Il prezzo del gas naturale per megawatt/ora è salito da circa 15 Euro (marzo 2021) a 187.79 Euro (dicembre 2021). La chiusura dei rubinetti del Nord Stream 2 da parte di Berlino (su ordine USA via UE) ha fatto schizzare alle stelle il prezzo del gas naturale. Il gas russo non può e non deve arrivare in Europa: la Russia va isolata e gli europei devono acquistare il gas liquefatto made in USA a prezzi così alti da fare invertire la rotta verso l’Europa ad una nave che trasportava LNG (Liquefied natural gas) in Asia. Intanto in Italia, la crisi energetica imposta dall’UE, ha obbligato l’ENEL a riaccendere la centrale a carbone di La Spezia (QUI), centrale che avrebbero dovuto chiudere per potenziare quella a gas. Ma l’UE non spingeva sul GREEN? Perché togliere il gas naturale e imporre il ritorno al carbone, che non è proprio il miglior combustibile possibile? Ormai è chiaro anche ai sassi, che la questione del gas russo non è solo economica ma, soprattutto, geopolitica. Una politica internazionale pilotata da alcuni centri di potere vuole dare il colpo di grazia all’economia nostrana (e non solo) e far fuori l’unico competitor che possa far da contrappeso al nuovo ordine internazionale progettato da Davos & C. Il caos che sta riemergendo ora proprio in Libia e in Tunisia ne è la conferma. Il gasdotto Greenstream, che collega la Libia all’Italia, da Wafa a Gela, e il Transmed, che collega Tunisia e Italia, da El Haouaria a Mazara del Vallo, sembrano non poter garantire più gli stessi approvvigionamenti di gas a causa delle crisi politiche deflagrate da qualche mese a questa parte (QUI, QUI e QUI). Che la grande crisi energetica (artificiale) possa accelerare la dissoluzione del grande mostro europeo?
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