Nell’immagine di copertina il Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio e il presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, avvocato Erich Grimaldi durante una manifestazione
AGGIORNAMENTO DEL 19 LUGLIO 2021
E’ partito attorno alle 10,15 dall’aeroporto internazionale di Malta il primo charter organizzato dalle autorità maltesi per il rientro degli studenti delle scuole di lingue messi in quarantena ma negativi al test Covid. Il primo gruppo comprende 58 italiani ed una trentina di tedeschi, tutti sottoposti a nuovo test prima dell’imbarco.
Il volo, finanziato dalla Malta Tourism Authority (Mta, agenzia governativa del turismo maltese), farà scalo prima a Roma poi a Francoforte. Altri voli sono previsti nei prossimi giorni. Domani sarà la volta di francesi e spagnoli.
ARTICOLO DEL 18 LUGLIO 2021
Il Comitato Cura Domiciliare Covid-19 ha inviato stamane una richiesta al Ministero degli Esteri, invitando le autorità italiane a prendere immediatamente in carico la situazione di «circa 500 giovani, tra cui molti minorenni, rimasti bloccati all’estero (Malta, Grecia, Spagna, Dubai, Gran Bretagna, Cipro, Portogallo), dopo essere risultati positivi al Covid-19 o per avvenuto contatto con positivi, e senza alcun tipo di assistenza né da parte del nostro paese, né da parte delle istituzioni del paese ospite».
Il comunicato dell’associazione è quanto mai duro e punta il dito contro il Ministero degli Esteri, che fa capo al ministro Luigi Di Maio. Soprattutto perché tra quei ragazzi ci sono anche decine di under 18 all’estero per vacanze-studio sovvenzionate in parte proprio dallo Stato Italiano!
«In primis va detto che l’Italia non ha previsto protocolli condivisi con i paesi ospitanti in caso di contagio, il che si è tradotto nei giovani abbandonati a loro stessi» spiega il presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 Erich Grimaldi, «abbiamo quindi invitato il ministero ad organizzare con urgenza dei voli di rientro, almeno per i minorenni, per poi collocarli in eventuali Covid Hotels senza quindi mettere in pericolo la salute del resto dei loro familiari».
Ci sono dunque anche dei ragazzini tra i 500 giovani che sono rimasti intrappolati durante le vacanze all’estero nonostante molti di essi si fossero già vaccinati: chi con una e chi con due dosi. Ma i sieri anti Covid-19, com’è ormai noto grazie ad autorevoli ricerche scientifiche, nelle sue molteplici varianti dalla Delta alla Epsilon (diffusa per ora soprattutto in California e in alcuni paesi del Nord Europa) non proteggono dal contagio e pertanto dall’incubo che si spalanca nell’esistenza di chi viene trovato positivo al Sars-Cov-2 mentre è all’estero.
A complicare la questione si aggiunge il fatto, ormai assodato da almeno tre ricerche scientifiche, che i tamponi molecolari PCR non sono affidabili quasi per nulla (al 97 %) e sovente rilevano “falsi positivi”, motivo per cui la Corte d’Appello di Lisbona respinse il ricorso delle Autorità Regionali delle Azzorre di 4 turisti tedeschi che decisero di violare la quarantena impostagli in albergo perché uno di loro era risultato positivo.
Per un paradosso quasi incredibile, però, alcuni dei ragazzi “prigionieri” dell’isolamento coattivo sono proprio in Portogallo. Ma l’aspetto sicuramente più grave denunciato dall’avvocato Grimaldi è inerente allo stato di abbandono dei giovani italiani denunciato da alcuni familiari.
«I genitori di alcuni minori si sono presentati ieri presso la Farnesina (sede del Ministero degli Esteri – ndr) ma non sono stati accolti né ascoltati, il Governo si assuma le proprie responsabilità e li riporti a casa» accusa in un comunicato ufficiale il Comitato Cura Domiciliare Covid-19. Ancora più sconcertante il fatto rivelato dal presidente dell’associazione in una breve intervista telefonica.
«Alcuni ragazzi, come quelli a Malta, si trovano all’estero per i viaggi-studio parzialmente sovvenziati dall’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale – ndr). Nel momento in cui un ente pubblico contribuisce a queste iniziative sarebbe toccato al Ministero degli Esteri il compito di decidere se autorizzare o meno la partenza e predisporre dei protocolli in caso di contagio all’estero – rimprovera Grimaldi – Invece siamo stati noi ad anticipare i soldi per i farmaci necessari ad una terapia adeguata dei sintomatici in quanto siamo contrari all’uso del semplice paracetamolo che è stato fornito da parte delle autorità maltesi dopo giorni di polemica su chi dovesse assistere i ragazzi. E’ inoltre assurdo che il Ministero degli Esteri inviti chi parte a stipulare un’assicurazione perché non è in grado di pagare le eventuali costose quarantene negli hotel».
«Le testimonianze che ci stanno pervenendo in queste ore sono allucinanti, la nostra rete formata da medici e professionisti sanitari, avvocati e giornalisti volontari sta supportando i ragazzi a distanza, cercando volontari sul posto e facendo recapitare loro terapia e farmaci necessari» afferma la portavoce del Comitato Valentina Rigano.
Questo è già riuscito con successo per un gruppo di 15 giovani di Pescara bloccato in hotel a Corfù (Grecia), dopo che sei di loro sono risultati positivi al Covid. I giovanissimi, dopo aver effettuato il test, sono stati visitati in ospedale e mandati in Covid Hotel con l’indicazione di assumere paracetamolo al bisogno. Lo ha reso noto il Comitato Cura Domiciliare Covid-19, contattato dai genitori di tre dei giovani positivi nell’isola greca.
«Grazie ai farmacisti del gruppo e ai medici, i farmaci utili saranno a breve consegnati in hotel – ha spiegato il presidente Grimaldi – ovvero integratori, antinfiammatori, ma soprattutto grazie professore greco Giannoulopoulos, che fa parte della nostra rete, stiamo per far consegnare antibiotici e altro per cui era necessaria la ricetta».
Oltre ai 6 positivi nello stesso hotel sono alloggiati anche altri 8 giovani parte della stessa comitiva, in quarantena fiduciaria, mentre uno di loro è libero poiché possessore di Green Pass. Non si sa se sia stato sottoposto al tampone ma appare evidente, con i contagi diffusi anche tra i vaccinati per le varianti, che il Green Pass assume la valenza di uno strumento di coercizione all’inoculazione dei sieri più che una garanzia di tutela della salute pubblica e di controllo della diffusione della pandemia.
«Riteniamo prioritario il rientro dei minori, le cui famiglie sono in ansia, ormai da diversi giorni e che stanno vivendo molto male la situazione, in particolar modo relativamente ai minori (oltre una ventina) bloccati a Malta, e per i quali l’Ambasciata ha spiegato ad un genitore (audio ascoltabile qui) di non avere le risorse necessarie al supporto, il che significa, tralasciando l’omessa o tardiva presa in carico delle istituzioni locali, che il nostro paese non si è attivato a dovere» scrive ancora il Comitato.
«Se l’Italia non era pronta a supportare gli italiani all’estero doveva limitare le partenze ed evitare inutili angosce ai familiare dei ragazzi», ha concluso Grimaldi confermando che la disponibilità dell’Ambasciata Italiana a Malta per questo tipo di emergenza è di soli mille euro all’anno!
«Quanto sta accadendo in queste ore e la capacità del Comitato di rispondere a un’esigenza tempestiva, sono la dimostrazione di un anno di battaglia – ha detto la portavoce Valentina Rigano – quella di chi tenta semplicemente di dare voce a chi si attiva, cura e ci riesce».
L’avvocato Grimaldi, infatti, ha guidato la sua organizzazione Unione per le Cure I diritti e le Libertà (UCDL) ed il Comitato Terapia Domiciliare Covid-19 nella battaglia con cui ha contestato le linee guida del Ministero della Salute e dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) basate solo sul pericoloso connubio “vigile attesa e paracetamolo” che può nascondere – e pertanto aggravare – la sintomatologia facendo esplodere l’infiammazione da Covid-19 con le tromboembolie polmonari sovente fatali.
Forte della collaborazione con esperti di medicina di tutto il mondo, Grimaldi si è battuto per ottenere il riconoscimento delle terapie domiciliari (come l’idrossiclorichina associata ad altri farmaci) all’interno delle linee guide. Ma dopo aver vinto il primo ricorso al TAR con una sospensiva che di fatto autorizzava le efficaci cure libere domiciliari (in attesa della discussione nel merito del 20 luglio), il Ministro della Salute Roberto Speranza e l’AIFA fecero ricorso al Consiglio di Stato che ripristinò le linee guida “vigile attesa e paracetamolo”. Contro le quali il Comitato, dopo gli aggiornamenti delle linee guida di aprile, ha fatto un altro ricorso in discussione all’inizio di agosto.
Analoga lotta in difesa di varie cure domiciliari, incluse quelle preventive (basate su nutrizione, micronutrienti e flavonoidi come la Quercetina) e adiuvanti delle terapie farmacologiche (quali ad esempio cortisone ai primi sintomi, invermectina, idrossiclorichina, vitamina D3 ecc) è stata avviata dal biologo Franco Trinca e dall’avvocato Alessandro Fusillo che hanno invece depositato denunce per strage di Stato, per le terapie efficaci ignorate dalle autorità sanitarie competenti, presso la Procura della Repubblica di Roma, Rieti, Perugia, Bergamo, e Siracusa, seguite da identici esposti inoltrati da 500 loro followers ai magistrati di altre sedi giudiziarie.
Redazione Gospa News
© COPYRIGHT GOSPA NEWS
divieto di riproduzione senza autorizzazione
MAIN SOURCES