L’ULTIMO ANTICRISTO 7 – LA BESTIA DALLA TERRA

Nel capitolo 12 dell’Apocalisse, è scritto che il grande drago rosso, cioè, il diavolo, trascinava con la sua coda un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. La coda è il simbolo della menzogna, la manipolazione della verità, dunque, dell’eresia. «Il profeta che insegna la menzogna è la coda» (Is 9,15).

Il cielo è la Chiesa e le stelle sono coloro che hanno ricevuto autorità e saggezza per indurre molti alla giustizia (cfr. Daniele 12,3) ma che a causa della loro adesione alla menzogna del drago hanno deviato dalla loro fede, diventando degli eretici. Ora, sono appunto costoro che costituiscono il corpo della bestia che sale dalla terra. Per san Cesario si tratta della Chiesa eretica. Al cap. 8, riguardo alla grande stella ardente che cadde dal cielo come torcia, specifica che si tratta di «persone grandi, di coloro che hanno il potere e la ricchezza», che sono cadute dalla Chiesa, cioè, hanno optato per la menzogna.[1]

 La bestia dalla terra ha due corna e voce di drago, cioè, ha le sembianze di Cristo, l’agnello per eccellenza, e l’autorità dei due testamenti (corna), ma parla con la voce del drago, cioè, insuffla la menzogna nei cuori degli uomini. È il falso profeta che si allea con il potere politico totalitario e demoniaco, ricevendone da questo il potere per indurre gli abitanti della terra ad adorare la prima bestia e in lei a rendere culto al drago. Le due corna sono i due Testamenti e richiamano le due cornua, cioè, le due punte della mitria, il copricapo dei vescovi. Esiste, cioè, una Chiesa eretica nelle alte gerarchie ecclesiastiche, come annunciato nelle profezie di Fatima e di Garabandal (QUI).

Ed essa aveva due corna come quelle di un Agnello, cioè, i due Testamenti, secondo l’immagine dell’Agnello che è la Chiesa. Ed essa parlava come il drago: questa è la Chiesa eretica, quella che è cristiana solo di nome e che si presenta come l’Agnello per diffondere segretamente i veleni del drago; infatti essa non imiterebbe la somiglianza dell’Agnello se parlasse apertamente. Essa finge adesso uno spirito cristiano per ingannare con più sicurezza gli imprudenti e per questo il Signore ha detto: Guardatevi dai falsi profeti.[2]

Per il valore simbolico della mitra, il papa Innocenzo III (1198-1216) afferma che la mitra significa la conoscenza dell’Antico e del Nuovo testamento. I corni sono i due testamenti: le infule sono, invece, lo spirito e la lettera.[3]

Il falso profeta esercita tutto il potere della bestia dal mare in sua presenza (cioè, dipende interamente dalla bestia) e costringe la terra (ciò che si contrappone al cielo, cioè, alla Chiesa) e i suoi abitanti ad adorarla. Opera grandi prodigi, fino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra. Quando Elia volle dimostrare chi fosse il vero Dio e il suo vero profeta, implorò il fuoco dal cielo come segno.  Far scendere il fuoco sulla terra vuol dire che il falso profeta usa la propria autorità ricevuta dal Dio in favore della prima bestia, deviando il culto verso la bestia. Si tratta dei segni annunciati nel vangelo di Marco: «Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti» (Mc 13,22). Far cadere il fuoco dal cielo, vuol dire, secondo San Cesario, far uscire le eresie dalla Chiesa.

E poiché il cielo è la Chiesa, cosa vuol dire far scendere il fuoco dal cielo, se non far cadere le eresie dalla Chiesa? Così come è scritto: Sono usciti da noi ma non erano dei nostri. Infatti, il fuoco scende dal cielo quando gli eretici, che si ritirano come il fuoco dalla Chiesa, perseguitano questa stessa Chiesa. Dunque la bestia con le sue due corna fece in modo che il popolo adorasse l’immagine della bestia, cioè, l’invenzione del diavolo.[4]

I prodigi stupefacenti compiuti dalla bestia dalla terra – tra cui il fuoco dal cielo – sono il segno che precede la venuta dell’ultimo anticristo, che, nell’Ascensione di Isaia, un testo apocrifo dell’Antico Testamento, è chiamato Beliar. Egli sarà un re senza legge (l’uomo dell’anomia di cui parla san Paolo) parlerà come l’Amato, cioè, il Messia, porrà la sua immagine ovunque e trascinerà molti con sé.

1. Ed ora Ezechia e Josab, mio figlio, questi sono i giorni del compimento del mondo. 2. Dopo che sarà stato consumato, discenderà Beliar, il grande sovrano, il re di questo mondo, che lo governa da quando è stato creato; sì, discenderà dal suo firmamento in sembianze d’uomo, un re senza legge, l’uccisore di sua madre; il quale stesso (anche) questo re. 3. Perseguiterà la pianta che i Dodici Apostoli dell’Amato hanno piantato. Dei Dodici uno sarà consegnato nelle sue mani. 4. Questo sovrano sotto forma di quel re verrà e verranno e verranno con lui tutte le potenze di questo mondo, ed esse gli daranno ascolto in tutto ciò che egli desidera. 5. E alla sua parola il sole sorgerà di notte ed egli farà apparire la luna alla sesta ora. 6. E tutto quello che ha desiderato lo farà nel mondo: farà e parlerà come l’Amato e dirà: “Io sono Dio e prima di me non c’è stato nessuno”. 7. E tutti i popoli del mondo crederanno in lui. 8. E sacrificheranno a lui e lo serviranno dicendo: “Questo è Dio e accanto a lui non ce n’è un altro”. 9. E il maggior numero di coloro che saranno stati associati insieme per ricevere l’Amato, si allontanerà dopo di lui. 10. E ci sarà la potenza dei suoi miracoli in ogni città e regione. 11. Ed egli porrà la sua immagine davanti a sé in ogni città. 12. Ed egli porterà il suo dominio per tre anni, sette mesi e ventisette giorni. 13. E molti credenti e santi che hanno visto Colui per il quale speravano, che è stato crocifisso, Gesù il Signore Cristo, [dopo che io, Isaia, avevo visto Colui che è stato crocifisso e asceso] e quelli anche che erano credenti in Lui – di questi pochi in quei giorni saranno lasciati come suoi servi, mentre fuggono di deserto in deserto, aspettando la venuta dell’Amato. 14. E dopo (mille) trecentotrentadue giorni il Signore verrà con i suoi angeli e con gli eserciti dei santi dal settimo cielo con la gloria del settimo cielo, e trascinerà Beliar nella Gehenna e anche i suoi eserciti. 15. Ed Egli darà riposo ai devoti che troverà nel corpo in questo mondo, [e il sole si vergognerà].[5]

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[1] Cesario di Arles, Commento all’Apocalisse, Paoline, Milano, 2016, p. 211.

[2] Idem, p. 271.

[3] Aldrighetti, G., Araldica ecclesiastica, http://www.iagi.info/ARALDICA/ECCLESIASTICA/ECCLESIASTICA_05.HTML.

[4] Cesario di Arles, Commento all’Apocalisse, Paoline, Milano, 2016, p. 271.

[5] Testo tratto da http://www.earlychristianwritings.com/text/ascension.html.