Mikhail Gorbaciov e il “tempo vendicatore”

Vladimir Putin è si è rivelato la migliore risposta all’occidente per il tradimento a Gorbaciov.


Articolo di Gianfranco Uccheddu

Mikhail Gorbaciov è morto dopo una malattia grave e prolungata, ha riferito il Central Clinical Hospital. Con lui tutto l’occidente perde un uomo che ha rivestito un ruolo importantissimo nel processo di dissoluzione della guerra fredda e di apertura ad oriente del mondo occidentale.

L’addio a Gorbaciov si è tenuto nella Sala delle Colonne sabato 3 settembre dalle 10:00 alle 12:00, l’accesso è stato gratuito e vi hanno partecipato diverse migliaia di persone, il funerale ha avuto luogo nello stesso giorno al cimitero di Novodevichy.

Trascorsi 30 anni dal suo mandato è stato completamente dimenticato oltre che da tutta la stampa occidentale anche dai vari esponenti politici di rilievo in occidente che ebbero relazioni importanti col suo incarico e, non a caso, se analizziamo la storia per come si è svolta e non per come ci è stata raccontata ne comprendiamo la ragione.

Gorbaciov è stato l’ultimo segretario generale del Comitato Centrale del PCUS, ha ricoperto questa carica dal 1985 al 1991. Alla fine degli anni ’80 è stato Presidente del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS, Presidente del Soviet Supremo dell’URSS e nel 1990-1991 è stato Presidente dell’URSS. Nel 1990 ha vinto il meritatissimo Premio Nobel per la Pace.

Come ex presidente dell’URSS la morte di Gorbaciov sulla stampa occidentale è accolta con grande amarezza, ecco come alcune testate hanno titolato:

CNN: “L’ex presidente sovietico che ha abbattuto la cortina di ferro”. “Perché Gorbaciov è ricordato in Occidente come un gigante e un genio, ma a casa come un emarginato”.

The Times: “Il leader che ha fatto pace con l’Occidente e l’ha pagata”.

Bild: “Ha spianato la strada all’unità tedesca”, “Gorbaciov, la Germania si inchina a te e ti ringrazia!”

Le Figaro: “Più tattico che stratega, questo ex apparatchik sognava il socialismo dal volto umano. Riformando ostinatamente l’Unione a dispetto dei suoi popoli, si è allontanato dalle aspirazioni dei popoli che ha risvegliato”.

El Pais: “Il padre della perestrojka e uno dei politici più importanti del XX secolo”.

La Stampa: “La Russia di Putin ha tradito il suo sogno di pace”.

Rzeczpospolita: “Mikhail Gorbaciov ha cercato di riformare l’Unione Sovietica e l’ha distrutta accidentalmente. Ha anche abolito accidentalmente il comunismo. Per questo era amato in Occidente e odiato in Russia”.

Va notato che in Russia la stampa reagisce in modo molto più moderato alla morte dell’ex capo di Stato.

“Tre dei politici più responsabili del crollo dell’Unione sono morti dopo l’inizio dell’ “Operazione Militare Speciale” avviata a febbraio dal Presidente Putin: Kravchuk, Shushkevich e ora Gorbaciov, si chiude definitivamente l’era del periodo post-sovietico della storia russa.

Tutti questi politici sono considerati da molti russi colpevoli della tragedia del crollo della Russia e ora l’Operazione Militare Speciale sta riunendo la Russia” secondo il politologo Sergei Markov.

Alla fine del 1989 la situazione economica nell’Urss si era fatta drammatica. Il 22 maggio 1991 Gorbaciov lanciò un ennesimo appello, chiedendo a Andreotti di poter partecipare al G7 di Londra. Fece presente che il percorso di riforme era «essenziale anche per altri paesi europei e per il resto del mondo … se non riusciamo a portare avanti questo indirizzo la perestrojka potrebbe degenerare in qualcosa di molto negativo».

Sulla risposta il G7 si divise: Francia, Germania e Italia si adoperano per fornire all’URSS l’aiuto della Comunità, della Banca mondiale, dell’Ocse e della Bers; erano pronti anche ad aiuti diretti. Stati Uniti, Regno Unito e Giappone furono molto “tiepidi”.

Infatti furono molto dure le parole di George Bush al leader sovietico: «Ritardare gli aiuti stimola ad impegnarsi di più nelle riforme. Il salvagente va gettato solo quando è strettamente necessario. Se puoi nuotare, devi farlo» non fù mai gettato nessun salvagente, anche quando dopo il Vertice di Londra e la delusione del leader sovietico per i nefasti risultati ottenuti subì un tentativo di colpo di stato mentre si trovava in vacanza in Crimea da cui si avviò la disgregazione dell’Unione Sovietica e l’uscita di scena di Gorbaciov.

Alla vigilia del Vertice G7 di Londra Andreotti attirò l’attenzione sugli effetti negativi di un mancato aiuto all’Urss «non sarebbe una cattiva idea per coloro che hanno responsabilità di governo sostare a riflettere qualche tempo sulle conseguenze delle decisioni che si stanno prendendo», successivamente ammise di temere che «in caso di fallimento della perestroika, sarebbe arrivato un periodo di instabilità e di turbolenze tali da condurre all’irruzione di un “duro” sulla scena politica di Mosca».

Lo stesso Gorbaciov, davanti a un gruppo di parlamentari americani, aveva pronunciato parole che si sarebbero dimostrate profetiche: «Non potete umiliare una nazione, un popolo, e non pensare che non vi siano conseguenze». Un concetto che poi ribadì a Andreotti: «Non c’è cosa che si vendichi più del tempo».

Di fatto, la dinamica dell’evoluzione mondiale vendicherà il tempo perduto. La Russia post Gorbaciov prese atto dell’allargamento della Nato ai Paesi dell’Est al di là della RDT e degli interventi e coalizioni militari a guida americana fuori dal quadro Onu.

Andreotti ebbe ragione, oggi possiamo dedurre dai fatti che il tempo, o chi per esso, scatenò la sua vendetta, molto severa, dal cilindro di quella che per molti anni chiamavano la nomenclatura sovietica di cui inutile pensare che Gorbaciov non ne facesse parte, era una squadra di uomini nuovi di cui l’occidente ignorava completamente l’esistenza, uomini giusti al posto giusto, niente di più nefasto per i predatori e speculatori finanziari occidentali e, soprattutto, venne designato a capo del sistema ex-URSS un uomo molto giovane e capace, che avrebbe mostrato di lì a poco al mondo intero la vera Cultura e la capacità della Russia e del suo Popolo di riemergere dalle ceneri del disastro economico in cui quel grande Paese si ritrovò a causa di un Occidente che tradì il suo Presidente, abbandonandolo al destino crudele di essere quasi odiato nel suo paese per aver cercato di attuare pace e prosperità per tutto il mondo.

Nessuno si aspettava l’avvento di Vladimir Vladimirovic Putin che diventerà per la Russia uno degli uomini più importanti della sua Storia.

Nel corso degli anni, Mikhail Gorbaciov, in Russia è stato ricordato per dichiarazioni piuttosto interessanti, ne evidenziamo un Uomo di grande spessore culturale e umano oltre che un grande Statista:

  “I politici americani soffrono di due complessi.  Primo: ogni presidente dovrebbe avere la sua guerra.  E il secondo: possono “avviarla”.

  “Gli Stati Uniti hanno dichiarato la vittoria nella Guerra Fredda.  Ma insieme abbiamo tirato fuori il mondo dallo scontro, dalla corsa al nucleare.  No, i “vincitori” hanno deciso di costruire un nuovo impero.  Da qui è nata l’idea dell’espansione della Nato”.

  “Appena la Russia ha cominciato a rialzarsi in ginocchio, si è scoperto che questo non era adatto all’Occidente”

  “Ero così sicuro che tutti i problemi potessero essere assolutamente risolti democraticamente che ho pazientato troppo.  E ho tentennato troppo sul tentato colpo di stato”

  “Come sarebbe il mondo se l’Unione fosse preservata? La storia non conosce il congiuntivo. Ma penso che il mondo sarebbe migliore”

  “In Crimea la maggioranza voleva la riunificazione con la Russia.  Io stesso avrei agito in modo simile, essendo al posto di Vladimir Putin in quella situazione.”

  “Il risentimento è l’ultima cosa per un politico. Non puoi sentirti offeso dalle persone”.

Il tradimento nei confronti di Mikhail Gorbaciov è sempre stato uno stratagemma applicato dalle politiche estere degli USA e UK con l’asservimento della maggior parte dei paesi UE.

È necessario ricordare che fù per primo Mikhail Gorbaciov quale grande statista ad aprirsi all’occidente e non il contrario!

È un capitolo triste da aggiungere alla nostra storia e all’incapacità dei nostri politici di rimanere integri e non farsi corrompere dalle Lobby e dalla grande finanza speculativa di chi è a capo dei più grandi fondi mondiali e delle multinazionali che ormai hanno parassitato anche gl’organismi internazionali che dovrebbero vigilare sugli equilibri mondiali come l’ONU, il FMI, l’OMS, l’OSCE, NATO.

A tal proposito in questi giorni il Newsweek pubblica questa ovvia analisi “invisibile” ai nostri politici:

-“il divieto di visto dell’UE per i russi li spingerà nelle “braccia di Putin” –

 Il divieto ai russi di rilasciare visti e di entrare nei paesi dell’UE non farà che radunare la Russia e aumentare il sostegno al presidente Vladimir Putin, hanno affermato gli analisti.  A loro avviso, tale sanzione può avere l’effetto opposto. Inoltre, l’Unione Europea dovrà poi ammettere che nei paesi europei ci sono restrizioni non solo contro il governo russo, ma anche contro i normali cittadini russi. Il divieto sarà una “prova tangibile” delle affermazioni del Cremlino, aiutando infine Putin più di ogni altra cosa.  “Un divieto di visto potrebbe spingere i russi nelle braccia di Putin, rafforzando il sostegno interno”.

L’ottusità a non cercare una svolta diplomatica e la Pace ma seguire gl’appelli di Zelensky spinto dallo zampino di USA e UK, porterà l’Europa al disastro economico costringendola al suo disfacimento.

Oggi appare ancora più chiaro chi “suggerì” il nome dell’attuale Presidente della Russia.

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