“VACCINO: OBBLIGO OVER 50, VERGOGNOSO RICATTO’!” Denuncia della deputata Giannone (FI). Crepa nella Maggioranza?

Il quotidiano Il Tempo diretto da Franco Bechis è uno dei pochissimi media nazionali, insieme a La Verità, a mettere il dito nella piaga delle restrizioni ed imposizioni decretate dal Governo di Mario Draghi per promuovere i vaccini delle Big Pharma, tra cui la Pfizer intrigata con la Goldman Sachs dove lo stesso premier è stato a lungo manager di alto livello.

Ieri ha lanciato l’allarme sull’obbligo di vaccinazione imposto agli over 50 per lavorare in un articolo dal titolo inequivocabile: “Vaccino, l’obbligo agli over 50 sta diventando una crudeltà”. Il Tempo ha recepito la denuncia della deputata di Forza Italia Veronica Giannone che ha assunto una posizione apertamente in contrasto con il suo partito, tra i principali sostenitori del Governo Draghi anche per gli affarucci di famiglia dei Berlusconi sull’APP Immuni. 

Molti giuristi hanno evidenziato che tale obbligo si pone addirittura in contrasto con l’articolo 1 della Costituzione Italiana: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Il Super Green Pass rafforzato necessario agli over 50 per adempiere a tale dettato costituzionale appare un evidente sfregio alla memoria dei padri costituenti che tracciarono il profilo di una Repubblica intrinsecamente “sovranista” depotenziata di ogni potenzialità in tal senso dall’ingresso nell’Unione Europea e dal monopolio esecutivo della Commissione Europea, grande regista nel piano di immunizzazione globale fin dal summit di Bruxelles del 12 settembre 2019, prima ancora che fosse ufficialmente scoperta l’epidemia da Covid-19 in Cina e dichiarata la pandemia dal direttore dell’OMS che a quell’incontro con ONG di Bill Gates e manager di Pfizer aveva preso parte.

Il quotidiano romano mette però in allarmante evidenza un altro effetto collaterale innescato da tale obbligo: la raffica di richieste di esenzioni piovute sul tavolo dei medici di base. Si tratta di una questione scottante la cui complessità è stata segnalata anche da Stefano Ferrero, vicepresidente del Comitato Ascoltami che raccoglie centinaia di danneggiati da vaccino rimasti senza risposte dalle autorità sanitarie.

Ecco il bellissimo articolo di Francesco Storace pubblicato su Il Tempo: i link agli articoli di Gospa News sono stati ovviamente agguati a posteriori.


di Francesco Storace – da Il Tempo del 

Negli studi medici non sanno più come fare per non soccombere di fronte alle richieste di esenzione dal vaccino per gli over 50. Da giorni Il Tempo racconta persino di minacce subite dai nostri dottori da parte di chi teme di perdere il posto di lavoro. E da ieri sarà ancora peggio. Perché è arrivata inesorabile la scure della legge. No vax, no soldi: se hai rifiutato il siero e hai più di 50 anni resti a casa e senza retribuzione.

Una misura che appare davvero sproporzionata. Ma il governo va avanti nonostante tutto. Anche molti vaccinati si chiedono il perché dell’accanimento rispetto a qualche centinaio di migliaia di italiani: sono tante decine di milioni invece quelli che hanno offerto il braccio alla Patria, potremmo dire.

La decisione del governo ha riflessi sociali enormi, acuisce le tensioni già esistenti, è fonte di divisione tra cittadini. Lo notano anche esponenti politici conosciuti come moderati.

In Forza Italia ecco come si esprime – diversamente al resto del partito – la deputata Veronica Giannone: «L’obbligo per gli over 50 è una misura arrogante, discriminatoria e ricattatoria nei riguardi di coloro che la pensano in modo differente dal Governo». E ancora: «Sanzionare e privare del lavoro, del sostentamento, della libertà coloro che in ragione delle proprie convinzioni legittime non vogliono cedere a un trattamento sanitario – prosegue Giannone – è una vergogna per un Paese che si definisce democratico».

Sul fronte opposto, c’è la delirante presa di posizione del solito governatore della Campania, Vincenzo De Luca: «Vuol dire che non hanno bisogno di lavorare. Se è così, facciamo spazio ai giovani». Uno schiaffo in faccia che davvero non fa bene alla discussione in corso nel nostro Paese. Se a tutto questo aggiungiamo che il sottosegretario alla salute Andrea Costa, arriva a sostenere la necessità di controlli anche per chi lavora in smart working, c’è da chiedersi dove si voglia arrivare: «I dati della pandemia ci dicono che siamo in una fase positiva, su questo non c’è dubbio. I dati però ci dicono anche che la pandemia c’è ancora e dobbiamo mettere in atto l’ultimo sforzo per portare il paese fuori da questa situazione nel modo più rapido possibile. L’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 va esattamente in questa direzione: ridurre il più possibile la platea dei non vaccinati».

«La norma primaria prevede l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 ed è chiaro che l’obbligo è esteso a tutta questa categoria e fascia d’età. Per cui è assolutamente confermato». E come si faranno i  controlli, gli chiedono a RadioRai: «Per il controllo l’operazione è più complicata rispetto ad altri posti di lavoro – ha detto Costa a Rai Radio1 – ma non escludo che si possano fare controlli anche per loro». Ovvero, non si sa ma bisogna dirlo. La sostanza delle risposte è sempre la stessa: se non vogliono perdere lo stipendio si vaccinino. Il che suona anche abbastanza ricattatorio. Da parte dello Stato è un errore. Tanti milioni di cittadini si sono fidati dello Stato e si sono vaccinati. Ne sono rimasti pochissimi e non è un motivo per punirli sul lavoro.

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