“State saldi e tenete forti le tradizioni in cui siete stati istruiti” (2Ts 2,15).
Qualche giorno fa, mi sono imbattuto in questa frase di san Paolo, che mi ha fatto molto riflettere. In un periodo di cambiamenti turbolenti, quando il male imperversa e una tirannide diabolica devasta gli ultimi avamposti della libertà e della dignità umana, cosa possiamo fare? La risposta è: stare saldi, fermi, centrati, arroccati sulla roccia della Tradizione, attenendosi con forza a ciò che ci è stato consegnato.
I due verbi, con cui Paolo esorta i Tessalonicesi, sono molto significativi. Il verbo stḗkō vuol dire sto ritto, fermo, saldo, persisto. State saldi, dunque, state dritti, persistete, non soccombete alle avversità.
Il verbo kratéō significa avere forza/potenza, essere forte/potente, signoreggiare. L’espressione krateîte tàs paradóseis hàs edidáchthēte, si potrebbe tradurre: signoreggiate le tradizioni in cui siete stati edotti, cioè, siate forti, trovate la forza in ciò che vi è stato tramandato e in cui siete stati formati.
La traditio costituisce la consegna e, allo stesso tempo, l’oggetto della consegna, cioè, il depositum fidei, gli insegnamenti millenari che sono stati tramandati di generazione in generazione, conservandosi intatti nel tempo. Solo tenendo ciò che è saldo, solo ancorandoci a ciò che è fermo – e, quindi, non soggetto all’umana mutevolezza – possiamo restare saldi.
La Tradizione è l’unica àncora di salvezza cui aggrappare i nostri cuori, aspettando che passi la tempesta. Quanto durerà? Non è dato saperlo. Come ho già scritto, nonostante il dolore, le crisi sono importanti. Ci mettono a nudo di fronte a noi stessi per farci capire chi siamo e chi sono gli altri per noi (QUI). Solo così si può smaltire il male, che, come l’entropia, non può essere ignorato.
Il male va smaltito nel silenzio, come l’ostrica, che nelle oscurità degli abissi trasforma quel corpo estraneo, che irrita i suoi tessuti, in una perla splendente. È proprio il dolore, che le fa produrre la madreperla, rendendola così pregiata. Se non viene smaltito il negativo, «il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono».
Occorre solo conservare la fede, la speranza e la carità per non perdere se stessi. Ancorarsi alle tradizioni, agli insegnamenti ricevuti «sia dalla nostra parola – dice Paolo – sia dalla nostra lettera».
Ecco la chiave. Vivere nella Luce e continuare ad essere figli della Luce, lampade che ardono e che splendono, irraggiando il mondo di Luce. L’umanità è nelle tenebre: ha bisogno di Luce, per camminare nella Via della Verità che rende liberi, e così avere la Vita.
“State saldi e tenete forti le tradizioni in cui siete stati istruiti”