Una brava persona

Tina si alza tutte le mattine molto presto.

Prepara la colazione per i suoi figli, li esorta nelle operazioni mattutine poi li vede uscire per andare a scuola. Si veste, si prepara e va al lavoro.

Tina è una persona normale, con le normali aspirazioni di vita che abbiamo tutti. Gli stessi amori le stesse delusioni, le stesse aspirazioni e le stesse speranze. Il suo lavoro la mette a contatto con il dolore. Con il suo lavoro, aiuta le persone che stanno male. Non importa se sono “complottisti”, “No Vax”, plurivaccinati, disorientati, dispersi, ignoranti, stupidi o soltanto menefreghisti. Lei va da loro. Li cura, gli parla, li sostiene, gli racconta della vita che va vissuta e li esorta dicendo che non bisogna lasciarsi andare. Ascolta le loro preghiere, i loro intenti le loro lamentele. A volte anche i loro insulti perché si sa, la malattia spesso ti porta fuori da questo mondo, ti lascia attonito, disorientato e a volte ti mette una rabbia dentro che non è più governabile. Lei ascolta tutti, aiuta tutti indistintamente.

La sera torna a casa e si porta dietro il dolore e le malattie della giornata. SI porta dietro gli sguardi e le parole delle persone che ha visitato. Prepara la cena ai figli, chiacchiera con loro e come tutte le mamme si preoccupa per loro e ha paura per il loro futuro. Spesso esce. Incontra amici, amiche e cerca così di lasciarsi alle spalle “le malattie” degli altri. Tina vorrebbe un mondo diverso, un’altra vita. Da quando è cominciata la manovra del “Grande Reset”, lei si è subito accorta che qualche cosa non funzionava. Si è accorta subito che i “malati” i nostri cari, venivano ricoverati per banali influenze, raffreddori e cose simili, e uscivano dall’ospedale pochi giorni dopo in orizzontale. Morti. Ha subito compreso che c’era un meccanismo perverso, a volte sostenuto a volte soltanto eseguito per ignoranza, per paura.

Tina non è mai stata di quei sanitari che ballavano con le mascherine sulle note di “Jerusalema”, facendo video da postare sui social. Non si è mai lamentata delle ore di lavoro sovraccariche di tensioni, urla, spintoni e morte. Non si è mai fatta selfie con il viso distrutto dalla fatica e gli occhi gonfi di lacrime. Lei non è mai stata annoverata tra gli “Eroi”. Lei è stata come molti radiata. Radiata senza stipendio e futuro, perché ha subito capito ciò che stava dietro la grande truffa della Pandemia. Ha subito capito la portata dell’imbroglio del covid. Come tanti ha perso così il lavoro, gli amici e anche gli amori. Ha perso la sua vita passata e spesso, si è seduta sola a piangere per l’immenso vuoto che le si era parato davanti. Poi si è rialzata e da sola, nel buio più totale e nel rischio di essere denunciata, ha ricominciato a fare il suo mestiere. Ha ricominciato a curare le persone che l’avevano insultata, messa in un angolo, denigrata, lasciata da parte. Le stesse persone che ora, abbandonate dallo stato e da quei medici “Eroi”, hanno cominciato a stare male. Gira così casa per casa, con lo spettro di finire in galera perché casomai qualcuno si illudesse ancora, essere radiati vuol dire non poter esercitare più la professione. Vuol dire che se qualcuno ti denuncia o succede qualche cosa di grave, vai a finire in galera, perché tornare a curare le persone, in questo caso è un reato penale.

Tina passa le giornate confortando le persone malate che dopo due o tre o quattro vaccini, hanno terribili effetti collaterali. Non discute sulle cause degli effetti. Lei sa che non ne vale la pena. Sa che queste persone, non ammetteranno mai che è stata colpa del vaccino. Li conforta, li aiuta e li cura perché per lei, salvare “il mondo” da questo olocausto programmato è una missione. Una promessa fatta a suo tempo quando ha cominciato a lavorare. Spesso le cure che porta, non fruttano denaro, ma a lei basta che queste persone riescano a guarire, a riprendersi, a rimettersi in piedi. Tina va anche a fare le pulizie per poter avere i soldi che servono per dar da mangiare ai propri figli. Non si vergogna, non si ferma perché è convinta, che questa fase della vita del pianeta, va affrontata e come migliaia di altre nei secoli, passerà. Magari lei non ne vedrà la fine, ma i suoi figli si. Così quando esce di casa, mette su il suo bel sorriso, ti guarda con quegli occhi chiari immensi e profondi, e tu ti chiedi come si possa sopportare tanto e riuscire a regalare tanto.

Tina si meriterebbe un amore speciale, uno di quelli che come lei hanno voglia di vivere, di combattere, di aiutare le persone e pensare ad un mondo nuovo. Un mondo diverso.

Si meriterebbe una di quelle storie infinite, che nulla hanno a che vedere con quelle passate. Storie che hanno il sapore dei fili d’erba e i colori dell’arcobaleno. Si meriterebbe una persona onesta, disincantata, con la sua stessa forza con il suo stesso sguardo. Si meriterebbe anche amici che le vogliono bene per come è, per quello che fa vedere. Amici con i quali discutere, ridere e chiacchierare di tutto. Come si faceva una volta, che ci si ritrovava a tavola in tanti, si mangiava e si passava la serata parlando, discutendo, confrontandosi. Così la sera quando si mette nel letto a dormire sogna come tanti di noi.

Tina sa bene che tra poco si andrà a votare. Non sa se entrerà nella cabina elettorale e se si, che cosa voterà. A guardare le liste, i nomi e le persone che si accalcano per raggiungere un posto in parlamento si sente disorientata, sconfortata. Avrebbe preferito che tutti coloro che si sono battuti contro le falsità del governo e i suoi diktat fascisti, si fossero uniti e avessero presentato una lista unica alle elezioni. Avrebbe preferito che una sola forza, la forza che ha sostenuto tutti noi in questi tre anni, si fosse presentata unita, compatta e con un programma chiaro a questo appuntamento. Tina pensa che si sia persa una grande occasione e che ancora una volta, per i piccoli interessi personali, le “diversità” da bar sport, ognuno sia andato per la sua strada, recitando tutti indistintamente la solita e ritrita frase: “Ci uniremo dopo, quando saremo in parlamento”. Tina non ha voglia più di discutere e/o di pensare, è stanca. Sfibrata da una lunga lotta giornaliera contro l’ottusità e l’ignoranza. Sfiancata dal portare avanti una famiglia, dal dolore che raccoglie ogni giorno nelle case dei malati, e che si porta a letto nel sonno di tutte le sere.

Ma Tina, sa una cosa. Sa di non essere sola. Sa che ci sono milioni di persone come lei, che hanno capito molto bene il criminale disegno che si nasconde dietro tutte queste false pandemie e false guerre. Lei sa di non essere sola nel silenzio che avvolge questo paese. Sa che milioni di persone come lei, hanno capito il fine che questi delinquenti vogliono raggiungere. Sa bene che tutti noi, come lei, nel silenzio ci stiamo preparando. Questo lo sanno anche “loro”, che vogliono fare del pianeta terra e della sua popolazione, il loro personale giocattolo. Per questo sono diventati più feroci, più cattivi. Perché sanno che Tina non è da sola.

Quindi, qualunque risultato uscirà dalle urne, lei domani si alzerà, preparerà la colazione ai ragazzi, li vedrà uscire, si cambierà e entrerà nel dolore del mondo, cercando di aiutare, salvare e sostenere, tutti coloro che in questi tre anni hanno contribuito a demonizzare, insultare, denigrare e manganellare le persone come lei. Perché questo è il suo modo di lottare contro questi assassini. Perché questo è il suo modo di prepararsi.

Perché crede davvero che un altro mondo sia possibile, crede davvero che un’altra vita sia possibile. Per sé e per i suoi figli.

Tina è una brava persona.

Bruno Marro

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