ESPERIMENTO: IL PENSIERO LOGICO APPLICATO ALLA GUERRA RUSSO-UCRAINA

Riportiamo di seguito un articolo dell’amico Andrea Cionci, pubblicato su Libero, dove alla luce della logica si domanda quando valga innescare una guerra nucleare per cedere il Donbass a Zelensky. La domanda chiave, cui ognuno dovrebbe darsi una risposta è: «Voi siete disposti a immolare voi stessi e i vostri cari per conservare il Donbas  e la Crimea a Zelensky, facendo distruggere l’Europa e provocando qualche decina di milioni di morti?»

Facciamo un esperimento: proviamo a tirarci per un attimo fuori dalla giostra dell’Emozione unica (upgrade del Pensiero unico) e proviamo ad applicare un metodo banalmente logico per vedere se riusciamo a capire cosa sta succedendo in Ucraina, e come orientarci.

La guerra in corso vede una superpotenza contro un paese confinante di dimensioni e forza militare proporzionalmente minuscole.

Dopo anni di violenze ai danni di cittadini russofoni-russofili in Donbas, la Russia dice “basta” e, come un orso feroce stuzzicato, aggredisce militarmente l’Ucraina.

“Chi attacca per primo ha sempre torto!”. Se questa fosse una regola generale, allora nel 2003, quando gli Stati Uniti hanno aggredito l’Iraq di Saddam con una guerra preventiva, per (l’inesistente) rischio delle armi chimiche, erano anch’essi nel torto.

Se volessimo quindi applicare questo criterio morale, del “chi mena per primo mena due volte, ma sbaglia”, gli Usa sarebbero veramente gli ultimi a poter dettare l’agenda alla Nato. Quindi, meglio lasciare da parte questo argomento.

“Allora facciamo così: prendiamo le parti del paese che accusa più perdite civili”. Anche questo però non può essere un criterio perché, per la stessa ragione di cui sopra, avremmo dovuto stare con l’Iraq di Saddam che pagò un conto di 100.000 vittime civili. (O vogliamo dire che i civili iracheni valevano meno degli ucraini?). Retroattivamente, dovremmo solidarizzare con la Germania nazista che ha avuto 900.000 vittime civili uccise dai bombardamenti alleati, contro le 8000 vittime civili americane?

Quindi, né il criterio del “chi attacca per primo”, né  quello delle vittime civili possono fornire un paradigma morale applicabile tout court, perché un criterio morale è tale in quanto eterno e immutabile. Non può essere che se l’attacco preventivo è americano va bene e se è russo non va bene. O l’attacco preventivo è sempre sbagliato, o è sempre giusto, oppure questo non è un criterio di valutazione morale univoco. 

“D’accordo, allora diciamo che oggi, nel 2022, ci siamo evoluti talmente per cui dobbiamo prendere le difese di tutti i paesi aggrediti da quelli più grossi”. Benissimo, allora però questo va fatto sempre e con tutti i paesi e in tutte le guerre del mondo perché se si fanno “figli e figliastri” si dimostra una carità pelosa, interessata.

In questo caso, però qualsiasi piccolo paese provocatore diventerebbe enormemente pericoloso per un paese confinante e potrebbe massacrare impunemente la popolazione del vicino senza una guerra dichiarata, perché all’occorrenza, si tirerebbe automaticamente dietro tutti i paesi della Nato in sua difesa.

Del resto, la solidarietà che Usa+Ue stanno dimostrando verso l’Ucraina offre rischiosamente l’alibi a Putin per dire: “Vedete come la Nato prende le difese dell’Ucraina? Avevamo le serpi in casa: erano in combutta con Zelensky per farci fuori”.

Capite bene che se la Nato, da un lato, nega ogni intenzione ostile verso la Russia, e però poi fornisce armi a getto continuo all’Ucraina come se dovesse difendere la Terra Santa, si espone QUANTOMENO a delle insinuazioni, no?

Ma lasciamo da parte il ginepraio inestricabile di chi ha avuto inizialmente torto o ragione, e rimaniamo al presente. Attualmente si configurano due situazioni: la Russia vuole Crimea e Donbas per sedersi al tavolo della pace. L’Ucraina non vuole cedere e pretende che tutto il mondo scateni la Terza guerra mondiale contro la Russia, per difendere i suoi diritti. Non è un po’ troppo? Soprattutto dopo aver irresponsabilmente provocato, per anni, la superpotenza confinante?

“Eh, ma ci sono i civili da salvare!”. Giusto.  Intanto Zelensky potrebbe evitare di far combattere dei civili inesperti contro un esercito regolare. E già se ne salverebbe una parte.

Gli altri sono vittime degli effetti collaterali delle ostilità. Allora, continuare a fornire armi alla Russia fa esattamente proseguire le ostilità senza che si arrivi a una SOLUZIONE DEFINITIVA.

Questa potrebbe (forse) venire solo da una Nato che dichiara guerra alla Russia, visto che l’Ucraina non ha alcuna speranza di farcela da sola. Tuttavia la guerra, diciamo, al 50%, potremmo anche PERDERLA, dato che sarebbe lo scontro tra due superpotenze. Ci avevate pensato?

Una terza guerra mondiale contro la Russia, come diceva Monelli, sarà “bella, ma scomoda”. Del nostro Belpaese rimarrebbe comunque solo la buccia, sia in caso di vittoria che di sconfitta, perché siamo troppo vicini al teatro operativo. Voi siete disposti a immolare voi stessi e i vostri cari per conservare il Donbas  e la Crimea a Zelensky, facendo distruggere l’Europa e provocando qualche decina di milioni di morti?

“Eh, ma no, Putin non si fermerà, perché è pazzo, morde i tappeti come Hitler, si fa il bagno nel sangue delle vergini come la contessa Bathory, è malato, ha il cancro e la cistite e quindi invaderà il mondo”. Ma chi ce lo dice? I nostri media. Sono affidabili? Sono gli stessi che fanno a pezzi chiunque abbia un pensiero diverso dall’Emozione unica e le principali testate tv nazionali mandano in onda scene tratte da film hollywoodani e da videogiochi spacciandoceli per veri. Secondo voi la narrativa che ci viene ammannita è affidabile?  Quindi non è affatto detto che Putin abbia davvero interesse a scatenare una Terza guerra mondiale – rischiando al 50% anche lui la poltrona – solo per sfogare le proprie frustrazioni infantili.

Così, tracciando una linea:

1) non è per niente facile dire chi ha ragione fra Russia e Ucraina perché le categorie “morali” dell’attacco preventivo e delle vittime civili non possono valere a corrente alternata.

2) Non è pensabile per la Nato intervenire in armi per ogni guerra del mondo, per sanare “ogni ingiustizia” perché questo vorrebbe dire vivere in una guerra mondiale continua. 

3) Non sappiamo quasi niente di quello che avviene davvero in Ucraina, perché l’informazione è marchianamente manipolata e distorta.

4) Se si vuole mettere fine agli ammazzamenti, è controproducente continuare a foraggiare con armi un paese che combatte una guerra con forze infinitamente inferiori.

5) Non è igienico scatenare una terza guerra mondiale con la Russia dato che l’Europa diverrebbe, comunque, un cumulo di macerie radioattive, tutto per far contento Biden e per dare, al 50%, la speranza a Zelensky di recuperare quattro macerie fumanti nel Donbas.

6) Non è utile applicare sanzioni alla Russia se queste la infastidiscono solamente e, viceversa, devastano la nostra economia, cosa che ci indebolisce anche militarmente, perché le munizioni costano.

Possibile soluzione logica: se l’obiettivo vero è quello di salvare vite umane e cercare la pace, occorre inviare in Ucraina viveri e medicine, non mostrarsi troppo animosi nel difendere gli interessi territoriali dell’Ucraina, rabbonire la Russia, proprio come si farebbe con un orso infuriato, e condurla a un negoziato accettabile, invece di continuare a provocare follemente Putin come fanno quel giovanotto che vendeva bibite e quel signore anziano che dà la mano a persone che vede solo lui. Peraltro, se la Nato non ha alcuna intenzione aggressiva verso la Russia, come dichiarato, l’Ucraina-stato cuscinetto farà comodo anche a lei. Il prezzo per la pace? L’Ucraina pagherà il fio di aver provocato un vicino grosso e con un brutto carattere dicendo addio a Donbas e Crimea. Peccato, ma forse potremmo anche farcene una ragione, piuttosto che continuare a far morire un sacco di gente e/o far radere al suolo l’intera Europa.

“Ma allora, dove va a finire la questione di principio?”.

Si sedimenterà un’altro principio, si proietterà la “Black Knight Theory”, abbastanza terra terra, ma più saggiamente realistico: non si stuzzica il cane (o l’orso) che dorme.