La meglio gioventù segue le regole. Non sgarra di una virgola, ed è orgogliosamente “cool”.
La meglio gioventù, frequenta i locali di tendenza. Entra e si mette la mascherina. Possiede il green pass e un po’ è dispiaciuta che non venga più richiesto. Ordina “spritz” o altri aperitivi, pesca dalla ciotola le noccioline o le patatine che tutti pescano, sorride, parla di cose comuni, cose di cui “tutti parlano”, si divide tra uno sguardo e un orecchio agli amici e due dita e un occhio ai social sul telefonino. Si fa selfie che “posta” sulle più comuni piattaforme, e condivide attimi della sua vita perché non ha segreti con nessuno. Perché così si sente libera e parte di un insieme.
La meglio gioventù scende in piazza indignata con le “sardine”. Parla felice di libertà, di diritti, di futuro. Non urla, non si “scaglia” contro nessuno in particolare, ma protesta comunque. Si ammassa nelle piazze sorridente, poi si dilegua con eleganza, e si da appuntamento nel solito locale, nel solito ristorante. Usa con disinvoltura “satispay”, o esibisce con orgoglio una carta di credito. Disdegna il contante, perché parte del “vecchio sistema”. Ha un telefonino di ultima generazione, e un genitore qualunque, attento e premuroso, che lo ricarica al momento opportuno.
La meglio gioventù, gioca a tennis, va in palestra, ha un abbonamento a Sky o Netflix e per seguire la squadra del cuore, si è anche abbonata a Dazn. Protesta perché spesso il collegamento salta e fa le bizze. A volte non riesce a vedere interamente la partita. Fa la voce grossa al bar con gli amici, poi a casa si sdraia nuovamente sul divano, e riaccende la TV per vedere la partita della squadra del cuore. Ordina un “Glovo”, lascia la mancia al ragazzo che si presenta con il sacchettino davanti alla porta e si sente generosa. Ogni tanto il collegamento salta e fa le bizze.
La meglio gioventù va in vacanza in posti esotici, di “tendenza”. Poi torna in Italia e con gli amici, racconta di mondi fantastici, “..mica come qui da noi”. Sapete, “..ci sono paesi dove se metti l’auto in seconda fila, te la sequestrano e ti sospendono la patente. Ci sono posti dove se bevi una birra e poi ti metti al volante, ti arrestano”! Ti racconta che all’estero non è come in Italia, la “vita costa meno” e li, si che si trova lavoro facilmente. Poi finisce il suo spritz, saluta gli amici, esce e sale sull’auto in seconda fila.
La meglio gioventù, ascolta la musica Rap. Va ai concerti dei suoi idoli. Tutti rigorosamente con mascherina, tutti con almeno tre vaccini, tutti insieme felici e festanti. Va anche a teatro sempre con la mascherina, a vedere i “comici” di tendenza. Ascolta e ride alle battute quasi sempre inutili, scontate e sparate nel mucchio. Non pensa molto. Non ha un’idea precisa di quello che succede nel suo paese, meno che mai in Europa, figuriamoci nel mondo. Di sicuro però sa che il “digitale” salverà il pianeta. Spinge per un futuro “green” con auto elettriche e reti internet potenziate, che ti permettano di postare i propri video, le proprie esternazioni, con velocità, sicurezza e affidabilità.
Loro, quelli della meglio gioventù, sui social non vengono mai bannati, non vengono mai oscurati. Loro seguono le regole. Sono incoscientemente “fedeli alla linea” anche se della “linea”… poco sanno e di Cavandoli proprio non hanno memoria. In fondo l’importante è: “Beddhra tra mie e tie – Non c’è voluto niente” (Boomdabash feat Otto Ohm) ovvero, l’esemplificazione del rapporto affettivo tra uomo e donna. La meglio gioventù non ha idea di come si viveva prima che si diventasse la meglio gioventù. Non ha idea dei diritti che piano piano sono stati erosi nel tempo. Si accoppia, si lascia, fa figli, abortisce, e pensa che tutto sia normale, che tutto si possa resettare, che tutto possa tornare come prima. Come nel tasto “Reset” della PlayStation.
La meglio gioventù porta i jeans stracciati e con i buchi. Fa molto “figo”. Se li compra interi, li straccia per non essere “out”. Quando parla delle città italiane, cita “Firenze” con la “è” aperta perché così si sente partecipe di un mondo che ha alle spalle una cultura millenaria. Non ha mai messo piede negli “Uffizi” e se parli de: “La velata”, pensa che tu stia parlando di qualche donna “araba” incontrata per strada poco prima.
La meglio gioventù va a votare per chi è più di “moda” o chi è più gettonato in quel momento. Ricorda poco di quello che “politicamente” è successo in precedenza, non fa distinzioni tra destra, sinistra e ti dice che ormai, sono “tutti uguali”. Ma va a votare lo stesso, perché il “voto” è un diritto/dovere, lo ha sentito alla TV.
La meglio gioventù ha affollato immediatamente gli hub vaccinali, perché ha immediatamente capito il pericolo che correvamo. Si è fidata giustamente della scienza e ha dimostrato un grande senso civico e un ineccepibile senso di altruismo. Se non fosse stato per lei, il paese si sarebbe estinto. Se non fosse stato per lei, oggi non saremmo di nuovo tutti qui a ridere, sorridere, abbracciarci, ritrovarci etc. etc. Il venerdì quando si saluta, si augura “buon weekend”, perché che si stia chiusi in casa, si vada al lago o al mare o in montagna, in ogni caso il fine settimana si dice weekend e ci si rivede il lunedì.
La meglio gioventù guarda le pubblicità che sono costruite apposta per lei. Supermercati fantascientifici, app che promettono “assicurazioni auto” a prezzi convenienti, vetture “Hybrid” con luci allo xenon e cruscotti simili alla consolle di un aereo, di un eloquente colore blu, che infonde sicurezza e speranza in un futuro migliore. Non fa le “code” alla Posta, ma usa l’apposita app per prenotare il numero d’ingresso e si presenta puntuale allo sportello. Spesso ha un “malore improvviso”, ma si sa… il “logorio” della vita moderna è cosa per pochi e non per tutti. Usa parole come “cluster” o “booster”, e disdegna termini come “riunione” o “bruciato” perché vecchi e obsoleti. Meglio dire meeting o burn out. La scuola “in presenza” è parte sempre di quel vecchio sistema che vuole abbattere ma in modo pacifico. Oggi meglio la “Dad”, acronimo di cui ancora deve comprendere il significato, ma in ogni caso meglio comunque. La meglio gioventù ha tatuaggi lungo tutto il corpo, perché “la libertà non ha prezzo”. Va in giro con lo sguardo sprezzante verso questa società e questo mondo, che non è incline a comprendere tormenti e problematiche che la affliggono.
La meglio gioventù ha subito compreso il significato della vecchia canzone dei Rokes: “Ma che colpa abbiamo noi”. Lei lo sa che si è trovata in un momento difficile, dove il carovita non ti permette di risparmiare, dove la benzina costa cara, dove la crisi energetica ha messo in ginocchio il paese, dove negli ospedali regna il caos e a scuola non ti insegnano più niente. Sa anche che scendere in piazza e protestare in modo “violento” è pericoloso. Puoi rimediare qualche manganellata, ti possono portare in questura, puoi essere denunciato e finire nei guai. Ecco perché protesta via social, in modo etico, conforme alle regole del mezzo usato e senza esporsi troppo. Vita difficile, periodo complicato e la terribile sensazione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Lei lo sa e si ripete all’infinito: “Ma che colpa abbiamo noi”.
Insomma la meglio gioventù è veramente il meglio che un paese evoluto, democratico, dedito alla transizione ecologica, e proiettato al digitale, possa sperare di avere.
Se non ti sei riconosciuto in questa descrizione, poco male. Resti uno degli ultimi esemplari della “Vecchia meglio gioventù”, che ha ben chiaro il significato delle parole “resistenza” e “libertà”. Resti uno di quelli che sono stati manganellati, derisi, umiliati e maltrattati per le scelte fatte e per aver difeso sino alla fine quelle due parole di cui ne conosci molto bene il peso.
Se invece la descrizione ti casca a pennello, complimenti. Sei uno de: ” La meglio gioventù”.
Bruno Marro