Negli attacchi Usa contro milizie filo-iraniane
sarebbe rimasto ucciso un fanciullo siriano
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Fonte originale: articolo di Gospa News
Ci sono parole che secondo il Clero e i benpensanti del mainstream fanno male alla società, come quelle dei parlamentari Matteo Salvini e Giorgia Meloni contro gli immigrati autori di efferati crimini perché istigano all’odio razziale, e ci sono bombe assassine che non destano alcuna sensazione tanto in Quirinale, sede del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, quanto in Vaticano, dove il pontefice José Mario Bergoglio strepita contro le proteste per il contenimento dell’invasione africana (pianificata dalla Mafia Nigeriana) ma tace dinnanzi ai morti ammazzati nelle operazioni militari. Come quella avviata domenica notte dall’US Air Force in Siria e Iraq contro postazioni paramilitari filo-iraniane in cui sarebbe rimasto ucciso anche un bambino siriano.
Non uccidere. Il quinto comandamento della legge di eredità mosaica su cui si fondano i precetti ebraici, accentuati dall’insegnamento cristiano “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, non vale più se a perpetrare un attacco killer premeditato è l’Us Air Force su ordine diretto del presidente americano Joseph Biden, inviso al Vaticano solo quando parla di aborto ma meno quando terrorizza il pianeta, su mandato dei massoni NWO che l’hanno fatto eleggere con sospetti gravissimi brogli (come confermato di recente dal Segretario di Stato della Georgia), oppure nomina sottosegretario alla Sanità un transgender, nell’indignazione dei veri Cristiani che hanno quindi giudicato un abominio il giuramento fatto sulla Bibbia da mr. Joe per diventare POTUS (President of the United States).
La dittatura mondiale di un Partito Democratico solo nel nome, cominciata a Washington e proseguita a Roma nella collaudata collaborazione tra servizi segreti militari italo-americani già noti per la sovversiva operazione Gladio (Stay Behind) di cui abbiamo parlato di recente in merito alla Strage di Ustica, prosegue con l’ossequio istituzionale di chi ne è al tempo stesso paggio e complice designato, in una strategia funzionale solo alla Lobby delle Armi che si è instaurata intorno al Qatar (ed ai Fratelli Musulmani) tra Italia, Regno Unito e Stati Uniti, come evidenziato in una precedente inchiesta.
Si tratta del presidente Mattarella, figlio del primo assessore palermitano nominato dal governo alleato Amgot imposto nel 1943 in Sicilia dagli 007 dell’Oss, vecchio nome del controspionaggio CIA, dopo lo Sbarco degli Alleati avvenuto grazie alla collaborazione dei mafiosi italo-americani che in Castellammare del Golfo, città d’origine della famiglia Mattarella, avevano uno dei potentati. Per puro caso o per doti ereditarie alla fine degli anni ’90 l’avvocato Sergio si ritrovò vicepresidente del Consiglio della Repubblica Italiana con delega ai Servizi Segreti di cui tracciò la successiva riforma…
«Soddisfazione per la fase di rilancio della collaborazione transatlantica e la ripresa dela piena sintonia tra agenda Ue e agenda Usa sarebbe stata espressa da Sergio Mattarella nel corso dei colloqui con Tony Blinken. Da parte del Colle c’e’ la convinzione che l’Alleanza Atlantica e l’integrazione Ue siano pilastri non separabili per un efficace contributo alla comunità internazionale. In questo quadro, per il Colle sarebbe utile impostare in maniera intelligente e corretta il dialogo sui contenziosi Usa-Ue, come è avvenuto nel caso Airbus-Boeing e, in sede Ocse, per quanto riguarda la tassazione dei proventi dei giganti digitali» scrive l’agenzia italiana ANSA al termine dell’incontro avvenuto col Segretario Usa in precedenza ospite del premier italiano Mario Draghi.
I BOMBARDAMENTI USA IN IRAQ E SIRIA VOLUTI DA BIDEN
«Ho avuto un incontro eccellente con il presidente Mattarella, durante il quale abbiamo discusso dell’importanza delle cooperazione di nostri paesi nell’affrontare la crisi del cambiamento climatico, nel recuperare dal Covid 19 e altre sfide globali» ha twittato il segretario di Stato americano Antony Blinken. Poche ore dopo che una raffica di bombe erano state lanciate su Iraq e Siria.
«Seguendo la direzione del presidente Biden, le forze militari statunitensi all’inizio di questa sera (domenica 27 giugno – ndr) hanno condotto attacchi aerei difensivi di precisione contro strutture utilizzate da gruppi di miliziani sostenuti dall’Iran nella regione di confine tra Iraq e Siria. Gli obiettivi sono stati selezionati perché queste strutture sono utilizzate dalle milizie sostenute dall’Iran che sono impegnate in attacchi di veicoli aerei senza equipaggio (UAV) contro personale e strutture statunitensi in Iraq. In particolare, gli attacchi statunitensi hanno preso di mira strutture operative e di stoccaggio di armi in due località in Siria e in una località in Iraq, entrambe vicine al confine tra quei paesi. Diversi gruppi di miliziani sostenuti dall’Iran, tra cui Kata’ib Hezbollah (KH) e Kata’ib Sayyid al-Shuhada (KSS), hanno utilizzato queste strutture» è stata la dichiarazione ufficiale del portavoce del Pentagono John Kirby, quasi nascosta sul sito DOD (Department of Defense) e riportata con risalto solo dai media russi e mediorientali. Non è stato specificato il numero delle vittime.
«Come dimostrato dagli attacchi di questa sera, il presidente Biden è stato chiaro che agirà per proteggere il personale degli Stati Uniti. Data la serie di attacchi in corso da parte di gruppi sostenuti dall’Iran che prendono di mira gli interessi degli Stati Uniti in Iraq, il presidente ha diretto ulteriori azioni militari per interrompere e scoraggiare tali attacchi. Siamo in Iraq su invito del governo iracheno al solo scopo di assistere le forze di sicurezza irachene nei loro sforzi per sconfiggere l’ISIS – prosegue la dichiarazione ufficiale del Pentagono – Gli Stati Uniti hanno adottato azioni necessarie, appropriate e deliberate volte a limitare il rischio di escalation, ma anche per inviare un messaggio deterrente chiaro e inequivocabile. Per quanto riguarda il diritto internazionale, gli Stati Uniti hanno agito in virtù del loro diritto all’autodifesa. Gli attacchi erano entrambi necessari per affrontare la minaccia e di portata adeguatamente limitata. Per una questione di diritto interno, il presidente ha intrapreso questa azione in base alla sua autorità dell’articolo II per proteggere il personale degli Stati Uniti in Iraq».
Parole diplomaticamente ineccepibili peccato che si riferiscano ad operazioni compiute in palese violazione della sovranità nazionale e che in Siria gli Usa ci sono soltanto per continuare a rubare petrolio nel deserto di Deir Ezzor,come evidenziato da molteplici inchieste giornalistiche, e la loro azione non è stata gradita né dal governo siriano che ha fermamente condannato l’operazione condotta da una forza straniera ostile al paese, né da quello degli “alleati” iracheni come riferito da Nova News.
VIOLAZIONE DELLA SOVRANITA’ E SICUREZZA NAZIONALE: UN BIMBO MORTO
«I governi di Damasco e Baghdad hanno condannato oggi gli attacchi aerei condotti dagli Stati Uniti. In una nota il ministero degli Esteri siriano ha sottolineato: “La Siria rinnova la sua richiesta all’amministrazione statunitense di rispettare la sovranità siriana dei popoli di Siria e Iraq chiede di fermare immediatamente questi attacchi all’indipendenza dei due paesi”. In una nota diffusa dal sui ufficio stampa, il premier iracheno Mustafa al Kadhimi, ha definito i raid “una palese e inaccettabile violazione della sovranità e della sicurezza nazionale dell’Iraq”, precisando che il Paese non “vuole essere trasformato in un’arena per regolare i conti” con le milizie filo-iraniane» ha riferito il giornale online italiano.
Stupisce che Bergoglio, Papa dell’ingenuità cerchiobottista Cattolica più che dell’autentica Chiesa Apostolica Cristiana, non abbia proferito verbo “ufficiale” in merito durante la visita del Segretario di Stato Americano Blinken a distanza di poche ore dall’annuncio trionfale del portavoce del Pentagono in merito agli attacchi chirurgici esplosivi contro tre postazioni di milizie filo-iraniane in Iraq e in Siria.
Ciò è infatti avvenuto in quella terra martoriata di Damasco e Aleppo dove, ben più degli Usa, tali formazioni paramilitari di musulmani sciiti hanno dato un contributo fondamentale al presidente siriano Bashar Al Assad nella sconfitta dell’esercito dell’ISIS, direttamente o indirettamente finanziato ed armato dall’amministrazione di Barack Obama quando Biden era vicepresidente. Nell’attuazione di un progetto della CIA di regime-change risalente addirittura al 1983 e pubblicato in esclusiva da Gospa News.
«“L’udienza di questa mattina al Segretario di Stato USA, Antony John Blinken, si è svolta in un clima cordiale. È durata circa 40 minuti ed è stata per il Papa l’occasione per ricordare il viaggio compiuto nel 2015 ed esprimere il suo affetto e la sua attenzione al popolo degli Stati Uniti d’America”, ha detto il direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni rispondendo ai giornalisti» secondo quanto riportato dall’Ansa. Nessuna menzione, quindi, all’attacco americano in Iraq e Siria.
Alcuni media iraniani, citati anche da Russia Today, riferiscono che negli attacchi ordinati dalla Casa Bianca sarebbe morto un bambino ed altre tre civili sarebbero rimasti feriti perché, a differenza delle rappresaglie ordinate dall’ex presidente Donald Trump, non sarebbe stato emanato un avviso sugli imminenti bombardamenti ai civili residenti nelle zone limitrofe agli obiettivi militari. La notizia al momento non ha trovato conferma internazionale.
«Il canale di notizie siriano al-Ikhbariyah ha riferito che l’offensiva aerea aveva preso di mira la città di al-Bukamal nella provincia orientale di Dayr al-Zawr. Il canale ha affermato che “massicce esplosioni” hanno scosso le aree che si trovano lungo il confine comune» ha scritto l’agenzia araba ANBA
«Un giornalista della Syrian Arab News Agency (SANA – ndr) ha affermato che gli aerei da guerra americani hanno preso di mira le case nella periferia di Bukamal all’alba di lunedì. Il corrispondente ha detto che gli attacchi hanno ucciso un bambino e ferito altri tre civili».
Nel frattempo il media italiano Nova News ha dato notizia di attacchi di mortaio lanciati da ignote formazioni islamiche in risposta alla rappresaglia USA. L’escalation del conflitto è dietro l’angolo e il presidente Biden, che nei giorni scorsi ha legittimato il sequestro dei media iraniani diffusi negli Stati Uniti, sembra voler premere sull’acceleratore per inasprire il conflitto con gli Sciiti, la minoranza musulmana in Medio Oriente che però governa in Iran e Siria, a vantaggio degli alleati Islamici Sunniti, dai quali, com’è noto, sono nati le formazioni terroristiche di Al Qaeda e ISIS.
Il giorno dopo degli attacchi aerei dell’aeronautica statunitense, è stato segnalato un attacco missilistico contro una base statunitense nella Siria orientale. Come conferma Sputnik International (network russo) secondo i rapporti locali, la base sotto attacco è adiacente al giacimento petrolifero di al-Omar nel governatorato di Deir-ez-Zor, il più grande giacimento petrolifero della Siria, e almeno otto razzi sono caduti sulla base. L’identità degli aggressori è sconosciuta.
Il colonnello statunitense Wayne Marotto, portavoce dell’Operazione Inherent Resolve, la missione guidata dagli Stati Uniti contro Daesh (ISIS in arabo), ha dichiarato lunedì che non sono stati segnalati feriti o danni alla base a causa dell’attacco. Ha aggiunto che le truppe statunitensi alla base “hanno agito per autodifesa e hanno condotto il fuoco di artiglieria controbatteria nelle posizioni di lancio dei razzi”.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – INCHIESTE LOBBY ARMI
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE