La decisione del tycoon di Meta
di rimuovere la policy “hate speech”
nei confronti della Russia
contestata anche dalle Nazioni Unite
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Qualcuno sa dirmi qual è la differenza tra il seme dell’odio propalato dal nazista di Adolf Hitler nei confronti degli Ebrei rispetto a quello che Mark Zuckerberg ha ufficialmente autorizzato diffondere sulle piattaforme social di Meta Facebook e Instagram nei confronti della Russia, e di conseguenza dell’intera etnia russa?
Le radici del male sono identiche perché derivano dalla perversa e superba concezione di essere padroni della verità assoluta nel giudicare l’avversario ritenendolo indegno di stare al mondo ma meritevole di essere censurato, perseguitato e ucciso come hanno già fatto i NeoNazisti ucraini nei confronti dei filo-russi del Donbass negli ultimi 8 anni, causando un “piccolo” olocausto di 14mila morti.
La medesima censura è stata applicata dall’Unione Europea ai media russi dal presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che ha così dimostrato di tener fede alle strategie di soppressione della libertà di espressione ed opinione dei suoi avi tedeschi del Terzo Reich. Infatti per cercare la pace in Ucraina ha pure disposto il primo contributo in armi dell’Unione Europea nella sua breve ed infelice storia.
Ma l’atteggiamento estremista, radicale e pertanto terroristico di Zuckerberg, che da anni si manifesta nei confronti di coloro che divergono dalla sua visione etica e geopolitica, appare sedimentato in un progetto pilota di obnubilamento e manipolazione del pensiero di massa.
E’ di oggi la notizia che la modifica degli standard di pollicy di META sul cosiddetto “hate speech” ha ricevuto una censura ufficiale dall’ONU (notizia al fondo dell’articolo). Ma non è giunto dal segretario generale Antonio Guterres, che invece si era precipitato invece denunciare gli orrori del bombardamento dell’ospedale di Mariupol dimenticando che da giorni l’inviato russo aveva segnalato che era stato sgomberato da pazienti e civili ma occupato dai guerriglieri neo-nazisti della Guardia Nazionale Ucraina. Il piccolo rimprovero è giunto invece dal suo portavoce…
E’ la solita ipocrisia dell’ente più ostinatamente inutile nella storia dell’umanità ma anche occasionalmente pericoloso: si rammenti il caso delle tangenti nel piano iracheno Oil for Food da cui è scaturita la missione di assassinio di Saddam Hussein proprio perché in una spirale senza fine di corruzione osò vendere il greggio anche alle aziende petrolifere russe (a breve scriveremo un’inchiesta storica).
LA PERSECUZIONE DI FACEBOOK A GOSPA NEWS
Nel suo piccolo Gospa News ha cominciato ad essere perseguitata da Facebook fin dal 2019 con regolari oscuramenti e blocchi dell’account, fino alla chiusura dei miei due profili ufficiali contro la quale ho fatto un purtroppo inutile esposto all’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, solo perché era pagina partner del gruppo Amici della Russia di Putin, poi chiuso da un giorno all’altro nonostante fosse il più numeroso in Italia con circa 45mila membri.
Ciò avvenne solo perché c’erano le elezioni europee e alcuni quotidiani nazionali giunsero addirittura ad ipotizzare che quel gruppo Facebook rispondesse ad una propaganda politica gestito da infiltrati dell’intelligence russa mentre eravamo solo “quattro amici al bar” – come cantava Gino Paoli – “che volevano cambiare il mondo…”. E soprattutto la visione di esso in un’ottica pluralista.
Poi i miei profili furono cancellati tutti nel giro di un mese perché osai mettere il dito nella piaga dell’affidamento a coppie gay dei bambini strappati alle famiglie senza motivo nello scandalo dell’inchiesta Angeli & Demoni di Bibbiano.
Quindi sono iniziate le angherie della cosca di Zuckerberg alla pagina ufficiale Gospa News a causa delle notizie sul virus SARS-Cov-2 da laboratorio, persino quando pubblicai un reportage sulla relazione delle agenzie d’intelligence USA al Comitato del Senato americano.
Ma la persecuzione divenne quotidiana nei confronti di ogni articolo riguardante la pericolosità dei vaccini antiCovid sebbene sempre basato su ricerche pubblicate su riviste mediche specializzate. Un ultimo articolo sui finanziamenti alla teoria GENDER erogati dal governo italiano ci è costata la chiusura definitiva della pagina Gospa News dopo 7 anni.
Abbiamo patito l’affronto morale più del danno: infatti i post su FB ci garantivano la visualizzazione di circa 10mila pagine al mese del nostro sito che ha invece una media mensile consolidata di 11milioni di pagine visualizzate.
ZUCKERBERG PORTAVOCE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE
La propensione ad una bieca russofobia di una parte dell’occidente era già venuta a galla con i due dossier fasulli inventati contro il presidente americano Donald Trump denominati RussiaGate ed UkraineGate e rivelatisi poi una colossale montatura di menzogne.
Durante le polemiche per la procedura d’impeachment un ex direttore di area Dem della Central Intelligence Agency, il controspionaggio USA, ebbe almeno il coraggio di ammettere l’esistenza di quel famigerato Deep State che è sinonimo del Nuovo Ordine Mondiale.
Proprio in ambito politico, per non smentire il suo orientamento fazioso fino al punto di divenire criminale, Zuckerberg ha finanziato con circa 400 milioni di dollari i centri elettorali degli Stati in bilico negli USA per pilotare l’esame delle schede di voto durante le presidenziali del 2020 a favore del candidato Democratico Joseph Biden.
In un mondo normale sarebbe già stato arrestato…
Come sarebbe stato arrestato il suo complice nella promozione del massonico-sionista Nuovo Ordine Mondiale, Bill Gates, nel suo duplice ruolo di ufficiale finanziatore dei progetti d’immunizzazione globale (di cui Facebook fu partner nel summit sospetto di Bruzelles del 12 settembre 2019) e di varie Big Pharma dei vaccini.
Ma anche quale sponsor occulto delle ricerche sui coronavirus a Wuhan, grazie a contributi all’università locale e alla sponsorizzazione di EcoHealhAlliance di New York dello scienziato Peter Daszak partner del Wuhan Institite of Virology nei pericolosissimi test sul SARS del 2003 infettato con l’HIV.
Bill & Melinda Gates Foundation ha pure foraggiato una misteriosa e sospetta ricerca del Pirbright Institute su agenti patogeni letali di vario genere tra cui anche il virus SARS del 2003.
Inevitabile, pertanto, che Zuckerberg si senta autorizzato a decidere chi censurare o chi autorizzare ad odiare essendo divenuto ormai il portavoce internazionale del Nuovo Ordine Mondiale di cui sono “manager” ed azionisti di maggioranza Gates, George Soros e Klaus Schwab in rappresentanza degli ormai straricchi e defilati Rothschild-Rockefeller e di cui sono “funzionari politici” vari i personaggi come il democratico Joseph Biden (ma anche la sua versione repubblicana George W. Bush), Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron e Sergio Mattarella.
LE STRAGI NEO-NAZISTE DEI FILO-RUSSI IN DONBASS
Il paragone con Hitler può sembrare azzardato in quanto, per ora, Zuckerberg non ha ancora mosso direttamente rappresaglie militari contro i Russi.
Ma è stato complice dei progetti politici rivoluzionari avviati con azioni di guerriglia urbana pilotate dai servizi segreti da parte dei suoi oligarchi di riferimento fin dal golpe a Kiev del 2014 orchestrato e finanziato da Soros insieme alle ambasciate di alcuni paesi NATO.
Le proteste di piazza Maidan iniziarono infatti nel novembre 2013 grazie all’appello lanciato proprio su Facebook da un reporter islamico che per primo scese in piazza e, dopo la rivoluzione, diventò prima parlamentare e poi vice direttore dell’industria bellica nazionale dell’Ucraina: a conferma che era sicuramente molto vicino a qualche 007 militare come quelli che hanno ingaggiato cecchini mercenari per sparare sulla folla il 20 febbraio 2014 determinando la cacciata del presidente ucraino legittimamente eletto Viktor Yanucovych
Ma il proprietario di Facebook ha legittimato la propaganda anche su tutte le successive azioni russofobe: dalle sanzioni a Mosca per l’annessione della Crimea (sancita da un plebiscito popolare) fino al focolaio dell’attuale guerra in Ucraina germinato sul virus dell’odio seminato in Donbass dal governo di Kiev e dai suoi mercenari filo-nazisti del Battaglione Azov.
Essi non sono fanatici spuntati per caso in seno al paese dell’Europa dell’Est ma rappresentano i naturali eredi dei collaborazionisti ucraini che furono complici del Fuhrer nello sterminio di 1,6 milioni di ebrei russi in Ucraina durante la Seconda Guerra Mondiale.
In tal senso esiste un’angosciante continuità tra l’olocausto di allora e quello che in otto anni ha mietuto 14mila vittime nelle repubbliche separatiste filo-russe di Lugansk e Donetsk e che potrebbe esarcerbarsi domani contro i Russi su scala mondiale proprio per la propaganda di odio legittimata da META-Facebook.
LA VERA COLPA DELLA RUSSIA: IL RITORNO AL CRISTIANESIMO
Tutto ciò è accaduto ed accade solo perché i comunisti figli della Rivoluzione Bolscevica finanziata dai massoni occidentali, dopo la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria invocata dal Santo Padre Giovanni Paolo II che sperimentò sulla sua pelle gli orrori del Nazismo e del Comunismo, hanno voluto riscoprire le radici cristiane già care agli Zar della dinastia Romanov.
Lo zar Nicola II, sua moglie Aleksandra e i loro cinque figli Ol’ga, Tat’jana, Marija, Anastasija e Aleksej Romanov sono santi per la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia e per la Chiesa ortodossa russa (che li ha anche riconosciuti “portatori di passione”). La famiglia fu giustiziata il 17 luglio 1918 a Ekaterinburg dai bolscevichi. Fu poi canonizzata nel 1981 come “nuovo martire” insieme alla servitù uccisa insieme a loro: il medico di corte Evgenij Botkin, il garzone Aleksej Trupp, il cuoco Ivan Charitonov, la domestica della zarina Anna Demidova, due servi uccisi nel settembre 1918, la dama di compagnia Anastasija Hendrikova e l’insegnante privata Catherine Adolphovna Schneider. Tutti furono canonizzati come vittime dell’oppressione dall’Unione Sovietica.
La rinascita del Cristianesimo è la vera colpa di Mosca e del presidente russo Vladimir Putin, come ha ben evidenziato il Patriarca Kirill della Chiesa Ortodossa. Perché questo rinnegamento dell’ateismo massonico ormai dilagante in occidente rappresenta un potente ed insormontabile ostacolo ideologico alla diffusione mondiale del relativismo teosofico, caro ad Hitler quanto agli attuali leader catto-massoni del NWO, che è l’indispensabile humus culturale per l’imposizione di una tirannide sociale totalitaria, come previsto dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che io ritengo del tutto simile a quella delle SS.
Sulla base di questi presupposti storici e morali l’operazione militare del nuovo Zar del Cristianesimo ortodosso finalizzata a deNazificare diventa comprensibile e persino giustificabile: per quanto l’invasione appaia a noi cristiani eccessivamente aggressiva e veemente. Proprio per questo monsignor Viganò, Nunzio Apostolico Emerito della Chiesa Cattolica negli USA, ha evidenziato che Putin è caduto in una trappola ben tesa della NATO e ha invocato una tregua verso la pace.
Ma la furia di Putin è motivata dal fatto che, dal 1998 ad oggi, pur essendo stato alla guida di uno dei paesi col più potente arsenale bellico ha fatto quasi solo guerre difensive degli alleati (Siria e Libia prima che in Donbass) a differenza dei molteplici conflitti innescati dalla NATO.
Soltanto gli ignoranti di storia contemporanea non sanno queste cose perché nel mezzo della loro vana vita si interessano del mondo al massimo per 5 minuti al giorno attraverso i TG pilotati da giornalisti atlantisti del mainstream NWO.
Soltanto gli indifferenti per 8 anni hanno avuto i cuori completamente sordi al lamento dei bimbi uccisi nel Donbass in una guerra iniziata nel lontano 2014 che oggi potrebbe anche terminare in fretta se solo il presidente ucraino Volodimir Zelenski non avesse ricevuto il mandato dal Nuovo Ordine Mondiale di portare alla distruzione il suo paese e la sua gente pur di infiammare la cultura dell’odio contro la Russia.
Ecco perché Zuckerberg è giunto a legittimare sui social l’odio etnico come fece Hitler.
Ecco perché lo Zar di Mosca potrebbe anche essere paragonato ad uno dei terribili cavalieri descritti nell’Apocalisse di San Giovanni funzionali alle profezie evangeliche per smascherare i Falsi Profeti ed il vero AntiCristo e rendere perciò inevitabile la Parusia: il ritorno di Gesù Cristo Risorto sulla terra.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
L’ONU accusa Meta per aver consentito l’incitamento all’odio contro i russi
Pubblicato originariamente da Russia Today
Le Nazioni Unite hanno condannato la mossa di Meta per consentire osservazioni odiose e appelli alla violenza contro alcuni russi, con Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, che afferma che l’organismo internazionale non condona tali appelli provenienti da nessuna parte.
“Siamo chiaramente contrari a qualsiasi incitamento all’odio, a tutti gli appelli alla violenza. Quel tipo di linguaggio è semplicemente inaccettabile da qualunque parte provenga”, ha detto Dujarric durante una conferenza stampa venerdì.
Meta, nel frattempo, ha cercato di minimizzare l’impatto della sua mossa controversa, con il presidente per gli affari globali del gigante dei social media e l’ex vice primo ministro britannico Nick Clegg che hanno rilasciato una dichiarazione per chiarire la decisione. L’obiettivo principale della piattaforma era consentire agli ucraini di sfogare la loro rabbia per l’offensiva russa, ha affermato, descrivendo la decisione come una misura “temporanea”.
“Voglio essere chiarissimo: le nostre politiche sono incentrate sulla protezione dei diritti delle persone alla parola come espressione di autodifesa in reazione a un’invasione militare del loro paese. Il fatto è che se applicassimo le nostre politiche sui contenuti standard senza alcun aggiustamento, ora rimuoveremmo i contenuti dai normali ucraini che esprimono la loro resistenza e furia nei confronti delle forze militari invasori, il che sarebbe giustamente considerato inaccettabile”, ha affermato Clegg.
La politica sarà applicata solo “nella stessa Ucraina”, ha proseguito. Non è stato immediatamente chiaro se ai residenti di altri paesi sarebbe stato permesso di esprimere la loro “furia” e chiedere violenza contro le truppe russe e anche il presidente Vladimir Putin, o se il contenuto odioso sarebbe stato disponibile per la visualizzazione al di fuori dell’Ucraina.
Non vi è alcun cambiamento nelle nostre politiche sull’incitamento all’odio per quanto riguarda il popolo russo. Non tollereremo la russofobia o alcun tipo di discriminazione, molestia o violenza nei confronti dei russi sulla nostra piattaforma.
Il mese scorso, Facebook ha rivisto le sue politiche contro individui e organizzazioni pericolose, consentendo post che elogiano il Battaglione Azov, l’unità della Guardia Nazionale ucraina, che incorpora nazionalisti intransigenti e combattenti apertamente neonazisti.
L’ultimo cambiamento nella politica di Meta è stato segnalato per la prima volta da Reuters giovedì, citando e-mail interne dalla società madre di Facebook e Instagram. Sebbene l’agenzia avesse originariamente affermato che la piattaforma consentiva l’incitamento all’odio contro tutti i russi, in seguito ha attenuato il suo articolo, spiegando la misura relativa all'”invasione dei russi” e solo a Putin.
La mossa ha suscitato rabbia in Russia, dove Facebook è stato bandito pochi giorni fa per discriminazione nei confronti dei media russi di proprietà e affiliati allo stato. Il cane da guardia dei media russo Roskomnadzor ha preso di mira Instagram, con la piattaforma che sarà online il 14 marzo. Il procuratore generale della Russia è andato ancora oltre, chiedendo a un tribunale di mettere fuorilegge Meta Platforms nel suo insieme, designandola come organizzazione estremista.
L’etichetta metterebbe effettivamente Facebook e Instagram in una riga con veri gruppi terroristici, invocando le stesse sanzioni e restrizioni. L’utilizzo di Facebook o di altre piattaforme Meta in buona fede, tuttavia, non sarebbe automaticamente considerato un atto di estremismo, ha spiegato Ekaterina Mizulina, membro della Camera Civica della Federazione Russa, organismo di consulenza del governo russo sulle questioni della società civile.