCE, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale, appare l’obiettivo dei governanti Democratici per consegnare le chiavi del paese con il suo scrigno di tesori in mano ai tecnocrati europeisti-mondialisti in perfetta linea con la rotta già tracciata per la Grecia.
Colao, dopo la laurea all’Università Bocconi di Milano e un Master in Business Administration alla Harvard University, vive una breve esperienza alla banca d’affari Morgan Stanley di Londra prima di fare carriera nella McKinsey & Company, azienda leader del management internazionale. Vedremo dopo l’importanza del suo ruolo lì…
Nel 1996 alla Omnitel quando il maggiore azionista è l’Olivetti di Carlo De Benedetti, tessera n. 1 nel futuro Partito Democratico, editore del Gruppo GEDI dei giornali L’Espresso-Repubblica-La Stampa in cui da qualche anno è entrata anche la famiglia Agnelli-Elkann del gruppo FIAT-FCA, noto in tutto il mondo per 111 anni di processi per varie accuse di corruzione.
DAL BILDERBERG AL PROGETTO GAVI DI GATES
E qui cominciano i primi intrighi. John Elkann, presidente di Fiat Crysler Automobile, con sede amministrativa in Olanda e fiscale nel Regno Unito ma sotto inchiesta negli Usa dell’amministrazione di Donald Trump, è membro del Comitato Permanente del Bilderberg insieme a Lilli Gruber, giornalista del TG LA7 condotto da Enrico Mentana, fondatore del giornale online Open e fans di George Soros. Gli incontri annuali privati tra lobbisti di tutto il mondo del Club Bilderberg furono inaugurati nel 1954 da David Rockefeller, fratello del politico Nelson, divenuto famoso nella storia laicista-mondialista per aver imposto la legge sull’aborto quando fu Governatore dello Stato di New York.
Come riportò BlastingNews quello del 2018 si tenne dal 7 al 10 giugno a Torino e, insieme ai due italiani già citati, vi parteciparono anche Vittorio Colao, Elena Cattaneo, direttrice del Laboratorio di Biologia delle cellule staminali all’Università di Milano nominata senatrice a vita dal presidente Napolitano, e l’economista romana Mariana Mazzucato, direttrice e fondatrice dell’Institute for Innovation and Public Purpose presso l’University College London dove insegna.
Mazzuccato ha doppio passaporto essendo cresciuta negli Stati Uniti, fa parte del Consiglio per il Futuro della crescita e della competitività del World Economic Forum di Davos, è diventata consigliere economico di Conte prima di essere nominata nella Task Force per l’emergenza di Colao.
La docente accademica, nel suo acclamato libro The Value of Everything: Making and Taking in the Global Economy, ha svelato il “segreto di Pulcinella”: ovvero che le aziende dalla Silicon Valley a quelle del settore finanziario fino alle Big Pharma abbiano usato nozioni nebulose di valore per creare confusione tra affitti e profitti, descrivendosi come creatori di valori ma finendo col distruggerli, come rilevato in un saggio articolo dall’ex giudice ed economista Paolo Maddalena, vice presidente emerito della Corte Costituzionale. Ma per presentare la sua pubblicazione Mazzuccato fu illustre ospite della Open Society Foundation di George Soros a New York.
Il plutarca ungaro-americano, noto per la Soros list degli eurodeputati amici e il suo incontro nel 2017 a Palazzo Chigi con l’ex premier italiano Paolo Gentiloni (Partito Democratico) oggi commissario UE, nel 2011 fu uno dei grandi investitori di Verizon Communication (64,954 milioni di dollari nel primo trimestre, dato US Securities and Exchange Commission OMB n. 3235-0006 del 31-8-12) dove Colao collaborò in Cellco Partnership prima di divenire direttore indipendente nel 2019.
Il blogger salutista Giovanni Angelo Cianti rimarca però non solo la brillante carriera del nuovo commissario in Vodafone, da AD in Europa nel 2001 a CEO del gruppo nel 2008, ma si concentra sugli affari con il profeta della pandemia Bill Gates, storico finanziatore dei Dem Usa come Soros.
Colao «nel 2012 crea la partnership Vodafone – GAVI Vaccine Alliance (WHO, UNICEF, Gates Foundation, Banca Mondiale) per informatizzare le vaccinazioni dei bambini dell’Africa sub-Sahariana – scrive Cianti sul suo profilo Facebook – Nel 2015 è Amministratore non esecutivo in UNILEVER (food corp, 400 marchi, 53 mld di fatturato in mano ai soliti noti Vanguard, Black Rock, Wellington Management, ecc..). Ma nel 2018 il fatturato Vodafone crolla a 2,8 mld con 6,1 mld di perdite e Colao viene cacciato con una liquidazione in azioni pari a oltre 33 milioni di dollari. È in questa occasione che si rivolge a Bill Gates col quale si intrattiene a cena a Seattle».
GATES E CIA PARTNERS DELLA MCKINSEY
Il nuovo capo della Task Force può quindi ben considerarsi un manager straniero visto che risiede con la moglie e i due figli in South Kensington, Greater London (UK). Ed è proprio nel chiacchierato gruppo mondiale consulenza manageriale McKinsey & Company di New York (con sede anche a Roma e in in tutto il mondo) che ha fatto carriera dal 1986 al 1996. Gli scandali riguardanti quest’azienda sono tali e tanti che non appena possibile dedicheremo ad essi un reportage completo per ora ci concentriamo su alcuni recenti reportage dei webmedia in inglese Politico e Vox in cui è stato messo in luce l’imprinting promosso all’interno di enti nazionali ed internazionali.
La consulenza manageriale, con conseguente condizionamento degli obiettivi, è avvenuta anche nell’ambito sociale e sanitario come per il National Health Service inglese e nell’Organizzazione Mondiale della Sanità di Ginevra, grazie anche contributo di due partner-clienti di eccellenza: l’ormai immancabile Bill & Melinda Gates Foundation e la Central Intelligence Agency.
Abbiamo analizzato nei 31 reportages WuhanGates il ruolo della CIA nel campo delle armi batteriologiche e quello di Gates nella ricerca di virus per costruire lucrosi vaccini. Ora vediamo cosa c’entrano con McKinsey (tutte le fonti sono nel precedente articolo sulla Task Force Colao).
«La CIA, che ha assunto McKinsey nel 2015, ha subito cambiamenti simili che hanno infastidito molti in agenzia, secondo i dipendenti attuali e precedenti – scrive il sito Politico – Un ex alto funzionario dell’intelligence che ha assistito alla riorganizzazione della CIA ha affermato che i cambiamenti hanno influenzato i tempi di consegna dei rapporti che è un fattore critico nel processo decisionale». Ma il ruolo della società di New York che ha sfornato presidenti americani e guru di Wall Street si è esteso anche nelle altre agenzie USA.
«Negli ultimi quattro anni, la potente società McKinsey and Co. ha contribuito a ristrutturare la burocrazia spionistica del paese, con l’obiettivo di migliorare i tempi di risposta e facilitare la comunicazione. Addetti ai lavori hanno affermato che gli sforzi hanno ostacolato il processo decisionale presso le agenzie chiave, tra cui la CIA, la National Security Agency e l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale (Odni)» scrivono i reporter Natasha Bertrand e Daniel Lippman.
Vox, invece, mette in evidenza come l’azienda si sia trasformata in un think-thank finanziato da potenti miliardari per condizionare gli indirizzi del management mondiale. Pubblica alcuni grafici in cui si mostrano gli ingenti finanziamenti investiti in McKinsey dalla fondazione di Bill Gates che, come abbiamo visto in un precedente articoli, ha collaborato con un’ex vicedirettore della CIA per l’esercitazione simulata sulla pandemia Event 201, tenutasi a New York nell’ottobre 2019 quando il SARS-Cov-2 ufficialmente non era ancora nemmeno stato scoperto.
LA SFIDA SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L’ex dirigente del controspionaggio americano Central Intelligence Agency di Langley (Virginia) cui facciamo riferimento è l’avvocato Avril Haines, diventata poi Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca durante l’amministrazione Obama-Biden (2015-2017) e a gennaio è stata premiata da Joseph Biden, nuovo presidente degli USA, con il ruolo mai assegnato ad una donna di Direttore dell’Intelligence Nazionale cui fanno capo tutti gli 007 civili e militari della nazione.
Haines, già consulente di Biden al Congresso, è anche esperta di armi batteriologiche nel Nuclear Threat Initiative (NTI), un ente no-profit che si dichiara bi-partisan ma è stato fondata dall’ex senatore Dem Sam Nunn, già presidente del Comitato sulle Forze Armate del Senato americano, e finanziata da Warren Buffet, socio di Gates in Microsoft Coroporation, di cui è direttrice esecutiva Emma Natasha Walmsley, CEO di GlaxoSmithKline, il colosso dei vaccini che controlla il settore commerciale di Pfizer.
NTI e la stessa Haines, con le loro profezie sulla pandemia enfatizzate da Event 201, permisero a Biden, finanziato in campagna elettorale da Pfizer, di prevedere nel settembre la devastante diffusione del contagio COVID-19 prima ancora che la malattia altamente infettiva e letale (se curata male) fosse scoperta, allo scopo di delegittimare il presidente in carica Donald Trump per aver bloccato i finanziamenti per gli esperimenti sui coronavirus provenienti da pipistrelli cinesi a ferro da cavallo condotti in Cina e negli Usa in una collaborazione tra Wuhan Institute of Virology, l’agenzia governativa american USAID (strumento finanziario CIA), Bill & Melinda Gates foundation e EcoHealthAlliance di Peter Daszak, primo negazionista sulla teoria del virus SARS-Cov-2 costruito in laboratorio.
Nell’ottobre 2020, invece, la stessa Haines pubblicò uno studio per una società americana Think-Tank molto famosa e vicina al Dipartimento della Difesa, per sostenere la necessità di un potenziamento dell’Intelligenza Artificiale nel campo militare, dove il settore batteriologico è così importante da aver giustificato la creazione del Biological Technologies Office della DARPA, l’agenzia di Ricerca sui Progetti Avanzati di Difesa del Pentagono che opera a fianco della DTRA, l’altra agenzia focalizzata sulla Riduzione delle Minacce alla Difesa impegnata nel controllo di almeno 25 bio-laboratori nei paesi dell’Ex Unine Sovietica e in altre nazioni asiatiche ed europee.
E’ pertanto evidente che sul tavolo del nuovo Ministero italiano dell’Innovazione Tecnologica, creato apposta da Draghi per Colao, non ci saranno solo le questioni di ordinaria amministrazione come l’implementazione della digitalizzazione nazionale e il 5G (sul quale a breve pubblicheremo un dossier esclusivo) ma di certo anche l’uso dell’Intellogenca Artificiale già sperimentata con successo in ambito sanitario pur tra mille domande bio-etiche ancora senza risposta…
«In un futuro non troppo lontano l’intelligenza artificiale concorrerà con l’uomo nello svolgimento di molte attività lavorative. Anche il medico dovrà adeguarsi, lasciando ampi spazi al contendente virtuale. Gli algoritmi matematici potrebbero competere con il medico nella interpretazione delle immagini radiologiche o nella lettura dei vetrini di anatomia patologica o ancora nella scelta della terapia migliore per ogni singolo paziente».
E’ scritto nel comunicato con cui l’Accademia di Medicina di Torino comunica l’organizzazione per il prossimo venerdì 26 febbraio (ore 17,30) di una una seduta scientifica on line (www.accademiadimedicina.unito.it) dal titolo “L’intelligenza artificiale nella diagnosi medica: opportunità e pericoli”. Introduce l’incontro Teresa Cammarota, vicepresidente dell’Accademia di Medicina e Primario emerito di radiologia. Il relatore sarà Daniele Regge, socio dell’Accademia e Professore Associato di Radiologia all’Università di Torino nonché Direttore della Radiodiagnostica, presso l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Candiolo (TO).
I VACCINI COSTRUITI CON L’AI
Ma dagli USA arrivano notizie che potrebbero apparire persino fantascientifiche proprio sull’uso dell’Intelligenca Artificiale nel campo estremamente delicato e controverso dei vaccini anti-Covid, ritenuti a rischio di immunopatologia polmonare da una ricerca scientifica cinese pubblicata su Nature e riportata in esclusiva da Gospa News.
«I ricercatori della University of Southern California (USC) hanno svelato un metodo incredibilmente potente e basato sull’intelligenza artificiale per produrre nuovi potenziali candidati al vaccino Covid-19 in pochi minuti o addirittura secondi» ha svelato nei giorni scorsi Russia Today Il nuovo processo, sviluppato presso la USC Viterbi School of Engineering, potrebbe segnare un importante punto di svolta nella guerra dell’informazione contro il coronavirus e le sue numerose mutazioni sempre più virulente che stanno tassando un lancio di vaccini già impegnativo a livello mondiale.
Il team dell’USC ha sfruttato l’intelligenza artificiale (AI) per accelerare l’analisi del vaccino che può essere adattata rapidamente e facilmente per analizzare le mutazioni virali stesse. «Utilizzando un algoritmo di apprendimento automatico, il modello può presumibilmente completare i cicli di progettazione del vaccino in pochi minuti, o anche secondi, in un’impresa che prima della pandemia richiedeva mesi se non anni, mostrando quanto lontano sia arrivata l’umanità negli ultimi 12 mesi o così» spiega RT.
“Questo framework AI, applicato alle specifiche di questo virus, può fornire candidati vaccini in pochi secondi e spostarli rapidamente verso studi clinici per ottenere terapie mediche preventive senza compromettere la sicurezza”, ha affermato Paul Bogdan, professore associato di ingegneria elettrica e informatica presso l’USC Viterbi , aggiungendo che consentirebbe ai ricercatori medici di “stare al passo con il coronavirus mentre muta in tutto il mondo”.
INTRIGHI TRA LOBBY E LL’OMS
Chiudiamo questa parentesi e torniamo alla McKinsey per analizzare l’impatto sanitario avuto dall’azienda in cui lavorò Colao trascorrendo la prima parte della sua carriera come Partner della sede di Milano, occupandosi di media, telecomunicazioni e beni industriali. Prima di narrare le torpide vicende della multinazionale americana del management è doveroso specificare che lo stesso Colao non risulta essere stato minimamente coinvolto nello scnadalo degli oppioidi scoppiato negli USA. Ma il profilo della company per cui ha lavorato non è certo esemplare… «L’unica cosa che il personale dell’OMS non voleva è un tipo di riforma da McKinsey» ha detto un alto funzionario coinvolto nel processo di revisione manageriale… (continua a leggere)