La visita dell’AIEA, Agenzia Internazionale Energia Atomica, alla centrale di Zaporizhzya conferma l’ingerenza militare Ucraina ma tutto il mainstream sembra non accorgersene.
Di Gianfranco Uccheddu
Nei giorni scorsi circolava un sospetto nei network Russi secondo cui una probabile missione dell’AIEA, come avvenne con le precedenti missioni OSCE nel Donbass, avrebbe portato dei vantaggi ai militari Ucraini con l’installazione di apparati di controllo e monitoraggio dosimetrico e radiologico contenenti localizzatori militari affini alla localizzazione di particolari bersagli quali i punti nevralgici della centrale nucleare.
L’esperienza con la missione OSCE nel Donbass fece riscontrare l’imparzialità dei funzionari impiegati e la loro divulgazione di posizioni e obiettivi militari all’esercito Ucraino che effettuò bombardamenti mirati di insolita e anomala precisione per la dotazione tecnologica militare impiegata.
Per questo l’allerta Russa, nei giorni precedenti la visita dei tecnici AIEA, è stata massima ed efficace.
Nel giorno in cui è partita la missione AIEA, la presunzione e l’arroganza del governo di Kiev, certo di far passare solo un messaggio affine alla narrativa dei governi EU e USA, lo ha spinto ad un attacco militare diretto alla centrale nucleare di Zaporozhye con circa 70 uomini, specializzati e addestrati nelle scorse settimane in Inghilterra, con l’obiettivo di riconquistarla.
I soldati Ucraini mandati al macello da Kiev perché ignari della capacità di risposta dei Russi all’attacco, sono caduti in 40 in meno di un’ora e il resto e’ fuggito nelle campagne adiacenti braccato dai soldati Russi intenti a catturarli.
A causa di questo attacco il convoglio della missione si e’ arrestato all’ultimo avamposto Ucraino di Novoaleksandrovka per alcune ore a soli 20 km dalla prima linea dove gli stessi militari Ucraini, per ovvie ragioni di sicurezza, non hanno permesso di avanzare.
Nel frattempo l’esercito Ucraino ha anche tentato di colpire la centrale nucleare attraverso bombardamenti per cui, a causa dei danni subiti dalle linee di distribuzione dell’energia, la quinta unità di potenza della centrale nucleare è stata fermata e disconnessa dalla rete.
In un comunicato il Ministro degli Esteri Russo Lavrov dichiarava: “spero che le provocazioni che l’Ucraina continua ad effettuare nella centrale nucleare di Zaporizhzhya, compreso l’attacco di oggi, non portino al disastro nucleare”.
I tecnici della centrale, Ucraini, subito dopo lo spegnimento della 5a unità elettrica sono riusciti a mantenere attiva la 6a unità al 60% della sua capacità.
Il Ministero della Difesa Russo sempre a seguito dell’attacco Ucraino diffondeva il seguente comunicato: “nonostante i tentativi del regime di Kiev di interrompere l’arrivo della missione dell’AIEA alla centrale nucleare di Zaporizhzhya, la parte russa conferma la propria disponibilità ad accogliere i rappresentanti in piena sicurezza per svolgere la loro missione, la situazione nello stabilimento è difficile, ma sotto controllo”.
L’alimentazione elettrica nella cittadina di Energodar, la città dove abitano anche i tecnici impegnati nella centrale, anche loro uno dei principali obiettivi di Kiev perché ritenuti “traditori”, è stata interrotta per un intenso bombardamento della città da parte dell’esercito Ucraino, la maggior parte dei negozi è stato chiuso e gl’abitanti della città sono stati costretti per l’ennesima volta a recarsi nei rifugi.
Dopo alcune ore la missione ha ripreso il suo corso e gl’ispettori sono arrivati a destinazione riscontrando il fronte dal quale provengono gl’attacchi alla centrale nucleare.
In giornata la Federazione Russa ha richiesto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhya il 6 settembre.
I tecnici ucraini che lavorano all’interno della centrale residenti a Energodar, hanno consegnato al capo dell’AIEA un appello alla comunità mondiale in relazione ai bombardamenti ucraini e il Direttore della missione ha promesso che la loro chiamata verrà ascoltata, hanno anche mostrato una mappa dei precedenti attacchi ucraini sul territorio intorno al sito nucleare.
Poco dopo il Ministero della Difesa Russo emanava un altro comunicato:
“Se l’operazione del regime di Kiev per impossessarsi della centrale nucleare di Zaporizhzhya, che è stata sventata oggi, avesse avuto successo, il capo dell’AIEA e gli esperti della missione sarebbero diventati uno scudo umano sotto il controllo dei sabotatori atto ad impedire la reazione dell’esercito russo.
Merita rispetto la posizione del direttore dell’AIEA Grossi e della sua squadra, che si sono comunque recati alla Centrale nucleare nonostante le provocazioni e i bombardamenti di Kiev.
A questo proposito, comprendiamo il silenzio degli sponsor occidentali del regime di Zelensky, che in realtà conferma la loro tacita partecipazione alla preparazione della provocazione odierna alla centrale nucleare, ma lascia perplessi la mancanza di una reazione pubblica del segretario generale dell’Onu: questo non solo getta un’ombra e mette in dubbio l’obiettività degli approcci delle Nazioni Unite sulla situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhya, ma può portare anche a un ulteriore aumento dell’escalation e la completa impunità del regime di Kiev.”
A fine giornata il capo dell’AIEA ha affermato che è riuscito a raccogliere molte informazioni importanti e ha osservato “particolari chiave” cui era interessato analizzare.
La missione AIEA è stata accompagnata dall’ennesime provocazioni da parte Ucraina palesemente contraria ad una soluzione del conflitto spinta e appoggiata da tutto l’occidente, speriamo che con la presenza degli ispettori si sia avviato un processo positivo che faccia desistere Kiev dal proseguo degli attacchi alla centrale affini a tenere alta l’attenzione del mondo occidentale.
In tutto questo delirio, qualcuno anche in occidente inizia ad avere un punto di vista diverso, nei giorni scorsi l’inviato francese all’ONU de Riviere ha dichiarato: “Sono un po’ scettico sul fatto che l’Ucraina possa rimpossessarsi dei territori perduti. Sarei sorpreso se l’Ucraina potesse cacciare i russi dal Donbass o cacciarli dalla Crimea” e il Washington Post pubblicava in un articolo: “La spavalderia di Zelensky rischia di creare aspettative troppo alte. In verità, è improbabile che l’Ucraina possa riprendersi i suoi territori quest’anno o anche il prossimo”.
Nella stessa giornata il Ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina emanava il seguente comunicato:
“il Presidente della Russia deve inginocchiarsi a Kiev. L’Ucraina valuterà la sua vittoria nel confronto con la Russia quando il Presidente della Federazione Russa arriverà a Kiev e si inginocchierà.
Lo ha dichiarato il ministro degli Affari esteri dell’Ucraina Dmitry Kuleba durante una trasmissione a “Radio Liberty”, sostenuta e finanziata dal Dipartimento di Stato USA, secondo Kuleba, il ripristino dei confini del 1991 e il risarcimento dei danni del conflitto da parte della Russia sarà considerata una delle condizioni per la vittoria: “La vittoria dell’Ucraina in questa guerra è il completo ripristino della sua integrità territoriale, ove possibile, con mezzi militari e o con mezzi diplomatici. Poi arriverà la seconda fase della guerra: porterà alla giustizia gli autori dei crimini di guerra, genocidi, crimini contro l’umanità e aggressione criminale attraverso un risarcimento da parte della Russia”, ha affermato il ministro: “E poi arriverà la terza fase della guerra: il pentimento del popolo russo e dell’élite politica russa. Una volta l’ho detto, circa due anni fa, e poi sono stato fatto a pezzi negli spettacoli di propaganda russa, ma continuo assolutamente a credere che verrà il giorno in cui un leader della Russia, chiunque esso sia, verrà in Ucraina, si inginocchierà davanti a un monumento alle vittime dell’aggressione russa, si inginocchierà per molto tempo e si scuserà con il popolo ucraino per questo male portatoci. E solo quando ciò accadrà, sarà la vittoria finale dell’Ucraina”.
La russofobia in occidente viene alimentata giorno per giorno in modo sempre più intenso nella vana ricerca di consensi dei vari governi occidentali, sempre più in difficoltà a causa della crisi energetica che loro stessi hanno creato, spingendo l’Ucraina verso il conflitto contro la Russia e alimentando l’odio nei confronti del Popolo Russo e del suo governo per aver reagito all’ingerenza militare di quell’organismo internazionale che ha perso la sua identità e il suo scopo: la NATO.
E come ha dichiarato Jaques Guillemin: “È tempo di riconoscere la schiacciante superiorità militare della Russia” generale francese in pensione, esperto militare.
“ È giunto il momento di riconoscere che Putin non si tirerà indietro, che l’esercito russo non può perdere questa guerra e che il maestro del Cremlino non è andato in un’avventura armata senza avere le carte vincenti per vincere. Putin è di gran lunga il leader più riflessivo e intelligente al momento, che deve affrontare colleghi ingenui e ignoranti o addirittura immaturi come Macron.
La NATO afferma che mentre Putin avanza lentamente (ma costantemente), questo è un segno dell’esaurimento delle forze russe. È piuttosto incomprensibile sentirlo dire quando sappiamo che Putin ha schierato solo il 20% delle sue forze e che non ha fatto ricorso alla mobilitazione generale, a differenza di un’Ucraina completamente cruenta.
Il tempo funziona per la Russia. L’Europa si sta prosciugando economicamente e andrà in pezzi, minando la cosiddetta ritrovata unità della NATO. L’Ucraina sta lentamente morendo con colossali perdite materiali e umane. Almeno 100.000 uomini sono ormai disabili, le truppe migliori.
Pertanto, dire ogni giorno che l’Ucraina può vincere la guerra e restituire la Crimea e il Donbass è la farsa più grottesca. Questa è una conversazione mutilata della realtà. Se gli americani sperano di esaurire la Russia, come fecero nella prima guerra afgana, si sbagliano.
Questa guerra in Ucraina non durerà 10 anni e potrebbe finire questo inverno.
Quanto alla continuazione di questa operazione speciale, potrebbe significare la fine della NATO, la fine dell’egemonia statunitense, la fine dell’UE, la fine dell’euro e la fine del regno del re del dollaro. Sarà un grande ritorno di nazioni e accordi bilaterali. Indubbiamente stiamo vivendo momenti storici, un grande sconvolgimento planetario che sconvolgerà l’ordine mondiale per secoli.
Putin lo sa bene, ma una piccola Europa disarmata non si è ancora resa conto che Cina e Russia metteranno fine all’ordine unipolare e che il declino dell’America è irreversibile”.
Nel giorno dei festeggiamenti dell’indipendenza dell’Ucraina il Pentagono ha pubblicato i dati dei soldati ucraini morti fino ad ora e sono 250.000, una cifra enorme, pubblicarlo esattamente in quel giorno particolare non sembra un bel regalo considerato che Kiev ogni giorno si affanna nel cercare di convincere il mondo che sta vincendo la guerra, piuttosto è sempre più palese l’aspetto di un paese in guerra senza futuro, l’ultimo Ucraino utilizzabile al fronte è ormai prossimo, negli ultimi soli 2 giorni 1700 soldati vanno aggiunti al conteggio dei caduti, il fronte si sposta velocemente verso Nikolaev e dopo questa città sarà la volta di Odessa e poi Kiev.
Il tempo è galantuomo e vedremo chi avrà avuto la visione corretta negli eventi futuri.
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