Risultati preliminari di Maricopa, esito: COLPEVOLE. E il sito di Dominion va offline

Articolo di Rossella Fidanza

Abbiamo atteso trepidanti, probabilmente dovremo farlo ancora per poter vedere una svolta definitiva, dal momento che i passaggi tecnici sono parecchi e già è stata avanzata la richiesta di decertificazione, ma questa notte si è tenuta un’audizione importantissima al Senato dell’Arizona, nella quale sono stati dibattuti i risultati preliminari della revisione forense più imponente che abbia mai avuto luogo in tutta la storia degli Stati Uniti d’America: Maricopa.

Da questo momento, sia per chi ha seguito la vicenda fin dall’inizio del suo evolversi, sia per chi si troverà di fronte una verità probabilmente difficile da accettare in quanto sconvolgente, un solo termine può essere associato al nome della Contea che sta per essere travolta dalla frode elettorale delle presidenziali americane del 2020: colpevole.

Mentre Joe Biden si affrettava a mostrarsi al National Constitution Center di 
Philadelphia, Pennsylvania, per parlare dell’importanza del voto e di quanto siano state sicure le elezioni presidenziali del 2020 che lo avrebbero visto vincitore, e di come la frode fosse la grande bugia, in Georgia durante l’audizione in Tribunale della causa di Garland Favorito per VotersGA veniva provata inequivocabilmente la doppia scansione delle schede elettorali a suo favore, e solo un giorno dopo venivano discussi in Arizona i risultati preliminari dell’audit, assolutamente dirompenti.

Entrando più nello specifico, la testimonianza inconfutabile  dei revisori forensi dinanzi al Senato dell’Arizona ha in realtà distrutto le parole di Joe Biden e mostrato che “la grande bugia” è il risultato della certificazione del voto, per ora in Arizona, lanciata per prima all’inizio di novembre 2020 da Fox News.

I senatori dell’Arizona sono stati premiati nella loro coraggiosa ricerca di verità relativamente alle presidenziali.

A presiedere l’audizione sui progressi dell’audit forense completo senza precedenti delle elezioni della contea di Maricopa, il presidente del Senato Karen Fann e il senatore Warren Petersen, presidente della commissione giudiziaria del Senato.

Il CEO di Cyber ​​Ninjas, Doug Logan, che ha guidato l’audit, e Ben Cotton, fondatore di CyFIR, hanno testimoniato su alcune delle loro scoperte. Era presente anche Ken Bennett, referente del Senato per l’audit. Fann ha aperto con un commento, affermando che “l’audit non è stata facile ed è stato un evento nazionale, se non internazionale”.

L’audit del Senato non riguardava semplicemente il conteggio delle schede. Oltre 1500 persone sono state coinvolte da tutto il paese e circa 1100 di loro erano volontari, secondo le osservazioni di apertura di Fann.

I revisori indipendenti hanno accuratamente analizzato oltre 2,1 milioni di schede, e mai si è vista l’esecuzione di un audit di questo livello, al punto che le delegazioni dei diversi Stati che hanno visitato il Veterans Memorial Coliseum di Phoenix non hanno avuto dubbi a definirla il “gold standard” di ogni revisione forense elettorale.

L’udienza si è aperta con un dettagliato video resoconto della cautela e della cura con cui è stata svolta la verifica, la revisione è stata “uno sforzo bipartisan con l’intento di fornire feedback agli elettori per consentire loro di migliorare il loro processo elettorale o per fornire risultati al Senato dell’Arizona per consentire loro di creare misure che assicurino che in futuro i residenti dell’Arizona potrebbe avere fiducia nel processo elettorale.”

Innumerevoli sono i problemi riscontrati dei quali si è parlato: l’archiviazione e l’etichettatura delle schede elettorali, la tenuta dei registri, la mancata esecuzione degli aggiornamenti di sicurezza, la mancata fornitura dei registri di sistema ai revisori e una violazione del server pubblico con accesso non autorizzato.

A dispregio dell’ordine di comparizione della legislazione statale, confermato in tribunale nella sua legittimità, il Board of Supervisors della contea di Maricopa (MCBOS), che ormai con ogni evidenza non hanno rispettato le normative per il corretto svolgimento di elezioni sicure ed eque, non ha ancora fornito router, password e chiavi hardware per le macchine elettroniche di voto, che al momento non sono state ancora esaminate approfonditamente proprio a causa di questi impedimenti.

Tra le specifiche discusse da Bennett e Logan, che hanno parlato della catena di custodia, dello scrutinio e delle questioni di sicurezza, sono stati chiariti i seguenti punti in relazione ai materiali che sono pervenuti a partire dal 21 aprile:

  • Una volta che i revisori hanno ricevuto il materiale, 1691 scatole di “per lo più schede elettorali” sono state ricevute su 46 pallet.
  • Si sono conclusi con 1711 scatole su 47 bancali.
  • 26 scatole non segnate
  • 8 scatole sui pallet che non erano sul manifesto e un “paio di scatole su manifesti che non erano presenti”
  • Due scatole contenevano schede dati, dischi rigidi e telecomandi, che sono stati tutti trasferiti a Ben Cotton di CyFIR per l’analisi dei dati.
  • Le scatole avevano informazioni di identificazione personale (PII) intervallate da “schede elettorali rovinate” e sono state segregate e messe al sicuro immediatamente – queste hanno creato altre 16 nuove scatole.
  • Tutti gli altri materiali sono stati rimessi a posto esattamente come sono stati trovati, con del nastro di sicurezza.
  • Alcune scatole sono state ricevute con normale nastro adesivo e sigilli rotti.
  • Sono state ricevute 9 macchine scanner ad alto volume.
  • Sono state ricevute 20 stazioni di aggiudicazione.
  • Sono stati ricevuti anche la workstation EMS (sistema di gestione delle elezioni) e i server EMS insieme ad alcune attrezzature varie.
  • 385 tabulatori del distretto sono stati ricevuti su rack e ciascuno è stato identificato e registrato mediante numero di serie.
  • Telecamere livestream 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (due petabyte alla fine) e rigorosa catena di custodia in vista di una telecamera con una traccia cartacea e due o più persone di diversi partiti politici ogni volta che qualcosa veniva spostato.

Bennett ha spiegato che c’erano problemi significativi con i lotti di schede elettorali correttamente identificati all’esterno delle scatole. “Soprattutto dai centri di voto” ha continuato, “C’erano circa 1000 in un lotto in alcune scatole… e si vedeva un numero di lotto su alcune…[ma non su altre]… alcune avevano i sigilli tagliati“. I conteggi dei lotti spesso non corrispondevano o erano mal documentati.

Bennett ha aggiunto che “2.089.0563 sono stati elaborati in totale. 1,9 milioni di schede sono state elaborate per posta al conteggio centrale e circa 168.000 sono state elaborate nei 171 seggi elettorali“.

In molti casi, i fogli rosa associati alle schede elettorali non erano adeguatamente documentati. Tramite richieste FOIA, hanno ottenuto in alcuni casi fogli blu che hanno aiutato a spiegare alcune delle discrepanze. Non erano a conoscenza dell’uso dei fogli blu prima del controllo, e non hanno ricevuto fogli blu dai funzionari di Maricopa.

Bennett ha anche sottolineato come è stato difficile durante tutto il processo ottenere che il Consiglio della Contea dei Supervisori (MCBOS) cooperasse con le richieste di documentazione, evidenziato dalla necessità di utilizzare terzi per richiedere documenti pubblici per accedere ai fogli blu, tra le altre questioni.

Bennett ha raccomandato cambiamenti nelle “direttive o nella legge statale che dice che dovete mettere le schede nelle scatole in un modo specifico” con la corretta identificazione e documentazione sui fogli rosa.

In particolare, c’è stata anche una discussione sulla carta elettorale che non dovrebbe permettere il bleed-through.

Un volantino “Just the Facts” è stato inviato nel giugno del 2021 dal Maricopa Elections Department. Il volantino mostrava dettagli sulle schede usate, la carta usata, l’importanza dell’allineamento delle schede e altri dettagli critici delle elezioni per rassicurare gli elettori dell’Arizona sulla sicurezza delle loro elezioni.

I revisori hanno notato differenze significative nello spessore della carta in molti casi. Il bleed-through è un artefatto cinematico incredibilmente importante perché può distorcere i voti (ballot offsets), con il risultato che gli elettori non votano per il loro candidato previsto.

Ci sono stati spostamenti di schede in 168.000 schede cosiddette su richiesta il giorno delle elezioni, a causa di problemi di stampa mal allineati. Logan ha dichiarato che deve essere fatto più lavoro per scoprire quali stampanti hanno causato quegli scostamenti e dove sono state stampate quelle schede. Le schede sono state calibrate così male che in alcuni casi erano fuori misura del 3200%.

Contrariamente a quanto emerso dai risultati preliminari discussi, la contea di Maricopa ha sempre dichiarato di aver utilizzato carta “Vote Secure”, il che significa che il suo spessore rivestito è progettato per prevenire problemi di calibrazione e di bleed-through.

Logan ha dichiarato: “Questa è un’indicazione di problemi che potrebbero causare una situazione di voti aggiunti o far sì che i voti vengano espressi per un candidato diverso da quello previsto“.

A novembre 2020 si era acceso il dibattito sul cosiddetto “sharpiegate” che avrebbe interessato proprio Maricopa e che il mainstream si era affrettato a definire, al solito, una fake news, mentre “gli addetti alle elezioni di Maricopa, richiamati, avevano affermato che il bleed-through ‘non avrebbe influenzato altri voti‘”.

Un piccolo inciso per rinfrescare la memoria dell’accaduto. Gli sharpie sono dei pennarelli il cui utilizzo è vietato durante le votazioni, in particolar modo per legge statale dell’Arizona, poichè “tendono a sanguinare e danneggerebbero la tua scheda elettorale“, come riportato da una FAQ degli elettori della contea del 2018.  Stranamente, fino alle presidenziali del 2020 gli elettori di Maricopa ricevevano chiare istruzioni sul non utilizzare gli sharpie per indicare il proprio voto. Per almeno 20 anni, il dipartimento elettorale della contea di Maricopa e altri funzionari elettorali della contea avevano detto agli elettori dell’Arizona di non usare Sharpie nelle loro schede postali.

Nell’agosto del 2019, tuttavia, il Consiglio dei supervisori della contea di Maricopa ha acquistato nuovi tabulatori di schede elettorali da Dominion Voting Systems, che raccomanda l’uso di pennarelli sulle proprie macchine, e ha rifatto le schede con bolle da riempire al posto delle frecce. La scheda elettorale è stata progettata con colonne sfalsate in modo che il trabocco non avesse importanza.

Sono arrivate migliaia di contestazioni sull’uso dei pennarelli Sharpie da parte degli elettori, il solo ufficio del procuratore generale dell’Arizona ha dichiarato di aver ricevuto più di 1.000 denunce sull’argomento. Ciò che i media hanno tacciato come “teoria cospirativa” dicendo semplicemente “non ci sono prove”, la revisione di Maricopa ha dimostrato essere una realtà.

Torniamo ai risultati preliminari, nello specifico parlando di voti per corrispondenza, registrazioni illegali in ritardo e elettori che appaiono magicamente

Ci sono state 74.243 schede ricevute in più rispetto a quelle inviate, con nessuna registrazione allegata, i numeri tra le schede inviate e quelle ricevute non corrispondono. Inoltre, 11.326 persone non sono apparse negli archivi elettorali il 7 novembre ma sono apparse improvvisamente il 4 dicembre, ed è stato registrato che avevano votato nelle elezioni del 2020.

3.981 elettori sono stati registrati dopo il 13 ottobre che hanno votato, e per decisione del tribunale, gli elettori registrati dopo quella data non avrebbero potuto votare.

18.000 elettori che hanno votato hanno dimostrato di essere stati rimossi subito dopo le elezioni, per irregolarità nell’iscrizione alle liste elettorali: sono semplicemente scomparsi, perchè, secondo Logan, non esiste alcun tipo di documentazione a riguardo.

Vorrei ricordare che stiamo parlando di uno stato, l’Arizona, che ha ben 11 voti elettorali e che è stato attribuito a Biden con un margine di soli 10.457 voti, è chiara la portata di questi risultati?

E non è finita, poichè sono emersi problematiche anche sulle firme delle schede postali, che non sono state adeguatamente verificate. A causa del grande volume di voti per corrispondenza, Logan ha spiegato che “gli standard per la verifica delle firme si sono degradati nel tempo. Si è passati da un metodo di verifica a 20 punti a 10 punti e infine a non verificare affatto“.

Vogliamo sottolineare che l’unica verifica sul voto postale, dal momento che non esiste alcun controllo di identità, è sulla firma posta sulle schede dagli elettori?

Basta leggere le dichiarazioni del membro della Camera dei Rappresentanti dell’Arizona, Mark Finchem: “Una delle migliori garanzie per prevenire le frodi è la convalida delle firme degli elettori. Se questo viene rimosso dal sistema, allora non c’è modo di fermare i voti fraudolenti. Si annullano i voti legittimi. Chiederò ai colleghi di smettere di usare la tabulazione elettronica come mezzo primario di elaborazione delle schede elettorali. La tabulazione a mano con la verifica elettronica dopo che il voto è stato contato sarà un must in futuro. Non spetta più a noi dimostrare che queste elezioni sono state pulite. Spetta al Consiglio delle elezioni della contea di Maricopa. Se i registri sono quelli che contengono le registrazioni di intrusione e si rifiutano di consegnarli, dobbiamo supporre che quelle macchine sono state compromesse. Queste elezioni in Arizona sono un cumulo di spazzatura fumante con le limitate informazioni che abbiamo visto nell’udienza di oggi“.

Ancora, sono state riscontrate migliaia di schede elettorali duplicate senza numeri di serie corrispondenti: le schede duplicate non sono state gestite secondo le procedure in molti casi. Il risultato finale della scarsa documentazione, ha spiegato Bennett, è che “Non si saprebbe quale scheda era quale. Non c’è modo di sapere che i voti si riflettono correttamente“. Bennett ha inoltre spiegato: “C’è un processo molto specifico nel manuale delle procedure elettorali… per la duplicazione delle schede… che dice che devono registrare un numero di serie identico sia sulla scheda originale che su quella duplicata, compresi i duplicati rovinati. Questo lega le schede insieme e crea una traccia cartacea come richiesto dallo statuto. Abbiamo trovato, devo dire, migliaia di schede duplicate su cui questi numeri di serie non sono presenti e quindi si crea una grande difficoltà nel cercare di abbinare una scheda duplicata al suo duplicato“.

Durante l’udienza, Logan ha mostrato immagini di casi di scarsa attenzione alla serializzazione:

Cotton, che ha gestito la parte di dati forensi dell’audit, ha parlato con dovizia di particolari delle sue preoccupazioni riguardo alle misure di sicurezza assolutamente scarse utilizzate dalla Contea di Maricopa ed ha assicurato a tutti i presenti che “non un singolo bit di dati è stato mai cambiato una volta entrato in nostro possesso“. A sostegno di quanto asserito, ha spiegato dettagliatamente gli interventi di sicurezza durante l’audit:

  • Si è assicurato che tutti sapessero che c’erano ” zero modifiche ai supporti o ai dispositivi originali “. C’è stata una conservazione totale dei dati esaminati.
  • Ha documentato attentamente tutti i numeri di serie, impedendo “la catena di custodia digitale… e [precisamente] preservando l’impronta digitale delle prove così come acquisite”.
  • Le copie digitali sono ora conservate come prova primaria nella cassaforte approvata dalla GSA del governo degli Stati Uniti.
  • Non un singolo bit di dati è mai stato modificato una volta entrato in loro possesso.

Le preoccupazioni di sicurezza di Cotton riguardo alle elezioni sono le seguenti:

  • Sono state eseguite ricerche per parole chiave, “ ricerca di connessioni Internet, ricerca di connessioni anomale o non autorizzate nel sistema. 
  • Sono state condotte anche ricerche di malware.
  • Devono ancora ricevere i file di configurazione del router promessi e citati in giudizio.
  • Non hanno ancora ricevuto i dati del router citati in giudizio.
  • I dati SPLUNK non sono stati forniti. Hanno bisogno di quei dati per 90 giorni prima delle elezioni e 60 giorni dopo.
  • C’è stata una dichiarazione pubblica della contea di Maricopa, nonché azioni legali e azioni delle forze dell’ordine relative a un particolare incidente con il server di registrazione che era di fronte al pubblico e che aveva accesso non autorizzato. Si ipotizzava che l’accesso non autorizzato potesse avere a che fare con questa indagine dell’FBI, probabilmente partita da una lettera inviata da Stephen Richer, cancelliere di Maricopa, che avvisava gli elettori protetti, e quindi non indicati nelle liste elettorali pubbliche, di un’intrusione informatica nel registro della Contea.
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Cotton ha dichiarato che è “un dato di fatto che il registro pubblico delle elezioni è stato violato … Il server di registrazione rivolto al pubblico ha avuto violazioni non autorizzate della sicurezza informatica“. E ha aggiunto:

  • Nessun aggiornamento antivirus o patch di sicurezza del sistema è mai stato eseguito dall’installazione del software da parte di Dominion nell’agosto del 2019.
  • Non sono mai stati applicati aggiornamenti operativi o patch.
  • Inoltre, a marzo 37.646 query hanno raggiunto il sistema per una ” password vuota su un sistema che conteneva solo 8 account “

Cotton ha spiegato che ” chiaramente, c’era uno script eseguito da un amministratore EMS.Non ha però idea da dove sia venuto quello script. Ecco perché ha bisogno dei log del router e dei dati Splunk. Il sistema funziona su una base FIFO, first in first out. Questo è un punto critico perché una volta che il sistema colpisce 20 megabyte di informazioni, le informazioni più vecchie vengono cancellate. Pertanto, come Petersen ha riassunto, quelle 37.646 query hanno sfornato i dati, quindi i dati sono disponibili solo fino al febbraio del 2021.

Cotton ha spiegato che il team di revisione “non ha dati dalla finestra di tempo tra il giorno delle elezioni e il febbraio del 2021” a causa di quelle query.

In particolare, come noto da precedenti discussioni, la contea non ha accesso alle password di amministrazione. Solo Dominion ha accesso. CyFIR ha ancora bisogno delle password di amministrazione e dei telecomandi hardware.

Cotton ha dichiarato, ricordo, sempre sotto giuramento: “Se voi come contea non potete convalidare indipendentemente dal fornitore, allora come fate a convalidare un sistema elettorale che sia sicuro per votare? Suggerirei, sulla base delle prove, che la contea di Maricopa non ha la capacità di verificare la configurazione dell’EMS indipendentemente dai funzionari di Dominion“.

Secondo Cotton, c’erano password condivise o “comunanza di password, indipendentemente dal nome. Le password sembrano essere state stabilite nell’agosto del 2019 e nessuna sembra essere stata modificata… Le password condivise significano che non è possibile attribuire le azioni dell’utente a un individuo“, rendendo impossibile identificare e ritenere responsabili coloro che hanno accesso al sistema di voto.

“La responsabilità è fuori dalla portata e non abbiamo ancora i dispositivi di autenticazione per i tabulatori”, ha continuato.

Ma ha aggiunto che sono stati in grado di recuperare le password per i tabulatori, quindi, o le password vengono fornite come il mandato di comparizione prevede, oppure sarà possibile con autorizzazione del Senato procedere all’esame completo delle macchine da voto, indipendentemente dalla consegna o meno delle chiavi d’accesso.

Infine, l’ultima evidenza. Il normale comportamento di Microsoft Windows autentica l’utente. Successivamente, Windows registra il nome dell’utente che richiede l’azione, l’indirizzo IP e l’hostname del client di origine. Tutto questo viene identificato in un certo ordine. Cotton ha trovato dei login anonimi che non hanno seguito quel modello di comportamento e non ha modo di verificare cosa significa quel comportamento senza i materiali mancanti citati in giudizio.

Il Maricopa County Board of Supervisors (MCBOS) deve ancora consegnare i router, le password e le chiavi hardware precedentemente citate dal Senato dello Stato dell’Arizona.

Come Petersen ha dichiarato verso la fine delle due ore di udienza:

Sarà un audit forense incompleto con i risultati e le cose che abbiamo ottenuto finora o sarà incompleto se non abbiamo questi elementi… abbiamo bisogno di avere queste informazioni e rispondere a queste domande in modo che possiamo fare in modo che gli elettori dell’Arizona abbiano risposte solide su come funzionano i nostri sistemi elettorali… il controllo e gli equilibri per sapere che hanno un voto sicuro e protetto“.

Le reazioni rispetto a questi risultati preliminari sono state immediate.

Il Generale Flynn ha dichiarato che la frode ormai è un fatto certo, la Senatrice dell’Arizona Wendy Rogers ha annunciato il deposito di un’istanza di decertificaizone del voto dell’Arizona, Trump ha pubblicato una dichiarazione dove, oltre ad evidenziare tutte le risultanze, chiede di non attendere la pubblicazione del report finale, poichè già quanto emerso è sufficiente per agire.

Ma soprattutto, i Cittadini Americani, tutti e in particolar modo quelli dell’Arizona, che hanno così fortemente voluto questa revisione e l’hanno finanziata con le proprie tasche, sono stati ripagati di tanti mesi di attesa.

Certo, la probabile decertificazione dell’Arizona non basterà a ribaltare l’esito delle presidenziali 2020, servono almeno altri due Stati per farlo, ma la Georgia di Garland Favorito e il Michigan di Matt DePerno sono prossimi al risultato, senza contare tutte le altre legislature statali che si stanno muovendo per ottenere un’audit completa. Niente può fermare ciò che sta arrivando, tanto meno i discorsi di Biden e i tentativi dei Dem e dei Rino di mettere paletti ostativi ovunque. Non sarà una passeggiata, non sarà una situazione che accade dall’oggi al domani, siamo di fronte ad un evento mai visto probabilmente nell’intera storia mondiale. Eppure, per coloro che si ostinano a dire che nulla accade, l’udienza di questa notte al Senato dell’Arizona dovrebbe essere un brusco risveglio, forse una doccia gelata perchè i disfattisti in cuor loro hanno sperato che nulla accadesse.

Concludo con una piccola curiosità.

Questa notte Tucker Carlson ha riportato le evidenze di quanto sta accadendo in Georgia in contemporanea con l’audizione del Senato in Arizona, e per qualche strano motivo da appurare, se mai fosse possibile, il sito della Dominion Voting System è andato offline.

La possibilità di accesso al sito era vincolata, ironia della sorte, con l’autenticazione della password.

Leggi anche: USA: cosa succede se si sviluppa la prova della frode elettorale per le presidenziali del 2020?(Si apre in una nuova scheda del browser)

Tucker Carlson  ha riportato che nella contea di Fulton, in Georgia, migliaia di voti sembravano essere stati erroneamente contrassegnati nei conteggi delle schede elettorali per Joe Biden.

Almeno 36 lotti di schede elettorali delle elezioni di novembre sono state contate due volte nella contea di Fulton, per un totale di almeno 4.000 voti“, ha affermato, ma questa è un’altra storia e ce ne occuperemo adeguatamente.

Per il momento, resta il dubbio: Dominion Voting System è utilizzato sia in Arizona che in Georgia, sarà un caso che abbiano inserito una password per qualche ora per poter accedere al loro sito?

Restiamo concentrati, siamo solo all’inizio del vero effetto domino.

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