DOVE SONO I BAMBINI E GLI ADOLESCENTI DOPO DUE ANNI PANDEMICI?

C’è una cosa che non capisco, nel futuro non vedo bambini”
(Stuart Wilde 1946- 2013 sensitivo scrittore e conferenziere britannico, definito “uno dei maggiori esponenti del movimento motivazionale del potenziale umano”)

Bambini, ATTENZIONE, c’è il COVID… PROTEGGETEVI!
Ragazzi, OCCHIO, c’è il COVID… PROTEGGETEVI!
C’E’ IL COVID, NON SI PUO’, NON SI DEVE, E’ VIETATO, E’ OBBLIGATO.

Due interi anni ogni giorno con queste frasi ripetute decine e decine di volte, con tanto d’imprinting emotivo per la paura dell’invisibile che uccide e che aleggia a 1 millimetro da quella maschera ospedaliera da cui il monito proviene. Due anni a porre attenzione agli altri, all’intorno da sé, ad un esterno che restava sempre uguale ma che si riempiva di pericoli, divieti, multe, sirene incessanti, altoparlanti dalle intimazioni surreali di non uscire di casa, e uno schermo TV fatto di bare, zone di contagio, tute spaziali per affrontare centinaia e centinaia di migliaia di morti, di cui solo due anni dopo avremmo saputo che erano meno di 40 mila.

Era il 19 Marzo 2020: iniziava il genocidio dei minori unitamente alla morte cerebrale di una gran parte della popolazione italiana, vittime di quel patto stilato dall’Aifa il 29 settembre 2014 per un’ “Italia capofila per la strategia vaccinale a livello mondiale”, descritto qui: https://www.aifa.gov.it/documents/20142/241024/Comunicato_AIFA_N.387.pdf



Così, grazie all’impegno tutto squisitamente italiano di dimostrarsi esempio mondiale nel “formare studenti e insegnanti su importanza vaccinazioni e corretti stili di vita”, il COVID e i suoi derivati, assumevano lentamente il ruolo di argomento universale, la cura ad ogni differenza, la panacea ad ogni incomprensione linguistica, la soluzione nell’unico ragionamento, il nuovo inno d’Italia e l’omologazione culturale che oggi ha raccolto oltre il 90% della popolazione, come ci mostra il sito del governo: https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/

Il 93% degli ultra dodicenni si è prestato alla sperimentazione vaccinale per “sconfiggere il virus” e “tornare alla normalità”. Peccato che “tornare alla normalità” sia una frase che per la scienza e per l’evoluzione, non ha senso. Non si torna, ma si procede sempre, la normalità è una convenzione del momento e cambia per il semplice percepire il tempo, ciò che era normale in un’epoca, non è detto lo sia in quella successiva, ma a volte può accadere di avere reali assaggi di una “regressione”, magari con tecnologie nuove: il tempo procede a spirale.
La memoria del passato si cancella perché la morte porta via il ricordo, la tradizione orale sfuma e i libri di storia, per quanto mai obiettivi, non più studiati e sostituiti. Ringraziamo in Italia oggi quei giovani, che sanno cosa accadde al nostro Bel Paese nel 1938, confidando che la loro energia spezzi quanto prima la schiavitù in atto, ma ormai il danno è fatto. Tutti i bambini, i ragazzi, gli adolescenti che hanno vissuto questi due ultimi anni in Italia, e continuano ancora oggi a vedere un popolo soggiogato da mascherine, tamponi, vaccini e quant’altro, hanno mutato la loro fiducia negli adulti, quindi nel futuro, o l’hanno irrimediabilmente perduta specialmente se piccoli.

Ogni bambino da 1 anno di vita in su, che incontra un volto con occhi senza bocca, rafforza l’idea che è umano non avere espressioni, è umano non respirare, è buono diffidare e soprattutto è salutare temere.

Vivere in un ambiente di continua allerta crea scompensi a livello ormonale e dello zucchero nel sangue, la mancanza di allegria costantemente interrotta da divieti, crea interruzioni nella corteccia sensoriale, l’incapacità di leggere le emozioni e le parole crea dislessia e autismo. Non importa se i genitori sono esempio di salubre legalità, il contesto intorno è più vasto dell’ambiente familiare, diventa biologico conformarsi al gruppo più vasto, la psiche non registrerà quello che i genitori hanno combattuto con l’intelligenza, che un minore non ha.

Nella scuola parentale si irrigidirà la diversità, impedendo un sano sentimento di fratellanza, sviluppando ego fragili convinti di essere i migliori.

Ogni bambino è il riflesso dei genitori e se il 90% di loro ha aderito al programma paura, non possiamo sperare che il restante 10% dei minori si salvi: dobbiamo iniziare a pensare che precauzioni prendere, quali insegnamenti possiamo dargli, quali tecniche spirituali devono apprendere per portare in sé quella scintilla d’immortalità che si chiama “Anima”, contribuendo al 2° principio della termo-dinamica, per cui si evolve sempre verso maggior coscienza.

Se la scienza ha preso il sopravvento e il “gesto d’amore verso gli altri” per esser visti di buon occhio da Dio è vaccinarsi, lo dobbiamo alla totale perdita di un divino che ci pervade, all’assenza di un rispetto verso la nostra macchina biologica che contempli il mistero del nostro essere coscientemente qui.

L’esperienza della meditazione, unica arte che tramite il corpo ci permette di guardarci dentro senza giudicare, dovrà diventare pratica quotidiana, l’uso di forme creative d’espressione personale, qualità individuali da esercitare, e per quanto riguarda la salute, la conoscenza delle 5 leggi biologiche, come descritte nella Nuova Medicina Germanica dal Dottor Hamer, saranno la sensata visione di come funzioniamo a livello ontogenetico.

Molto si trova sul web riguardo il Dottor R.G.Hamer, medico e teologo tedesco dal destino controverso, legato all’Italia per il suo coinvolgimento con la famiglia Savoia che gli uccise il figlio in un’estate del 1978, condannato e incarcerato per le sue testimonianze mediche con particolari legami con la medicina ebraica e pericolo di radiazione il solo nominarlo, per ogni medico iscritto all’albo. Forse, come l’Italia è capofila mondiale per un modello di vita basato sul vaccino, sono proprio le 5 Leggi Biologiche descritte da Hamer grazie all’evento accorsogli in Italia, che porteranno la più grossa presa di coscienza in chi resisterà a questo tentativo di genocidio psichico e non solo.

D’altronde durante la Spagnola si salvò chi continuò ad usare l’omeopatia.



Cosa ci dicono le 5 leggi biologiche per i nostri ragazzi?

E’ cambiata la relazione, si è interrotto il contatto con l’altro, cala la vitalità che si trasforma in aggressività o depressione, si subiscono problemi alla pelle come eczemi o funghi, la possibile disistima rende più fragili, si cade di più, si hanno dolori alle ossa, agli arti. La vista cambia, e dentro, la psiche, elabora nuove interpretazioni dove un raggio di luce non passa in mancanza di un maturo dialogo in casa. Si cade in quelle che sono chiamate in gergo “costellazioni cerebrali”.

Gli shock, vissuti in solitudine, non espressi, accendono determinate zone dei nostri 2 emisferi cerebrali, ed entriamo in una fase di pluri conflitti, che il corpo, biologicamente, affronta insieme al cervello, creando nuove personalità. Cambiamo, l’antico equilibrio è compromesso e pur di restare in vita, adottiamo strategie che ci permettono di attendere periodi migliori. Ma durare troppo in questa situazione mista ad allerta, timore, desiderio di reazione e obbligo di sottomissione, logora quelle aree cerebrali: noi moriamo per le recidive, no per le cosiddette “malattie”, il nostro corpo è strutturato per far fronte a cambiamenti anche drastici, ma indulgere troppo nello stesso stress, manda in tilt il cervello e l’organo ad esso correlato. Meno si sta in stress, meglio è: oggi in Italia questo è impossibile.



La Nuova Medicina Germanica considera il processo biologico di crescita attraverso le tappe evolutive dell’essere umano, la 4° e ultima tappa che va da 0 a 16 anni, è quella che sancisce la tipologia delle relazioni nei rapporti io-tu e io-noi/voi. Si comprende quindi come il programma sia passato proprio nell’indicare nuovi parametri relazionali, fatti di mascherine chirurgiche viaggianti, obbligate al distanziamento e intimate ad avere timore dell’altro per rischio contagio.

Le 3 tappe precedenti ci avevano già strutturato a saper rispondere ai nostri bisogni di sopravvivenza, a riuscire a proteggere il nostro corpo dagli attacchi esterni, ad avere autostima nelle nostre azioni e una “personalità pre-covid” aveva già le sue strategie, sperimentandosi nella 4° tappa evolutiva, stava costruendo le sue basi relazionali.

Ma adesso, per necessità biologica cambiando personalità, si sviluppano diverse modalità di ingoiare qualcosa che non torna, all’interno delle case i rapporti interpersonali agiscono su tematiche di sopravvivenza prima impensabili. E’ mutata la capacità di proteggersi dall’esterno, addirittura adesso vi è un nemico mortale e invisibile, e mancando d’integrità e sicurezza, l’autostima avrà altre espressioni creando di conseguenza nuovi stili relazionali. Relazioni che stanno già diventando consuetudini di atteggiamenti autolesionisti e maniaco-depressivi anche in bimbi molto piccoli. I dati che provengono dagli psichiatri sono agghiaccianti, il silenzio intorno, di tomba.

Anche la Presidente della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (SINPIA), si è trovata costretta ad indirizzare “una lettera al Presidente del Consiglio, per segnalare la necessità di un intervento urgente per promuovere il benessere psichico, ridurre al minimo le conseguenze della pandemia sulla salute mentale della generazione più giovane e per individuare il più precocemente possibile i segnali di “allarme”. Il tema, portato alla Camera si trova qui https://temi.camera.it/leg18/post/OCD15_14559/covid-19-conseguenze-sulla-salute-mentale-bambini-ed-adolescenti.html

I genitori che in questi 2 anni han fatto muro all’ondata sanitaria, avrebbero il dovere di interessarsi alle 5 leggi biologiche, capire come i virus non sono agenti patogeni che circolano nell’aria, convalidare questo con lo studio sugli “esosomi” e finalmente capire che quando “si prende un virus”, è solo un’attivare biologicamente e sensatamente un’informazione al nostro corpo e riassettarci da un problema percepito. Tutto sta nel cervello, quando la nostra psiche percepisce qualcosa come ostacolo, gli manda il messaggio affinché lui possa farvi fronte: pensa dando carica emotiva a ciò che immagini di pericolo/ostacolo e la risposta del corpo arriverà, è così che si crea la realtà/risposta a ciò che si pensa/si sente essere vero.



Sapere che un bambino non ha paura se gli adulti non gli fanno sentire cosa è la loro paura, razionalizzare che per un adolescente è ormonalmente impossibile il distanziamento e accettare che un giovane è il risultato delle sue figure di autorevolezza, crea la realtà italiana di oggi, dove i più piccoli conoscono solo paura, gli adolescenti sono congelati e i giovani specchio di una cultura centrata sulla tecnologia e no sull’intelligenza.

Quando studiando, si comprende che la cosiddetta “malattia” è solo un “processo biologico sensato” per affrontare la vita, anche un bambino è in grado di ridere davanti ad un raffreddore preso all’inizio di scuola, risposta sensata ad accettare un ambiente diverso da quello fino ad allora usuale. Se poi intorno, il mondo (93% in Italia), costruisce un’altra realtà, possiamo solo incentivare che il nostro punto di vista conquisti buona fetta di quel 93%.

Continueremo a spargere semi di conoscenza alla luce delle 5 Leggi Biologiche, continueremo a dare punti di vista diversi alle manifestazioni sintomatiche cui siamo tutti coinvolti, confidando che una presa di coscienza su chi siamo, come nasciamo e come ci evolviamo, diventi passione per tutti quei genitori che hanno a cuore i propri figli e per tutti coloro che credono nelle nuove generazioni.
In un momento di reset psichico, dedicarsi a studiare qualcosa di nuovo, è salutare per mantenere giovane il cervello, come faceva notare R.L.Montalcini. Unirci il divertimento attraverso i fumetti ed il colore, è opportunità di DatabseItalia, con i libri “Appunti a Fumetti sulle 5 Leggi Biologiche” e “Appunti a Fumetti sull’Enneagramma Biologico” in vendita sul sito.

Keli Claudia Rigacci

Si ringrazia Laura Corti di Caltanisetta per la foto usata in copertina e presa da https://www.avvenire.it/multimedia/pagine/il-coronavirus-agli-occhi-dei-bambini