Salvo Rosario Antonio D’Acquisto (Napoli, 15 ottobre 1920 – Palidoro, 23 settembre 1943) è stato un vicebrigadiere dell’Arma dei Carabinieri, insignito della Medaglia d’oro al valor militare per essersi sacrificato il 23 settembre 1943 per aver salvato un gruppo di civili, durante un rastrellamento delle truppe naziste nel corso della seconda guerra mondiale.
A seguito della morte di due paracadutisti tedeschi il 22 Settembre del 1943, per esplosione di una bomba a mano, mentre ispezionavano alcune casse di munizioni abbandonate , nelle vicinanze della località Torre Perla di Palidoro, che rientrava nella giurisdizione territoriale della stazione Carabinieri di Torrimpietra. Venne attribuita la responsabilità dell’accaduto ad anonimi attentatori locali e richiesta la collaborazione dei Carabinieri della locale stazione temporaneamente comandata dal vicebrigadiere Salvo D’Acquisto per l’assenza del maresciallo comandante.
La mattina seguente D’Acquisto, assunte alcune informazioni, provò a ribattere che l’accaduto era da considerarsi un caso fortuito, un incidente privo di autori, ma i tedeschi insistettero sulla loro versione e confermarono l’intenzione di dare corso ad una rappresaglia ai sensi di un’ordinanza emanata dal feldmaresciallo Albert Kesselring pochi giorni prima.
Il 23 settembre furono dunque eseguiti dei rastrellamenti e catturate 22 persone scelte a caso fra gli abitanti della zona.
Gli ostaggi e D’Acquisto vennero quindi trasferiti fuori dal paese. Agli ostaggi furono fornite delle vanghe e furono costretti a scavare una grande fossa comune nelle vicinanze della Torre di Palidoro, per la ormai prossima loro fucilazione. Le operazioni di scavo si protrassero per alcune ore; quando furono concluse fu chiaro che i tedeschi avrebbero davvero messo in atto la loro terribile minaccia.
Secondo una testimonianza di seguito è ciò che avvenne:
«all’ultimo momento, però, contro ogni nostra aspettativa, fummo tutti rilasciati eccetto il vicebrigadiere D’Acquisto. … Ci eravamo già rassegnati al nostro destino, quando il sottufficiale parlamentò con un ufficiale tedesco a mezzo dell’interprete. Cosa disse il D’Acquisto all’ufficiale in parola non c’è dato di conoscere. Sta di fatto che dopo poco fummo tutti rilasciati: io fui l’ultimo ad allontanarmi da detta località.»
Evidentemente Salvo D’Acquisto si era autoaccusato del presunto attentato, addossandosi la sola responsabilità dell’accaduto e richiedendo l’immediata liberazione dei rastrellati. I 22 prigionieri furono lasciati liberi e immediatamente si diedero alla fuga, lasciando il sottufficiale italiano già condannato a morte, dinanzi al plotone d’esecuzione, che gridò “Viva l’Italia” prima di essere vigliaccamente giustiziato.
Il periodo che stiamo vivendo ha delle similitudini incredibili con la repressione nazista che tutti hanno studiato sui libri di scuola ma che pochi hanno compreso veramente, o fanno finta di ignorare. Ogni guerra ha i suoi martiri, prendiamo ad esempio il dott. De Donno. Purtroppo ci sono anche persone che invece preferiscono rinnegare tutto ciò che hanno sostenuto, chinando la testa alle impostazioni ideologiche sanitarie di un sistema che avrà lo stesso epilogo, se non peggiore, di quello citato precedentemente, e questo è il caso dell’ormai noto Pasquale Bacco. Non mi interessa in questo momento evidenziare le motivazioni da lui comunicate a persone appartenenti alla nostra Redazione o a suoi colleghi degni di nota, per questo volta faccia. Mi interessa invece evidenziare il declino morale e la vendita di quei valori che pochi oggi sembrano avere, per un interesse personale o il mantenimento di status sociale, più importanti per certe persone, rispetto alla dignità umana e al coraggio di rimanere persone libere.
Come disse Joan Baez, famosa cantautrice statunitense molto impegnata nella lotta per i diritti umani negli anni sessanta :
“Non si può scegliere il modo di morire. O il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora”
Provare sempre ad ottenere ciò che si vuole e non smettere mai di lottare per i propri ideali. Il mio sogno è poter dire, sul letto di morte, di aver forse anche avuto mille rimorsi ma mai un solo rimpianto. Ricordiamoci sempre che non è l’uomo a fare la scelta ma è la scelta a fare l’uomo e in questo periodo storico così complesso di Uomini veri se ne vedono ben pochi. Tanti, troppi in questo periodo sono pronti a vendersi l’anima per il successo, per il denaro, per il piacere o anche semplicemente per vivere un po’ meglio, nell’indifferenza morale e a scapito del prossimo. Questo tradimento di sé stessi trasforma la persona solo in un centro di interessi e di necessità materiali, lo trasforma in un contenitore bucato nel quale non rimarrà mai niente di buono.
Mi auguro che nel Mondo in arrivo ci siano sempre più Carabinieri come Salvo D’Acquisto, più Magistrati come Falcone e Borsellino, più Medici come il Dott. De Donno e sempre meno abbietti speculatori voltafaccia, di cui possiamo veramente fare a meno e il cui nome verrà marchiato a fuoco sul muro del disonore come il caso del Maresciallo francese Philippe Petain che durante la Seconda Guerra Mondiale divenne il capo della Repubblica di Vichy. Guidò il governo collaborazionista filotedesco, garantendo facile accesso alle truppe naziste all’occupazione di Parigi e del resto della Francia. Caduto Hitler, si rifugiò in Svizzera per non cadere nelle mani degli Alleati. Al termine della guerra tornò volontariamente in Francia, dove si costituì e venne processato per alto tradimento. Nell’agosto del 1945 fu condannato a morte con pena commutata nell’ergastolo.
Molto presto, saranno in molti a fare questa fine…
“La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vanagloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Ma arriva il momento in cui si deve prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare ma la si deve prendere perché la propria coscienza ci dice che è giusta”.
(Martin Luther King)