di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Con il mio collega, il biomatematico Jean-Claude Perez, abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus Rna. Non siamo stati primi, un gruppo di ricercatori indiani ha cercato di pubblicare uno studio che mostra che il genoma completo di questo virus che ha all’interno delle sequenze di un altro virus: quello dell’Aids. Il gruppo indiano ha ritrattato dopo la pubblicazione. Ma la verità scientifica emerge sempre. La sequenza dell’Aids è stata inserita nel genoma del coronavirus per tentare di fare il vaccino»
Nell’aprile 2020 Gospa News fu tra i primi media a riprendere in Italiano ed Inglese l’esplosiva intervista rilasciata dal compianto virologo francese Luc Montagnier ai microfoni del podcast francese, specializzato in medicina e salute, “Pourquoi Docteur” successivamente ampliata su C-NEWS.
Ciò accadde perché pochi giorni prima avevamo pubblicato proprio la ricerca indiana della Kuzuma School of Biology di New Delhi, recuperata in rete, analizzandola insieme a quella che, in modo molto grossolano, aveva cercato di confutarla.
In quelle interviste Montagnier accusò esplicitamente Bill Gates e Anthony Fauci di essere gli “apprendisti stregoni” di queste pericolosissime ricerche degenerate, volontariamente o involontariamente, nella pandemia da Covid-19. La sua teoria fu sostenuta anche dall’avvocato Robert F. Kennedy jr. e dimostrata nel dettaglio con brevetti alla mano dal medico americano David E. Martin nel suo DOSSIER FAUCI.
Ora torniamo sull’argomento perché quell’ipotesi del biologo Montagnier, vincitore del Nobel per la Medicina nel 2008 proprio per i suoi studi sull’HIV, il virus dell’Immunodeficienza umana che scatena la malattia mortale dell’AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome), ovvero la sindrome da immunodeficienza acquisita, sembra trovare ora una sospetta conferma…
La multinazionale farmaceutica americana Moderna, già finanziata dall’imperatore dei vaccini Bill Gates e privilegiata nello sviluppo del vaccino antiCovid-19 dagli esperimenti condotti in collaborazione col Niaid (Istituto nazionale di allergie e malattie infettive) diretto da Anthony Fauci, consulente della Casa Bianca per la pandemia da SARS-Cov-2, ha avviato i trials per un candidato vaccino contro l’AIDS alla fine di gennaio. Ovviamente grazie al contributo di una ONG finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation…
La clamorosa notizia è stata riferita un po’ in sordina dai media internazionali: sia per i fallimenti riportati da precedenti test di immunizzazione in laboratorio (ma sulle cavie animali), sia, con ogni probabilità, per non rinfocolare la polemica sul virus Covid-19 creato artificialmente con innesti di HIV.
La presenza di quelle sequenze, infatti, potrebbe supportare la tesi che sia i contagiati che i vaccinati, per l’analogo tossicità della Spike in entrambi confermata da un colonnello americano esperto di armi batteriologiche, sono state inconsapevoli cavie di un test globale per il vaccino contro l’AIDS, con conseguenze ovviamente ignote…
Tale atroce sospetto è stato reso ancor più tremendo dalla recente diffusione in Olanda di un’epidemia causata da una nuova variante dell’HIV. Lo riferiamo a titolo di mera curiosità, mentre stiamo ancora approfondendo la questione per verificare eventuali correlazioni coi sieri genici antiCovid.
Ma esistono ben altri indizi probatori di clamorose ed inspiegabili coincidenze scientifiche altamente improbabili.
LE TRACCE DI HIV NEL SARS-COV 2 TROVATE DA
Ecco perché oggi torniamo sull’argomento partendo però da una smentita: «Gli utenti dei social media hanno ampiamente condiviso l’affermazione secondo cui il defunto virologo francese, il dottor Luc Montagnier, ha suggerito che le persone che avevano ricevuto una terza dose di un vaccino COVID-19 dovrebbero essere testate per il virus dell’immunodeficienza umana (HIV). Non ci sono prove che Montagnier abbia detto questo e i booster COVID-19 non possono portare a test HIV positivi» si legge in un Fact-Check della Reuters.
Sebbene questa agenzia di stampa internazionale sia in un macroscopico conflitto d’interesse (il presidente della Fondazione Reuters ed ex CEO è consigliere di amministrazione della Pfizer, che ha sviluppato il siero genico sperimentale a base di RNA messaggero simile a quello di Moderna) stavolta la sua analisi è parzialmente accurata: anche noi non abbiamo trovato traccia di dichiarazioni del vincitore del Nobel in merito.
In questa inchiesta evitiamo volutamente di trattare il fenomeno V-AIDS, ovvero la controversa Sindrome da Immunodeficienza Acquisita da Vaccino che sta dividendo medici e scienziati sulla sua stessa esistenza.
Mentre non può essere escluso a priori, per il breve periodo di farmacovigilanza di poco più di un anno, che i booster possano determinare nel tempo un’infezione da HIV anche se al momento le sospette reazioni avverse in tal senso sono pressoché nulle (nemmeno 10 casi su milioni di dosi, dati EudraVigilance).
Infatti, il responsabile vaccini dell’European Medicines Agency (EMA), Marco Cavaleri, ha di recente evidenziato i rischi di danni al sistema immunitario dei booster. Ma ciò non ha dissuaso il governo italiano da iniziare la campagna di immunizzazione della quarta dose.
L’annuncio di Moderna sui test per il siero genico antiAIDS diviene alquanto sospetto anche per il fatto proprio questa Big Pharma destò l’attenzione dei media di contro-informazione per un vaccino mRNA sul coronavirus già noto nel dicembre 2019, ma che in realtà, come evidenziato nella nostra inchiesta WuhanGates 48, risale addirittura a 9 mesi prima della scoperta ufficiale della pandemia.
Anche perché Moderna fa parte di quel colossale gruppo internazionale Zacks che si interessò all’efficace terapia contro il Covid-19 del plasma iperimmune sviluppata dal professor Giuseppe De Donno e svanita misteriosamente nei meandri della politica sanitaria prima del suo misterioso suicidio.
Torniamo però alle parole di Montagnier in quella memorabile intervista: «Non c’è abbastanza materiale per fare una grande proteina di HIV. C’è materiale a sufficienza per modificare quello che si chiama un sito antigenico, cioè modificare leggermente la proteina del Coronavirus per farla riconoscere dal sistema immunitario come HIV».
«E’ un lavoro di professionisti, un lavoro di biologi molecolari, è un lavoro molto minuzioso. Guardando le sequenze si può dire un lavoro da orologiaio. Il mio lavoro è di esporre i fatti. Io non accuso nessuno: io non so chi ha fatto questo e perché. La possibilità è che si è voluto fare un vaccino contro AIDS. Dunque hanno preso delle piccole sequenze di virus e le hanno inserite nella sequenza più grande del CoronaVirus» aggiunse il mai abbastanza compianto virologo.
LE CONFERME DEL BIO-INGEGNERE CONSULENTE NATO
«Di solito, il raffreddore comune non è un pericolo, ma un nuovo ceppo di coronavirus sta uccidendo la specie umana. Perché questo nuovo coronavirus, chiamato inizialmente 2019-nCoV e poi ribattezzato SARS-CoV-2, è emerso senza che nessuno fosse in grado di identificare né il serbatoio né il vettore? (…) Questo virus non può essere emerso spontaneamente da mutazioni naturali e ricombinazioni di ceppi selvatici, è un chimera genetica con inserimenti artificiali di geni modificati, un genoma ingegnerizzato di un coronavirus all’interno di un capside di un virus dell’Immunodeficienza umana (HIV). Non potremmo proteggerci dall’AIDS mentre rischiamo solo un semplice raffreddore? Cosa potrebbe esserci di più noioso e benigno di un raffreddore?».
Queste frasi furono invece scritte in una ricerca pubblicata su ResearchGate dal professor Pierre Bricage, a lungo direttore del Dipartimento di Ingegneria Biologica dell’Università di Pau (Pirenei Atlantici, Francia) e conferenziere NATO.
Le abbiamo citate in tempi non sospetti, ovvero nel settembre 2020, nell’inchiesta Wuhan-Gates 19 dal titolo “Sars-2 Bio-Arma per Vaccinare tutti contro l’AIDS. Bill Gates pro Vaccini & Gay Pride. Test militari su HIV e Coronavirus” che alla luce dell’inizio dei trials di Moderna appare profetica.
Perché i sieri genici sperimentali antiCovid a base di RNA messaggero sono stati funzionali proprio allo sviluppo di un vaccino analogo antiAIDS e pertanto potrebbero essere stati utilizzati contro un SARS-Cov-2 di variabilissima letalità, assai bassa di norma se curato con tempestività con semplici cortisonici, per testare le reazioni del DNA umano anche alle presunte sequenze del virus dell’AIDS.
Si tratta di semplici illazioni ma basate su troppe inquietanti coincidenze.
UN COLOSSALE ESPERIMENTO: DAL SARS-2 DA LABORATORIO AI VACCINI
In tal senso prendono ancora già senso le parole del genetista tedesco Walter Doerfler: «La popolazione umana attualmente partecipa all’esposizione al DNA estraneo in un enorme esperimento. Dopo il completamento delle vaccinazioni in tutto il mondo, dovrebbe essere istituito un programma sentinella post-vaccinazione per monitorare l’esacerbazione di disturbi umani inaspettati, forse nuovi, negli individui vaccinati».
Il professore di Colonia nella sua lunghissima e dettagliata ricerca pubblicata su Science Direct evidenziò anche l’amarissima circostanza che medesime alterazioni del patrimonio genetico umano avrebbero potuto essere causate dallo stesso virus SARS-Cov-2 esprimendosi pertanto a favore dei vaccini nonostante le molteplici incognite sulle loro conseguenze. (continua a leggere)
IL REPORTAGE PROSEGUE NELL’INCHIESTA WUHAN-GATES 51 DI GOSPA NEWS