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Pandemia, il cervello che non distingue tra realtà e fantasia e la reazione dei neuroni specchio

Vogliamo davvero sapere la verità o preferiamo la dittatura, che ci gratifica di più?

Definiamo la realtà con i sensi attraverso elaborazioni del cervello, l’organo di tutto il corpo umano che ha più bisogno di ossigeno in assoluto. Per capire che realtà stiamo vivendo, se liberi o in dittatura, il cervello ha bisogno del 20% di tutto l’ossigeno assorbito e trasportato dai globuli rossi.

Come rilevato dal progetto BRAINCIROXCON, finanziato dall’UE nel 2014, l’alterazione anche minima di ossigeno compromette la funzione intellettuale e cognitiva. Bastano poche ore di poco ossigeno e già si hanno danni meccanici alle cellule cerebrali, con mutazioni di alcune proteine sinaptiche, che possono portare a disturbi maniaci depressivi e disfunzioni come epilessia o autismo.
Mens sana in corpore sano, vuol anche dire ossigeno al cervello, per una risposta alla vita creativa e soddisfacente.

In Italia da oltre 2 anni, il popolo è sotto incantesimo e sta portando, da 700 giorni senza interruzione alcuna, una mascherina per quasi 8 ore giornaliere sulla bocca e sul naso, non contribuendo più alla fotosintesi clorofilliana.

Nessuna esalazione di anidride carbonica esce dai polmoni, e in quanto esempi perfetti di ecosostenibilità agenda 2030, si eseguono parodie di virologi vip, obbedendo a politici impegnati in economie transumane, vincolate da sperimentazioni genetiche.

Il cervello sta elaborando sensazioni e stimoli con una neuroplasticità compromessa, cosa che giustifica la differenza, tra chi sta vivendo con una mascherina chirurgica fissa sulla faccia, per difendersi da un attacco esterno (virus, multe, giudizi o rimproveri) e chi non è disposto ad uno stupro in nome dell’amore verso i timorosi.

Per la non esalazione di CO2, il sangue diventa più acido, il clima infatti è incandescente e quel malessere misto a rabbia e frustrazione per un non respiro libero, non dà segnali di resa in nessuno dei due gruppi: i missili balistici Pfizer Biontech e Moderna solcano i cieli italiani già da un anno, la guerra è in atto.
Perché ci sentiamo tutti coinvolti? Perché il cervello non distingue tra realtà e fantasia, e noi agiamo in base ai “neuroni specchio”, in conformità ad un modello evolutivo, che vede i bambini essere la copia dei genitori, fino a che non acquisiscono altre strategie nel gruppo dei coetanei.

Mantenendo in funzione quei neuroni che regolano l’empatia, e che si attivano involontariamente, sia quando si esegue un’azione finalizzata, sia quando si osserva la medesima azione finalizzata compiuta da altri, noi ci muoviamo in ciò che ci piace fare, copiando però cosa fanno i nostri simili.

Siamo quindi già robotici per natura, biologicamente strutturati a imitare involontariamente, il cervello fa le sue prime esperienze in una tabula rasa di sensazioni, inizialmente finalizzate a due soli stimoli: piacere e dolore.

Nel meccanismo della cosiddetta “educazione”, deontologia vorrebbe che il “dolore”, inizialmente espresso solo con il pianto, fosse elaborato nelle sue sfaccettature, verso ciò che poi, sarà compreso come difesa e cura del proprio territorio. Ma nonostante la cultura pedagogica sia a disposizione, oggi più che mai, vi è una tendenza a generare bambini come se si fosse tornate ai tempi del neolitico. La grossa assenza di conoscenza, di quello che è lo sviluppo dell’essere umano e della sua capacità di pensare, agendo con armonia nel mondo, ha gettato gli italiani allo sbaraglio, con poca attitudine allo studio, con la televisione inizialmente ed ora computer e smartphone, quali grandi baby sitters, educatori surrogati, che han fatto imitare balletti, atteggiamenti, frasi, movenze e quant’altro.

La realtà si è consolidata con quei sensi, e il cervello si è sviluppato facendo proprie quelle aspettative e quelle negazioni, di coloro che abbiamo visto, in qualche modo imitato.

Assumendoci la visione della vita, quindi del bene e del male, che i nostri modelli di riferimento ci hanno mandato empaticamente, attraverso i neuroni specchio, abbiamo strutturato la nostra personalità. Per questo siamo poco diversi gli uni dagli altri, e rispettare la propria diversità è anche un po’ ostacolato, da quei neuroni che ci fanno essere pappagalli involontariamente.

Profondamente non vi è colpa in un popolo inerme. Biologicamente, è naturale che chi si identifica con stesse aspettative, credenze, ritmi, consuetudini linguistiche e similitudini autoritarie riconosciute, abbia stessi pensieri, comportamenti e poi anche sintomi simili nel corpo. Il cervello agisce come un computer su tracciati fatti in precedenza, più o meno luminosi o fangosi, riconoscersi nel gruppo è una necessità biologica, se manca la collettività, ci ammaliamo.

Essere individui e non sentirsi nella massa, è aver strutturato un controllo dove l’imitazione è si utile, ma è anche regolata dall’intelligenza, che si struttura solo con il mettersi in discussione attraverso lo studio degli altri, di sé e l’apprendimento.

Perché in questi 2 anni vige il termine “distanziamento”?

La visione e l’emozione degli altri dovevano essere chiare, i nostri neuroni specchio dovevano registrare bene il nuovo balletto, proposto dal padrone Governo. Si sia certi che anche chi non indossa mascherina, chi fa il ribelle, non ha scampo, ammesso non sia cieco, all’influenza dell’onda empatica, verso le specie umane ora evidenti nelle loro catatoniche sfaccettature.

Siamo un corpo che funziona con delle leggi biologiche precise, seguiamo delle tappe evolutive che iniziano con quell’amplesso che un DNA XX e un DNA XY combinano dando vita umana.
Quattro sono quelle ufficialmente riconosciute: 0-2 mesi, 2-4 mesi, 4-8 mesi, 8 mesi-16 anni. In ognuna si strutturano specifici organi, si attivano specifiche ghiandole, si sviluppano determinate abilità motorie e intellettive: seguiamo dei gradi, abbiamo bisogno di un ordine, di attenzioni mirate, di input calibrati e di risposte consone allo sviluppo del momento.
Se ciò non accade, lo possiamo vedere osservandoci intorno, nessuno muore, ma le aspettative di felicità, precipitano drasticamente e la vita diventa un rincorrere quei bisogni primari, mai soddisfatti al momento giusto. Unitamente a soddisfazioni effimere e passeggere, che costringono ad una continua attesa sperata di un qualcosa di stabile, l’opportunità di diventare un esempio di umana creatura valorosa e consapevole, rimane attività sconosciuta.
La mancanza di un’identità, che soddisfi una personalità che abbia curiosità della vita, la mancanza di una personalità viva, è stato il programma educativo attuato nel tempo, togliendo fin dalla scuola dell’infanzia, quelle basilari acquisizioni di “coscienza di sé”.

Definito “campo di esperienza Il sé & l’altro”, il percorso didattico permetteva la presa di coscienza di sé e della propria diversità, iniziando innanzitutto come gruppo genetico di appartenenza: grembiule blù e grembiule rosa.
Nella promiscuità del “siamo tutti uguali”, i neuroni specchio si sono adeguati e la fluidità dell’essere ha generato “umani prede”, di cui oggi siamo testimoni.
Nessuna identità, equivale ad una naturale disponibilità ad essere quel che sono gli altri, i “di più”, il “branco di appartenenza”.

Il Bel Paese oggi, è abitato da branchi rabbiosi per obblighi illegali imposti da un Governo, affetto da Sindrome di Munchausen per procura e che impedisce l’accesso anche a John Malkovich, sprovvisto di super marchio verde, nostro primato di rispetto della dignità umana a livello mondiale.

A tutti coloro che “resistono” ed esercitando la propria Libertà, agiscono secondo i Diritti Internazionali, non resta che far finta di niente, rispettando così i Regolamenti europei, e comportarsi seguendo il giorno che viene, possibilmente sapendo che stare insieme è biologicamente necessario.
I neuroni specchio siano motivati da letture e visioni edificanti, e per chi ha ancora più coraggio, da uno sguardo rivolto verso l’interno, con tecniche di meditazioni come la Dinamica, la Kundalini, la Nataraji o la Nadabrhama del maestro spirituale Osho Rajneesh.
Facciamo sintomi sul corpo, definiti “malattie”, quando iniziamo a risolvere uno shock, vissuto precedentemente in solitudine e drammatico; i cosiddetti virus che abitano in noi fin dalla 3° tappa evolutiva, non viaggiano nell’aria, ma si attivano per una “risposta biologica sensata”, che è diversa tra i due sessi umani e poi tra mancini e destrimani.
Abbiamo si, tutti, i neuroni specchio, ma le cosiddette “personalità” sono diverse: imitiamo in modi diversi, anche se pappagalli, riusciamo a mantenere una certa differenza individuale in questo zoo umano.

I bisogni da soddisfare primari, sono per tutti uguali: sopravvivenza, protezione fisica personale, autostima, relazione io/tu, relazione io/noi.

Certo, tutti ci allertiamo davanti alla paura del momento, o per scansarla o perché se ne è vittime, e lo stress che agisce sulle surrenali, sulle vie biliari e sulle mucose è dietro l’angolo spesso.

In un momento in cui i neuroni specchio sono sottoposti a visioni poco felici, si faccia “uno sforzo di volontà cosciente” e si giri lo sguardo verso altri lidi.
Siamo chiamati a sperimentare che la realtà è ciò che vogliamo vivere, conoscere un po’ come funzioniamo a livello di tappe evolutive, come le nostre emozioni siano solo stimoli di ghiandole, già da quando abbiamo 4 mesi in pancia di mamma, ci potrebbe portare ad abitare questo bellissimo Paese, nel 2024, con un’altra coscienza. Plutone uscirà allora dal Capricorno, per chi resta e avrà a cuore l’essere umano, nuove tecnologie e conoscenze inizieranno a prendere forma. In una convivenza pianificata con transumani, la nostra umanità mantenga sempre vivo quella strana frequenza che si chiama amore, in modo che il clima dell’indifferenza e l’autismo siano poi solo un ricordo.

I neuroni specchio si trovano nelle aree motorie, e descrivono l’azione altrui nel cervello di chi guarda in termini motori. Fino a non molti anni fa, si riteneva che il sistema motorio producesse solo movimenti.

Noi abbiamo scoperto che molti neuroni del sistema motorio rispondono a stimoli visivi. Se vedo una persona che afferra una bottiglia, si verifica una comprensione istantanea dell’altro, senza bisogno di mettere in gioco processi cognitivi superiori. In seguito abbiamo visto che la stessa cosa capita per le emozioni. Per esempio il disgusto. Se osservo qualcuno disgustato, si attiva in me esattamente la stessa zona dell’insula. Questo riporta tutto al corpo. Io ti capisco perché sei simile a me. Non deduco, ma sento. C’è un legame intimo, naturale e profondo tra gli esseri umani. Il processo non è logico ma intuitivo”.
(Giacomo Rizzolati scopritore dei neuroni specchio)

“Filtriamo attraverso occhi capaci di una lettura limitata delle cose, l’evoluzione ha selezionato organi della vista funzionali alla sopravvivenza delle specie, quel che funziona meglio per riconoscere il cibo e sfuggire ai predatori. Per creare la nostra visione del mondo non usiamo solo gli occhi ma, al novanta per cento, il cervello: come dire che non siamo solo osservatori, ma anche creatori di significato. E capire che la nostra percezione del mondo è fallace diventa l’inizio di una percezione diversa anche di noi stessi, degli altri, dell’ambiente. I politici sanno che creare incertezza e poi mostrarsi come l’unica soluzione è un modo per controllarci. Così come lo è manipolare il racconto della storia. Cioè: quello che facciamo oggi non è tanto il riflesso della nostra storia quanto dei significati che le diamo. E, per controllarci, religioni e governi ridefiniscono questi significati di continuo.”

(Beau Lotto neurobiologo)

di Keli Claudia Rigacci

Fonti:

https://cordis.europa.eu/article/id/198913-brain-function-in-an-altered-oxygen-environment/it

https://cordis.europa.eu/article/id/122537-a-protein-associated-with-alzheimers-disease-has-also-been-linked-to-cognitive-ability/it

https://www.greenme.it/vivere/mente-emozioni/neuroni-specchio/

https://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2017/10/04/news/realta_e_illusioni_ottiche_-177368321/

https://enneagrammabiologico.it