L’UNGHERIA IMPEDISCE LE SANZIONI DELL’UE CONTRO IL PATRIARCA RUSSO KIRILL. 02.06.2022 09:00. L’Ungheria chiede ulteriori modifiche al nuovo pacchetto di sanzioni UE contro la Russia, bloccandone nuovamente l’entrata in vigore. In particolare, il Paese chiede di rinunciare alle misure punitive previste contro il capo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill.
Il piano dell’UE prevedeva di avviare finalmente il processo decisionale per il sesto pacchetto di sanzioni questo mercoledì. Martedì sera, dopo settimane di discussioni, è stato raggiunto un accordo nel corso di un incontro al vertice sulla disputa sull’embargo petrolifero, che era stato programmato. L’Ungheria è riuscita a ottenere che le forniture di petrolio tramite oleodotto siano esentate dal divieto di importazione per il momento.
Kirill nella blacklist UE
Il Patriarca Kirill sarà inserito nella lista delle sanzioni dell’UE a causa del suo sostegno alla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. Kirill è in stretto contatto con il presidente Vladimir Putin e finora è stato molto fedele al Cremlino.
Nei suoi sermoni, il settantacinquenne ha ripetutamente sostenuto l’andamento della guerra e recentemente ha persino affermato che la Russia non ha mai attaccato un altro Paese. Il capo della Chiesa cattolica, Papa Francesco, ha recentemente annullato un incontro previsto con Kirill (Vedi anche qui).
L’UNGHERIA DI ORBAN IMPEDISCE LE SANZIONI UE CONTRO KIRILL
Secondo i diplomatici, le sanzioni previste contro Kirill non sono state discusse durante il vertice UE di lunedì e martedì. Orban, tuttavia, aveva già espresso il suo rifiuto in un’intervista radiofonica all’inizio di maggio. “L’Ungheria non darà il suo consenso a trattare con i leader della Chiesa in questo modo“, ha dichiarato. “Per ragioni di principio, questa è una questione ancora più importante dell’embargo petrolifero“.
Mercoledì sera non era ancora chiaro come si sarebbe potuta risolvere la controversia. Secondo i diplomatici, potrebbero esserci ulteriori colloqui e un nuovo tentativo di accordo giovedì prossimo, a margine di una riunione ministeriale dell’UE a Lussemburgo.