“Ognuno sta solo sul cuore della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera”.
Prendo a pretesto per questo articolo una delle liriche più belle che io ricordi. Salvatore Quasimodo in tre soli versi, in questa poesia, esprimeva con disarmante semplicità i concetti chiave dell’esistenza umana: la sua situazione di solitudine, la lotta per raggiungere una felicità fugace, il suo soccombere alla morte.
Mi sembrano concetti perfetti per definire l’attuale situazione, che è emersa dopo tre anni ormai di follie che hanno stravolto o messo in luce, il senso della nostra esistenza. Quasimodo lo sapeva già nel 1930, anno in cui fu pubblicata la poesia per la prima volta. Bastava lui per spiegare a tutti noi questa assurdità. Siamo rimasti soli nel momento della paura, soli nella scelta del rimedio alla paura, soli nel tentativo di tornare a quello che eravamo, e soli nel fronteggiare la morte che per molte persone è arrivata. Soli comunque, sia che si sia fatta una scelta o l’altra. Soli nelle conseguenze sia da una parte che dall’altra. Soli coloro che hanno creduto a questo trucco criminale e che nel momento del bisogno, hanno capito che nessuno gli avrebbe teso una mano, soli gli altri, che pur essendo tanti anzi tantissimi, non hanno mai trovato un punto, un momento, un senso per unirsi, e combattere con forza.
Solitudine o compagnia. Mi sono sempre chiesto come siano cambiati i rapporti tra le persone, come si siano modificati durante questi tre anni. Vecchie relazioni che si sono spente, vecchie amicizie che sono sparite, lunghi momenti di solitudine ma anche nuovi amici e nuove relazioni.
Chissà com’è stato. Non facile direi. Non sempre così semplice. Quasi mai scontato nel finale. Alla fine, molti di noi sono rimasti soli. Altri molto fortunati, hanno trovato un amore nuovo e si sono appoggiati, sostenuti, rinfrancati. Mi auguro sappiano tenerselo stretto. Il senso della vita in fondo credo che sia tutto qua. Non restare soli. Ma non è obbligatorio ovviamente trovare una persona con la quale camminare sulla stessa strada, verso la stessa meta. Spesso dico sempre che c’è una grande differenza tra: “innamorarsi di una persona e innamorarsi dell’idea di essere innamorato”. Sembra un’idiozia ma non lo è.
Il compianto Giorgio Gaber, diceva dell’amore: “La solitudine non è mica una follia. È indispensabile per stare bene in compagnia”. Quindi per stare bene in due, bisogna affrontare la solitudine? Non sempre è vero. Conosco persone che si sono incontrate e ancora oggi, escono mano nella mano anche solo per passeggiare al parco senza attraversare la solitudine. Altre, che hanno affrontato mille passaggi senza mai trovare una mano da tenersi stretta e altri ancora, che hanno affrontato la solitudine per molto tempo e che poi, di fronte all’amore imprevisto, si sono tirati indietro per paura. Insomma comunque la si giri, io resto dell’idea che incontrare “la Persona”, è come vincere al Superenalotto.
La fortuna, il destino o il caso o comunque vogliate chiamarlo, gioca un ruolo fondamentale negli incontri. Noi in questi tre anni, siamo riusciti a sconvolgere queste regole millenarie e a trasformare, modificare e riscrivere i nostri incontri, le nostre storie d’amore. Oppure abbiamo soltanto aggiunto “caso” al “caso”. Ho amici che si sono incontrati poco prima di questa follia e che, costretti dalla follia, hanno dovuto sperimentare in modo “forzato”, un modo nuovo di stare insieme, una convivenza non contemplata. Eppure oggi, sono riusciti a costruirsi una vita diversa da quella di prima, una storia nuova che anche se uguale nei secoli, ha una caratteristica importante che la distingue: è nata in un momento di distruzione, di paura, di scempio dei diritti umani e annientamento della personale volontà. Un momento di distanziamento, di rifiuto del contatto e soprattutto, di non futuro. Quindi l’amore vince su tutto? Non saprei, di certo è che per molti di noi l’amore ha vinto sul covid.
Una persona alla quale sono molto legato e che mi ha cambiato la vita, un giorno mi ha detto: “Sei un mistero misterioso”. Trovo che sia una delle più belle dichiarazioni d’amore che abbia mai sentito. Mai prima ne avevo udita una uguale. Anche questa dichiarazione, è arrivata dopo tre anni di disastri, frustrazioni, umiliazioni e condizionamenti, che hanno profondamente cambiato il nostro modo di pensare. Quindi se è vero che hanno cercato e tentato di tutto per trasformarci, cambiarci e piegarci ai loro voleri, è pur vero che molti, moltissimi di noi, hanno trasformato la loro vita. Se la sono ricostruita, hanno trovato un equilibrio, solitario o in compagnia, e hanno così cercato di combattere questa criminale narrazione. Fortuna? Capacità di reagire, di pensare, di adattarsi, di combattere e tenacemente ricostruirsi? Lo dirà solo il tempo. Certo è che ho molti conoscenti, che si sono piegati a questo “nuovo ordine” e fanno finta di essere sani, di vivere come un tempo, di costruire o rompere rapporti come una volta. Mi dispiace per loro ma non è vero. Sono sempre più soli nella gestione del loro destino che ogni giorno, segna drammatici numeri di vittime o reazioni avverse che li “marchieranno” per sempre. Sono soli nel loro immaginario ritorno alla vita di prima. Soli come esseri umani, unici e non replicabili. A differenza di noi, che siamo in tanti, in tantissimi ma che nella nostra moltitudine restiamo soli e non siamo mai riusciti ad unirci e stare bene, in una grande “compagnia”.
Però è pur vero che molti, moltissimi di noi, hanno trovato in questo sfascio una persona con cui dividere un po’ di tempo della propria vita. Una persona disposta a parlare ed ascoltare, a guardare e lasciarsi guardare. Una persona che scopriamo differente perché anche noi siamo differenti. E anche coloro che ancora sono soli per scelta o destino, sono cambiati. Il covid ci ha cambiati tutti ma non come credevano loro. Ci ha cambiati in meglio. Ci ha reso più forti, più pronti a combattere, più sicuri di noi e delle scelte fatte. Insomma il covid ci ha fatto ritrovare e riscoprire il senso della vita. Per quelli di noi che hanno cominciato nuove storie, confido che si tengano stretto quello che hanno, perché queste storie, sono nate in uno dei momenti più difficili e complicati degli ultimi 60 anni e sono preziosissime. Per coloro che camminano da soli, l’augurio è che siano sulla strada giusta e che non sentano più il peso della solitudine. Abbiamo ricostruito le nostre vite e potranno fare di noi quello che vorranno, ma non vinceranno mai.
E quando arriverà il momento di: “Ed è subito sera”, dovunque saremo, qualunque cosa avranno fatto di noi, non saremo più soli.
Bruno Marro