GARIBALDI E I MILLE. Mercenari dei Massoni Britannici e complici della Mafia armati contro la Chiesa

Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”.
Gesù Cristo dal Vangelo di Matteo (16, 18)

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Fonte originale: inchiesta di Gospa News

ENGLISH VERSION HERE

«Tutta la spedizione garibaldina fu monitorata dalle massoneria britannica, che aveva l’obbiettivo storico di eliminare il potere temporale dei Papi. Anche gli Stati Uniti, che pur avevano rapporti diplomatici con il Vaticano, diedero il loro sostegno. Il finanziamento proveniva da un fondo di presbiteriani scozzesi e gli fu erogato con l’impegno di non fermarsi a Napoli, ma di arrivare a Roma per eliminare lo Stato pontificio».

Il ruolo della Grande Loggia d’Inghilterra, costituita nel 1717 a Londra da facoltosi Protestanti per sconfiggere i Cattolici nella lotta per il Trono della Gran Bretagna, fu determinante nella Spedizione dei Mille – in realtà oltre 20mila – con cui il guerrigliero Giuseppe Garibaldi, un Osama Bin Laden ante-litteram, diede il colpo decisivo all’Unità d’Italia facendo implodere il cristiano Regno delle due Sicilie. Siciliani e campani si pentirono di aver tradito i Borboni per i Savoia quando era ormai troppo tardi e al loro brigantaggio per fame il Regno Sabaudo rispose con fucilazioni di massa…

A pronunciare le frasi sopra riportate tra virgolette non è stato uno studioso qualunque ma Aldo Mola, docente di storia contemporanea di Milano e storico della massoneria e del Risorgimento. E’ proprio lui a sostenere con fatti circostanziati che evidenzierò l’intento degli incappucciati del Rito Scozzeze Antico e Accettato per la distruzione della Chiesa Cattolica e, più in generale, del Cristianesimo stesso.

Questo torvo progetto si è effettivamente concretizzato con le rivoluzioni in Francia e Russia e con i moti carbonari delle società segrete che ubriacando il popolo bue con gli ideali di Liberté, Égalité, Fraternité hanno consentito nel giro di due secoli alla Massoneria di controllare il mondo grazie alle banche centrali degli alleati finanzieri ed usurai sionisti. Diventando padroni della Lobby delle Armi quanto di quella delle Big Pharma.

Oggi è san Fabio e voglio farmi il regalo di smascherare con prove inequivocabili l’immonda impostura di un’unificazione farlocca, del Regno d’Italia prima e della Repubblica Italiana poi, ancora frantumata in regionalismi etnici insanabili dai transalpini piemontesi ai tirolesi trentini, dai borbonici campani ai moreschi sardi, dai bizantini veneziani ai berberi siciliani. A contenerne le istanze secessioniste evitando contrapposizioni e frammentazioni ci ha pensato in due secoli un Deep State alquanto originale costituito da un’amalgama tra potenze militari, massoneria e mafia.

GARIBALDI, MAZZINI E LE COSPIRAZIONI MASSONICHE

Chi fa risalire questa triplice morsa in cui è soffocata la libertà e democrazia dell’Italia allo scellerato patto del 1943 tra l’esercito degli Stati Uniti, la Central Intelligence Agency (allora OSS) e Lucky Luciano, il boss dei due mondi,commette un grosso errore. Perché lo sbarco degli Alleati in Sicilia non fece altro che ripristinare quel dominio occulto di militari stranieri, massoni e mafiosi realizzato dal mercenario dei due mondi Giuseppe Garibaldi (Nizza 1807 – Caprera 1882).

Di fatto fu l’inizio di quei successi del Nuovo Ordine Mondiale e del cosiddetto Deep State di cui stiamo sentendo le conseguenze anche oggi a causa di una pandemia da sospetta bio-arma o esperimento pericoloso sfuggito di mano, quale appare il virus SARS-Cov-2 dopo la conferma dell’inserimento di HIV al suo interno di un’ultima clamorosa ricerca francese.

Oggi invece che a lui, onorato con vie, piazze e monumenti a celebrazione di quel periodo buio e sanguinario che fu il Risorgimento, vorrei erigere un busto al collega giornalista Giovanni Greco, dottore in Conservazione dei Beni Culturali con laurea in archeologia industriale, dal 1998 direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.

Se ben poco ho dovuto ricercare per questo articolo sul generale corso dalla Giubba Rossa devo ringraziare il meticoloso ed immane lavoro di ricerca condotto da Greco, non a caso freelance internazionale dell’agenzia GNS Press tedesca visto che in Italia – chi tocca i mostri sacri della Massoneria risorgimentale – non ottiene posti di prestigio nel gotha del giornalismo nazionale. Il fatto che io sia corrispondente per il sito americano di geopolitica e intelligence militare Veterans Today non è pertanto ovviamente casuale: avendo rifiutato la cooptazione massonica nel lontano 2000…

 Giuseppe Garibaldi

Proprio per premiare gli eroici reportages di Giovanni Greco riferirò fatti essenziali invitando i lettori più appassionati a leggersi tutta la saga sui garibaldini al soldo dei massoni britannici nella versione originale. Onde attirare l’attenzione dei più scettici anti-revisionisti sulla Spedizione dei Mille comincio con una citazione imponente per la statura morale di chi la fece.

«Prima di occuparci della mafia del periodo che va dall’unificazione del Regno d’Italia alla prima guerra mondiale e all’avvento del fascismo, dobbiamo brevemente, ma necessariamente premettere che essa come associazione e con tale denominazione, prima dell’unificazione non era mai esistita, in Sicilia. La mafia nasce e si sviluppa subito dopo l’unificazione del Regno d’Italia».

Queste frasi le pronunciò il giudice Rocco Chinnici, il primo magistrato a morire ucciso da un’autobomba il 29 luglio 1983 a Palermo, che ho ricordato in un reportage insieme ad un’altra vttima eccellente di un attentato: il presidente degli Usa Abramo Lincoln guardacaso assassinato proprio da un Massone dopo che l’Unione Nordista sconfisse i Confederati del Sud tra i quali spiccava per crudeltà il generale Albert Pike, tra i fondatori del Ku Klux Klan ma destinato a diventare il “papa” della Massoneria americana quando nel 1859 divenne Gran Maestro del Rito Scozzese Antico ed Accettato (che più avanti chiameremo per brevità RSSA).

Pike fu anche fondatore della Young America grazie all’ispirazione-collaborazione dell’allora terrorista, oggi ahinoi patriota, Giuseppe Mazzini, che aveva creato Giovine Italia e Giovine Europa dando inizio ai moti rivoluzionari nel vecchio continente prima di rifugiarsi a Londra dove fu accoltò nella casa dello zio di Ernest Nathan e dove divenne intimo del Segretario di Stato britannico, Henry John Temple, terzo visconte di Palmerston (1784-1865), ed esponente di spicco della Gran Loggia d’Inghilterra.

Nathan, è importante ricordarlo, sarebbe poi diventato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, e Sindaco di Roma capitale (1907), parzialmente sottratta con armi e spargimenti di sangue allo Stato Pontificio dopo la Breccia di Porta Pia.

Chiarito brevemente il contesto vediamo l’importanza di alcune date fatidiche. Pike nel 1859 in Nord America diviene Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio Circoscrizione Sud RSSA (Loggia Madre di Charleston poi trasferita a Washington). Nel 1860 Mazzini fonda il Supremo Consiglio di Palermo.

IL RUOLO DELLA MASSONERIA NELLA SPEDIZIONE DEI MILLE

«L’11 maggio 1860 con la protezione delle navi inglesi Intrepid e H.M.S. Argus, Garibaldi sbarca a Marsala. E dello stesso giorno è interessante anche la nota di Garibaldi sull’arruolamento: “Francesco Crispi arruola chiunque: ladri, assassini, e criminali di ogni sorta”» lo scrive appunto Greco nel primo dei suoi due splendidi reportage (fonte 1 – link a fondo pagina).

«Nella spedizione dei Mille, il ruolo della massoneria inglese fu determinante, con un finanziamento di tre milioni di franchi ed il monitoraggio costante dell’impresa. Lo sostiene la Massoneria di rito scozzese, dell’Obbedienza di Piazza del Gesù, che nei giorni scorsi ha ricordato la nascita nel luglio 1807 del nizzardo in una conferenza stampa ed un convegno a Napoli, alla presenza del Gran Maestro Luigi Pruneti e del Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, Pierre Lambicchi» si legge ancora nell’articolo che cita quindi ampi brani della conferenza dello storico Aldo Mola.

«I fondi della massoneria inglese – ha evidenziato lo storiografo del Risorgimento – servirono a Garibaldi per acquistare a Genova i fucili di precisione, senza i quali non avrebbero potuto affrontare l’esercito borbonico, che non era l’esercito di Pulcinella, ma un’armata ben organizzata. Senza quei fucili, Garibaldi avrebbe fatto la fine di Carlo Pisacane e dei fratelli Bandiera».

«La appartenenza alla massoneria – ha detto ancora il professor Mola – garantì a Garibaldi l’appoggio della stampa internazionale, soprattutto quella inglese, che mise al suo fianco diversi corrispondenti, contribuendo a crearne il mito, e di scrittori come Alexandre Dumas, che ne esaltarono le gesta. Non che lui non lo meritasse, ma tanti altri meritevoli non hanno avuto la stessa notorietà».

«In coscienza e sinceramente credo che l’Ordine massonico sia, se non il più grande, uno dei più grandi mali morali e politici che grava su tutta l’Unione» scrisse John Quincy Adams, VI presidente degli Stati Uniti d’America nelle sue Letters on Freemasonry «Lettere sulla Massoneria», 1833.

«C’è un filo rosso che lega tutti i grandi delitti. Un unico progetto politico…» gli fecce eco un secolo dopo ancora il giudice Rocco Chinnici seguendo la china di quel Nuovo Ordine Mondiale di cui un ufficiale di marina canadese, il commodoro William Guy Carr, svelò le trame nel suo celebre libro “Pedine nel Gioco” del 1956 dove trovano ampio spazio i carteggi tra Pike e Mazzini.

LETTERA DI CREDITO SCOZZESE E LEGIONE BRITTANICA

Al di là degli intrecci tra i registi vediamo però le prove che attestano il ruolo della massoneria britannica nella spedizione dei Mille. Il più eclatante è una lettera di credito rilasciata a Giuseppe Garibaldi dalla National Bank of Scotland nel 1860 e pubblicata nel secondo reportage di Greco sull’argomento che evidenzia i numerosi passaggi che consentirono al documento emesso dalla Banca Nazionale Scozzese di Edimburgo il 22 agosto 1860 di essere depositato per il pagamento presso la Glyn & Co. Banking House di Londra (fonte 2).

 Lettera di credito rilasciata a Giuseppe Garibaldi da National Bank of Scotland nel 1860ù

«In realtà, oltre questa lettera di credito proveniente dalla raccolta fondi fatta in Scozia, vi furono molte altre pubbliche sottoscrizioni per la raccolta di fondi a sostegno di Garibaldi, o meglio, per sostenere l’invasione del meridione – aggiunge Greco – A Milano, già il 24 gennaio 1860 commercianti milanesi avevano raccolto una offerta pari a £ 70.226,85 per l’acquisto dei fucili per la spedizione. Ma anche Cavour aveva fatto pervenire a Garibaldi prima della partenza, la somma di Lira Italiana 20.000. Mentre il 9 maggio 1860, tre giorni dopo la partenza da Quarto, un telegramma dell’agenzia Reuter di Marsiglia trasmesso da “The Glasgow Herald” comunicava che Garibaldi partiva e che prima dell’imbarco “l’eroe dei due mondi” aveva acquistato tre milioni di franchi in oro dalla Banca San Giorgio di Genova».

Ecco i soldi della Massoneria inglese con cui il rivoluzionario reduce deelle imprese di guerriglia mercenaria in Urugay acqusitò i fucile per la spedizione. Ma questo non fu l’unico supporto inglese determinante al successo della missione garibaldina. (continua a leggere…)

L’INCHIESTA INTEGRALE SU GARIBALDI E LA MASSONERIA SU GOSPA NEWS