da Porto X
(canale Telegram: t.me/Porto_X )
Secondo la fisica quantistica, la realtà, tutta la realtà – se osservata nella sua “manifestazione” sotto forma di particelle e non di onde – è fatta di un’infinità di quanti di luce, che vengono detti fotoni.
I quanti di luce creano dunque la nostra realtà.
Immaginiamo di osservare una sequenza di tali punti luminosi che si susseguono uno dietro l’altro creando dei sottilissimi fili.
Su ognuno di tali fili esistono delle possibilità differenti di vita, che vengono appunto dette possibilità quantiche.
La realtà è data dunque da innumerevoli scie di fotoni, che, dobbiamo immaginare, corrono come linee parallele portando le possibilità quantiche, ovvero tutte le realtà possibili in ogni singolo istante, che quindi risultano anch’esse innumerevoli.
È questo il principio su cui si basa la teoria della “fisica dei quanti” secondo la quale vi sono possibilità multiple per ogni singolo evento, cioè per ogni singolo evento, in risposta a ogni singolo evento, vi possono essere diversi risultati.
E tali possibilità esistono già e sono già tutte realizzate ma su scie diverse di fotoni.
Questo significa che ogni possibilità è già stata creata ed è presente nel nostro mondo, e che se si vuole passare da un risultato a un altro, lo si può fare facendo una sorta di salto di corsia, da una scia di fotoni a un’altra, e tale salto è detto appunto salto quantico.
Chi è colui che sceglie? Chi è colui che salta?
E’ anch’egli il risultato di una scelta? Allora questa scelta di chi è?
Se esistono numerose possibilità già fatte, chi le ha fatte?
Una delle basi della meccanica quantistica è che nulla esiste, o meglio l’oggettività delle cose è ad uno stato latente, ondulatorio.
La cosa esiste per atto creativo, precipitando da onda a particella.
Quindi un salto quantico è qualcosa che avviene dentro di noi, in quel luogo dentro di noi dove avviene l’atto creativo.
Il salto quantico è il risultato di un fatto, non il fatto in se.
Il fatto è interiore, ed è più simile ad un mutamento di opinione, ad un sentire e vedere nuovo, ad un’improvvisa ispirazione dell’anima, ad uno stridere aspro e doloroso che proviamo nel restare nella posizione in cui eravamo, a un radicale mutamento di posizione dentro di noi, che ad una scelta.
La scelta è il salto, e viene dopo.
Determinate modificazioni di verso o spin delle dinamiche della coscienza produce una
riorganizzazione delle spinte di creazione, dando luogo a nuove possibilità di realtà.
Proprio come se, improvvisamente, uno dei pianeti del sistema della nostra coscienza cambiasse verso di rotazione, sconvolgendo l’Universo a cui eravamo abituati, e obbligandoci ad un cambio di corsia, ad una nuova scia di fotoni, a una nuova via, al salto quantico.
Questo fatto interiore può essere più lento e progressivo o immediato come il risveglio di Dorothy nel mondo di Oz dove niente, improvvisamente, è come era prima ne potrà più esserlo.
Alla base del nostro mondo interiore c’è la nostra essenza, il nostro Essere autentico e sopra, strato dopo strato c’è la nostra costruzione di identità, tutto ciò in cui, via via, abbiamo imparato a identificarci, l’idea che abbiamo di noi stessi e l’idea che gli altri hanno di noi, la società e le sue regole, il contesto culturale, infinite bucce sull’anima, le aspettative di nostra madre, di nostro padre fin da quando siamo bambini, i loro desideri proiettati su di noi, la nostra accondiscendenza o il rifiuto nel conflitto, il nostro essere donne o uomini, i modelli in cui crediamo di doverci incastrare e così via…
Ecco perché l’atto creativo che avviene dentro di noi, quando avviene, è innanzitutto un atto di liberazione, la chiamata ad abbandonare, progressivamente o attraverso un ciclone, un innumerevole quantità di incastri e strutture che obbligano i pianeti della nostra coscienza a ruotare in un verso che ci allontana da Noi, da ciò che realmente siamo chiamati ad Essere.
La Libertà autentica non è qualcosa che viene dall’esterno, che qualcuno può toglierci o restituirci, la Libertà autentica è uno stato dell’anima e la sua base è proprio la disponibilità a saltare da una scia di fotoni ad un’altra, da un mondo vecchio ad uno nuovo, da una realtà ad un’altra realtà, come viaggiatori interstellari nel meraviglioso universo delle possibilità.
Questo salto di corsia, se così possiamo dire, può essere gioioso come gioiosi sono i bambini nell’immaginare un mondo dove di colpo essi sono re e regine, cavalieri e grandi condottieri, grandi artisti e viaggiatori, loro credono a ciò che immaginano e a cui danno vita perciò quella possibilità, per il tempo del loro gioco è di fatto Realtà.
I bambini sono in questo senso i più grandi maestri che possiamo avere, l’infanzia è come una baia che l’infinito imbocca da lontano, un vento d’infinito.
Oppure può apparire all’inizio doloroso e difficile, poiché porta con sé un senso di morte inevitabile, uno smarrimento, la paura di saltare nel vuoto…
Il salto quantico è sempre un salto nel vuoto, e questo spaventa, ma l’atterraggio nella nuova scia di fotoni sarà potente e delicato insieme e, alla fine, la gioia e la ricchezza che ne verranno, le nuove possibilità di crescite e di visione, saranno indescrivibilmente grandi.
Ora, un salto quantico può avvenire in qualsiasi momento delle nostre vite, e dopo un salto quantico tutto sarà diverso, e per tutto intendo tutto, dentro e soprattutto fuori.
Non avviene un salto quantico se ci limitiamo ad allungare una gamba nella direzione di una nuova scia di fotoni che percepiamo mantenendo l’altra gamba arenata nella scia in cui siamo.
Finché la trasformazione rimane ad un livello di “consapevolezza”, idee e parole, “ascolto interiore” come spesso sento dire; finché “adesso so e vedo” ma “non sono ancora pronto” in realtà precludo la grandiosa immersione in tutto quello che non so e non vedo ancora ed è di un abbraccio all’ignoto che un salto quantico è fatto; finché “cerco guru e maestri”; finché dico no a qualcosa che sento non appartenermi ma poi nei fatti, nelle azioni, ancora utilizzo o mi piego o non mi sottraggo a uno qualsiasi o a più codici di quel qualcosa a cui a parole dico no; nessun salto quantico è avvenuto, non ancora almeno, giacché il salto quantico ci porta in un mondo nuovo, la nostra nuova scia di fotoni, dove anche le trasformazioni interiori che lo hanno generato sono acquisite, l’atto creativo è compiuto, non si tentenna più, non si torna indietro, non è possibile farlo, non esistono compromessi con il vecchio da cui siamo saltati via e non resta che creare il nostro mondo nuovo, viverlo, esperirlo, farci travolgere dalle sue sorprese, provare nuove gioie e nuovi dolori ma essere completamente altrove rispetto a dove eravamo prima.
Il fatto creativo interiore, il cambio di percezione e di rotazione dei pianeti della nostra coscienza inizia ad accadere più spesso di quanto immaginiamo ma molto spesso, lo tratteniamo, molti esseri umani si arenano su quella sensazione, su quel senso di mutamento, iniziando il “lavoro interiore”, manifestando con meravigliosi discorsi tutte le nuove acquisizioni di consapevolezza ma, non permettono al mutamento di compiersi fino in fondo, e di conseguenza non possono saltare e non saltano…il salto quantico spaventa e allora si rimanda, si rimanda, si rimanda, attendendo il momento giusto che non esiste, perché ogni momento è quello giusto dal momento in cui, il fatto creativo dentro di noi si presenta e siamo chiamati a lasciare che si compia e poi a saltare…
Ora, esistono dei passaggi della storia che non ci toccano solo individualmente ma ci rendono parte in modo molto più consapevole di una Storia più grande, della storia dell’umanità, del processo evolutivo che non riguarda soltanto la nostra unicità ma la nostra unicità all’interno del Tutto, in connessone con tutte le cose vibranti su questa terra…
Che ci invitano in modo inesorabile e forte, spesso con un urlo violento e un terremoto espanso, ad essere parte attiva nella scrittura di una Storia nuova, non solo la nostra storia individuale, ma la Storia di questo mondo, di questo pianeta, di questa meravigliosa e terribile Umanità che siamo e probabilmente, del posto che il nostro mondo occupa all’interno dell’Universo, dal sistema solare all’Infinito, un posto piccolo piccolo, infinitamente minuscolo, ma di certo non insignificante poiché tutto è significante nell’Universo, incluse le nostre singole vite e ciò che scegliamo di farne…
Questo che stiamo vivendo è uno di questi epici “passaggi della Storia”…
Il Tempo cosmico del salto quantico a cui siamo chiamati.
Una nuova scia di fotoni che non riguarda solo la nostra singola vita, ma il mondo intero, l’umanità tutta, un salto individuale e un salto collettivo che di ogni salto individuale sarà composto…
Per questo motivo questo tempo è un tempo sacro. Un tempo di grandi opportunità.
Un tempo di salti quantici pronti a realizzarsi e a creare nell’invisibile una magia luminosa simile ad un campo invaso da miriadi di lucciole che danzano nel buio profondo agli albori della stagione del sole.
Concludo citando questo mio passaggio su “Il Mondo” tratto da “Frammenti di un discorso più ampio”, breve viaggio ispirato agli Arcani Maggiori dei Tarocchi, mio e di Valentino infuso.
“Noi viviamo nel Mondo: abitiamo case, nasciamo, cresciamo, ci convinciamo di questo, di quello, crediamo di essere l’idea che abbiamo di noi stessi e l’idea che gli altri hanno di noi, lavoriamo, ubbidiamo, facciamo quello che “si deve fare”, ci illudiamo e ci disilludiamo, ma il “luogo” che abitiamo non è casa, il luogo in cui esistiamo non è casa…
“Casa” è in quel qualcosa che, improvvisamente, ci fa cantare, nel profondo dell’anima, senza doverci interrogare sulle ragioni di quel canto, casa è un tepore d’appartenenza per il quale, di colpo, non siamo più soli su questa terra, fosse anche per un istante.
“Casa” è in un mistero che ci coglie alla sprovvista, fuori dalle nostre abitudini, dai nostri programmi, dai nostro “doveri”, e ci commuove fino al pianto: un mistero che ci assomiglia, che ci appartiene, che ci specchia e ci accoglie nello stesso modo, con la stessa grazia, e per incanto ci sorprende… come si sorprendono i bambini agli albori dei loro sguardi sul mondo…
“Casa” è, non so, guardare il cielo ad esempio e sentire (ma sentirlo davvero), che alla paura del vuoto universale, si sostituisce la commozione di sentirsi profondamente pienezza compatta composta da quella stessa vertigine di infinito…
“Casa” è un “luogo” dove neanche servono le parole e quelle che pronunciamo servono solo per renderci più ricchi del nostro potere di espressione.
“Casa” è dove qualunque cosa diciamo o facciamo tutto è riconoscimento e fiducia poiché noi stessi ci riconosciamo, poiché noi stessi abbiamo fiducia in Chi Siamo.
Casa è dove possiamo far cadere ogni maschera, restare nudi, e sapere che nulla ci sarà rubato, che in nessun modo saremo traditi, ricattati, giudicati.
“Casa” è dove siamo Liberi…
Quanto il nostro mondo è davvero fatto di questo? Questo chiediamoci…
In che misura possiamo sentirci a casa nel mondo che crediamo appartenerci e difendiamo?
E se non possiamo sentirci “a casa” come può essere il nostro mondo davvero?
E se avessimo l’opportunità di poter scoprire, così all’improvviso, adesso, proprio adesso, che il mondo in cui per tanto tempo abbiamo abitato può svanire…sta svanendo, è già svanito mentre cerchiamo di riportarlo indietro…mentre ci accaniamo per riportarlo indietro, mentre urliamo che ci sia restituito…e ci accorgessimo di colpo che ciò che chiediamo ci sia restituito non ci serve davvero, che non è nemmeno ciò che realmente vogliamo?
Che magari “da quanto tempo accidenti ho scordato che sapevo sognare” e ora…
(Se ci accorgessimo davvero che più ci restringono più ci liberano, che più ci tolgono più ricchi diventiamo perché dentro di noi sempre più forte si fa la chiamata a saltare via da un mondo vecchio che non è più il nostro…)
Non esistono che pochi eventi nella vita. Crediamo di esserne circondati. Ma un evento è una stanza con tre porte separate: nascere, morire, amare… – che si fanno varcare tutte insieme, contemporaneamente…senza che si possa evitarlo…e senza che avvenga in noi separazione alcuna.
Così prezioso e raro.
Ecco…ci siamo.
Siamo giunti al Tempo sacro in cui possiamo ridisegnare il Mondo.
Un mondo che ci appartenga.
Un mondo che sia “casa”…per noi…per tutti.
Un mondo che scegliamo, che possiamo scegliere, ognuno per se stesso e tutti insieme.
Un mondo fatto non di frammenti di esseri, non di ingranaggi di una grande macchina, ma di Unicità Straordinarie, di Rivoluzionari tra cielo e terra, di Anime libere…perché la Libertà è uno stato dell’Essere che niente e nessuno potrà mai toglierci.
È la nostra scelta a determinare il nuovo mondo.
È il nostro salto quantico.
Ci hanno insegnato che c’era una sola realtà con cui dover fare i conti necessariamente, compromesso dopo compromesso, rinuncia dopo rinuncia, che i sogni a un certo punto erano sogni e che quella realtà era destinata a dominarli…ma oggi abbiamo l’opportunità, e la stiamo vivendo, di far cadere questa menzogna.
La Realtà è una cosa plastica, che si modella ogni istante, che noi disegniamo ogni istante, poiché esistono infinite Realtà,- dipende dalla nostra rivoluzione personale e dal salto quantico della nostra scelta – e nulla esiste di più Reale di questo…”
Valentina Cidda Maldesi/Anabel
Link al blog di Anabel: www.isentieridellalbero.org