L’immunologo svizzero Stadler: «Più probabile un 5 al lotto che essere infettati»

In Svizzera il famoso immunologo bernese Beda Stadler lascia il segno e fa eco a Zangrillo

Il Corriere del Ticino nell’edizione online riporta le parole di Stadler: «Le cifre relative all’infezione sono ormai da settimane estremamente basse. Nel frattempo è più probabile fare un cinque al lotto che essere infettato dal virus». E ancora: «Visto in modo spassionato per i più giovani e le persone sane il Coronavirus non era un pericolo mortale neanche prima – prosegue Stadler – sebbene si sia sempre sostenuto il contrario. Il Covid-19 è estremamente selettivo. Persino se hai 70 anni, se non ha una specifica malattia di base il rischio di decesso è piuttosto basso. In realtà il virus rappresenta un pericolo reale solo per pochissime persone». Conclude Stadler: «Con un coerente distanziamento fisico possiamo controllare il virus ed evitare la seconda ondata».

Se la Svizzera discute sulle parole di Stadler, tutta Italia fa lo stesso dopo quanto detto da Zangrillo: il primario del San Raffaele oggi aveva infatti usato frasi che hanno lasciato il segno e che vi riportiamo di seguito. 

«Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l’hanno fatta: non si può continuare a portare l’attenzione come sta facendo la Grecia su un terreno di ridicolaggine, che è quello che abbiamo impostato a livello di comitato scientifico nazionale e non solo, dando la parola non ai clinici e non ai virologi veri, ma a quelli che si autoproclamano professori. Il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Ci metto la firma, deve stare tranquilla l’Italia intera».

«Terrorizzare il paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità».

«Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 maggio e circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere per la fine del mese e inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l’università Vita e Salute San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo direttore dell’Istituto di virologia, il professore Clementi, lo dice il professor Silvestri della Emory University di Atlanta». 

«Sono tre mesi che tutti ci sciorinano una serie di numeri che hanno evidenza zero, che hanno valore zero: siamo passati da Borrelli, da Brusaferro, al presidente del Consiglio superiore di sanità. Tutto questo ha portato a bloccare l’Italia mentre noi lavoravamo e adesso noi, che abbiamo visto il dramma, chiediamo di poter ripartire velocemente perché vogliamo curare le persone che altrimenti non riusciamo a curare. Non ce ne frega niente né del campionato né di dove vanno in vacanza gli italiani, ma dobbiamo ritornare a un Paese normale perché ci sono tutte le evidenze che questo Paese possa tornare ad avere da oggi una vita normale».

Fonte: Il corriere del ticino