A quasi un anno da quando Mosca ha lanciato l’operazione militare speciale di “denazificazione” in Ucraina, una manciata di banche europee, tra cui l’austriaca Raiffeisen Bank International (RBIV.VI) e l’italiana UniCredit (CRDI.MI) , stanno ancora operando in Russia, riferisce Reuters.
Esiste anche e soprattutto un accordo col Governo Russo per concedere esenzioni dal pagamento dei prestiti contratti dai militari che combattono in Ucraina e per le banche di cancellare l’intero debito in caso di morte o lesioni gravi. Il programma di riduzione dei prestiti ha suscitato critiche da parte della banca centrale ucraina, che ha affermato di aver fatto appello a Raiffeisen e ad altre banche affinché smettano di fare affari in Russia.
Raiffeisen e UniCredit sono entrambe profondamente radicate nel sistema finanziario russo e sono le uniche banche estere nell’elenco della banca centrale dei 13 “istituti creditizi di importanza sistemica”, sottolineando la loro importanza per l’economia russa, che è alle prese con le sanzioni occidentali.
Quando la legge sulle ferie pagate stava passando in parlamento a settembre, Vyacheslav Volodin, l’influente portavoce della camera bassa, ne ha chiarito l’importanza per la Russia. “Soldati e ufficiali garantiscono la sicurezza del nostro paese e dobbiamo essere sicuri che ci si prenderà cura di loro”, ha detto.
Le banche hanno ristrutturato un totale di 167.600 prestiti per militari o loro familiari, per un valore di oltre 800 milioni di euro, tra il 21 settembre e la fine dello scorso anno, mostrano i dati della banca centrale russa.
Raiffeisen ha affermato che solo lo 0,2% dei suoi prestiti russi è interessato dalla “moratoria sui prestiti imposta dal governo”, una somma che ha definito “trascurabile”. La banca ha un totale di quasi 9 miliardi di euro di prestiti in Russia, dove è presente da più di 25 anni, anche alle imprese. L’anno scorso ha realizzato un utile netto di circa 3,8 miliardi di euro, grazie in gran parte a un profitto di oltre 2 miliardi di euro derivante dalla sua attività in Russia.
UniCredit, che è entrata nel mercato russo quasi 20 anni fa quando ha acquisito una banca austriaca, ha affermato che la norma era “obbligatoria ai sensi della legge federale… per tutte le banche”, rifiutandosi di dire quanti dei suoi prestiti sono stati condonati. La banca italiana ha aggiunto che la sua attività in Russia si è concentrata sulle aziende piuttosto che sui privati. Degli oltre 20 miliardi di euro di fatturato totale di UniCredit lo scorso anno, la Russia ha rappresentato più di 1 miliardo di euro.
Il Governo Italiano al contrario di quello russo ha tramato in questi ultimi anni, per sospendere, licenziare o emarginare i suoi militari o gli agenti di pubblica sicurezza che non si sono sottomessi al ricatto dei sieri. Persone coraggiose che hanno rinunciato allo stipendio e in molti casi ora si trovano ai ferri corti con gli istituti bancari con cui avevano sottoscritto mutui e finanziamenti e rischiano di perdere la casa.
Per approfondimenti :