LA CENSURA SUI MEDIA ITALIANI. L’AGGUATO DI MYRTA MERLINO A GIORGIO BIANCHI E I MISTIFICATORI DE “IL TEMPO”

Il nostro mondo che si dice libero è teatro, da tempo, ma soprattutto dall’inizio della cosiddetta pandemia, di una repressione feroce. La cosa è evidente ma vogliamo documentare esplicitamente almeno alcuni episodi che si susseguono quotidianamente in modo che ne resti traccia nel nostro database. Nel farlo cercheremo di evidenziare le tecniche più utilizzate in quest’opera.

8/aprile. L’aria che tira: l’agguato di Myrta Merlino a Giorgio Bianchi.

Giorgio Bianchi è un giornalista professionista. Segue da tempo la guerra del Donbass, una guerra che è sempre stata ignorata dall’occidente così attento ora alle vicende ucraine.

Bianchi è ripartito recentemente per il Donbass come corrispondente di Visione TV, una voce informativa libera finanziata unicamente dai propri utenti e guidata da Francesco Toscano, altro giornalista in prima linea nella guerra per un’informazione vera e completamente oscurato dal mainstream, pur essendo Toscano anche il presidente di una nascente formazione politica: Ancora Italia, anche questa accuratamente ignorata.

Chiarito il contesto ecco il fatto. Giorgio Bianchi viene invitato da Myrta Merlino, conduttrice de “L’aria che tira” salotto televisivo della tarda mattinata su La7 nella puntata dell’8/Aprile Apparentemente per avere una voce “fuori dal coro” ma il trattamento è il seguente.

  1. A inizio trasmissione (min 2:50) parla il corrispondente ufficiale, Christian Tinazzi, che appare un po’ scosso e si trovava poco lontano dal missile caduto a Kramatorks sulla stazione. (Il famoso missile che il mainstream attribuisce automaticamente ai russi ma che è un Tochka-U in dotazione all’esercito ucraino.).
  2. La Merlino introduce brevemente Giorgio Bianchi mostrando uno spezzone di una sua intervista rilasciata a una TV russa in cui Bianchi spiega alcune performace del nostro ministro degli esteri, tra cui la famosa espressione “animale” che Di Maio ha recentemente rivolto a Putin (Dal min.29:40). Questa clip ha l’evidente scopo di dipingere Bianchi come amico di Putin e nemico dell’Italia. Ma Bianchi ha solo riportato le esatte parole del nostro ministro degli esteri.
  3. La Merlino poi chiede a Bianchi “quale guerra sta raccontando”, visto che non racconta la solita versione che piace tanto ai nostri media.
  4. Bianchi racconta che la guerra è iniziata dal 2014, quando non interessava nessuno, e prova a rispondere, ma la Merlino lo interrompe continuamente, cercando di impedire all’ascoltatore di capire una cosa evidente ma censurata: la guerra non è iniziata il 24/feb/22 ma di fatto dura da 8 anni. Inoltre Bianchi, dopo essersi rallegrato che Tinazzi stia bene, racconta di essere scampato pochi giorni prima per miracolo ad un missile ucraino (un altro Tochka-U) nel, che aveva fatto 24 morti e molti feriti vicinissimo all’abitazione di Bianchi. Un missile deliberatamente lanciato sui civili a Donetsk, già allora sotto pieno controllo russo. (Per la cronaca LaStampa aveva pubblicato in prima pagina le immagini di quella strage facendo intendere che era opera dei russi e violando i diritti d’autore della foto. Proprio la presenza di Bianchi sul posto ha permesso di rivelare la mistificazione e l’abuso).
  5. Bianchi fa notare di essere inserito in una lista di “nemici” dal governo ucraino, lista nella quale compariva anche un altro giornalista, Andrea Rochelli, che, poi morto, viene definito “liquidato” sul sito gestito dal governo ucraino.
  6. Al che la Merlino riapre il collegamento con il proprio corrispondente Tinazzi che copre Bianchi di insulti di ogni genere, accusandolo di raccontare fesserie e di non essere un giornalista. Tutte accuse totalmente infondate e gratuite.
  7. A questo punto la Merlino, non dà alcuna possibilità a Bianchi di rispondere, malgrado le disperate, e sacrosante, richieste di Bianchi.

Il video dell’agguato di Myrta Merlino a Giorgio Bianchi

I mistificatori (professionali) de IlTempo.

Come se non bastasse la questione viene ripresa da Il Tempo in questo articolo a firma di Luca de Lellis che non manca di dare il suo contributo.

  1. Infatti presenta la questione come una rissa fra Giorgio Bianchi e “Fabio” Tinazzi (che in realtà è Christian). Ma mistifica perché gli insulti sono arrivati unicamente da parte di Tinazzi. Bianchi si è invece rallegrato che Tinazzi stesse bene.
  2. Parla di una palese avversione di Bianchi contro l’Ucraina, quando è proprio l’Ucraina ad aver inserito Bianchi in una lista di propri nemici, ribaltando cioè completamente la realtà.
  3. Viene riportato un solo spezzone della trasmissione omettendo però completamente l’intervento di Bianchi, che è invece il motivo del pezzo di de Lellis, e lasciando solo la parte in cui Tinazzi insulta (gratuitamente) Bianchi.

Le tecniche della denigrazione.

La trasmissione della Merlino e l’articolo de il Il Tempo sono esempi di utilizzo di una serie di tecniche di manipolazione e disinformazione. Vediamole.

  1. Presentare un testimone scomodo in una falsa luce
    1. La Merlino lo presenta come una sorta di corrispondente della TV russa
    2. De Lellis invece lo presenta come nemico dell’Ucraina
  2. Interrompere continuamente l’esposizione di un pensiero logico e argomentato
    1. La Merlino pone una domanda iniziale ma interrompe continuamente per non dar modo all’interlocutore di esporre un pensiero articolato, non banale e accuratamente argomentato
    2. De Lellis addirittura elimina l’intervento di Bianchi dallo spezzone video e ne racconta nel testo una sintesi ampiamente mutilata di parti essenziali.
  3. Esporre l’ospite alla bastonatura di altri ospiti invitati allo scopo, senza dare possibilità di difesa.
    1. La Merlino lascia insultare gratuitamente Bianchi da Tinazzi e nega a Bianchi la difesa.
  4. Fare apparire una rissa quello che è a tutti gli effetti un agguato, mettendo sullo stesso piano aggredito e aggressore.
    1. De Lellis racconta la cosa come una rissa, ma si stratta in realtà di un agguato. Bianchi è solo aggredito gratuitamente e senza possibilità di difendersi.

Da testimone a bersaglio.

L’operazione della Merlino e de IlTempo tuttavia è ancora più meschina perché espone una persona in una situazione già molto difficile, che rischia la vita sul campo di battaglia esponendolo come bersaglio sia del governo ucraino, che descrive come liquidato un giornalista italiano scomodo morto, sia degli spettatori italiani. Quindi un giornalista coraggioso viene esposto alla bastonatura pubblica mettendone concretamente in pericolo la vita stessa e sminuendone il prezioso lavoro sul campo.

Bianchi il giorno seguente, ha risposto da par suo, con una memorabile intervista che resterà nella storia con Mariana, la ragazza che i media italiani hanno dato per rapita dai russi. Un grande giornalista che insegue ostinatamente la verità e polverizza così una delle tante colossali fake del mainstram, che, lungi dal verificare le notizie, ha riportato (come sempre) passandola per vera una delle tante invenzioni della propaganda di Kiev.