Il tempo stringe. Qualcuno propone date, come punti di snodo dell’aggrovigliata situazione attuale. Ebbene se questa è una guerra e si sta combattendo anche su un piano invisibile, il tempo umano che costringe gli eventi a determinate scadenze, non ha senso. Possiamo però avvertire, come ondate nel mare in tempesta, momenti simili a point break, punti di rottura quindi come quello che può già essere scritto, nella notte di Rotterdam. La città ha preso fuoco. Un fuoco simbolico e parzialmente reale in cui la dittatura globale ha mostrato i denti feroci e sparso sangue. I ‘secondini’ zombizzati hanno sparato sui manifestanti. Quasi nessun risalto sui media asserviti; semmai notizie relative ai ‘disordini’ causati, in molte città d’Europa, da bizzarri e pericolosi individui che secondo la litania vigente, sono egoisti e non nutrono alcuna empatia verso il prossimo.
Ebbene siamo nell’epoca dell’inversione. Lo ricordiamo ancora una volta, poiché ciò che sembra luce è in realtà tenebra. Due mondi paralleli stanno coabitando su questo piano di realtà e paiono sempre più inconciliabili. Il Dividi et Impera ha già vinto ed è il gioco di certa élite. Non si torna indietro. Siamo immersi in una realtà filmica che è quella che viene mostrata dai registi al potere. Ve n’è un’altra, minoritaria di attori liberi dalla parte che resistono ad un copione scritto decenni fa, (secoli fa) nonché dichiarato dai suoi esecutori scenografi con l’arroganza di saper non essere creduti dai molti. Verità e non verità come in un gioco di falsi specchi che riproducono immagini grottesche e non reali, si fronteggiano. Dualità quindi, riassumibile nell’atavica battaglia tra il bene ed il male. I falsi profeti sono infatti al potere. Eppure seguendo le sacre tradizioni scorgiamo il faro per resistere a testa alta al grande inganno e assaporare il miele della luce e le profezie per leggere il presente. Approdiamo così in India, la grande madre di sapienza. Leggiamo così nel Linga Purana che descrive questo tempo e gli uomini che lo vivono: « I loro desideri sono male orientati, il loro sapere è usato per fini malefici. Sono disonesti (…) Sono dittatori e tiranni. Si uccidono i feti e gli eroi (…) I potenti si appropriano dei beni pubblici e cessano di proteggere il popolo. (…) Anche i sacramenti e le religioni sono in vendita. (…) Non c’è nessuno che non usi un linguaggio volgare, che tenga fede alla parola data…individui senza moralità predicano agli altri la virtù. Regna la censura. (…) Gli uomini perderanno il senso dei valori (…) I saggi saranno condannati a morte». (Linga Purana, II, Cap 29.42,45)
E così leggiamo nel Mundaka Upanisad(1, 2, 8): «Trovandosi immersi nell’ignoranza, sicuri di sé, ritenendosi saggi, gli sciocchi si aggirano urtandosi a vicenda, come ciechi guidati da un cieco».
Esiodo ne “Le opere e i giorni”, sarà altrettanto preciso nel tratteggiare le caratteristiche dell’epoca in cui ci troviamo: l’età del ferro ovvero il Kali Yuga descritto dai testi sapienziali indiani. Così come ciò è detto nell’Apocalisse giovannea ed in altri scritti. Non sappiamo quando tale era cesserà ma sappiamo che le sue spire si allargano e stritolano come in un gioco perverso. Eppure c’è luce anche in questo. L’opportunità che ci è data è unica ed anche quella è stata profetizzata nei sacri testi indiani che descrivono le quattro ere. Ecco il miele simbolico, sano e luminoso cui prima si accennava. La speranza viene sempre da quanto profetizzato nel Linga Purana, che si riferisce ai ‘sopravvissuti’ (i testi vanno letti in chiave simbolica) del Kali Yuga che «Nella loro disperazione cominceranno a riflettere. Allora apparirà all’improvviso la nuova età dell’oro. I sopravvissuti saranno il seme di una nuova umanità». Questo scritto dona nuova fiducia, anche se ora è tempo di combattere. Ed è proprio la dea Kali – che nulla ha a che fare con il Kali Yuga, poiché il termine kali significa conflitto mentre il nome della dea è traducibile sommariamente come ‘la potenza del tempo’ e della morte intesa come trasformante – che ci mostra la via. E’ lei infatti che ci insegna l’arte della guerra, una guerra che si compirà e si sta già compiendo, ma che esploderà quando la stretta del serpente strisciante – ovvero il male che realmente possiamo percepire nei media asserviti, nella casta eletta e negli idioti traditori che la sostengono per quattro danari – renderà ancor più la vita difficile a chi non è caduto nel grande inganno. Ed ecco che appare come tempesta improvvisa la dea Kali, assetata di sangue, del sangue dei malvagi. Non è quindi la dea terrifica in senso negativo, così come ad analisi di superficie si potrebbe pensare. La sua ferocia è infatti funzionale alla distruzione del male. La storia sacra narra di come sia stata creata per volere della dea Durga poiché unica in grado di uccidere l’asura Raktabija, l’invincibile demone pronto a distruggere l’ordine divino-il bene supremo. Dall’occhio-sopracciglia della dea benefica, nasce quindi la più spaventevole divinità femminile, ma la sola che può vincerlo poiché unica capace di contenere sangue e morte. Ed il fluido rosso è protagonista di questa scena poiché ogni volta che Raktabjia (rakta” “sangue”, e “bija” “seme”) veniva ferito, da ogni sua goccia di sangue nascevano migliaia di sue repliche. La Kali, guerriera indomabile, ogni volta che lo feriva e feriva una sua copia, ne aspirava il sangue e ne ingoiava il corpo per evitare che si duplicasse ancora. Così li sconfisse e lo sconfisse colpendolo col suo tridente. Il demone fu così annientato. Le storie sacre vanno lette in chiave simbolica, ma a ben guardare la sapienza che emanano ci guida come faro nella notte buia che viviamo. La Kali non esitò e non ebbe paura. Raktabjia aveva moltiplicato se stesso espandendosi così come il male sta facendo su ogni aspetto di questo nostro mondo. La Kali ne distrusse ogni goccia, non arretrò mai. Attualizzando questo mito diremmo che questo male si sta ingrandendo e accaparrando ogni centimetro della realtà che viviamo e della realtà invisibile, poiché questa guerra si sta combattendo anche e soprattutto su piano sottile e chi ha occhi lucidi e non offuscati, lo percepisce chiaramente. È pur vero, come sopra scritto citando il Linga Purana, che una nuova umanità guerriera emergerà, e lo sta già facendo, e divorerà questo ‘male’ goccia dopo goccia.
Valentina Ferranti
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