FANCIULLI TRANSGENDER: “TOCCA AI MEDICI DECIDERE” NON A GENITORI O GIUDICI! Sentenza Shock sul caso della Ragazza-Maschio Pentita in UK

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Fonte originale: articolo di Gospa News

La battaglia dei genitori inglesi contro la clinica che aiuta i minori a diventare transgender pareva quasi vinta nel momento in cui l’Alta Corte aveva dato ragione a Keira Bell, la ragazza di 23 anni che a 16 iniziò la trasformazione in un maschio ma, dopo essersi pentita. intraprese un’azione legale temendo di aver per sempre compromesso la sua fertilità futura.

Purtroppo, però, la propaganda transgender foraggiata dalle potenti lobby LGBTQ a livello mondiale ha colpito nuovamente al cuore questa tragica emergenza sociale denunciata dagli stessi operatori sanitari della Fondazione Tavistock & Portman di Londra, autorizzata dal National Health System inglese a somministrare terapie ormonali per interrompere il naturale sviluppo dei caratteri secondari del genere nella delicatissima età puberale (seno e mestruazioni per le femmine), peli e virilità nei maschi. A riportare con risalto la notizia è stato il British Medical Journal.

Non tocca ai genitori o ai giudici ma «Spetta ai medici decidere se un bambino sotto i 16 anni può dare il consenso informato al trattamento con bloccanti della pubertà, ha stabilito la Corte d’Appello. Tre giudici anziani, guidati dal Lord Chief Justice, Lord Burnett, hanno annullato una decisione dell’Alta Corte che metteva in dubbio la capacità dei minori di 16 anni di comprendere gli effetti a lungo termine dei bloccanti della pubertà e potrebbero essere necessarie domande in tribunale».

«Il 3 dicembre scorso, accogliendo il ricorso di Keira Bell e di altri ex pazienti pentiti, l’Alta Corte inglese aveva accertato i gravissimi abusi di terapie bloccanti la pubertà da parte del Gids (Gender Identity Development Service), il servizio di sviluppo dell’identità di genere della Fondazione Tavistock & Portman» ha ricordato nei giorni scorsi il settimanale cattolico Tempi dando risalto proprio al nuovo colpo di scena.

Di quegli abusi, che implicavano anche terapie transgender per bambini malati di autismo e pertanto incapaci di cogliere la reale portata delle loro scelte, aveva scritto in due precedenti inchieste di Gospa News mettendo in luce come fossero stati innanzitutto i medici di quella clinica a denunciare paure e preoccupazioni per bambini a cui viene diagnosticata subito la disforia di genere e a cui vengono somministrati bloccanti della pubertà e ormoni sessuali incrociati senza un’adeguata indagine, perché avviati al trattamento dopo due soli appuntamenti. Il caso più grave riguarda un bambino, spedito da un endocrinologo per iniziare il trattamento a soli 8 anni. Ma furono gli episodi di malati di autismo avviati alle terapie speciali a provocare dimissioni di massa tra gli stessi dottori della struttura sanitaria.

Il Tavistock e il Portman NHS Foundation Trust, che gestisce l’unico servizio di ridefinizione di genere del Regno Unito per i giovani, aveva presentato ricorso contro la sentenza e la Corte d’Appello, nei giorni scorsi, gli ha dato ragione nonostante l’allarme diffuso su questa emergenza sociale diventata oggetto di un dibattito nel Parlamento italiano prima e dopo la concessione gratuita dell’uso del farmaco da parte del Sistema Sanitario Nazionale.

Il 23 settembre 2020 l’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) aveva stabilito che le terapie ormonali sostitutive (Tos) per le persone transgender sono a carico del Servizio sanitario nazionale. A distanza di una settimana, anche la giunta dell’Emilia Romagna confermò la gratuità di quei farmaci, dando attuazione a una legge regionale del 2019. Negli allegati si precisa che i prescrittori delle terapie sono «specialisti che operano all’interno di team multidisciplinari con comprovata esperienza nel supporto delle persone con disforia/incongruenza di genere». (continua a leggere).

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