“DON’T LOOK UP”, QUANDO LA REALTÀ È MEGLIO NON GUARDARLA IN FACCIA

Da poche settimane, sta divampando su Netflix il film di Adam McKay “Don’t look up”, interpretato (solo per citarne alcuni) da Leonardo DiCaprio nel ruolo del dott. Randall Mindy, Jennifer Lawrence, la PhD Dibiasky, Meryl Streep, nei panni della presidente degli Stati Uniti Janie Orlean, e Cate Blanchett nelle vesti della passionale quanto superficiale presentatrice tv Brie Evantee.

Due astronomi, il dott. Mindy e il PhD Dibiasky scoprono che una cometa sta facendo rotta verso la Terra e calcolano il tempo che resta prima dell’impatto: 6 mesi e 14 giorni. Chiamati subito a Washington, vengono ricevuti dopo ore di attesa da una evanescente presidente degli Stati Uniti (Meryl Streep), versione distopica di una Hilary Clinton al potere (lampanti le foto sulla scrivania con Bill Clinton, quello vero!).

La presidente sembra non volerne sapere perché troppo occupata per la sua prossima campagna, finché non scopre che l’evento potrebbe giocare a suo favore. Richiama i due scienziati e con gli alti esponenti della NASA predispone un piano per deviare la cometa, mediante il lancio di testate nucleari. Ma al momento del lancio, i missili ritornano indietro tra lo stupore di tutti. Peter Isherwell, infatti, fondatore e CEO di BASH, un’azienda ad alta tecnologia che realizza telefoni incentrati basati sull’intelligenza artificiale – che, attraverso complicati algoritmi dice alla gente cosa fare e come vivere, prevedendo addirittura di cosa moriranno le persone – nonché sponsor principale della Presidente Janie Orlean, ha la brillante idea di utilizzare i minerali presenti sull’asteroide per mettere fine alla scarsità di terre rare sul pianeta e poter così garantire la (sua) tecnologia all’umanità.

Segue un nuovo progetto: sgretolare l’asteroide in trenta pezzi per poi raccoglierli. L’operazione, però non va per il verso giusto e il pianeta viene colpito, mentre una scialuppa spaziale con a bordo Isherwell, la presidente (che dimentica il figlio Jason sulla terra) e un gruppo di pochi privilegiati, viaggia nello spazio in cerca di un altro pianeta.

Il film, più che sci-fi è una parodia di una società mediocre che vive d’idiozia nella vacuità più assoluta, nel pieno e irreversibile nonsense, e che davanti al pericolo di morte accertato preferisce non guardare in alto e vedere in faccia la realtà, illudendosi che tutto andrà bene, continuando a guardare in basso e facendo un passo dopo l’altro. Le élite preferiscono correre il rischio di autodistruzione dell’umanità pur di non perdere le loro occasioni di profitto, anziché deviare la cometa. Subito la propaganda della presidente si mette in moto, trasformando un evento terribile in un’occasione di crescita economica (maggiori posti di lavoro) e boom azionario in vista dei preziosi minerali della cometa. Russia, Cina e India, tagliati fuori dal grande business, cercano di far deviare la cometa, ma un’esplosione improvvisa nella base militare russa mette fine all’operazione.

Tra le battute principali, eccone alcune molto familiari:

Sapete perché vogliono che guardiate lassù [verso la cometa]? Perché vogliono che abbiate paura. Si credono migliori di voi!

Non guardate lassù (Don’t look up)

Non guardate lassù. Vogliono togliervi la libertà.

Sopraguardisti!

Tenete d’occhio la starda davanti a voi e tenete la testa bassa.

Andrà tutto bene!

Ora, se proviamo a sostituire l’asteroide con la pandemia e i vaccini, non è forse la foto di questi ultimi due anni?

Una crescita economica con maggiori livelli occupazionali è ancora possibile?