Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Dopo aver rasentato il fondo della post-modernità, l’umanità potrebbe essere pronta ormai a risalire in alto, a riappropriarsi di ciò che ha perso: la coscienza del proprio sé, del proprio essere interiore con espressione corporea. Una luce in presa diretta con la grande Luce; essere che partecipa all’Essere sussistente.
La storia umana non ha mai avuto un andamento lineare, come vorrebbero farci credere. Niente è inevitabile, tutto è possibile se ne siamo coscienti e se speriamo contro ogni speranza. Per questo è possibile, se lo vogliamo, ritornare ad essere quello che eravamo, ritornare a credere in ciò in cui credevamo, prima che i mostri del razionalismo e del nichilismo ci facessero perdere il lume della vera ragione, prima che eclissassero dai nostri occhi qualsiasi visione metafisica del mondo e della storia, oltre ad ogni traccia di umanità.
MEDIOEVO, SECOLO DELLA LUCE
Il Medioevo non è mai stato quello che ci hanno detto, cioè, il secolo buio ma il secoli dei lumi, il tempo della luce, del fiorire delle arti, del diritto e della filosofia, della letteratura e dell’architettura, e di tutto ciò che è stato posto alla base del nostro vivere.
Le ombre del non essere hanno prevalso con abile malizia e hanno soggiogato le città degli uomini. Come fumo lento, le hanno ricoperte, condensandosi tra la terra e il cielo, fino a spegnere molti occhi, incapaci ormai di scorgere da lontano e di scrutare in profondità.
Tristi moltitudini vagano lontane dalla Via, dalla Verità e dalla Vita, mentre il loro cuore si indurisce e più non riconosce la Luce.
La crisi diventa un’opportunità per chi resta saldo (QUI, QUI)
SE TU SQUARCIASSI I CIELI E SCENDESSI! IL TEMPO DELL’ESSERE
È tempo di ritornare ad essere ciò che eravamo fin dall’inizio, di ritornare all’essere dopo l’esperienza pervasiva e debilitante del non essere, perché memori del non essere stati possiamo essere per sempre.
“Da tempo siamo il popolo su cui più non regni, sui quali il tuo Nome non è stato mai invocato! Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti.” (Is 63,19)