Le aziende Big Tech hanno firmato una nuova versione del codice “anti-disinformazione” dell’Unione Europea. Alcune delle società che hanno firmato includono Google, Twitter, Meta, TikTok e Twitch, ma anche giocatori più piccoli come Vimeo e Clubhouse.
Ci sono 34 firmatari in totale:
- Adobe
- Avaaz
- Clubhouse
- Crisp Thinking
- Demagog
- DOT Europe
- European Association of Communication Agencies (EACA)
- Faktograf
- Globsec
- Interactive Advertising Bureau (IAB Europe
- Kinzen
- Kreativitet & Kommunikation
- Logically
- Maldita.es
- MediaMath
- Meta
- Microsoft
- Neeva
- Newsback
- NewsGuard
- PagellaPolitica
- Reporters without Borderssans frontieres (RSF)
- Seznam
- The Bright App
- The GARM Initiative
- TikTok
- Twitch
- Vimeo
- VOST Europe
- WhoTargetsMe
- World Federation of Advertisers (WFA)
Apple ha rifiutato di firmare.
Il “codice di condotta sulla disinformazione” richiederà alle piattaforme online di mostrare come stanno affrontando “contenuti dannosi”.
Richiederà inoltre alle piattaforme di combattere la “disinformazione dannosa” formando partnership con fact checker e sviluppando strumenti. Saranno costretti a includere “indicatori di affidabilità” su informazioni verificate in modo indipendente su questioni scottanti come il COVID-19 e l’invasione russa dell’Ucraina.
Forse il requisito più importante è fornire i propri sforzi per affrontare i contenuti dannosi e la disinformazione paese per paese. La mossa è stata contrastata dalle piattaforme online, ma le autorità di regolamentazione nazionali hanno chiesto di aver bisogno di dati più specifici per affrontare meglio la diffusione della disinformazione.
La vicepresidente dell’UE per i valori e la trasparenza Věra Jourová, responsabile del codice, ha affermato che “per rispondere in modo efficace alla disinformazione, sono necessari dati specifici per paese e lingua. Sappiamo che la disinformazione è diversa in ogni Paese e le grandi piattaforme ora dovranno fornire dati significativi che consentiranno di comprendere meglio la situazione a livello nazionale”.
“Le azioni della Russia hanno dato le basi per plasmare il codice contro la disinformazione”, ha affermato. “Una volta che il codice sarà operativo, saremo più preparati ad affrontare la disinformazione, proveniente anche dalla Russia”.
Il nuovo codice richiede anche alle piattaforme online di fornire altri dati, inclusi i sistemi di intelligenza artificiale implementati per contrastare la “disinformazione”, il numero di robot rimossi e il numero di moderatori di contenuti in ciascun paese.
Il codice si applica immediatamente ma consente un periodo di implementazione di sei mesi affinché le piattaforme aderiscano alle rigide regole.