Si è tenuto a Torino nella settimana dal 22 al 25 novembre il convegno Poli-Covid-22.
Nelle intenzioni del Comitato Organizzatore, avrebbe dovuto essere un interessante momento di confronto e di riflessione, sull’impatto che la pandemia ha avuto sulla scienza e sulla nostra società. Dico avrebbe, perché le originali intenzioni degli organizzatori, erano di mettere a confronto scienziati, psicologi e professori che hanno avuto anche un ruolo istituzionale nella gestione e nella comunicazione della pandemia. Un sano e democratico confronto tra tutte le parti.
Ma la politica, quella che decide tutto e può tutto, ha scelto di non confrontarsi e di non partecipare al convegno, boicottandolo all’ultimo momento. Non stupisce certo che il “potere”, si sottragga ormai a qualunque tipo di discussione su quello che è accaduto negli ultimi tre anni. Non stupisce certo che il recente passato, venga messo a tacere e venga volutamente dimenticato, anche se purtroppo, ha lasciato tracce profonde dentro ognuno di noi. Ha cambiato per sempre abitudini e modi di vita, comportamenti, pensieri e tracciato un solco difficilmente colmabile tra la gente, dividendola in due distinte categorie. Sarebbe stato molto interessante ascoltare le due parti scientifiche e mediche, che stanno sulle due sponde opposte di questo solco. Sarebbe stato illuminante, poter discutere anche dal punto di vista sociale e psicologico, di quali sono e saranno nel tempo, le conseguenze di quello che è successo.
Ma la “politika” ha detto di no. Si è sottratta al contraddittorio e questo, segna sicuramente un punto a favore degli organizzatori di Poli-Covid 22, che malgrado la “cacciata” dalla sede primaria, il Politecnico di Torino, sono riusciti ad organizzare un convegno interessantissimo pieno di spunti, riflessioni, domande e interrogativi. Peccato davvero non essere riusciti ad organizzare un parallelo, ma c’è ormai una volontà politica e scientifica, di “dimenticare”, mettere tutto a tacere e far si che il popolo non ricordi, non pensi più al passato e a quello che è stato. “Tiriamo a campare”.
Nel comunicato stampa di chiusura del convegno, si legge: “.. La vicenda, singolare e atipica, induce a riflettere sull’esigenza prioritaria che la comunità scientifica riaffermi i suoi canoni di disinteresse, indipendenza, trasparenza, disponibilità al confronto critico e alla rivalutazione delle conoscenze acquisite”. Insomma, se da una parte del mondo scientifico e accademico c’è una dichiarata volontà di discutere, approfondire, mettere in discussione e ragionare su quanto accaduto, dall’altra parte invece la chiusura è totale. Nessuno deve mai più parlare o approfondire o cercare verità scientifiche e politiche, che potrebbero risultare molto scomode. Singolare il fatto che mentre da un versante esiste la disponibilità al dialogo, l’altro versante, quello protagonista della vicenda, quello che ha vessato il nostro paese con diktat e leggi liberticide, non voglia raccontare, parlare e discutere di niente.
C’è in tutta questa volontà di sottrarsi al confronto, alla parola e al dialogo, qualche cosa che stona, che non è così chiaro come sembra. C’è qualche conto che non torna. Ma questo mondo di omertà non è solo da parte delle istituzioni. Moltissima parte della popolazione, degli amici o conoscenti o parenti che incontri tutti i giorni, non parla più di quello che è successo. Di cosa è stato e di come per due interi anni, siano state calpestate le più normali libertà di ognuno di noi, molte delle quali, sono state cancellate per sempre. Sono stati due anni di guerra vera, che hanno lasciato sul campo morti, omicidi che non vedranno mai un colpevole, collusioni, traffici devianze e ingerenze nel nostro Stato. Sono stati calpestati i cittadini, è stata stracciata la Costituzione. Ma su tutto, è calato un silenzio spettrale.
Il Convegno Poli-Covid-22 è stato il primo convegno in ambito scientifico, a tracciare un bilancio multisettoriale della pandemia. Il Comitato Organizzatore, si è prefisso di “favorire il dialogo tra le due parti”, per ragionare e capire quello che è accaduto e trovare risposte alle molte domande che molta parte di noi ci facciamo. A parte pochi “fuori dal coro”, i media di regime hanno bollato il congresso come un “insuccesso”, una bufala ponenedo l’accento sul fatto che è stato cacciato da un’istituzione di grande pregio come il Politecnico. Di conseguenza, il suo valore scientifico e tecnico era pari a zero. Hanno cercato di offuscarne il valore del confronto, che è stato ed era uno dei principi primari di questo convegno. Ma non ci sono riusciti. Al convegno hanno partecipato personalità del calibro di: Peter Doshi, John Ioannidis e molti altri professori e dottori di fama mondiale. Un grande plauso quindi al Comitato Organizzatore, che come tutti coloro che cercano “verità” e confronti su tutto quello che è successo, si è scontrato con un “muro di gomma” che da sempre ha caratterizzato la politica del nostro paese. Basti pensare ed è bene ricordare, che sui fatti di Bergamo e la spettacolare “parata” militare dei camion nella notte, è stato posto il Segreto di Stato, ovvero, nessuno potrà mai indagare, conoscere, sapere e capire cosa realmente sia accaduto in quei giorni.
Dal convegno è emerso come numerose relazioni, studi e recenti dati di lettura scientifica, abbiano rivelato che alcuni aspetti della pandemia, sono stati fortemente controversi. Come sulla proporzionalità e l’impatto delle misure messe in atto per contrastarla, ci siano discrepanze e risultino gravi errori voluti o no, di valutazione. Poli-Covid-22, si prefigge di riportare in primo piano, i principi bioetici e la tutela dei diritti fondamentali e su queste basi, procedere con verifiche approfondite affinché, recita il comunicato stampa, “..la comunità scientifica possa offrire una conoscenza consolidata come presupposto dell’azione legislativa e di governo”. Ma questo approfondimento, evidentemente non è gradito al governo stesso, a coloro che ne hanno fatto e ne fanno parte, alle migliaia di attori dai medici ai giornalisti, dalle tv alle radio, che hanno prestato il fianco a tutto quello che è accaduto, diventandone complici.
Ce da dire che alcuni membri del fantomatico CTS, il comitato scientifico che operava per conto del governo, all’interno del governo, con le direttive del governo, si erano prestati ad intervenire e portare al convegno la loro testimonianza. Ma come detto, la politica non vuole più discutere su niente. Ormai viviamo uno scollamento totale tra le azioni e le decisioni del governo, e quelle che sono le reali esigenze della popolazione, i suoi bisogni, le sue aspirazioni e il suo futuro. La scienza come fede e non come studio, ragionamento, test, prove, discussioni, risultati veri e inoppugnabili. La scienza come fede e come tale, non discutibile. Direi senza paura di essere smentito, che siamo in una dittatura. Magari non proprio conclamata e questo forse, è peggio. Abbiamo ormai passaporti e tessere digitali per qualunque cosa. Abbiamo lasciato i nostri dati biometrici ad aziende che operano e lavorano con i governi. Vi siete già dimenticati l’impronta sul telefonino per accedere a quasi tutte le app? Nell’ultimo G20 tenuto in Indonesia tutti, e vorrei sottolineare tutti, i rappresentanti delle nazioni europee compreso il nostro attuale governo, hanno firmato una risoluzione che se approvata, metterà la parola fine in modo definitivo alla nostra libertà di viaggiare anche solo tra nazioni vicine. Hanno sostenuto l’obbligo del Passaporto Digitale, che confermi l’avvenuta vaccinazione.
Non se la ridano quelli che si sono vaccinati. Il passaporto attesterà l’ultima vaccinazione fatta, quindi, quella in atto nell’anno di riferimento. A poco importerà se vi siete fatti due, tre o quattro punture. Se in quell’anno è in vigore un nuovo “booster”, per viaggiare dovrete provare di aver fatto quello. Altrimenti potrete sempre stare nelle vostre casette, nei vostri bei quartierini, e ritrovarvi tutti muniti di graziosa mascherina tra parenti o amici o ciò che di loro vi è rimasto.
Il convegno Poli–Covid–22 serviva anche a questo. A sfatare certi miti, a dare risposte a certe paure e a certi interrogativi. A chiarire e sdrammatizzare una situazione, che ha sempre più del surreale. Ma evidentemente a chi ci comanda, tutto questo non sta bene.
Martin Luther King diceva: “Nulla al mondo è più pericoloso che un’ignoranza sincera ed una stupidità coscienziosa”.
Potete trovare tutti gli interventi e le discussioni del convegno a questo link:
https://www.libera-scelta.it/policovid22/
Bruno Marro
https://brunomarro.blogspot.com/s