di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Fonte originale: inchiesta di Gospa News
Dopo circa mezzo milione di morti per lo scandalo giudiziario dei farmaci oppiodi sintetici, negli USA l’attenzione alle prescrizioni di questi medicinali è diventata molto molto severa. Ecco perché una combriccola di anziani italo-americani, fin troppo ingegnosi ed arzilli per la loro età, ha pensato bene di organizzare uno spaccio internazionale in modo semplice, quanto efficace, grazie alla complicità di almeno 6 medici, uno dei quali ora interdetto dalla professione per 12 mesi (in attesa che il procedimento giudiziario faccia il suo corso).
Ma oltre al grave crimine c’è anche il danno e la beffa. Per avere questi farmaci a base di ossicodone, una potente sostanza stupefacente che in concentrazioni elevate può essere altamente letale come confermato dalla condanna di tre Big Pharma in Nord America (tra cui la Johnson&Johnson dei vaccini che utilizza però molecole differenti), ci vuole la ricetta medica anche in Italia. Ciò consente di ottenerli gratuitamente a spese del Servizio Sanitario Nazionale. Ecco perché la gang, intestando le certificazioni pure a persone decedute, ha quindi causato un danno ingente allo Stato: costretto a rimborsare alle aziende farmaceutiche il costo dei prodotti spacciati dai presunti truffatori.
Nella giornata di mercoledì 19 maggio ad Augusta sono così scattati gli arresti operati dagli agenti del Commissariato di Augusta della Polizia di Stato unitamente alla locale Compagnia della Guardia di Finanza a seguito articolate attività d’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia che ha richiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania 9 misure cautelari di diversa entità, in carcere o ai domiciliari.
Le accuse, a vario titolo, sono per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America, prescrizione abusiva di farmaci, truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, ricettazione e falsità commessa dal pubblico ufficiale in certificazioni. Non si conosce quali siano i prodotti farmacologici commerciali sequestrati.
L’INCHIESTA DI INVESTIGATORI ITALIANI E AMERICANI
L’operazione denominata Fast Shipping, condotta con il supporto operativo della Squadra Mobile di Augusta e del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania – ha consentito di smascherare e disarticolare un’associazione per delinquere, che aveva organizzato il traffico internazionale di medicinali contenenti la sostanza stupefacente oppioide, acquistati illecitamente in Italia e spacciati negli Stati Uniti d’America.
Li, infatti, questi medicinali sono diventati molto richiesti dopo le spregiudicate iniziative di consulenza aziendale della multinazionale McKinsey di New York (ovviamente estranea a questo traffico internazionale ma artigianale), costretta ad accollarsi una multa da circa mezzo miliardo di dollari per chiudere la sua vicenda giudiziaria che la vedeva implicata con la famosa Johnson&Johnson e la Purdue Pharma di Stamford (Connecticut) in relazione ai decessi causati da questa tipologia di oppioidi analgesici.
Di questi aspetti parleremo in coda all’articolo non avendo essi alcuna connessione con l’inchiesta siciliana ma essendo fondamentali per capire le ragioni di questo fiorente mercato clandestino.
L’associazione per delinquere siracusana, invece, avvalendosi di medici compiacenti, riusciva a reperire l’ossicodone mediante prescrizioni di medicinali (ne sono state accertate quasi 3000) a favore di persone decedute o che non necessitavano della terapia. Una volta ottenuti i prodotti contenenti lo stupefacente, l’organizzazione criminale organizzava molteplici spedizioni in territorio statunitense – utilizzando plichi appositamente imballati con materiali idonei a “schermarne” il contenuto e recante mittenti e destinatari fittizi – al fine di frazionare i punti di arrivo della merce per ostacolare eventuali controlli.
Proprio per questo è stata fondamentale la cooperazione internazionale degli investigatori italiani con i funzionari dell’Homeland Security Investigations, che si occupa di contrasto alle attività illecite transfrontaliere. Al riguardo, gli agenti federali dell’HSI, il principale braccio investigativo del Dipartimento della Sicurezza Nazionale USA, nel gennaio 2021 avevano operato un arresto in flagranza di reato nei confronti di un complice americano colto nel momento della ricezione di un plico contenente il farmaco. Ciò aveva rafforzato le prove raccolte dai colleghi italiani.
TRUFFA ALLA SANITA’ SICILIANA PER 394MILA EURO
«Poiché in Italia l’ossicodone è disponibile in farmacia, dietro specifica prescrizione medica, il traffico di stupefacente è stato alimentato, nel corso degli anni, a spese della Sanità pubblica – spiega il comunicato dei militari della Finanza – Il sodalizio criminale induceva infatti in errore il Servizio Sanitario Nazionale attraverso la compiacenza di professionisti, che si sono infatti prestati a rilasciare, anche a nome di terzi inconsapevoli, centinaia di ricette mediche prive di fondamento terapeutico, senza effettuare visite di controllo e, in vari casi, dietro sollecitazione degli indagati, loro assistiti».
«Sulla base delle ricette, il farmaco è stato erogato gratuitamente, con ingiusto profitto degli intestatari, i quali lo ritiravano senza costi presso varie farmacie e lo rivendevano poi, illegalmente, all’estero, come sostanza stupefacente, realizzando, per lo Stato, gravato dall’onere dell’acquisto della medicina, un danno di pari importo» aggiungono ancora gli investigatori.
La truffa ai danni del Sistema sanitario nazionale, secondo quanto calcolato dagli inquirenti, tra il 2015 a 2019, ammonta a circa 394 mila euro. Ma per farmaci acquistati solo nel distretto di Siracusa (Sicilia).
L’indagine, svolta nell’ultimo biennio, ha riguardato episodi che partono dal 2015 ed avrebbero consentito all’organizzazione di conseguire un guadagno nel mercato illegale di almeno 600mila dollari. A capo della banda ci sarebbero stati Angelo Claudio Passanisi, 75 anni, di Augusta, destinatario di un decreto di espulsione dagli Stati Uniti e la moglie Maria Lanna Passanisi, 74 anni, residente negli Stati Uniti, arrestata insieme a tre americani di cui non sono state rese note le generalità.
Come riporta SiciliaWeb, oltre a Passanisi e la moglie, sua referente negli USA per l’illecito traffico, sono stati arrestati e condotti in carcere anche altri tre cittadini di Augusta: Massimo Corrado, 43 anni, Francesco Pasqua, 34 anni, Antonino Spinali, 75 anni. Agli arresti domiciliari sono finiti Agata Agati, 81 anni, cognata di Spinali, che nonostante l’età era molto attiva nel procacciare il farmaco; Lina Spinali, 51 anni, figlia di Agati; Domenico Zanti, 42 anni. Anche loro tutti residenti della città medievale siciliana fondata nel 1232 dall’imperatore Federico II di Svevia.
Mentre l’interdizione dall’esercizio della professione medica per 12 mesi è stata disposta per il dottor Santo Ternullo, anch’egli di Augusta, per il quale è stato eseguito anche un sequestro preventivo di oltre 115 mila euro. Insieme a lui ci sono altri 5 medici ritenuti complici e già destinatari di avvisi di chiusura delle indagini: ovvero l’atto di rito della magistratura che precede la richiesta di rinvio a giudizio qualora il sospettato non sia in grado di esibire prove a discolpa. Complessivamente gli indagati sono 29.
OSSICODONE: OPPIOIDE CON RISCHIO OVERDOSE
L’ossicodone è un oppioide agonista puro, appartenente al gruppo dei fenantreni e sintetizzato a partire dalla tebaina. Ha potenza simile alla morfina, e produce un metabolita chiamato ossimorfone con potenza 2 o 3 volte la morfina. Viene utilizzato comunemente come analgesico ma in dosi massicce ha effetti equiparabili ad una sostanza stupefacente: pertanto può dare dipendenza psico-fisica e diventare letale per il rischio di overdose. Fu sintetizzato nel 1916 in Germania dove venne utilizzato clinicamente per la prima volta nel 1917 prima di essere messo in commercio negli Stati Uniti nel 1939. La sua scoperta è nata dalla necessità di trovare una soluzione meno pericolosa dell’eroina. Ma le sue conseguenze si sono rivelate devastanti dopo anni di cause giudiziarie.
Basti pensare che The Opioid Spoon Project a New Brunswick, nel New Jersey, sta usando sculture di cucchiai piegati, simili a quelli che potrebbero essere usati per abusare di oppioidi, per attirare l’attenzione su questo fenomeno, proprio nelle vicinanze della sede della Johnson&Johnson. L’International Narcotics Control Board stima che 11,5 tonnellate di ossicodone siano state prodotte in tutto il mondo nel 1998, con una crescita a 75,2 tonnellate nel 2007. Di tutti i paesi, gli Stati Uniti avevano il più alto consumo totale di ossicodone nel 2007 (82% del totale mondiale di 51,6 tonnellate) e inoltre il più alto consumo pro capite, seguiti da Canada, Danimarca, Australia e Norvegia.
Il suo utilizzo farmacologico comune è in qualità di potente analgesico ma se assunto in quantitativi elevati ha un effetto stupefacente che, se prolungato nel tempo, può causare gravi crisi di astinenza. I sintomi di astinenza da ossicodone, come nel caso degli altri oppioidi, possono includere ansia, attacchi di panico, nausea, insonnia, dolori muscolari, debolezza muscolare, febbre e altri sintomi simil-influenzali. Sono stati segnalati sintomi da astinenza anche nei neonati le cui madri avevano assunto ossicodone durante la gravidanza.
Per tutti questi motivi negli ultimi anni negli Usa sono fioccate sentenze di condanna a risarcimenti miliardari nei confronti di varie multinazionali che hanno prodotto medicinali con questo principio attivo o simili (fentanyl) ad alta concentrazione o li hanno promossi.
Tra queste c’è la Johnson&Johnson, di recente finita nell’occhio del ciclone non solo per i sospetti casi di trombosi collegati al vaccino Janssen (dal nome della fabbrica belga controllata da J&J che lo ha sviluppato) che ne determinarono una breve sospensione negli Usa, ma soprattutto per la contaminazione di alcune milioni di dosi del siero anti-Covid avvenuta in una fabbrica di Baltimore che ha determinato il ritiro di alcuni lotti e la mancata certificazione FDA per altri esportati con grandi incertezze e inquietudini nell’Unione Europea.
LA STORICA CONDANNA A JOHNSON&JOHNSON
Il colosso farmaceutico J&J nell’agosto 2019 fu condannato da un giudice dell’Oklahoma a pagare 572 milioni di dollari allo Stato per il ruolo della multinazionale nella crisi degli oppiacei che, secondo le autorità Usa, hanno provocato 400mila morti per overdose dal 1999 al 2017. Solo in Oklahoma, secondo gli avvocati dello Stato, i morti per overdose da calmanti e antidolorifici sono stati circa 6mila. (continua a leggere…)