di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne
Confortate di pianto è forse il sonno
Della morte men duro? (…)
Non vive ei forse anche sotterra, quando
Gli sarà muta l’armonia del giorno,
Se può destarla con soavi cure
Nella mente de’ suoi? Celeste è questa
Corrispondenza d’amorosi sensi,
Celeste dote è negli umani; e spesso
Per lei si vive con l’amico estinto
E l’estinto con noi, se pia la terra
Che lo raccolse infante e lo nutriva,
Nel suo grembo materno ultimo asilo
Porgendo, sacre le reliquie renda
Dall’insultar de’ nembi e dal profano
Piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
E di fiori adorata arbore amica
Le ceneri di molli ombre consoli.
Sol chi non lascia eredità d’affetti
Poca gioia ha dell’urna; …
Impietoso, il carme Dei Sepolcri di Ugo Foscolo, scritto quando le leggi napoleoniche tentarono di sovvertire la “corrispondenza d’amorosi sensi” tra vivi e morti attraverso severe restrizioni dei culti cimiteriali, sancisce l’opposto destino tra l’amico estinto e chi non lascia eredità di affetti. Ma nell’altra poesia a Zacinto, il romantico vate vaticina la sua stessa tragica morte “Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra; a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura”.
Il tema epico della morte assunse un’eco cristiana con la Resurrezione di Alessandro Manzoni che celebrò altresì proprio la ribelle e maestosa potenza di Napoleone Bonaparte, demiurgo saggio nel tenere per un po’ a freno l’orda massonica tracimante…
Ei fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,
Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà.
Voglio dedicare questi versi iniziali della poesia il 5 maggio al genio del professor Luc Montagnier.
Fino all’ultimo, infatti, persino dinnanzi alla sua morte i media di mainstream hanno cercato di occultarne la fama ritardando la conferma del decesso del virologo che non solo denunciò l’origine artificiale del SARS-Cov-2 ma fece un elenco interminabile dei gravi danni che avrebbero potuto arrecare i sieri genici sperimentali chiamati dalla comunità scientifica “vaccini antiCovid” per nasconderne la sconosciuta e pericolosa biotecnologia con RNA messaggero e le misteriose nanoparticelle di cui è ignota la reale tossicità.
L’Ansa ha bloccato l’indirizzo IP del mio computer dopo che ieri sera ho narrato su Gospa News l’infamia con cui solo 24 ore dopo l’annuncio di France Soir di mercoledì 9 febbraio hanno confermato la notizia in tre righe più offensive del silenzio.
Né Foscolo né Manzoni mai avrebbero potuto immaginare fin dove sarebbe giunta l’umana malvagità e malizia: far appassire il morto fresco nel mistero artefatto del suo incerto destino per renderne poi obsoleta la commemorazione all’indomani. (mio video di ieri in coda all’articolo)
TV e quotidiani nazionali francesi hanno così taciuto per ore la scomparsa dell’89enne scienziato, improvvisandosi incapaci di verificare la notizia “antipatica”. Perché riguardante il premio Nobel per la Medicina (2008) che dall’aprile 2020 fino a pochi giorni fa in Italia e Lussemburgo ha ribaltato la narrazione di mainstream sull’origine naturale del virus della pandemia e sull’efficacia e sicurezza dei “vaccini antiCovid” allertando il mondo intero sul rischio prioni e malattie degenerative neurocerebrali, puntualmente confermato da una nostra inchiesta basata su 5 ricerche scientifiche.
I giornalisti che ogni anno festeggiano la presa della Bastiglia, le ghigliottinate a gogo dei sanculotti giacobini armati dalla Massoneria nei confronti degli aristocratici, triplamente colpevoli perché ricchi, nobili e cristiani di discendenza, e l’inno marsigliese “Liberté, égalité, fraternité” sono stati maestri sadici della discriminazione contro Montagnier, per non rendergli la giusta fama e non celebrare lo scoop dello storico quotidiano France Soir che aveva fatto cassa di risonanza alle sue scomode quanto veraci tesi scientifiche sull’emergenza da Covid-19 e connessa gestione politica-sanitaria fallimentare: oggi palese agli occhi di tutti.
Per una sinistra “coincidenza” l’articolo più letto del sito Gospa News che ho fondato e dirigo “Vaccinare durante una pandemia è un’ara di distruzione di massa” aveva in copertina le foto del professor Montagnier e del biologo Franco Trinca: mentre martedì 8 febbraio si celebrava il funerale di quest’ultimo spirava anche il più anziano ricercatore francese.
Questa razza di pennivendoli al soldo di Bill Gates, che esalta medici e governi al soldo delle Big Pharma con la nobile missione di vendere vaccini, non sono stati minimamente “fraterni” nei confronti del professor Luc, non sono stati minimamente “uguali” verso lo scienziato capace di scoprire il virus dell’HIV, l’immunodeficienza prodroma dell’AIDS, ma anche di trovarne tracce dentro il SARS-Cov-2, e ancor meno sono stati “liberi” dai pregiudizi che hanno anchilosato le loro già bacate menti e le loro mani unte di vil denaro.
Montagnier, maestoso esempio di fortezza, intelligenza, scienza e sapienza, carismi dello Spirito Sato infusi nel suo animo agnostico ma gravido di bontà e carità, ebbe anche l’umiltà d’inchinarsi dinnanzi al per lui inspiegabile fenomeno delle guarigioni miracolose di Lourdes pronunciando una frase che scegliamo come suo epitaffio: “Molti scienziati commettono l’errore di rifiutare quello che non capiscono”.
Sono gli stessi medici bassetti bassetti di statura scientifica che sorridono in tv come istrioni di corte quando sentono parlare di SARS-Cov-2 da laboratorio o di gravi danni da sieri genici sperimentali.
“Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!” (Ges+ Cristo secondo il Vangelo di Matteo, 15,14) Sono gli stessi che hanno pilotato il pianeta verso il disastro pandemico guidando i media di mainstream verso il suicidio collettivo del giornalismo già agonizzante.
E mentre loro in Francia tacevano ed in Italia dubitavano, il mio articolo sulla morte di Montagnier pubblicato su Gospa News ma anche negli Usa su Veterans Today veniva tradotto persino in Giapponese da un sito nipponico.
Non lo scrivo per vanagloria ma per quel buonsenso di giustizia sovente dispensata dalla Divina Provvidenza anche sulla terra ed alla nostra umana essenza in attesa che si riconosca, come fece Giuseppe Ungaretti nei suoi Fiumi, “una docile fibra dell’universo”.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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